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Dio dietro le quinte (quinta parte)

“Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelec, che si chiamava Boaz. Rut, la Moabita, disse a Nao-
mi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale avrò trovato grazia». E lei le rispose: «Va’, figlia mia». Rut andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e per caso si trovò nella parte di terra appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelec. Ed ecco che Boaz giunse da Betlemme, e disse ai mietitori: «Il SIGNORE sia con voi!» E quelli gli risposero: «Il SIGNORE ti benedica!» Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?» Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «È una fanciulla moabita; quella che è tornata con Naomi dalle campagne di Moab. Lei ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe cadute dai mannelli, dietro ai mietitori”. È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora; soltanto adesso si è seduta nella casa per un po’»”

(Rut 2:1-7)

 

Il primo capitolo del libro di Rut si era concluso con un grande pessimismo. Naomi, piena di amarezza, aveva dichiarato che Dio l’aveva resa infelice…

Quale contrasto con l’inizio di questo secondo capitolo! Infatti, una nota dell’autore ci informa del fatto che, a dispetto della situazione catastrofica che Naomi vedeva, ella aveva comunque un parente di suo marito potente e ricco proprio lì in Betlemme. Naomi, triste e rassegnata, sembra ignorare questo parente e non aveva dato indicazioni specifiche a Rut circa il campo dove andare a spigolare. Infatti fu Rut a prendere l’iniziativa offrendosi per andare a cercare del cibo.

La legge che Dio aveva dato ad Israele prevedeva che gli Israe-
liti si preoccupassero di lasciare sempre qualcosa per i poveri quando mietevano il proprio raccolto. In Deuteronomio 24:19 leggiamo infatti:

“Se, mietendo il tuo campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani”.

Rut, basandosi su tale legge, sperava di trovar grazia agli occhi di qualcuno che le permettesse proprio di spigolare tra gli avanzi del raccolto, andando dietro ai mietitori. Al tempo dei Giudici, in un periodo in cui in Israele non c’erano molte persone che temevano Dio, non era scontato che ella trovasse delle persone gentili e rispettose della legge. Era sicuramente più facile che trovasse persone intenzionate ad approfittare di lei. C’erano quindi molte incertezze in ciò che Rut si apprestava a fare, ma l’alternativa sarebbe stata morire di fame, pertanto Naomi non poté fare altro che lasciarla andare, dicendo: «Va’, figlia mia».

Il momento che cambia tutto in questo piccolo libro della Bibbia è proprio il momento in cui Rut finisce a spigolare dietro ai mietitori nella parte appartenente a Boaz, il parente di Naomi. Come abbiamo detto, Naomi non aveva dato indicazioni e Rut non conosceva nessuno. Eppure “per caso”, Rut finì proprio in quel terreno. Chi non crede in Dio potrebbe dire che Rut è stata proprio fortunata, alla luce di ciò che leggeremo in seguito. Ma chi crede in Dio sa benissimo che il Signore si manifesta di frequente proprio attraverso episodi apparentemente casuali come questo.

Dio non guida la storia sempre attraverso miracoli eclatanti, ma spesso agisce dietro le quinte proprio come in questo caso. Mentre Naomi e Rut non sapevano dove andare, Dio sapeva benissimo che in Betlemme c’era un gentiluomo, Boaz, che avrebbe potuto fare molto per quella famiglia. Che si tratti di un gentiluomo, lo capiamo subito dal modo in cui egli viene introdotto nel racconto. Il suo timore di Dio si manifesta subito nel suo modo di salutare coloro che lavoravano per lui: «Il SIGNORE sia con voi!».

Inoltre cominciò subito ad informarsi su quella giovane moabita che dal mattino era stata umilmente dietro i suoi servitori per raccogliere le spighe cadute dai mannelli d’orzo, lavorando duramente per sé e per sua suocera.

Come vedremo, Boaz non rimarrà insensibile alle virtù che Rut aveva mostrato. Il piano di Dio si era messo in moto e Rut aveva trovato grazia agli occhi di Boaz.

Siamo onesti, quante probabilità c’erano che, fra tanti campi, Rut finisse proprio nel campo di Boaz? Ben poche, vero? Naomi si era sentita giudicata da Dio il quale, a suo dire, l’aveva resa infelice. Eppure quella mattina la sua nuora Rut, senza indicazioni da parte sua, era finita “per caso” nel terreno giusto.

