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Archivi Annuali: 2010

Le parole di Asaf, riportate nel Salmo 73, testimoniano la crisi profonda di un figlio di Dio che vede intorno a sé “ricompensata” la malvagità degli uomini e non ricompensato il cammino degli uomini giusti. Sono la presenza del Signore e le indicazioni della sua Parola che impediscono alla sua fede, per un tratto vacillante, di cadere. La conclusione alla quale arriva è che Dio è il suo “tutto”, la sua “parte migliore”.
La conoscenza della sofferenze affrontate da Cristo per compiere l’opera di salvezza per l’umanità e, soprattutto, la conoscenza del suo trionfo sulla morte dovevano costituire un forte motivo di incoraggiamento per i cristiani del primo secolo, nel loro tormentato pellegrinaggio terreno, quotidianamente esposto a persecuzione e prove. Ma incoraggiano anche noi, “pellegrini” del ventunesimo secolo
Una riflessione sull’insegnamento di Gesù ci aiuta ad avere una visione del matrimonio, e di conseguenza anche del divorzio, che non sia condizionata dal comune modo di pensare né dalle leggi in vigore in tanti Paesi, compreso il nostro. Il nostro desiderio dev’essere infatti sempre quello di comprendere bene, attraverso la Scrittura, la volontà del Signore per sottometterci ad essa.
La diffusione della Parola di Dio, incoraggiata dalla Riforma, trovò uno strumento decisivo nell’invenzione della stampa. La Controriforma vi si oppose con ripetuti roghi soprattutto in Italia dove, diversamente dagli altri Paesi europei, le copie di edizioni della Bibbia salvate dal fuoco sono davvero pochissime. Quanto accadde fra Cinquecento e Ottocento testimonia che la Parola non può essere incatenata.

Inescusabili

L’estate non è solo tempo di vacanza, ma spesso anche tempo di riflessione, soprattutto quando si ha l’opportunità di osservare in modo diretto, il rapporto fra l’opera di Dio ed il comportamento dell’uomo. L’estate ci offre talvolta l’occasione per passeggiare su silenziosi sentieri di montagna che offrono la visione di panorami mozzafiato o per muoversi lungo affascinanti scogliere, dove lo splendore del mare si fonde mirabilmente con incantevoli insenature e inquietanti ammassi di roccia.
La fede nella grazia divina manifestata attraverso Gesù Cristo ci porta ad essere dichiarati giusti davanti a Dio. Le opere che Dio stesso ha preparato per noi, e che egli ci indica attraverso la sua Parola, ci portano a camminare come giusti. Questo cammino deve tendere alla perfezione, deve conoscere cioè un continuo progresso. Ciò sarà possibile soltanto se alla fede aggiungeremo quanto ci viene chiesto dal Signore.
In questi giorni stiamo assistendo da parte della chiesa cattolica al tentativo, antistorico e per questo vergognoso e ridicolo, di attribuirsi meriti in vista delle celebrazioni, previste per il prossimo anno, del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. È incoraggiante riscoprire invece, in questa prospettiva, il ruolo avuto da chi, nonostante feroci persecuzioni, ha promosso nel XIX secolo la diffusione della Scrittura in Italia.
Capita spesso di sentir ricordare l’esempio indubbiamente positivo che ci è stato lasciato dai Giudei della cittadina macedone di Berea: un esempio che ha percorso la storia e che è sempre là, ancora oggi, a ricordarci la serietà e l’onestà con cui dobbiamo porci davanti alla Parola di Dio.