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Un uomo perbene (nona parte)

“È vero che io ho il diritto di riscatto; ma ce n’è un altro che ti è parente più prossimo di me. Passa qui la notte; e domattina, se quello vorrà far valere il suo diritto su di te, va bene, lo faccia pure; ma se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com’è vero che il SIGNORE vive! Sta coricata fino al mattino». Lei rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina; poi si alzò, prima che un uomo potesse riconoscere il suo vicino; poiché Boaz diceva: «Nessuno sappia che questa donna è venuta nell’aia!» Poi aggiunse: «Porta qua il mantello che hai addosso, e reggilo». Lei lo resse ed egli vi misurò dentro sei misure d’orzo, e glielo mise sulle spalle. Poi se ne andò in città. Rut tornò da sua suocera, che le disse: «Sei tu, figlia mia?». E lei le raccontò tutto ciò che quell’uomo aveva fatto per lei, e aggiunse: «Mi ha dato anche queste sei misure d’orzo; perché mi ha detto: “Non devi tornare da tua suocera a mani vuote”». E Naomi disse: «Rimani qui, figlia mia, finché tu veda come l’affare finirà; poiché quest’uomo non si darà posa, finché non abbia oggi stesso terminato quest’affare».”

Rut 3:12-18

Non ci sono dubbi. Boaz era davvero un uomo perbene. Lo si vede in ogni suo gesto, in ogni parola. Quella notte si era trovato una donna nel suo letto che gli si stava offrendo in sposa e non approfittò della situazione. Non la sfiorò nemmeno con un dito e la lasciò riposare fino al mattino, poi si preoccupò di lasciarla andare via molto presto per evitare che la rispettabilità di Rut venisse compromessa nel caso in cui qualcuno l’avesse vista uscire dall’aia con Boaz.

Inoltre Boaz era determinato a sposare Rut, ma era anche rispettoso delle regole e sapeva che c’era un parente più prossimo che avrebbe potuto esercitare il diritto di riscatto. Egli non avrebbe quindi perso tempo e l’indomani mattina avrebbe contattato quell’individuo per comprendere se aveva intenzione di esercitare il suo diritto.

La sua serietà traspare anche dal modo in cui si prese un impegno solenne davanti a Dio, come testimoniano le sue parole: “Se non gli piacerà di far valere il suo diritto, io farò valere il mio, com’è vero che il SIGNORE vive!”.

Infine, le sue parole verso Rut furono accompagnate da un gesto molto pratico. Ancora una volta si preoccupò di dare del cibo a Rut in modo che potesse portarne a sua suocera. Anche questa volta la quantità d’orzo fu davvero generosa, anche più della prima volta in cui si erano incontrati. Sei misure sono infatti equivalenti a quasi 50 kg d’orzo!

Quando Rut tornò da Naomi, quest’ultima, dopo aver ascoltato ciò che Boaz aveva detto e fatto, si sentì rassicurata. Quel Boaz era proprio la persona giusta per Rut, era un uomo serio e perbene e avrebbe mantenuto la parola data sistemando le cose entro quel giorno stesso.

Boaz con il suo atteggiamento aveva certamente colpito Rut ma anche sua suocera. D’altra parte se Boaz avesse sposato Rut, si sarebbe anche dovuto relazionare bene con la sua famiglia, in questo caso con Naomi, l’attuale suocera di Rut.

Questo è un punto che molte coppie cristiane sembrano ignorare oggigiorno nella costruzione del loro rapporto. Pensano di essere soli al mondo, due cuori e una capanna, pensano di poter tenere le famiglie fuori dalla loro relazione, ma dimenticano che ognuno di essi ha delle responsabilità verso i propri famigliari, in particolare verso i genitori, e un partner che non rispetti la famiglia dell’altro non ha ancora capito cosa voglia dire amare davvero.

In un rapporto di coppia ognuno di noi porta le sue esperienze, il modo in cui è cresciuto, l’educazione ricevuta dalla propria famiglia ed è dunque importante conoscersi e confrontarsi.

