Tempo di lettura: 4 minuti

Un dono per gli altri

L’anziano ritiene sovente di essere ormai giunto al termine della propria esistenza e di non essere più utile ad alcuna persona.

È invece chiamato a donarsi agli altri, diventando prezioso maestro di vita, di fede e di saggezza, infatti, il bagaglio acquisito nell’esperienza del passato può essere una preziosa chiave di lettura per l’oggi e per il domani.

Personalmente, quando qualcuno mi fa notare che, pur essendo ancora impegnato nel ministerio, ho “una certa età”, rispondo che la vecchiaia offre all’uomo la possibilità di vivere per grazia, testimoniando della misericordia di Dio che accompagna un’intera vita.

Quelli che son piantati nella casa del Signore fioriranno nei cortili del nostro Dio, porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunziare che il Signore è giusto”

(Sl 92:13-15)

Auspico che le nostre comunità abbiano sempre

vecchi sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell’amore, nella pazienza” ed abbiano anche “donne anziane che abbiano un comportamento conforme a santità, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste”

(Tt 2:2-5)

La Parola di Dio vuole che il coro delle voci del suo popolo non sia solo composto di suoni squillanti, freschi e giovanili, ma anche di suoni più fievoli, come leggiamo nelle parole del salmista:

Giovani e fanciulle, vecchi e bambini lodino il Signore, perché solo il suo nome è esaltato; la sua maestà è al di sopra della terra e del cielo”

(Sl 148:12-14)

L’anziano, giunto al termine della sua esistenza, come il vecchio perseguitato del Salmo 71 guarderà al suo passato di gioia, di fedeltà e al suo presente di difficoltà, di amarezze con occhio sereno, pronto fino all’ultimo ad essere testimone della fede e della sapienza:

Ed ora che son giunto alla vecchiaia e alle canizie, o Dio, non abbandonarmi finché non abbia raccontato i prodigi del tuo braccio a questa generazione e la tua potenza a quelli che verranno”

(Sl 71:18)

Quasi tutti i popoli hanno ricordato i loro anziani che rappresentano la memoria storica, la saggezza che deriva dall’esperienza di vita ma, purtroppo, oggi, nella nostra società dei consumi, ci si domanda quale utilità abbiano gli anziani, dibattendo da una parte riguardo le diverse spese che lo Stato deve sostenere per loro e dall’altra parte riguardo il sostegno economico che apportano alle loro famiglie.

Avere un atteggiamento costruttivo

Esiste, però, un grande pericolo che minaccia le persone anziane ed è quello di chiudersi a ogni novità, di mantenere il proprio cuore e la propria mente assolutamente impenetrabili a ogni forma di cambiamento e innovazione.

La vecchiaia non è automaticamente segno di saggezza e il numero degli anni non è sufficiente a rendere l’anziano degno di onore.

La sapienza, anzi, può anche essere patrimonio dei giovani e non dimentichiamo le parole di Gesù:

In verità vi dico: se non cambiate e non diventatepredono, come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”

(Mt 18:3)

infatti la caratteristica specifica del bambino è quella di essere aperto alle novità, disponibile alle scoperte, sempre pronto allo stupore e alla sorpresa.

Poiché cominciamo ad avere i capelli bianchi, evitiamo di entrare nella categoria di quelli che hanno sempre da ridire su tutto, che non fanno altro che condannare e giudicare figli e nipoti, che ripetono continuamente che “ai loro tempi” era tutto giusto e bello, che parlano soltanto di malanni, che si rendono insopportabili con i loro “mugugni”.

Ricordiamoci che tutti gli errori che i giovani compiono, noi li abbiamo già fatti, che non abbiamo il diritto di contestare le loro scelte solo perché sono diverse dalle nostre e che, se il mondo di oggi è brutto, quello di ieri non era certo migliore.

Cerchiamo, al contrario, la compagnia dei giovani, diamo consigli solo se ce li chiedono, accompagniamoli nella vita con discrezione e tenerezza, manteniamo il nostro cuore e il nostro cervello sempre aperti e vigili per cogliere nel presente tutti i segni di bellezza che il Signore ci dona con generosità, testimoniamo della nostra fede dimostrando che amiamo gratuitamente proprio perché gli anni ci hanno fatto scoprire che anche noi siamo stati amati gratuitamente dal Signore, senza che ce lo meritassimo e perché sappiamo quanto sia difficile vivere senza la sua presenza paziente e misericordiosa, piena di cure, di attenzioni, di delicatezza.

Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amore fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore, perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la Parola vivente e permanente di Dio. Infatti, ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade; ma la Parola del Signore rimane in eterno”

(1P 1:22-25)

Preghiera dell’anziano

Signore, vieni a mettere qualcosa di nuovo in me, al posto di quanto poco a poco vien meno col passare degli anni.

Metti in me un amore più grande, una semplicità più serena, una delicatezza più profonda. Al posto dell’entusiasmo, metti in me un sorriso di bontà per tutti; aiutami a comprendere il mio prossimo, a interessarmi dei suoi problemi e a non essere mai una nuvola nera che rattrista, ma una luce discreta che rallegra.

Fa’ che la memoria mi permetta di ricordare le cose più belle e più buone che ci sono nella vita, così da farne parte agli altri e godere della loro gioia.

Fa’, o Signore, che la mia volontà si pieghi amorevolmente ai giusti desideri di coloro che mi stanno intorno, che la mia fede umilmente e discretamente s’irradi con la testimonianza e non venga mai meno.

Fa’, o Signore, che la mia intelligenza accetti con umiltà di sentirsi meno attiva, brillante e rapida; fa’ però che si applichi sempre a cercarti e conoscerti, così che possa comprendere meglio la vita eterna in cui spero ardentemente.

Amen