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Il Paese

LUganda si trova nel cuore dell’Africa e ha una superficie di circa 242.000 km quadrati. Comprende nei suoi confini, oltre a diversi altri, il lago più esteso del continente nero, il lago Vittoria. Il territorio del Paese è costituito da un altopiano circondato da diverse catene montuose con la cima più alta del Ruwenzori che raggiunge i 5.109 metri. Negli anni intorno al 1860 diversi esploratori britannici, fra i quali il più noto è stato il dr. Livingstone (anche medico e soprattutto missionario), vi cercarono le fonti del Nilo. Fra questi anche colui che, giornalista, si era messo alla ricerca di Livingstone. Trovatolo, si racconta che abbia pronunciato la famosa frase: “Il dr. Livingstone, suppongo”. Si trattava del gallese John Rowlands che aveva preso il nome di Henry Morton Stanley.

Dal 1894 al 1962 l’Uganda è stato un protettorato della Gran Bretagna. Il periodo successivo è stato contrassegnato da alcuni conflitti, in qualche caso molto violenti, incluso il periodo della dittatura di Amin, durato otto anni a partire dal 1971, che è stato caratterizzato da un progressivo regresso economico-sociale e dalla violazione dei diritti umani. Nel libro Uganda Holocaust, D. Wooding e R. Barnett raccontano delle brutalità, delle torture e della morte di molti credenti in quei periodi.

A differenza di altri Stati confinanti, l’Uganda ha una situazione economica migliore, dovuta sicuramente alla scoperta di giacimenti di petrolio nel lago Alberto avvenuta intorno al 2010; prima d’allora l’economia si reggeva sull’agricoltura. Si producevano canna da zucchero, tè, mais, manioca, banane e una discreta quantità di caffè, che veniva quasi totalmente esportato; si produceva anche il cotone.

Un po’ di storia cristiana

Il cristianesimo è stato introdotto in Uganda nel 1875 da Stanley grazie alla sua visita al re Mutesa, con il quale cominciò a leggere la Scrittura. Questi, forse non del tutto disinteressato (era a conoscenza dei vantaggi politici ed economici che gli avrebbe procurato l’allora colosso britannico da cui provenivano i missionari), permise e favorì l’ingresso dei missionari, stimolato da un appello accorato e commovente di Stanley: Challenge to Christianity (“Sfida al cristianesimo”), apparso sul Daily Telegraph, importante giornale londinese che in quegli anni vendeva la bellezza di 150.000 copie al giorno. La risposta a questo appello fu notevole perché arrivarono sostegno economico e offerte di servizio. Quelli erano ancora gli anni in cui la Gran Bretagna stava dando – unica al mondo – una spinta missionaria incredibile.

Una squadra di otto missionari, associati alla Church Missionary Society, partì per l’Uganda arrivandovi nel 1876. Nel giro di due anni, ad eccezione di Alexander Mackay, dotato di molti doni, morirono tutti. Mackay seminò incessantemente la Parola per dodici anni e ci furono diversi frutti tanto che, quando salì al trono il re M’wanga, c’erano diversi credenti alla cui predicazione egli si oppose. Molti di loro, fra cui anche giovani, furono torturati, a volte terribilmente mutilati per poi essere uccisi. Tuttavia, nonostante queste atrocità (si hanno notizie di molti ragazzi credenti messi a morte con le fiamme), i pochi credenti rimasti continuarono fedelmente a seguire e a servire il Signore.

Oggi la situazione è molto diversa e le chiese evangeliche sono impegnate: nei programmi radio (con sette stazioni che trasmettono su modulazione di frequenza) e televisivi (ci sono due canali), nella traduzione, nella stampa e nella distribuzione della Bibbia, quest’ultima soprattutto grazie all’opera dei Gedeoni. L’impegno socio-spirituale delle chiese evangeliche, unitamente all’intervento governativo, ha fatto diminuire in una decina di anni il problema dell’AIDS (è diminuito dal 25 al 10%).