Se ignoriamo questo, se, come accade spesso oggigiorno, il nostro rapporto di coppia è caratterizzato da superficialità, basato solo sull’infatuazione reciproca, se restiamo due mondi ben distinti e disinteressati al mondo dell’altro, il naufragio è dietro l’angolo. L’amore senza rispetto è come un vicolo cieco: non porta da nessuna parte.

C’è bisogno ancora oggi di uomini perbene che sappiano rispettare la donna come fece Boaz, sappiano mantenere le proprie promesse, siano seri e sappiano relazionarsi anche con la famiglia della propria partner. Ma allo stesso modo c’è bisogno anche di donne che siano interessate a uomini di questo tipo e abbiano la medesima serietà.

La crisi della famiglia a cui stiamo assistendo nella nostra società sembra indicare che uomini e donne di questo tipo siano sempre di meno, purtroppo anche tra coloro che si definiscono cristiani. Che Dio ci aiuti a riscoprire questi valori e a viverli nelle nostre famiglie in modo da trasmetterli ancora alla prossima generazione.

Un uomo da dimenticare (decima parte)

 “Boaz salì alla porta della città e là si mise seduto. Ed ecco passare colui che aveva il diritto di riscatto e del quale Boaz aveva parlato. E Boaz gli disse: «O tu, tal dei tali, vieni, siediti qua!». Quello s’avvicinò e si mise seduto. Boaz allora prese dieci uomini fra gli anziani della città e disse loro: «Sedetevi qui». E quelli si sedettero. Poi Boaz disse a colui che aveva il diritto di riscatto: «Naomi, che è tornata dalle campagne di Moab, mette in vendita la parte di terra che apparteneva a Elimelec. Ho ritenuto giusto informartene e dirti: Acquistala, in presenza di quanti sono qui seduti e degli anziani del mio popolo. Se vuoi far valere il tuo diritto di riscatto, fallo; ma, se non lo vuoi far valere, dimmelo, perché io lo sappia; infatti non c’è nessuno, all’infuori di te, che abbia il diritto di riscatto; e, dopo di te, vengo io». Quegli rispose: «Farò valere il mio diritto». Allora Boaz disse: «Il giorno che acquisterai il campo dalla mano di Naomi, tu lo acquisterai anche da Rut, la Moabita, moglie del defunto, per far rivivere il nome del defunto nella sua eredità». Colui che aveva il diritto di riscatto rispose: «Io non posso far valere il mio diritto, perché rovinerei la mia eredità; subentra tu nel mio diritto di riscatto, poiché io non posso avvalermene». C’era in Israele quest’antica usanza, per render valido un contratto di riscatto o di cessione di proprietà: uno si toglieva la scarpa e la dava all’altro; era il modo di testimoniare in Israele. Così, colui che aveva il diritto di riscatto disse a Boaz: «Acquistala per conto tuo», e si tolse la scarpa”.

Rut 4:1-8

Il momento della verità era arrivato. Finalmente Boaz avrebbe saputo se poteva andare avanti nel suo intento di sposare Rut. Incontrò quindi l’altro parente, più prossimo di lui, che poteva esercitare il diritto di riscatto.

Come si usava fare il dibattimento avvenne alla porta della città dove si poteva ratificare un contratto di fronte a testimoni che ne potessero certificare la validità.

La prima questione che Boaz spiegò al suo interlocutore riguardava il riscatto della terra che era appartenuta ad Elimelec.

Il marito di Naomi era partito da Betlemme durante una carestia e si era stabilito in Moab, quindi probabilmente aveva venduto quella proprietà con la speranza che i figli potessero riscattarla in futuro. Ma poi Elimelec era morto ed erano morti anche i suoi due figli. Pertanto non c’era nessuno che potesse riacquistare ed ereditare quel terreno che quindi non sarebbe più appartenuto alla loro famiglia.

