Tempo di lettura: 3 minuti

I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza

(Gb 7:6)

Chissà quanti lettori della Bibbia sono oggi in grado di comprendere queste parole di Giobbe! Sì, perché se non si sa cosa è una spola, non è possibile comprendere il senso delle altre parole.

La spola è un tubetto su cui si avvolge il filato della trama e che si inserisce in una sorta di piccolo siluro chiamato per la sua forma “navetta”. Il tessitore la usa per far passare i fili della trama tra quelli dell’ordito con continuo moto di va e vieni, di avanti e indietro dall’una all’altra parte del telaio. In altri testi biblici si fa riferimento al lavoro del tessitore. Dalila usò i suoi strumenti di tessitrice per legare nel sonno Sansone, fissando i suoi capelli al subbio dove erano avvolti i fili dell’ordito, ma Sansone al risveglio strappò via tutto (Gd 16:14). Il re Ezechia, vedendo avvicinare la sua morte, paragonò il termine della sua vita a un ordito tagliato via dalla trama (Is 38:12).

L’intreccio dei fili della trama con quelli dell’ordito, da cui nasce poi il tessuto, avviene attraverso il “va e vieni” della spola. Un “va e vieni” che ai tempi di Giobbe e di Dalila (ma anche fino ai primi del Novecento) era guidato dalle mani esperte del tessitore con una velocità assai ridotta rispetto a quella dei moderni telai meccanici dove la spola corre così veloce che è difficile vederla.

Quindi se Giobbe era consapevole che i suoi giorni si stavano susseguendo uno dietro l’altro più veloci della spola, la stessa consapevolezza dobbiamo averla anche noi. È vero: oggi le spole corrono più veloci sul telaio, ma corre anche più veloce la vita a causa dei ritmi frenetici che le nostre attività quotidiane ci hanno imposto.

Mio padre, abile tessitore, citava spesso le parole di Giobbe: lui che per oltre quarant’anni aveva visto scorrere sotto i suoi occhi le veloci spole di più di un telaio. E, mentre tesseva la stoffa, ha tessuto anche la sua vita: l’ha arrotolata “come fa il tessitore”, finché ha visto il suo ordito tagliato via dalla trama (Is 38:12). Il suo lavoro è stato allo stesso tempo anche una metafora della sua vita, che è in realtà una metafora della vita di tutti noi. Infatti tutti noi possiamo tessere e arrotolare la vita per lunghi anni, ma non facciamoci illusioni: verrà il momento anche per noi in cui il nostro ordito sarà tagliato via dalla trama.

Davanti a questa realtà dobbiamo non soltanto chiederci cosa sarà di noi dopo questo “taglio”, ma anche quale tessuto lasciamo come ricordo, quale ordito e quale trama abbiamo scelto di usare e con quali fili li abbiamo creati. Durante una visita scolastica nella tessitura dove lui lavorava, una mia alunna chiese a mio padre se fosse più importante la trama o l’ordito. Lui rispose che, sì, trama e ordito erano entrambi importanti, ma più importante di tutti era la spola che rende possibile il loro intreccio. Infatti la spola corre veloce per permettere alla trama di intrecciarsi con l’ordito ed è così che nasce il tessuto.

Non è, questa, davvero una straordinaria metafora della nostra vita? Mentre il tempo corre veloce, mentre le situazioni, le circostanze, le esperienze e tutti gli eventi della nostra vita si intrecciano fra di loro, la nostra esistenza di sviluppa (“si arrotola”) nel tempo e nella storia. Dobbiamo chiederci allora qual è “il tessuto” che lasceremo come ricordo, quando la trama della nostra vita sarà interrotta.

Durante la mia infanzia, ricordo di aver visto spesso la sera mio padre che disegnava su dei piccoli fogli quadrettati delle crocette e dei puntini per progettare l’alternarsi di fili e di colori per un prossimo tessuto e poi l’ho visto che esaminava con una lente i risultati di quanto prodotto. Ma l’ho visto anche con la sua Bibbia aperta a leggere, riflettere, prendere appunti, i tanti appunti che ora abbiamo ritrovato fra le sue carte. Progettava il suo lavoro e progettava la sua vita.

Per “arrotolare” al meglio il tessuto della nostra vita, quali fili migliori potremmo trovare, per formarne la trama e l’ordito, di quelli costituiti dagli insegnamenti, dagli avvertimenti, dalle promesse, dalle certezze contenuti nella Parola di Dio? Ma ricordiamoci anche di usare la stessa Parola come una lente per esaminare con attenzione che il tessuto che stiamo tessendo e arrotolando sia quello migliore.