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Stavo riflettendo in questi giorni sul
fatto che, nel mio cammino con il Signore, ogni volta in cui ho pensato alla
“beata speranza” del suo ritorno, mi sono ritrovato ad essere concentrato più
sugli avvenimenti che, secondo le profezie bibliche, lo precederanno e poi lo
caratterizzeranno piuttosto che sul loro Protagonista indiscusso. Mi è tornato
in mente l’avvertimento che lo Spirito Santo ci rivolge attraverso la penna di
Paolo: “la conoscenza gonfia, ma l’amore
edifica”
(1Co 8:1). Così mi sono chiesto se, pensando al ritorno del
Signore, non mi sia forse “gonfiato di conoscenza”, relegando in un angolo
l’amore. Millenarismo, premillenarismo, amillenarismo, postmillenarismo,
parusia, epifania: sono parole con le quali mi sono riempito la mente, ma…
come si è manifestato e come si sta
manifestando nella mia vita l’amore per il Signore
, cioè il desiderio di
vederlo faccia a faccia; il desiderio di essere con lui, insieme a lui, simile
a lui; il desiderio di lodarlo prostrato davanti al suo trono con i redenti di
ogni tempo e con le miriadi e le miriadi degli angeli? Mi sono chiesto: sono
davvero innamorato dello Sposo, come una “sposa” che, non vedendolo da tempo,
attende ogni giorno con speranza, ma anche con ansia e con passione, di vederlo
tornare, di incontrarlo? Mi sono reso conto che, a volte, tutto preso dalla
ricerca della comprensione delle profezie bibliche, che del resto erano
difficili da capire anche per gli stessi profeti (1P 1:10-11), tutto preso cioè
dal desiderio di discernere i segni dei tempi, di capire cosa sta succedendo e
cosa succederà, non ho sentito né
vissuto la tensione d’amore
simile a quella della Sposa innamorata che
attende il ritorno dello Sposo fisicamente assente da tanto tempo. Spesso
purtroppo la conoscenza mi ha distratto
dall’amore
per l’attesa! Mi sono accontentato di sapere “cosa” aspettare,
ma non mi sono concentrato sull’aspetto più importante dell’attesa che riguarda
“CHI” aspettare!

Eppure proprio dalle ultime parole
della Scrittura raccogliamo un esplicito incoraggiamento a vivere questa
tensione d’amore: “Lo Spirito e la Sposa
dicono: «Vieni!» e chi ode dica: «Vieni!»”
(Ap 22:17). La Sposa è in piena sintonia con lo Spirito Santo quando ama lo
Sposo e desidera incontrarlo a tal punto che il suo desiderio si trasforma in
invocazione. Là dove lo Spirito opera davvero nella Chiesa, là dove la Sposa è
davvero in sintonia con lui, non vi è che un grido ed uno solo, una preghiera
ed una sola che si leva dal suo seno: “Vieni,
Signore Gesù!”
.

Se davvero amo il Signore Gesù, se
aspetto e desidero il suo ritorno, se sono in questo amore e in quest’attesa
guidato dalla presenza e dall’azione dello Spirito Santo in me, la mia
invocazione di ogni giorno esprimerà il desiderio profondo del mio amore:
“Vieni, Signore, perché solo quando
sarò con te, sarai davvero e completamente il mio Signore, dal momento che
nessuna mia carnalità ostacolerà più la mia sottomissione a te… Vieni, Gesù, perché solo al tuo ritorno la tua
opera di salvezza nella mia intera vita (spirito, anima e corpo) sarà
compiuta!”.

Alla conclusione della sua prima
lettera alla chiesa di Corinto, l’apostolo Paolo la congedò con la formula di
saluto più viva e più bella per i cristiani di quel tempo e di ogni tempo:
“Marana thà”, cioè: “Signore nostro, vieni!” e non a caso aveva ricordato,
prima di questo saluto e in una forma negativamente forte, che un’autentica
relazione con il Signore deve essere basata sull’amore: “Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema” (1Co 16:22). È
l’amore per il Signore che deve guidare la mia conoscenza dei suoi piani
per la storia. Cioè prima di concentrami sui fatti che caratterizzeranno la sua
venuta, devo rivolgere il mio sguardo verso LUI che viene! Lo studio della
Parola di Dio mi fa essere un premillenarista convinto, ma dovrebbe soprattutto
e prima di tutto fare di me un
innamorato del Signore Gesù!