Quando si pensa alla persecuzione dei cristiani sotto l’impero romano, il primo nome che salta in mente è quello di Nerone. Tutti abbiamo negli occhi almeno una delle illustrazioni che mostrano Nerone con la lira in mano, intento a suonare, mentre un violento incendio sta devastando la sua capitale, Roma, nella notte tra il 18 e il 19 luglio dell’anno 64. Gli storici hanno accertato che c’è molta leggenda nei racconti che hanno tramandato questa vicenda. In realtà infatti Nerone si trovava ad Anzio in vacanza e corse a Roma per organizzare i soccorsi. Inoltre non è vero che Nerone abbia fatto appiccare l’incendio per trovare una buona scusa con cui accusare i cristiani e perseguitarli. In realtà l’incendio avrebbe fatto crollare il valore edilizio di tutta la zona colpita, consentendone l’acquisto a basso prezzo. Ed il primo interessato a quest’acquisto era proprio Nerone, visto che voleva farsi costruire un imponente palazzo imperiale proprio nella zona devastata dal fuoco.
È però plausibile che, un volta accertato che l’incendio era stato provocato dal dolo di qualcuno, Nerone abbia cercato di allontanare i sospetti sulla sua persona, accusando i cristiani e dando poi il via a quella che, secondo la Historia ecclesiae di Eusebio da Cesarea fu la prima delle dieci grandi persecuzioni subite dai cristiani, nell’ordine sotto gli imperatori: Nerone (64 d. C.), Domiziano (95), Traiano (108-112), Marco Aurelio (177), Settimio Severo (202), Massimino il Trace (236), Decio (249-251), Valeriano (257-258), Aureliano (270-275) e Diocleziano (303-304).
Questo lontano ricordo storico riporta la nostra mente alle parole con le quali Gesù giudicò come “beati” tutti coloro che, per causa sua, sarebbero stati insultati, perseguitati e fatti oggetto di maldicenze e calunnie. Sul solco delle parole del Maestro, Pietro ricordò ai destinatari della sua prima lettera che la fede “messa alla prova” e “provata con il fuoco” sarebbe stata al momento del ritorno di Gesù “motivo di lode, di gloria e di onore” (1P 1:7).
Ringraziamo il Signore per il dono della libertà di cui godiamo nel nostro Paese nel poter vivere e annunciare l’Evangelo e chiediamogli perdono se non sempre sappiamo utilizzare come dovremmo questo dono!
Continuiamo a pregare per i tanti cristiani che ancora oggi, in molte nazioni del mondo, sono perseguitati a causa della loro fede nel Signore Gesù, proprio come accadeva al tempo di Nerone e di altri imperatori romani. Lottiamo in preghiera per le sorelle e i fratelli in Cristo che soffrono per la fede. Sono una sessantina le nazioni dove essere cristiani significa essere oggetto di persecuzione, ma vogliamo ricordare in particolare che le situazioni più gravi sono quelle che troviamo in Corea del Nord, Afghanistan, Somalia, Sudan, Pakistan, Eritrea, Libia, Iraq, Yemen, Iran, India…