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Archivi Annuali: 2011

Per ogni conoscenza che si riceve è opportuno vagliare le fonti. Raccogliere informazioni in modo acritico è, sempre e comunque, una scelta sbagliata, ma lo diventa ancor di più quando in gioco vi sono la nostra relazione con Dio e la nostra eternità. Pietro mette in evidenza i motivi dell’autorevolezza assoluta della Scrittura, come fonte di conoscenza per il credente, ed i pericoli insiti nel ricorrere ad altre fonti.
Ogni servizio, come ogni sport o gioco, deve avere un obiettivo da realizzare. Ma, per realizzarlo, occorre creare le situazioni e le condizioni più idonee, compiendo le scelte giuste ed opportune. Altrimenti finiremmo soltanto con il disperdere le nostre forze e con il mancare l’obiettivo. Un simpatico e mirato paragone con una partita di calcio ci guida ad una proficua riflessione.
L’Italia è un paese sempre più cattolicizzato e sempre meno cristianizzato. Che lo vogliamo o no, è questo il difficile contesto nel quale il Signore ci chiama a vivere il nostro cammino con lui e la nostra testimonianza verso gli altri. Tendenzialmente siamo portati a prendere in considerazione solo episodi di cattolicizzazione eclatante e talvolta assai scandalosa.
Nel Vangelo di Giovanni Gesù usa tante immagini per presentare la sua persona e la sua opera. Fra queste quella per molti aspetti più significativa è l’immagine della “vite” alla quale gli uomini sono chiamati ad attaccarsi, diventandone così “i tralci” per poterne ricevere la linfa vitale e produrre così “molto frutto”. Senza questa “dimora” in Cristo non è possibile produrre frutto che abbia valore per l’eternità. ­­­
Si va sempre più diffondendo l’idea che, per avvicinare soprattutto le nuove generazioni alla Parola di Dio, sia strategicamente opportuno usare strumenti alternativi di diffusione: immagini, fumetti e quant’altro. Ma qual’è la strategia che dobbiamo ancora oggi seguire? Se Dio ha scelto di rivelarsi attraverso la parola scritta (e non attraverso altre forme che egli avrebbe sicuramente potuto usare!), c’è un motivo!!
Nell’arco di tutto l’Ottocento sono stati diversi i musicisti italiani che hanno utilizzato la Bibbia (nella versione Diodati, come nel caso del “Nabucco” di Verdi) o vicende di vita tratte da un contesto storico protestante per proporre le loro opere. Oltre a Verdi, che nel “Don Carlos” affronta anche il problema dei rapporti fra Stato e Chiesa, spiccano fra questi musicisti Donizetti, Bellini e, in parte, Puccini.

Fede e Opera

In tempi in cui nel nostro Paese la censura religiosa, per secoli imposta dall’Inquisizione cattolica, interveniva per impedire ogni diffusione di libero pensiero e, soprattutto, la diffusione della Bibbia, elementi della cultura biblica propria della Riforma protestante e dei movimenti di risveglio evangelici comparvero nel melodramma e in alcune opere liriche. Le riscopriamo attraverso un’interessante ricerca.non caratterizza soltanto l’età giovanile, ma anche l’età adulta. Non riguarda solo la sfera sessuale della vita, ma anche e soprattutto le nostre relazioni con gli altri. Quando non ci lasciamo guidare dallo Spirito del Signore, ma dalle nostre passioni, ne soffriamo noi stessi e ne soffre la nostra comunione. Per edificare la chiesa occorre sfuggire alle passioni e lasciarsi guidare da Dio!
Lasciarsi travolgere dalle passioni non caratterizza soltanto l’età giovanile, ma anche l’età adulta. Non riguarda solo la sfera sessuale della vita, ma anche e soprattutto le nostre relazioni con gli altri. Quando non ci lasciamo guidare dallo Spirito del Signore, ma dalle nostre passioni, ne soffriamo noi stessi e ne soffre la nostra comunione. Per edificare la chiesa occorre sfuggire alle passioni e lasciarsi guidare da Dio!

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