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Situazioni di oggettiva sofferenza

Prima di affrontare l’insegnamento biblico, cominciamo con qualche considerazione di carattere pastorale: vi sono persone, giovani e meno giovani, che soffrono profondamente nel sentire di avere un genere diverso da quello biologico. Soffrono di non essere quello che desiderano o pensano di essere; soffrono perché la loro situazione non viene compresa; soffrono per le offese degli altri; soffrono per la mancanza di sensibilità mostrata nei loro confronti, ahimé, anche da persone che dicono di appartenere a una chiesa.

La sofferenza interiore provocata da queste cause di turbamento è reale: è una sofferenza ossessiva, lancinante, come una tela di fondo piuttosto sorda che corrode la vita e che sembra impedire qualsiasi felicità. Altri, invece, sono assai soddisfatti della loro identità transgender e non vogliono cambiarla per nessuna ragione.

Cosa può dirci la Bibbia in relazione a queste problematiche?

A. Fondamenti biblici

1. La mascolinità e la femminilità sono una delle distinzioni fondamentali nella dottrina della creazione.

La Bibbia dice che “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio: li creò maschio e femmina” (Ge 1:27). Dio divise l’umanità in due realtà, sessualmente definite. Fin dalla creazione quindi, l’essere umano è sia maschio che femmina, sia uomo che donna. È una realtà biologica.

2. La genetica ci insegna quanto questa realtà biblica è fondamentalmente incorporata e intrecciata in tutto l’essere umano.

Non è soltanto un organo sessuale a renderci diversi gli uni dagli altri. I cromosomi che si ritrovano in ciascuna cellula dell’organismo di ciascun essere umano, sono sessuati. L’entità funzionale della più piccola parte del corpo, la cellula, è cosciente di questa identità sessuale. 

Michel Johner ha scritto:

“L’uomo non ha esistenza e nemmeno un ideale al di là del bipolarismo maschio-femmina. Si pone come tale fin dalla sua prima origine, non è mai esistito e mai esisterà in modo diverso da quello posto dal suo essere maschio o femmina. È, questa, una della realtà costanti e permanenti legate alla sua esistenza. La dualità sessuale è parte integrante dell’antropologia biblica”1

3. La caduta ha prodotto numerose distorsioni che coinvolgono tutti gli aspetti della vita.

La decisione dell’uomo e della donna di scegliere il bene o il male in base alla loro personale valutazione, ha avuto come conseguenza quella di trasformare in mortale ogni essere umano. Il suo corpo, così come il suo cuore, i suoi sentimenti, le sue sensazioni funzionano in modo imperfetto.

In relazione al genere, la realtà della caduta ha avuto delle conseguenze:

  • Un ridottissimo numero della popolazione mondiale è classificata come “intersessuale”, a causa di una condizione che non rende possibile una identificazione di genere, per problematiche sia genetiche che psicologiche. Si tratta di un fenomeno molto raro che riguarda lo 0,02% della popolazione, cioè una persona ogni 5.000 nascite. In questi rarissimi casi si può davvero parlare di problema di genere.
  • Esistono anche incidenti o squilibri ormonali che possono turbare lo sviluppo dell’identità sessuale.2
  • Durante l’infanzia possono verificarsi influenze di terzi, discussioni, esperienze sessuali, violenze subite o pressioni ripetute, attrazioni provocate dal fascino di persone di sesso diverso o anche dello stesso proprio sesso, forti emozioni vissute in un particolare contesto sessuale. Tutte queste esperienze possono segnare come un marchio la vita di una persona giovane che finisce con l’avere l’impressione di appartenere a un genere diverso da quello del proprio corpo.

Il termine medico attualmente usato per indicare questo tipo di situazioni è “disforia di genere”: con questa definizione si vuole indicare un sentimento di inadeguatezza fra l’identità sessuale biologica e la percezione che una persona ha di questa identità.3

L’argomento è quindi assai complesso e tocca numerosi aspetti: medici, psicologici e legali. La caduta ha così influenzato, direttamente o indirettamente, in modo più o meno rilevante, tutti gli aspetti della vita.

Vi è quindi una chiara dissonanza: da un lato abbiamo l’insegnamento della Bibbia che afferma che tutti sono o maschi o femmine; dall’altro lato abbiamo la percezione che una persona può avere di sé stessa.

Il Salmo 139 insegna che ognuno di noi è una creatura meravigliosa con una identità precisa. La realtà genetica, propria di ogni essere umano, tale e quale egli è, fin dal suo concepimento, maschio o femmina che sia, fa parte di un preciso progetto di vita che Dio ha per lui o per lei. 

La realtà biblica è che il nostro Creatore pieno di bontà ci ha voluti maschio e femmina.

Questo non elimina però la sensazione che alcuni hanno di essere interiormente di un genere diverso dal loro.

B. Il cambiamento?

Da un punto di vista biblico, scegliere il proprio genere non può in alcun modo essere un’opzione possibile. Non è possibile infatti cambiare il proprio genere senza negare l’ordine creazionale nel quale Dio ci ha inseriti. Non è in questo modo che la Scrittura ci propone di affrontare i problemi reali di sensazioni interiori che fanno sentire il proprio genere come inadeguato.

