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Arroganza invece di umiltà

 

“Dov’era Dio l’11 settembre?”: questo interrogativo – che è divenuto quasi uno slogan – e che ritorna regolarmente ogni anno, si è posto alle coscienze degli uomini in tutto il mondo, dopo il noto attentato alle cosiddette Torri Gemelle del World Trade Center di New York in cui morirono più di tremila persone e, in modo analogo, anche dopo lo tsunami del Natale 2004, in cui le vittime furono forse più di tre volte tanto.

Da allora vennero scritti innumerevoli articoli su questo tema, uscirono libri con questo titolo e ci furono dibattiti a non finire alla TV.

L’arroganza umana, che notoriamente non ha limiti, è arrivata ad affermare quasi in segno di sfida all’Iddio eterno: “Se ci fosse un Dio queste cose non succederebbero”. Questo non è altro che il frutto della grande ignoranza che regna fra gli uomini circa il pensiero di Dio e la sua volontà per gli uomini nel loro complesso e per il singolo in particolare.

 

 

Perché avvengono queste cose?

 

Chi si è posto invece l’interrogativo: “Perché avvengono queste cose?” oppure: “Cosa Dio vuole dirci attraverso questi fatti?” o, in maniera più personale: “Cosa vuole Dio da me?”

La risposta a questi interrogativi la troviamo nella Parola di Dio in innumerevoli versetti che non potremo esaminare tutti, ma dei quali faremo solo una specie di “scrematura”.

 

Cominciamo con la lettura di un testo in Proverbi 1:22-33:

“Fino a quando, stolti, amerete la stoltezza? Fino a quando i beffardi prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza? Volgetevi ad ascoltare la mia riprensione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole… Poiché, quand’ho chiamato avete rifiutato d’ascoltare, quand’ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v’investirà come un uragano e vi cadranno addosso l’afflizione e l’angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza, non hanno scelto il timore del Signore, non hanno voluto sapere i miei consigli e hanno disprezzato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli. Infatti il pervertimento degli insensati li uccide e lo sviarsi degli stolti li fa perire; ma chi mi ascolta starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male”.

Credo che dopo questa lettura molte bocche dovrebbero rimanere chiuse, poiché questo testo ha molta materia su cui riflettere.

E allora?

C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di domandare: “Dov’era Dio l’11 Settembre?”

Ma… siamo solo all’inizio.

 

 

Avvengono perché il Signore

è stato abbandonato

 

Andiamo ora ad ascoltare quello che leggiamo in Osea 4:1-2.

 

“Ascoltate la parola del Signore… Il Signore ha una contestazione con gli abitanti del paese, poiché non c’è verità, né misericordia, né conoscenza di Dio nel paese: si spergiura, si mente, si uccide, si ruba, si commette adulterio; si rompe ogni limite e si aggiunge sangue a sangue”.

 

Non pare questo il quadro della nostra società di oggi? Pensiamo un momento al nostro Paese. Mentre il nostro Paese si dibatte in una crisi che pare senza fine, alcuni di coloro che dovrebbero dare il buon esempio ai vertici di organismi pubblici, offrono uno spettacolo a dir poco vergognoso.

Pensiamo forse che Dio non veda tutto ciò?

 

Leggiamo quello che Dio pensa al riguardo in Lamentazioni 3:34-36:

“Quando uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra, quando uno vìola i diritti di un uomo in presenza dell’Altissimo, quando si fa torto a qualcuno nella sua causa, il Signore non lo vede forse?”

 

 

“Il Signore non lo vede, forse?”

 

“Il Signore non lo vede forse?” Nel nostro mondo sembra che ognuno possa agire impunemente. Al contrario, la Scrittura ci avverte che Dio prende nota di tutto ciò e, quando giudica che sia venuto il momento, presenta il conto. E allora sono dolori. Desideriamo una conferma? Leggiamo allora in Proverbi 5:21:

“Infatti le vie dell’uomo stanno davanti agli occhi del Signore, Egli osserva tutti i suoi sentieri”.

Dio dunque vede tutto!

 

Pensiamo un momento a coloro che dovevano amministrare la giustizia ed agli avvertimenti loro rivolti:

“Non pervertirai il diritto, non avrai riguardi personali e non prenderai nessun regalo, perché il regalo acceca… e corrompe…” (De 16:19).

Ma questa non è cronaca di tutti i giorni, attualmente? No! Si tratta di norme espresse più di tremila anni fa!

 

Leggiamo, ancora, in Isaia 2:6-9:

“Infatti tu, Signore, hai abbandonato il tuo popolo… perché sono pieni di pratiche divinatorie, praticano le arti occulte…, fanno alleanza con i figli degli stranieri. Il suo paese è pieno d’argento e d’oro e ha tesori a non finire… Il suo paese è pieno di idoli: si prostra davanti all’opera delle sue mani… Perciò l’uomo sarà umiliato; ognuno sarà abbassato”.

 

Cerchiamo di riassumere: Dio ha abbandonato l’uomo per la sua malvagità, per l’occultismo, per l’idolatria, per la ricchezza sfrenata. Mentre alcuni non riescono ad arrivare alla fine del mese o si tolgono la vita perché non hanno i soldi per pagare i dipendenti, altri ai vertici di organismi pubblici riescono a farsi ville con piscine a spese dei contribuenti.

