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Archivi Annuali: 2015

Qual è il vero significato del perdono secondo gli insegnamenti e gli esempi che troviamo nella Parola di Dio? Cosa desideriamo essere: persone pronte e disponibili al perdono oppure refrattarie e ferme sulle proprie posizioni? Quali sono i motivi che ci incoraggiano a non perdonare? Ma, soprattutto, quali possono essere le conseguenze nella nostra vita quando ci ostiniamo a non perdonare?
Avviandosi alla conclusione del suo primo grande discorso, conosciuto come “il sermone sul monte”, Gesù con molta chiarezza e forza invita i suoi ascoltatori a prendere consapevolezza che davanti al loro cammino esistono, sempre e soltanto, due alternative che richiedono una scelta. Queste alternative sono espresse attraverso una serie di contrapposizioni (due porte, due vie, due alberi, due posizioni, due costruttori, due terreni, due case; Mt 7:13-27). Le prime due, riguardanti le due porte e le due vie, sono sicuramente fra le più conosciute e le più ricordate.
La superficialità con cui vengono oggi vissuti i rapporti sessuali sta inevitabilmente condizionando anche il modo di pensare dei cristiani. Ma è possibile utilizzare la Parola di Dio per giustificare comportamenti che in realtà altro non sono che un conformarsi ai costumi di questo mondo? È lecito estendere l’equiparazione fra fidanzamento e matrimonio, presente in alcuni testi biblici, anche ai rapporti sessuali?
Il 20 giugno si è svolta a Roma la manifestazione “Family day”, pretenziosamente organizzata da movimenti cattolici in difesa della famiglia tradizionale e contro le nuove normative di legge che ne minano le basi. Sui vari mezzi di comunicazione, primo fra tutti Facebook, si sono sprecati i commenti entusiastici di tanti “evangelici”. Ma è biblicamente lecito lasciarsi coinvolgere come figli di Dio in simili iniziative? Cosa ci indica e cosa ci chiama a fare il Signore attraverso le indicazioni della sua Parola?
La corruzione da anni dilagante nel nostro Paese è una sorta di cartina tornasole della sua inquie- tante condizione morale e spirituale. Si è creato ormai un sistema perverso dal quale non si riesce ad uscire fuori, nonostante continui richiami e proclami che hanno il nauseante odore dell’ipocri- sia, provenendo per lo più da personalità politiche e/o istituzionali che, pur avendo la possibilità (e la responsabilità!) di intervenire, fermano i loro interventi alle “belle” parole.

peccatofobia?!?

“Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcu- ni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito dal nostro Dio” (1Co 6:9-11).
Perché è importante, prima di svolgere qualsiasi incarico per il Signore (e a qualunque età!), ricercare la sua presenza? Con quale atteggiamento dobbiamo presentarci davanti a lui e poi camminare con lui? Cos’è che può renderci veramente forti nel nostro servizio per lui? La presunzione di sapere cosa fare e di saper fare? Oppure la confessione dei nostri limiti e delle nostre incapacità?