Questo punto è ora riconosciuto da alcuni medici su un piano puramente scientifico. Un gruppo di pediatri americani ha valutato come “criminale” la chirurgia operata su alcuni giovani fanciulli, resi sterili per sempre, e amputati con il pretesto di curare una condizione che nella maggior parte dei casi si sarebbe risolta da sé.4

Il dottor Paul MacHue, ex-primario nel reparto di psichiatria dell’ospedale Johns-Hopkins, dopo anni di pratica è arrivato alla conclusione che questo tipo di interventi finivano per provocare un disordine mentale piuttosto che curarlo. Ha scritto che, fra i ragazzi che esprimono delle sensazioni transgender e che sono curati senza alcun trattamento medico o chirurgico, il 70/80% perdono spontaneamente queste sensazioni. Il 20/30% ha avuto bisogno di un “accompagnamento” più psichiatrico, spirituale e medico ma sicuramente non di un trattamento chirurgico o ormonale per affrontare il disagio che un ragazzo o una persona transgender possono provare. Questa convinzione è stata condivisa da esperti operanti sia nel mondo scientifico che in quello teologico.5

Anche da un punto di vista medico, possiamo affermare che è il corpo che stabilisce il genere e che, quando è presente una percezione interiore diversa, non è certo cambiando il corpo che si potrà calmare il cuore. Éric Nzeyimana, autore di una tesi di teologia a Louvain (Belgio) ha scritto: 

“Secondo le nostre ricerche e secondo le testimonianze raccolte da persone transessuali che hanno subito un intervento chirurgico per il cambiamento di sesso, è impossibile che la medicina arrivi a trasformare completamente una donna biologica in un uomo biologico e viceversa. Questa difficoltà senza via di uscita della medicina costituisce la prova di quanto afferma la rivelazione cristiana a proposito della creazione e dell’identità sessuale dell’uomo e della donna”.6

C. Come viverlo nella pratica

A una persona transgender che diventa cristiana o a un cristiano che sta vivendo la tentazione a diventare transgender, è bene ricordare che ogni cristiano vive un combattimento.

Tutti noi viviamo un combattimento che riguarda la nostra identità (in molte sfaccettature della nostra persona non legate al genere). Tutti combattiamo contro emozioni o pensieri distruttivi, contro passioni e desideri (sessuali e non) che possono allontanarci dalla nostra comunione con Cristo. Ognuno di noi ha davvero bisogno di rimanere stretto a Cristo e di cercare un ambiente che ci consenta di rinnovare i nostri pensieri, per contrastare passioni profonde, che a volte possono emergere e diventare ossessive al punto da allontanarci da ciò che è giusto e costruttivo per le nostre vite, secondo quanto indicato dalla Scrittura.

Certe decisioni non potranno modificare la sofferenza. Alcune persone transgender pensano che starebbero meglio se la chirurgia li trasformasse. In realtà, dopo una fase di trattamento ormonale, poi dopo delle operazioni chirurgiche, essi o esse possono ancora sentirsi male. Rimane il disagio interiore che la chirurgia avrebbe dovuto togliere, perché il vero problema non viene dal corpo o dal genere, ma dal cuore.

Il miglior modo per affrontare il problema è di considerare il rinnovamento interiore provocato dal ravvedimento e dalla fede in Cristo. Questo rinnovamento è difficile, progressivo, ma possibile: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2Co 5:17). Questo non significa che, all’improvviso, tutto è risolto. Significa piuttosto che una persona, suggellata dalla presenza dello Spirito Santo, può progressivamente vedere, per la grazia di Dio operante in lui o in lei, un cambiamento nei suoi disturbi e una diminuzione delle sue ansie.

Dio è capace di venire nei nostri cuori per rinnovare profondamente il nostro essere e per orientarci verso uno stile di vita che sia conforme ai suoi pensieri.

(Tradotto da “Promesses” n. 221/luglio-settembre 2022; pagg. 31-34)

NOTE:

  1. Michel Johner, “La vocation chrétienne de la sexualité”, su La Revue Reformée, n. 229-230 (2004/4-5, Tome LV). Disponibile su: https://larevuereformee.net/articlerr/n229/la-vocation-chretienne-de-la-sexualite.
  2. A questo proposito, è opportuno segnalare che alcune sostanze chimiche chiamate “perturbatori endocrini”, diffuse nella nostra società di consumo, possono alterare profondamente il funzionamento ormonale, anche se siamo davanti a meccanismi non tutti spiegabili. Cf: https://www.anses.fr/fr/content/travaux-et-implication-de-lanses-sur-le-perturbateurs-endocriniens e, ancora: https://www.inserm.fr/dossier/perturbateurs-endocriniens. (N.d.R.)
  3. “Disforia” è un termine che viene usato in medicina, particolarmente in psichiatria, per indicare una persistente alterazione dell’umore di una persona, che si manifesta con stati di depressione, di nervosismo, di facile irritabilità. Euforia è il suo contrario. (N.d.T.).
  4. American College of Pediatricians, “Normalizing Gender Dysphoria is Dangerous and Unethical”, 2016. Disponibile su: http://acpeds.org/press/normalizing-gender-dysphoria-is-dangerous-and-unethical.
  5. Il riferimento è un articolo di Paul MacHue apparso sul Wall Street Journal (“Transgender Surgery isn’t the Solution”) del 13 maggio 22016, disponibile su: http://www.wsj.com/atricles/paul-mchugh-transgender-surgery-isnt-the-solution-1402615120.
  6. “Demande de changement de sexe: enjeux étiques et théologiques au regard de la creation”, disponibile su: http://dial.uclouvain.be/memoire/ucl/fr/object/thesis%3A12036.