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Introduzione


Alcuni anni fa lessi
“The Living Church” (“La Chiesa Vivente”), libro scritto da John Stott a più di ottant’anni. Mi colpì l’appendice storica:

“Ecco perché sono ancora membro della Chiesa Anglicana”.

Le quattro motivazioni personali che seguivano mi aiutarono a capire meglio i punti di vista di un insegnante biblico che, per trent’anni, avevo stimato.

Qui di seguito, a mia volta, desidero condividere la mia storia presentando cinque motivi per cui io scelgo di essere legato al movimento dei Fratelli. È una prospettiva personale – la mia. Così facendo non voglio affermare che questi cinque punti corrispondano alle dottrine bibliche più importanti, neanche voglio sembrare critico verso quelle comunità cristiane che la pensano diversamente. E non voglio assolutamente dare l’impressione che “noi” siamo gli unici che aspiriamo a questi cinque obiettivi. La verità è che queste bellissime caratteristiche appartengono a molti più cristiani oggi rispetto a duecento anni fa quando iniziò il movimento dei Fratelli – e mi rallegro ogni volta che le vedo apprezzate e messe in pratica! Ma bisogna anche dire che questi cinque nobili obiettivi sono essenziali per l’ideale dei Fratelli – essi ispirarono una generazione di fratelli e sorelle a tal punto che la loro ambizione a viverli influenzò moltissimi altri in tutto il mondo.

La ricerca di questo ideale diede inizio a quello che gli storici chiamano il movimento dei Fratelli, movimento che credo fosse uno dei tanti guidati da Dio. Ben presto, purtroppo, dei virus dottrinali infettarono numerose parti del movimento, limitando la comunione e la cooperazione e insistendo per una maggiore uniformità di prassi. Conflitti personali e, in alcuni casi, anche arroganza verso coloro “non dei nostri” hanno inoltre macchiato a fondo il movimento.

Ma l’ideale originale – che racchiude i cinque nobili obiettivi – vive tuttora e continua ad ispirare uomini e donne. Esso continua a riscaldarmi il cuore e ad indirizzare il mio stile di vita cristiana.

  1. Aspiriamo a dare preminenza al Signore Gesù nella nostra vita personale e collettiva

Come è normale per ogni credente nato di nuovo, i fratelli e le sorelle legati al movimento dei Fratelli amano profondamente il Signore Gesù. Ognuno, al momento della propria conversione, arrende la sua vita a lui. Sono convinti che il suo sangue versato al Calvario sia sufficiente per purificarli da “tutti i peccati” e per questo motivo gioiscono nel sapere che la loro salvezza è certa – che hanno “vita eterna e non saranno condannati” (Gv 5:24). Condividono anche la stessa felicità vissuta dai credenti mentre il cristianesimo si espandeva nel mondo. Notando questa gioia, Pietro scrisse

“che, pur non avendolo visto, voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa”

(1P 1:8)

Riconoscono inoltre il posto unico e speciale che il Signore Gesù dovrebbe avere nella loro vita collettiva, essendo

“il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa”

(Cl 1:18)

Centrale in ogni assemblea cristiana collegata in qualche modo al  movimento dei Fratelli, è la “Santa” Cena, generalmente celebrata ogni settimana. Nel dire “fate questo in memoria di me” (Lu 22:19), il desiderio di Gesù era di incoraggiare ogni fratello e sorella a concentrarsi, con riconoscenza, nella persona del Signore Gesù, in ciò che è, in ciò che ha fatto, e in ciò che farà. Durante questa riunione, come in tutti gli incontri di chiesa, credono che il Signore Gesù stesso sia presente in mezzo a loro. Per nutrire la loro fede, viene spesso citato il versetto di Matteo 18:20

“poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Questa realtà dona dignità e significato ai loro incontri. Durante la lode, cercano di dare al Signore Gesù il posto più importante, e questo riempie i loro cuori di una gioia inesplicabile e gloriosa. Anche per me è così.

  1. Riconosciamo e desideriamo sottometterci alla sola autorità della Parola di Dio, la Bibbia

Per i Fratelli, verità e dottrina sono molto importanti.

Attraverso lo studio personale, le numerose conferenze, le predicazioni e gli studi biblici, desiderano seguire gli insegnamenti degli apostoli per far sì che

“la Parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri, con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia, nei vostri cuori, al Signore”

(Cl 3:16)

Cercano di trovare nelle Scritture, linee guida per la loro vita personale e collettiva. Come il Salmista, cantano: “La tua Parola è una lampada ai miei piedi e una luce sul mio sentiero” (Sl 119:105). Considerano la Bibbia completa, unica, e autorevole rivelazione di Dio, e prendono sul serio l’esortazione di Giuda a “combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Gi 3).

