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Archivi Annuali: 2015

Dieci milioni di telespettatori, venti milioni di orecchie tese verso la televisione non per seguire il solito show e la consueta trasmissione di dibattiti inconcludenti, ma per ascoltare la presentazione dei dieci comandamenti fatta da un comico (e la novità è già in sé tutta una programma!).
Quali sono gli effetti prodotti dai moderni mezzi di comunicazione sulle nostre relazioni? I tanti amici virtuali sono davvero “amici” oppure sono espressione di una relazione in realtà inconsistente e perciò effimera? Quando è che ad una relazione si può attribuire il nome di “amicizia”? In quale modo stiamo soddisfacendo il nostro bisogno di avere amici? Stiamo a nostra volta cercando di essere amici degli altri? Quale valore può avere l’amicizia nella relazioni interpersonali all’interno di una chiesa locale?
Sappiamo di essere condizionati dal pensiero filosofico corrente ma anche da uno spiritualismo pseudocristiano privi di fondamento biblico? Quali pericoli si nascondono per la salute del nostro corpo, ma anche dell’anima e dello spirito, dietro l’attribuzione all’opera del maligno di ogni malattia e dietro l’idea, oggi sempre più ricorrente, che il cristiano debba scoppiare sempre di salute e, se malato, guarire comunque?
Come mai è importante non sottovalutare anche le opportunità, che noi valutiamo piccole e insignificanti, che il Signore ci offre di trovarci in un certo luogo, in una certa situazione? Cosa è più proficuo per noi: essere dove scegliamo di stare noi oppure accettare di essere là dove il Signore vuole che noi siamo? Abbiamo mai riflettuto sul fatto che Dio ha sempre un piano per noi e nulla avviene per caso?
Siamo consapevoli, come discepoli di Cristo, che il nostro identificarci con lui ci espone ogni giorno ad una vera e propria lotta spirituale, sia interiore che esteriore? In quale modo possiamo affrontare questa lotta e come possiamo uscirne vincitori? Dobbiamo contare soltanto sulle nostre misere forze o possiamo contare sul potente aiuto che ci viene dalle armi che Dio mette a nostra disposizione?­­

je suis… quoi?

Capi di Stato e di governo, re e dittatori sono accorsi a Parigi domenica 11 gennaio per la grande manifestazione mondiale di solidarietà nei confronti della Francia, colpita proprio nel cuore della sua capitale da un drammatico attacco terroristico. Una straordinaria parata di ipocriti!
È possibile evangelizzare nell’ambiente in cui lavoriamo? In quali modi? In quali tempi? Come rendere una testimonianza efficace alle nostre colleghe o ai nostri colleghi di lavoro? La testimonianza che pubblichiamo, pur se relativa ad un’esperienza vissuta in un altro Paese e, quindi, in una diversa realtà sociale e culturale, ci incoraggia ad essere testimoni di Cristo con le parole, ma soprattutto con la coerenza di vita.
Tutti i giovani che sono già membri delle nostre chiese locali o che, pur non avendo ancora preso la decisione di seguire Cristo, ne frequentano gli incontri sono stati resi consapevoli del valore che proprio la loro giovinezza ha agli occhi di Dio? Come mai il giovane incontrato da Gesù, anche se ricco di beni materiali, era in realtà povero di valori, perseguendo un cammino di vita senza significato e senza speranza?
Come far comprendere il piano di salvezza di Dio per l’uomo peccatore se gli uomini di oggi hanno bandito dal loro linguaggio e dalla loro mente il concetto di “peccato”? Quali strategie è opportuno usare perché la rivelazione divina sulla reale condizione umana sia accolta e compresa? E, sia come chiese locali che come singoli, in quale modo possiamo stabilire relazioni di testimonianza con chi non è ancora credente?

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