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Ogni anno si ripete il disagio che chi è davvero discepolo di Cristo non può non provare davanti al ripetersi di manifestazioni in cui il nome glorioso del loro Signore è strumentalizzato dalla religione e dal mondo del commercio. L’osservazione di spettacoli spiritualmente deprimenti non deve scoraggiarci dal dire una parola chiara su cosa ha portato il vero “Natale” di Gesù e su quali sono i regali che dovremmo davvero desiderare.

Gesù bambino” è Gesù?!?

In questi giorni di fine anno considerati “natalizi” e perciò particolari, un po’ tutti, ma specialmente i “mass-media”, parlano di Gesù. Questo dovrebbe rallegrarci, invece ne siamo rattristati perché si parla di lui quasi esclusivamente in chiave liturgico/religiosa oppure per fini commerciali. Quindi i negozi diventano più belli, luminosi e accoglienti e – soprattutto – pronti a ricevere i clienti che devono fare – è d’obbligo – le spese di Natale.

Naturalmente anche i luoghi deputati alle manifestazioni religiose si affollano di “fedeli” che – almeno una volta all’anno – vogliono mettersi in “regola” con Dio e partecipano (con la maschera adeguata, come diceva un filosofo del secolo scorso) ai riti religiosi.

In questi giorni, molta gente si sforza di essere più buona e generosa e tutti avvertiamo nell’aria qualcosa di festoso e di “pio” nello stesso tempo. Un po’ tutti cercano di essere gentili, si scambiano auguri e, più ci si avvicina alla fatidica data del 25 dicembre, e più ci si sente “buoni cristiani” e si parla del Natale di Gesù.

Dovremmo però chiederci: di quale Gesù di parla? Non certo del Gesù che rimproverava gli Scribi e i Farisei, religiosi di quel tempo ma ipocriti. Non si parla del Gesù che scacciava i mercanti dal Tempio, e si evita di accennare al Gesù che mangiava coi pubblicani e coi peccatori. Non si parla neanche del Gesù che si rattristava nel constatare la durezza del cuore umano che gli resisteva e lo respingeva, come fanno ancora oggi tante persone.

Il Gesù del quale si parla tanto in questi giorni “natalizi” è il meraviglioso, dolcissimo, infantile e tenerissimo (per non dire paffutello) “Ge-
sù bambino”.

Ma perché si parla quasi esclusivamente del “Gesù bambino”? Perché fa comodo! In fondo, un bambino può essere pilotato a dovere, gli si può far fare e dire quello che vogliamo. Inoltre, il “Gesù bambino” è poi tanto romantico e indifeso che, in qualche maniera, “intenerisce” anche i cuori più abbruttiti dal vizio e dal peccato ma, a dirla tutta, in questa distorsione del perenne “Gesù bambino” si fa fatica a scorgere la maestosa deità dell’eterno Figlio di Dio. Ecco perché il cuore ci si intristisce nel vedere come è stato deformato l’evento glorioso del Natale, evento che Dio ha dovuto attuare a causa della caduta dell’uomo nel peccato e la sua conseguente perdizione, dato che l’uomo è nell’impossibilità di salvarsi coi suoi mezzi (riti religiosi, pellegrinaggi, messe, opere buone e quant’altro). Ma quello che l’uomo non è in grado di fare – cioè salvarsi – lo ha fatto Dio, provvedendoci un Salvatore e una salvezza che soltanto lui poteva realizzare, inviandoci e donandoci il suo unigenito Figliuolo, Gesù Cristo. Ecco perché quando gli sbigottiti e confusi discepoli capirono – da un colloquio che Gesù ebbe con un giovane ricco e religioso – che neanche un ricco (in danaro e in opere buone) poteva salvarsi da solo, chiesero a Gesù: “Chi dunque può essere salvato?”, ed Egli ”fissando lo sguardo su di loro, disse: «Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile»” (Mt 19:25-26).

Regali” meravigliosi!

Oltre che parlare del “Gesù bambino”, in questi giorni “natalizi” c’è un’altra cosa che molti fanno: scambiarsi regali. Magari non si fanno più regali strani e inutili come fino a qualche anno fa, ma (stranamente) un po’ tutti a fine anno sono impegnati in questa frenetica e ansiosa “gara”, tant’è vero che giornali, TV e internet si spendono generosamente distribuendo consigli a destra e a manca per soccorrere gli ultimi sventurati che ancora ricercano disperatamente qualcosa da regalare ad amici, parenti, colleghi…

Ma anche in questo caso dobbiamo chiederci il perché di questa “gara” proprio nel periodo natalizio, e la risposta si trova nel fatto che avendoci Dio fatto un dono meraviglioso col Natale, cioè: Gesù Cristo, allora l’uomo in qualche maniera vuole imitare quello che Dio ha fatto, perciò, si mette a fare regali.

Spesso però l’uomo riesce solo a scimmiottare Dio. Ma Dio, invece, cosa ci ha donato in Cristo? Tante cose eccezionali. Soffermiamo allora la nostra attenzione almeno su alcuni di questi meravigliosi doni che Dio ci ha fatto:

IL DONO INEFFABILE

“Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!” (2Co 9:15). Queste sono parole dell’apostolo Paolo, ispirate da Dio e che fanno riflettere.

Infatti l’aggettivo “ineffabile” viene adoperato solo quando non si trovano dei termini che possono pienamente esprimere quello che sentiamo o proviamo in relazione a qualche cosa: un evento eccezionale, un’esperienza intima e profonda.

