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Mi chiamo Valentina, ho 29 anni, sono un’infermiera e lavoro in un reparto di emergenza-urgenza. Negli anni, il Signore ha sempre voluto che affrontassi il mio impegno lavorativo con queste certezze: Dio è padrone della vita e della morte (2 Re 5:7); è giusto (Deut.32:4); è buono e ama l’uomo (Giov.3:16); io sono uno strumento nelle Sue mani, non ho meriti né sono un eroe (Fil.2:13); molti muoiono ogni giorno e come figlia di Dio, ho il dovere e il privilegio di annunciare ai miei pazienti il Vangelo (Mar.16:15); Dio è la forza che mi serve per mantenere l’equilibrio in ogni turno, sia quando tutto va bene e i miei pazienti guariscono, sia quando invece non c’è speranza per loro (Es.15:2). Questo periodo è difficile e strano, ma mi sono accorta che indipendentemente dalla patologia, dal numero di ricoveri e decessi giornalieri a cui assisto e dai drammi che mi coinvolgono nello svolgimento della mia attività lavorativa, la vera emergenza, costante e perpetua che mi trovo a vivere, riguarda la morte spirituale delle persone. È questo il vero e più grande dramma. Questa consapevolezza mi ha aiutata nel rimanere salda nel Signore e continuare a parlare di Cristo in ogni occasione che mi si è presentata, senza porre l’attenzione sulla mia situazione personale di solitudine, isolamento e pericolo giornaliero. Noi figli di Dio non possiamo pensare che solo oggi, a causa di questo virus, dobbiamo impegnarci di più nell’evangelizzazione, nella testimonianza e nel servizio, ma dobbiamo ricordarci di questo impegno ogni giorno che il Signore dà a disposizione a noi e alle persone che incontriamo! Il Signore vi benedica!

Valentina Marinacci, assemblea di Jesi (AN)