La nascita delle Assemblee

L’opera delle Assemblee è abbastanza recente, ed è iniziata nel febbraio del 1966 nella capitale Kampala. Sono state delle missionarie statunitensi e canadesi, in fuga dal Congo-Zaire, che hanno stampato e iniziato la distribuzione dei corsi biblici Emmaus, quelli di taglio evangelistico. In seguito, sempre dal nord America, sono arrivate diverse coppie di missionari. La cosa bella però, è che, in quegli anni, hanno iniziato subito a predicare anche i primi credenti ugandesi dando origine ai timidi inizi dell’opera. Una guardia carceraria, Andika, dopo aver scoperto che un carcerato si era convertito al Signore e, questo, grazie all’aver letto un corso Emmaus, ne ha chiesto anch’egli una copia. Ben presto si è convertito e ha iniziato una scuola domenicale e degli incontri evangelistici. Negli anni ‘70 e ‘80 la dittatura ha causato molta repressione spirituale e violenta persecuzione. La maggior parte delle opere cristiane evangeliche che avevano iniziato la testimonianza dell’Evangelo, incluse quelle delle Assemblee, sono state bandite. È stato solo dal 1986 che si è avuta piena libertà e l’opera è continuata.

Lo sviluppo dell’opera delle Assemblee è, quindi in pratica, ancora più recente. Quattro fratelli, già facenti parte delle Assemblee ugandesi, hanno fondato la “Missione” Emmanuel Uganda con lo scopo di coordinare le Assemblee e le loro attività ed è formata da rappresentanti di diverse Assemblee sparse nelle diverse zone del Paese. L’idea di iniziare questo coordinamento è sorta in occasione di IBCM4 quando i quattro fratelli ugandesi partecipanti a questa conferenza, tenutasi a Wiedenest (Germania) sono ritornati in Uganda con il desiderio di continuare a predicare il Vangelo e anche di interessarsi degli aspetti della cura pratica delle persone che, nel Paese, avevano tante necessità. Pertanto hanno costituito un comitato nel dicembre del 2007 per lanciare questa visione. Circa un anno dopo si è costituita un’Associazione e nel gennaio 2009 tutto si è concretizzato con l’apertura di un ufficio con lo scopo di coordinare, offrire informazioni e pianificare varie attività. Inizialmente l’Associazione aveva avuto il permesso da parte delle autorità di operare tramite le chiese locali, soltanto in una regione. Dal gennaio 2011 è diventata operativa in tutto il territorio nazionale. Nell’ultimo decennio, grazie a tutto questo, con il contributo di tanti che hanno lavorato alacremente nelle varie Assemblee locali, c’è stato un notevole sviluppo dell’opera. Il numero delle Assemblee è cresciuto da un numero esiguo a 45 e centinaia di persone che si sono convertite hanno cominciato a svolgere un servizio efficace a diversi livelli.

L’opera attuale delle Assemblee

Quest’opera missionaria gestisce tre progetti importanti.

Il primo è quello di una scuola cristiana.

Il secondo è quello di sostenere una settantina di bambini per permettere loro di frequentare le scuole secolari in quattro distretti.

Il terzo consiste nell’evangelizzazione e susseguente cura e fondazione di chiese fra i Pigmei residenti nel distretto di Kisoro al confine con la Repubblica Democratica del Congo.

Oltre alle assemblee guidate da anziani riconosciuti e impegnati in diversi ministeri, esistono molti gruppi. In totale i credenti Ugandesi sono all’incirca tremila e l’opera cresce seppur lentamente. Ci sono 89 fratelli a pieno tempo che svolgono un servizio nelle loro proprie Assemblee, mentre gli evangelisti itineranti sono 45 e gli insegnanti itineranti sono 44. Nonostante questi doni che il Signore ha dato ai nostri fratelli, essi sentono ancora di avere necessità di aiuti esterni, soprattutto per l’insegnamento della Scrittura. Inoltre hanno necessità di ricevere aiuti finanziari per i progetti di cui sopra e anche per aiutare molti bambini, figli di credenti, a frequentare le scuole; e poi c’è sempre l’enorme bisogno di assistenza medica, tipico di tutte le nazioni africane.