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ASSEMBLEA DI TORINO, VIA SPONTINI

Mi chiamo Fabrizio Gibbarosa, ho 57 anni e il Signore per la Sua grazia si è rivelato a me quando di anni ne avevo 22. Da allora la mia vita è cambiata radicalmente e il Signore mi ha grandemente benedetto dandomi una moglie, due figli ed anche una famiglia spirituale sparsa su tutta la faccia della terra composta da moltissimi fratelli con i quali, pur non conoscendoci di persona, sappiamo di avere un legame particolare grazie all’opera dello Spirito Santo che ci rende un tutt’uno e ci fa sentire uniti, gioiosi e ripieni d’amore gli uni per gli altri. Per la grazia del Signore ho sempre vissuto una vita tranquilla grazie al suo sostegno e alla sua fedeltà e ho goduto di un’ottima comunione fraterna nella chiesa locale dove il Signore ha voluto che prendessi il mio posto per servirlo e per servire i miei fratelli. Proprio per l’opera che il Signore compie in ciascuno di loro, posso dire che ogni fratello di questa meravigliosa famiglia è una grande benedizione per me, infatti posso dire di sentirmi molto amato.

Nell’ultimo periodo è successo qualcosa che ha sconvolto molte nazioni, compresa la nostra: questo qualcosa si chiama covid-19, un virus che come tutti sappiamo, è molto aggressivo e pericoloso. Questo virus ha colpito anche me, e a causa della sua aggressività sono stato ricoverato in ospedale. Ho avuto febbre altissima per una settimana, poi un edema cerebrale, quindi sono stato sottoposto ad un intervento chirurgico piuttosto rischioso a causa dei trombi nel sangue provocati appunto dal virus. Come potete immaginare, questi eventi provocano molta apprensione soprattutto nelle persone che ti stanno vicino, anche in base al fatto che i medici non volevano eseguire l’intervento per quanto esso fosse rischioso; l’alternativa, meno rischiosa, era l’amputazione della gamba dove i trombi avevano otturato le vene. Proprio in quei momenti abbiamo iniziato a pregare più intensamente, condividendo il problema con la chiesa che subito si è messa all’opera manifestando amore pratico attraverso l’intensa attività di preghiera; mi è stato anche riferito che, oltre alle chiese in Italia, hanno partecipato alla preghiera fratelli dall’India e dal Guatemala. L’operazione è andata bene grazie alla mano del Signore che ha operato potentemente, anche nell’avermi guidato nella scelta dell’operazione da eseguire. In quei momenti particolari il Signore era con me, mi ha sostenuto grandemente e mi ha confortato con dolcissime carezze. Nonostante fossi da solo in un letto d’ospedale, oltre la presenza del Signore, sentivo la presenza attorno a me di tutti i miei fratelli che stavano pregando con perseveranza il nostro buon Padre, ed è stata un’esperienza così forte e straordinaria che non riesco neppure a trasmetterla con le parole. Una sera, mentre ero solo nel mio letto, stavo pregando il nostro buon Padre quando, non so se in sogno o in una visione, mi sono trovato in mezzo a una grande festa dove c’erano tutti i miei fratelli; con loro gioivamo e ci confortavamo a vicenda. Contemporaneamente vedevo in un luogo separato dal nostro delle persone che non facevano parte della nostra famiglia ed erano ognuna da sola, con tanta tristezza e senza alcun conforto. Vedendo quella scena, mi sono detto: “Ma come è possibile vivere una vita gioiosa al di fuori della chiesa, al di fuori di quella meravigliosa famiglia che è la famiglia di Cristo?

Per tutto questo ho motivo di ringraziare il Signore, perchè grazie all’opera che Cristo Gesù ha compiuto sulla croce, io e molti altri che hanno riposto la propria fede in Lui, facciamo parte di una famiglia meravigliosa. Ringrazio ancora il nostro Signore e ringrazio tutti i fratelli che, attraverso la preghiera, mi hanno fatto sentire l’amore che Cristo ha messo nei loro cuori.

Al nostro Signore Gesù Cristo siano l’onore, la gloria e il ringraziamento per come sostiene quelli che affidano a Lui le proprie vite e che anche in un letto d’ospedale non sono e non si sentono mai sole.