Pensiamo ora alla nostra vita… Quante volte non abbiamo alcun piano e non abbiamo alcuna idea di come tirarci fuori da una situazione? E quante volte sembra proprio che “il caso” ci venga in aiuto? In tali occasioni, molti si ritengono fortunati, non pensano neanche che Dio stia agendo in loro favore… Poi ci sono occasioni in cui invece le cose vanno male e molti sono pronti a prendersela con Dio un po’ come aveva fatto Naomi…

Chissà quante volte Dio si è manifestato silenziosamente, con discrezione nella nostra vita e noi non ce ne siamo neanche accorti. Quando le cose vanno male è facile pensare che Dio ci abbia reso infelici, ma quando accadono eventi positivi siamo in grado di riconoscere l’azione di Dio dietro le quinte della nostra vita?

Anime che si incontrano (sesta parte)

“Allora Boaz disse a Rut: «Ascolta, figlia mia; non andare a spigolare in un altro campo; e non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va’ dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l’acqua che i servi avranno attinta». Allora Rut si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: «Come mai ho trovato grazia agli occhi tuoi, così che tu presti attenzione a me che sono una straniera?» Boaz le rispose: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il SIGNORE ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del SIGNORE, del Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!» Lei gli disse: «Possa io trovare grazia agli occhi tuoi, o mio signore! Poiché tu m’hai consolata, e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve». Poi, al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qua, mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell’aceto». E lei si mise seduta accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, e lei ne mangiò, si saziò, e ne mise da parte gli avanzi. Poi si alzò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi: «Lasciatela spigolare anche fra i mannelli, e non offendetela! Strappate anche, per lei, delle spighe dai covoni; e lasciatele lì perché le raccolga, e non la sgridate!»”

(Rut 2:8-16)

 

Dopo essersi informato nei confronti di Rut, Boaz aveva compreso che quella giovane moabita meritava di essere trattata con rispetto. Boaz dimostra di essere un vero gentiluomo, mostrando grande sensibilità verso una donna che, pur essendo straniera, aveva abbandonato il suo paese e la sua famiglia per prendersi cura di sua suocera.

Ma soprattutto Boaz dimostra di essere un uomo che teme davvero il Signore e sa quindi apprezzare le cose importanti. Altri uomini avrebbero piuttosto guardato all’aspetto fisico di Rut, ma Boaz è evidentemente colpito dal comportamento di quella giovane moabita che aveva mostrato una grande fede nel Dio d’Israele accettando di andare a Betlemme tra mille incertezze. Rut si accorse subito di avere davanti un uomo davvero gentile. Non sembrava infastidito dalla sua presenza, anzi le permetteva di rimanere a spigolare con le sue serve e di bere l’acqua attinta dai suoi servi.

Rut non riuscì a fare a meno di chiedere a quell’uomo come fosse possibile che le riservasse tante attenzioni anche se lei era una straniera; Boaz dichiarò in maniera esplicita di essere stato colpito da ciò che Rut aveva fatto per sua suocera. Rut aveva mostrato di avere dei valori che Boaz non poteva ignorare. Queste prime battute ci mostrano due anime che temono Dio e sanno subito riconoscersi a vicenda. Tra loro sembra nascere in maniera naturale una simpatia non basata sull’aspetto ma sulle qualità interiori.

La fede di Boaz emerge in maniera specifica quando la benedice chiedendo a Dio di ricompensarla in maniera abbondante rendendole il contraccambio per ciò che lei aveva fatto. Egli riconosce che quella ragazza si era rifugiata sotto le ali del Dio d’Israele e non può fare a meno di chiedere a quel medesimo Dio di mostrare la sua grazia verso quella ragazza così coraggiosa e amorevole nei confronti della suocera.

Le parole di Boaz fecero subito breccia nel cuore di Rut che si sentì apprezzata in un modo che non si sarebbe mai aspettata da un uomo israe-
lita. Quell’uomo gentile aveva davvero parlato al suo cuore. Il modo in cui permise a Rut di mangiare con il resto dei mietitori e gli ordini che diede ai suoi servi di facilitarle il compito lasciando cadere appositamente delle spighe per lei, dimostrano che Boaz non aveva solo invocato le benedizioni di Dio su Rut ma si era messo lui stesso a disposizione di Dio per benedire quella ragazza e renderle da subito la vita più facile. Molti uomini, anche nella nostra società, sono piuttosto colpiti dall’aspetto fisico di una donna ma mostrano scarso interesse per le sue qualità interiori. Ciò che mi rattrista è vedere che anche molti giovani cristiani dimostrano scarsa attenzione agli aspetti caratteriali di una donna e, per questo motivo, commettono gravi errori nella scelta del proprio coniuge costruendo matrimoni destinati al fallimento mentre ci sono donne straordinarie che essi non degnano neanche di uno sguardo.

Un uomo che ama Dio dovrebbe saper riconoscere una donna che ama Dio e una donna che ama Dio dovrebbe essere in grado di riconoscere un uomo che ama Dio.

Il primo incontro tra Rut e Boaz fu proprio un incontro di anime che temono Dio e sanno riconoscersi l’un l’altra.   

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