In ogni Paese ci sono predicatori e scrittori rispettati e riconosciuti. Purtroppo, alcune volte, alle loro interpretazioni, spiegazioni e ai loro scritti viene data un’autorità simile a quella della Bibbia stessa. In realtà però, solo le Sacre Scritture hanno autorità assoluta. I Fratelli dichiarano di essere sempre disposti ad essere malleabili se le Scritture lo richiedono.

Se chiedi una copia del “Credo” del movimento dei Fratelli, ti verrà data una Bibbia.

Quando ero giovane, trovavo questo frustrante. In quel tempo avrei preferito avere una lista delle loro dottrine e pratiche più importanti. Ma ora che ho cinquant’anni, sono ben felice di avere come “Credo” l’intera Bibbia. Questo mi permette di studiare la Bibbia senza pregiudizi, alla ricerca della luce di Dio, senza sentirmi obbligato a difendere una lista di dichiarazioni e spiegazioni. Non devo avere paura della verità, dovunque essa mi porti. C’è sempre la possibilità di esplorare, crescere e imparare dagli altri.

È buono avere una consapevole sottomissione alla Parola di Dio. L’apostolo Paolo esorta Tito a parlare “di cose che siano conformi alla sana dottrina” (Tt 2:1). Con tutte le buone intenzioni, i leader cristiani possono usare la Bibbia per promuovere ideologie oppressive, manipolative e malsane. Il giusto apprendimento e applicazione della rivelazione divina porterà sempre a chiese sane, famiglie sane, pensieri sani, stili di vita sani. Quando la grazia va insieme alla verità, c’è sempre gioia e pace nell’obbedienza. Infatti, la consapevole sottomissione alla Parola di Dio è un linguaggio di amore:

“Questo infatti è l’amore di Dio, che noi osserviamo i suoi comandamenti”

(1Gv 5:3)

  1. Desideriamo profondamente essere guidati e rinforzati dallo Spirito Santo

Assieme alla maggior parte dei cristiani, i credenti collegati al movimento dei Fratelli credono che lo Spirito di Dio vive in ogni credente nato di nuovo. Ogni cristiano è suggellato dallo Spirito Santo, e quindi “battezzato in uno stesso Spirito nel medesimo corpo” (1Co 12:13). È interessante notare che sin dall’inizio del movimento, c’è stato un profondo desiderio di essere guidati dallo Spirito Santo – individualmente, ma anche come Chiesa. Questo stesso desiderio rimane vivo tuttora.

I Fratelli credono che lo Spirito Santo abbia un interesse speciale ad esaltare Cristo. Questo desiderio di essere guidati dallo Spirito, è specialmente visibile durante la celebrazione della “Santa” Cena. In queste riunioni, l’assemblea si aspetta che lo Spirito Santo agisca in mezzo a loro, per riscaldare i loro cuori, per dare loro idee e impressioni che possano portare a citare un canto in particolare, un versetto da leggere ad alta voce o un pensiero da esprimere in preghiera. Tutto ciò si trasforma in un incontro soggettivo.

Il profondo impegno a seguire verità e dottrina (rivelazione oggettiva) assieme al profondo desiderio di ascoltare e rispondere ai suggerimenti dello Spirito (rivelazione soggettiva), donano al movimento un mix interessante di oggettività e soggettività.

Nell’ottocento, gli insegnanti collegati al movimento dei Fratelli aiutarono a rendere popolare, nelle chiese, l’interpretazione dispensazionalista delle Scritture. In sintesi, si insegnava che con il passare del tempo, nelle varie epoche descritte nella Bibbia, Dio ha cambiato il modo in cui si occupa dell’umanità. Alcuni pensano che gli insegnamenti dispensazionalisti limitino l’opera dello Spirito Santo oggi. Non è così.

La morte e resurrezione del Signore Gesù, assieme alla venuta dello Spirito Santo alla Pentecoste, sono eventi storici non ripetibili. Alcuni “segni, prodigi e miracoli” sono stati dati per autenticare “il fondamento degli apostoli e dei profeti” (Ef 2:20, 1Co 12:12). Ma l’opera dello Spirito Santo, sia all’epoca, che ora, è molto più vasta. La chiesa del primo secolo e la chiesa oggi, appartengono alla stessa “dispensazione della Chiesa” – ci sono forti elementi di continuità. Se i credenti di allora avevano bisogno di essere ripieni dello Spirito Santo per essere “testimoni” (At 1:8), anche noi abbiamo bisogno dello Spirito Santo per essere testimoni efficaci. Se i credenti di allora ricevevano doni spirituali e manifestazioni, per “edificare la chiesa” (1Co 12:7; 14:1-12), anche noi abbiamo bisogno di essere equipaggiati allo stesso modo dallo Spirito per edificare la chiesa oggi. Se Dio diede il suo Spirito e fece “miracoli” tra i Galati (Ga 3:5), per quale ragione non farebbe lo stesso anche oggi? E per questa ragione che preghiamo. Per questa ragione preghiamo ricolmi di speranza e sempre con la consapevolezza che Dio rimane sovrano, che lo Spirito distribuirà sempre “come vuole” (1Co 12:11).