Ma in questo caso noi vediamo che il dono è ineffabile per almeno due motivi: primo, perché il dono è il Donatore stesso e, secondo, perché egli (Dio) non è che ci ha dato qualcosa al di fuori di se stesso: egli ci ha donato se stesso;

UN AMORE SENZA EGUALI

Gesù dice che “ci ha amati come il Padre ha amato lui” e che il suo amore lo ha manifestato specificamente dando la sua vita per noi (Gv 15:9, 13). Potevamo chiedergli di amarci in maniera più grande? Conosciamo un amore paragonabile al suo? È davvero meraviglioso riflettere sul fatto che noi, proprio io e te siamo stati e siamo – tuttora – l’oggetto del suo infinito amore.

LA VERA PACE

Questo è un altro dono stupendo che il Signore ci ha fatto. Infatti Gesù ha promesso: “[Io] vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Gv 14:27). In questo mondo che è enormemente affamato di pace – quando invece è dilaniato costantemente da odio e guerre – si può con certezza avere la sua pace accogliendo Gesù Cristo come Signore e Salvatore della propria vita. Che sia lodato il suo nome, perché realmente niente e nessuno potrà toglierci la sua pace!

UNA GIOIA GRANDIOSA

Perché fondata sulla resurrezione fisica del Cristo. Luca ci racconta (24:36-53) il meraviglioso incontro di Gesù risuscitato dalla morte con i suoi discepoli e come il loro iniziale smarrimento e la loro paura (poiché pensavano di vedere uno spirito) furono tramutati in allegrezza e gioia grande quando si resero conto che colui che vedevano non era uno spirito ma era proprio il loro caro Gesù: “Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, [Gesù] disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; egli lo prese, e mangiò in loro presenza” (vv. 41-43).

La gioia dei discepoli – causata dalla risurrezione fisica del Cristo – fu così incontenibile che, dopo avere ricevuto i suoi ultimi insegnamenti e mentre lo vedevano ascendere “su nel cielo”, lo adorarono e “tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio” (vv. 44-53). Quella medesima gioia è riservata anche oggi a tutti coloro che pongono la loro fede in Cristo, perché anch’essi risorgeranno un giorno dalla morte per stare per sempre col Signore.

UN RIPOSO SICURO

In un mondo che affonda nei vortici delle insicurezze di ogni genere, il riposo che il Signore ci offre è un altro dono stupendo che abbiamo in Cristo una volta che andiamo a lui rispondendo all’appello che egli ci ha rivolto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico e leggero” (Mt 11:28-30).

LA VITTORIA ASSOLUTA

L’apostolo Paolo, nella sua lettera ai credenti di Roma esclamò, in un crescendo glorioso, che anche nelle più devastanti prove o persecuzioni, mai e poi mai potremo essere separati da Dio. Anzi, scrisse: “…in tutte queste cose [prove, persecuzioni o altro], noi [i credenti in Cristo] siamo più che vincitori, in virtù di Colui che ci ha amati” (Ro 8:37).

LA VITA ETERNA

“…il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Ro 6:23). Questa affermazione è il coronamento di tutte le cose che Dio – nella sua grazia – ci ha donato in Cristo.

È meraviglioso sapere che quando lasceremo questa “tenda” – così Paolo definisce il nostro corpo – andremo in un’altra realtà, una realtà meravigliosa e totalmente diversa da quella che conosciamo oggi, perché saremo per sempre col Signore Gesù Cristo.

Conclusione

Il mondo commercial/materialista nel Natale cerca più che altro buoni affari e indubbiamente per molte ditte, negozi e centri commerciali i conti “tornano” nel periodo natalizio, ecco perché la tredicesima ce la danno proprio a dicembre. Invece il mondo mistico/religioso nel Natale cerca l’auto appagamento della propria coscienza tentando di “rabbonire” Dio con delle suggestive e imponenti funzioni religiose che spesso sono a metà strada fra il magico e il religioso, trattando in pratica Dio come se fosse una specie di Babbo Natale, non particolarmente lucido, che si lascerebbe evidentemente abbagliare da tale e tanta imponenza umana.

Chi si aspetta dal Natale queste cose, resterà profondamente deluso quando, dal 26 dicembre in poi, si accorgerà di essere ripiombato di nuovo nella disperazione e nell’amarezza perché avrà inseguito le sirene del materialismo o della religiosità, cose che non hanno niente a che fare col Natale del Signore Gesù Cristo, e perciò lasciano sia le mani che il cuore desolatamente vuoto. Invece, coloro che hanno posto la loro fede nel Signore Gesù (che è stato bambino, è divenuto adulto, ha dato la sua vita sulla croce ed è risorto trionfante dalla morte per ascendere nella gloria celeste) non hanno bisogno di aspettare il 25 dicembre per avere qualcosa di speciale da Dio, perché sia prima che dopo il 25 dicembre, hanno già ricevuto tutti i doni veri e duraturi che Cristo ci ha fatto salvandoci, e ricordiamoci che questi doni sono il prodotto della grazia di Dio e sono disponibili ancora oggi per chiunque si ravvede dal proprio peccato e si rivolge al Cristo – non certo a un tenerissimo e infantile “bambin Gesù” – chiedendo a lui il perdono dei propri peccati e quella salvezza che lui ci ha provveduto morendo in croce per noi e risuscitando dalla morte.