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Siamo in cammino verso “la rivelazione di Gesù Cristo”, ma nessuno di noi sa quando questa avverrà, anche se quanto accade nel mondo intorno a noi ce la fa percepire come non più tanto lontana, se non addirittura imminente. Questa incertezza sul momento della sua apparizione può scoraggiare la nostra attesa e forse anche la nostra fedeltà al Signore.

Già nel primo secolo come ci ricorda Pietro (2P 3:9) alcuni che pensavano che Cristo stesse ritardando “l’adempimento della sua venuta”. Pietro giustifica questo apparente ritardo ricordando la diversa concezione del tempo che Dio ha rispetto a noi (per lui i nostri mille anni sono come un giorno e il nostro giorno come mille anni) e soprattutto ricordando che Dio nella sua grazia lascia il maggior tempo possibile agli uomini per ravvedersi.

Se noi dimentichiamo che il ritorno del Signore può avvenire in qualsiasi momento della nostra vita e se pensiamo chissà quando mai ritornerà, la nostra tensione spirituale verso di lui e, di conseguenza, la qualità della nostra vita cristiana ne soffriranno inevitabilmente. Ecco perché siamo esortati ad avere una “PIENA speranza nella grazia” (1P 1:13).

L’aggettivo “PIENA”, che in questo caso ha il significato di “totale, completa”, è usato dallo Spirito Santo per ricordarci che non dobbiamo mai perdere di vista il nostro traguardo: la rivelazione di Cristo. Anzi la visione di questo traguardo deve essere per noi il corroborante spirituale che ci dà forza nei momenti in cui problemi e ostacoli rallentano il nostro cammino.

La nostra speranza non deve essere parziale, ma ogni giorno deve essere “PIENA” proprio per questo motivo. Infatti solo una speranza “PIENA” ci consentirà di rimanere fermi nella nostra fedeltà al Signore e di proseguire il cammino anche quando le prove e le sconfitte ci sembrano essere più frequenti e numerose delle vittorie e quando, per questo motivo, cominciamo a dubitare della realtà del ritorno di Cristo perdendo di vista il suo valore incomparabile per la nostra vita.

La Parola ci offre l’esempio concreto di un uomo che ha vissuto questa “PIENA speranza”. Infatti nel parlare di Abramo, lo Spirito Santo guidò Paolo a scrivere queste parole:

“Egli, sperando contro speranza, credette… davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, PIENAMENTE convinto che quanto egli ha promesso è anche in grado di compierlo” (Ro 4:18, 20-21).

La nostra attesa di Cristo deve essere vissuta con questa “PIENA speranza” che ci porterà ogni giorno ad essere “PIENAMENTE convinti” che egli mantiene quello che ha promesso e che quindi da un momento all’altro ci sarà “recata la grazia della rivelazione di Cristo Gesù”.

Dopo la grazia per la salvezza, dopo la grazia per il servizio (1P 4:10), questa sarà la grazia più straordinaria. Perciò non dobbiamo mai distogliere il nostro sguardo dal glorioso traguardo della “rivelazione di Cristo”. In quel giorno infatti conosceremo la pienezza della nostra salvezza, perché il nostro corpo corruttibile e mortale sarà rivestito di incorruttibilità e di immortalità (1Co 15:54).

Tutto è per grazia: la grazia ci ha salvato, la grazia ci trasmette i doni per servirlo, la grazia “ci insegna” come vivere (Tt 2:12), la grazia ci condurrà alla gloria.

Davanti a un piano così straordinario per ciascuno di noi, come è possibile non avere una “PIENA speranza”?!?