Ciò che è veramente speciale nella dispensazione della Chiesa, è l’attività dello Spirito Santo, che usa, guida e dà potere non solo ad individui speciali, ma ad ogni credente. Per questo ogni credente è esortato ad essere “ripieno dello Spirito Santo” (Ef 5:18). Per questo ogni credente è esortato a “desiderare l’amore e cercare ardentemente i doni spirituali”, e nel contesto degli incontri di chiesa, a ricercare “soprattutto il dono della profezia” (1Co 14:1).

Lo Spirito Santo desidera trasformarci, per far sì che ogni credente dia il suo frutto di

“amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo”

(Ga 5:22-23)

Questo desiderio di essere guidati, trasformati e riempiti dallo Spirito Santo è vivo ancora oggi. Storicamente, ha trovato espressione collettiva negli incontri di lode e negli insegnamenti di profezia. E siamo sempre più consapevoli di avere bisogno di sensibilità, guida e potenza in ogni parte della nostra vita e della nostra chiamata, perché – ricorda Gesù –

“senza di me non potete far nulla”

(Gv 15:5)

  1. Crediamo fermamente nel sacerdozio di ogni credente

Il sacerdozio di tutti i credenti è una dottrina che abolisce la distinzione creata dall’uomo tra il “sacerdote” e il “laico”. Un tempo, per predicare la Bibbia in pubblico in Europa, c’era bisogno di una licenza. C’era una evidente differenza tra un professionista, un sacerdote, e tutti gli altri. Ma nel Nuovo Testamento è chiaro che ogni credente è un sacerdote:

“Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce”       (1Pi 2:9)

Per questo, le assemblee cristiane, con origini nel movimento dei Fratelli, incoraggiano la partecipazione dei membri, ognuno secondo la propria chiamata, i propri doni, la propria maturità e crescita spirituale. Ogni membro del Corpo è necessario. L’inerzia di un membro danneggia l’intero Corpo. È importante incoraggiare ogni membro del Corpo di Cristo a svolgere la propria funzione.

Il sacerdozio di ogni credente è una dottrina che abolisce la distinzione tra “sacerdoti” e “donne”. Nell’antico Testamento, i sacerdoti di Israele erano uomini. Nel Nuovo Testamento invece impariamo che ogni credente è un sacerdote. Così come gli uomini, anche le donne credenti possono

“offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo”

(1P 2:5)

Doni finanziari e materiali sono considerati

“un profumo di odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio”

(Fl 4:18)

Possiamo anche offrire il nostro servizio, sollecitati dalla fede (Fl 2:17). Il nostro “sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome” (Eb 13:15), anch’esso è un’offerta spirituale. Siamo tutti esortati “a presentare i nostri corpi, il che è il nostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio” (Ro 12:1).

Il tema gender è un soggetto delicato al giorno d’oggi. La Bibbia è chiara quando insegna che uomini e donne hanno lo stesso valore agli occhi di Dio, ma anche che Dio si aspetta cose diverse da uomini e donne nei contesti della famiglia e di chiesa. Ogni coppia cristiana deve trovare il modo di esprimere le differenze tra uomo e donna, nella famiglia, in modo buono e appropriato. Allo stesso modo, ogni comunità cristiana, deve trovare un modo buono e appropriato per onorare la Bibbia ed esprimere quelle differenze che ci sono tra uomo e donna nella vita di chiesa.

Le chiese neotestamentarie erano condotte da un gruppo di uomini maturi chiamati anziani o responsabili. Troviamo altri membri che servivano la comunità come diaconi. Alcuni con doni di apostoli, profeti, evangelisti, e pastori-dottori.

Non importa se sei maschio o femmina, o quale sia il tuo ruolo o dono. Agli occhi di Dio siamo tutti sacerdoti, in grado di offrirgli una varietà di offerte spirituali. Ci sono sempre state differenze tra le varie comunità, collegate al movimento dei Fratelli. Non è una novità. Famiglie sane possono ugualmente essere diverse. È buono ricordare che la forza che lega un movimento è visione e passione e non strutture, elenchi, forme e modi di fare. Ciò che unisce e ispira fratelli e sorelle appartenenti al movimento dei Fratelli è un amore comune e la devozione al Signore Gesù, una passione per la Parola di Dio, un desiderio di essere guidati dalla potenza dello Spirito Santo e un desiderio di promuovere la totale partecipazione di ogni credente alla funzione sacerdotale data da Dio.