La legge (Le 25:15) prevedeva la possibilità che un parente prossimo intervenisse per riacquistare la terra in modo che rimanesse nella famiglia:


“Se uno dei vostri diventa povero e vende una parte della sua proprietà, colui che ha il diritto di riscatto, il suo parente più prossimo, verrà e riscatterà ciò che suo fratello ha venduto”.

L’interlocutore di Boaz espresse il desiderio di avvalersi di quel diritto. Evidentemente gli sembrava un buon investimento: faceva bella figura con la famiglia e comunque poteva disporre di quel terreno a suo piacimento.

Ma Boaz non gli aveva ancora svelato la seconda parte del programma… Infatti il secondo aspetto riguardava Rut e la possibilità di “far rivivere il nome del defunto (marito di Rut) nella sua eredità”. In sostanza, la nuora di Elimelec e Naomi aveva manifestato la sua intenzione di risposarsi per cercare di dare una discendenza al marito defunto. In questo caso la legge di riferimento era quella che troviamo in Deuteronomio 25:5-6:


“Se dei fratelli staranno insieme e uno di loro morirà senza lasciare figli, la moglie del defunto non si sposerà fuori, con uno straniero; suo cognato verrà da lei e se la prenderà per moglie, compiendo così verso di lei il suo dovere di cognato; e il primogenito che lei partorirà porterà il nome del fratello defunto, affinché questo nome non sia estinto in Israele”

La legge prevedeva che ci si potesse rifiutare di sposare la cognata, anche se questo sarebbe stato un disonore (si veda De 25:7-10). Dalla legge non si evince che tale responsabilità si estendesse oltre il cognato ad altri parenti prossimi, tuttavia era un gesto che Boaz era pronto a fare per Rut.

Quell’uomo invece non voleva dissipare la propria eredità; probabilmente era sposato e aveva già altri figli e il primogenito di quell’unione avrebbe ereditato quel terreno ma sarebbe stato anche suo erede come figlio naturale. A quel punto egli ributtò la palla nel campo di Boaz.

Boaz non era sposato e non aveva quindi di questi problemi, ma soprattutto era ben contento di poter sposare una donna tanto virtuosa senza badare alle conseguenze economiche.

Leggendo questo brano notiamo una particolarità: il nome di quell’individuo non è nemmeno riportato. L’autore del libro di Rut, ispirato da Dio, non ha ritenuto necessario rivelarci il suo nome, infatti Boaz si rivolse a lui come ad un “tal dei tali”, un uomo qualunque.

D’altra parte, se ci pensiamo bene, si tratta proprio di un uomo da dimenticare… Infatti egli perse l’occasione di fare del bene alla famiglia di Naomi e Rut solo perché non gli conveniva!

Quell’uomo non poteva sapere che, rinunciando a sposare Rut, stava rinunciando ad entrare nella storia e a diventare, come vedremo, progenitore del grande re Davide e del Signore Gesù Cristo.

Anche Boaz non poteva sapere che il suo nome sarebbe stato ricordato in futuro per ciò che stava facendo, ma colse l’occasione di fare del bene, non guardò al proprio interesse e agì solo per amore di Rut e Naomi. Così agisce un vero riscattatore!

Quel tal dei tali non era cattivo, ma perse l’occasione che Dio gli aveva dato per entrare nella storia e rimase un uomo ordinario, non disposto ad andare oltre i propri obblighi, destinato a rimanere nell’anonimato.

L’ultima immagine che abbiamo di quel “tal dei tali” è un uomo con una scarpa in mano a testimoniare la sua rinuncia. Poi di lui non sappiamo più nulla. D’altra parte è solo un uomo da dimenticare.

Quante volte anche noi abbiamo l’occasione di fare gesti che possono fare la differenza nella nostra vita e in quella degli altri? Quante volte rinunciamo solo per egoismo, perché le nostre priorità sono diverse, perché non pensiamo che sia il momento opportuno? Chissà, quanti di noi avrebbero potuto cambiare la propria storia e quella degli altri e invece siamo rimasti solo uomini e donne da dimenticare.

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