  1. Partecipiamo con sacrificio ed entusiasmo all’avanzamento del Corpo di Cristo nel mondo

Fratelli e sorelle del movimento dei Fratelli, hanno sempre ritenuto molto importante l’unità dell’unico Corpo di Cristo. Si considerano parte della Chiesa Universale di Gesù Cristo. C’è solo un Corpo. C’è solo un Gregge. C’è solo una Casa, un Tempio, una Famiglia di Dio. Come il Signore Gesù, anche loro escono “a cercare e salvare ciò che era perduto” (Lu 19:10). Libri missionari illustrano l’effetto del forte zelo evangelistico che c’era tra missionari, evangelisti, insegnanti, comunità, associati al movimento dei Fratelli.

Questi uomini e donne vengono spesso trovati ad evangelizzare e fondare chiese, spesso si trovano in organizzazioni Cristiane come quelle che si specializzano nella traduzione e distribuzione della Bibbia, ministerio tra i giovani, campagne evangelistiche, collaborazioni letterarie, e progetti che mostrano l’amore di Cristo portando aiuto a malati, deboli e bisognosi.

A volte e in alcune zone geografiche, le Assemblee associate al movimento dei Fratelli si comportano come una denominazione – e talvolta in modo molto rigido ed esclusivo. Troviamo un buon precedente biblico che incoraggia la collaborazione costruttiva tra Assemblee Cristiane. A volte, il legame tra gruppi di Assemblee, dipende semplicemente dal fatto che una comunità è stata fondata da un’altra o dal legame di amicizia o familiare tra due chiese. Per altre Assemblee, la comunione reciproca diventa un modo semplice per promuovere uno standard dottrinale armonioso o per condividere in modo più efficace le risorse comuni. La sfida è:

  1. a) come proteggere la propria assemblea da insegnamenti e pratiche considerate malsane o non bibliche e allo stesso tempo…
  2. b) come godere delle benedizioni che Dio vuole dare attraverso la cooperazione tra Assemblee, anche con quelle che riteniamo diverse dalla nostra.

Fu l’importanza data all’intero Corpo di Cristo ad ispirare i credenti all’inizio del movimento dei Fratelli. Questa stessa visione continua ad ispirarmi a partecipare con sacrificio ed entusiasmo all’avanzamento del Corpo di Cristo nel mondo.

Conclusione: Perché scelgo di rimanere collegato al movimento dei Fratelli?

In sintesi, è perché condivido ancora la loro visione iniziale – quei cinque nobili obiettivi che continuano ad ispirarmi, a riscaldarmi il cuore e a fornire una linea guida al modo in cui vivo oggi:

  1. Nel mantenere il Signore Gesù al centro di ogni cosa.
  2. Nell’amare la Parola di Dio, studiandola con cuore e mente aperti.
  3. Nel desiderare di essere guidato nella potenza dello Spirito Santo di Dio.
  4. Nell’incoraggiare in modo attivo il sacerdozio di ogni credente.
  5. Nel contribuire in modo positivo all’avanzamento del Corpo di Cristo nel mondo.

Data la loro importanza, ribadisco che molte Assemblee che non sono mai state collegate al movimento dei Fratelli ambiscono comunque ad alcuni o a tutti questi obiettivi. Alcuni, credo, sono forse più sinceri e ferventi nella loro ricerca. È chiaro che non siamo soli! È anche chiaro che alcune Assemblee che fanno parte del movimento dei Fratelli, dimostrano nella pratica solo un debole impegno verso la visione originale. Sembrano soddisfatte nel mantenere una forma – un modo “dei Fratelli” di fare le cose. Così come nella maggior parte dei sogni serve impegno, passione ed energia per mantenerli in vita.

Il movimento dei Fratelli non fu mai inteso come club esclusivo o gruppo chiuso. All’inizio si impegnarono per non essere visti come un’altra denominazione. È, e dovrebbe rimanere, un movimento – un movimento di Dio. Per permettere ad un movimento di restare un “movimento” deve essere non settario, sempre disposto ad imparare, migliorare e condividere. In più, per rimanere un movimento di Dio, deve permettere a Dio di agire a modo suo in mezzo a loro – come già fece in passato o in qualsiasi altro modo. Come gli Israeliti nel deserto, dobbiamo essere sempre pronti a seguire Dio quando ce lo chiede anche se ci porta lontani dalla nostra oasi.

Che possiamo essere fedeli a ciò che Dio compie oggi, desiderosi di esserne parte!