Quando succedono delle catastrofi alcuni si domandano il perché: il profeta Geremia è esplicito a questo riguardo e non potrebbe essere più chiaro di così:

“Tutto questo non ti succede forse perché hai abbandonato il Signore, il tuo Dio, mentre Egli ti guidava per la buona via?” (Gr 2: 17).

“La tua malvagità è quella che ti castiga; le tue infedeltà sono la tua punizione. Sappi dunque e vedi che cattiva e amara cosa è abbandonare il Signore, il tuo Dio, e il non avere di Me nessun timore, dice il Signore, Dio degli eserciti” (Gr 2:19).

 

Il profeta Geremia riporta addirittura la denuncia di un pagano al profeta stesso:

“Ecco la parola che fu rivolta dal Signore a Geremia, dopo che Nebuzaradan, capo delle guardie, l’ebbe rimandato libero da Rama. Quando questi lo fece prendere, Geremia era incatenato in mezzo a tutti quelli di Gerusalemme e di Giuda, che dovevano essere deportati a Babilonia. Il capo delle guardie prese dunque Geremia e gli disse: «Il Signore, il tuo Dio, aveva pronunziato questo male contro questo luogo; il Signore l’ha fatto venire e ha fatto come aveva detto, perché voi avete peccato contro il Signore e non avete dato ascolto alla sua voce; perciò questo vi è avvenuto»” (Gr 40:1-13).

 

È stupefacente che questa denuncia sia venuta addirittura da parte di un pagano! Dio quindi punisce per averlo abbandonato e per avere ignorato i suoi richiami.

Ma le indicazioni in questo senso abbondano nella Parola di Dio.

Leggiamo in Geremia 4:18: “Il tuo procedere e le tue azioni ti hanno attirato queste cose; questo è il frutto della tua malvagità”.

E ancora:

“Chi è il saggio che capisca queste cose? A chi ha parlato la bocca del Signore perché egli ne dia notizia? Perché il paese è distrutto, desolato come un deserto al punto che non vi passa più nessuno? Il Signore risponde: «Perché costoro hanno abbandonato la mia legge che io avevo loro messa davanti e non hanno dato ascolto alla mia voce, né l’hanno seguita nella loro condotta, ma hanno seguito la caparbietà del loro cuore…»” (Gr 9:12-14).

Perché il paese è distrutto? Perché mi avete abbandonato, dice il Signore.

 

 

L’uomo ha riposto

la propria fiducia nella menzogna

 

“Se tu dici in cuor tuo: «Perché mi avvengono queste cose»? Per la grandezza della tua iniquità” (Gr 13:22).

“Questa è la tua sorte la parte che Io ti misuro, dice il Signore, perché tu mi hai dimenticato e hai riposto la tua fiducia nella menzogna” (Gr 13:25).

“Perché dunque avvengono queste cose?”

“Per la tua malvagità” risponde il Signore.

Questa è la tua sorte perché tu mi hai dimenticato – aggiunge ancora il Signore – e hai riposto la tua fiducia nella menzogna”.

 

C’è un passo significativo in Isaia 10:5: “Guai all’Assiria, verga della mia ira!”. L’Assiria era un paese che perseguitava continuamente Israele. Ma Dio la definisce “verga della mia ira”, perché si serviva di essa quando riteneva che Israele dovesse essere punito per la sua infedeltà.

 

Non vorrei essere un “profeta di sciagure”, come si suol dire, ma un conflitto tremendo si sta profilando all’orizzonte: quello dell’integralismo islamico contro l’occidente in generale ed i cristiani in particolare; un conflitto che per la sua barbarie farebbe impallidire tutti i conflitti del secolo scorso.

C’è da domandarsi se questo è ciò che Dio permetterà per risvegliare i cristiani dal loro torpore e richiamarli ad una vita più coerente ai principi di fede che vengono accettati nella teoria, ma sistematicamente ignorati nella pratica. C’è solo da sperare che Dio ci scampi da una simile prospettiva.

 

 

Esiste una speranza di salvezza?

 

Ed ora domandiamoci: esiste una speranza di salvezza?

Sì, se riconosciamo il nostro peccato, dice il Signore.

Nel libro del profeta Osea troviamo un passo significativo e per qualche aspetto “curioso”: “Io me ne andrò e tornerò al mio luogo, finché essi non si riconoscano colpevoli e cerchino la Mia faccia; quando saranno nell’angoscia, ricorreranno a me” (Os 5:15).

Ecco la risposta a coloro che si domandano “Dov’era Dio l’11 settembre?”.

Ma la via è una sola: riconoscere il proprio peccato e umiliarsi, ma questo è proprio quello che l’uomo detesta fare. Altre vie però non esistono.

Lo conferma ancora il profeta Geremia:

“Signore, se le nostre iniquità testimoniano contro di noi, opera per amore del tuo nome; poiché le nostre infedeltà sono molte; noi abbiamo peccato contro di te” (Ger. 14:7).

 

Il Signore riafferma la propria autorità che l’uomo contesta e non vuole riconoscere:

“Eppure, io sono il Signore, il tuo Dio; … tu non devi riconoscere altro Dio all’infuori di Me; all’infuori di Me non c’è altro salvatore” (Os 13:4).  Dio fa appello alla saggezza dell’uomo che tante volte l’uomo mette da parte:

“Chi è saggio ponga mente a queste cose! Chi è intelligente le riconosca! Poiché le vie del Signore sono rette; i giusti cammineranno per esse, ma i trasgressori vi cadranno” (Os 14:9).

 

 

Ritornare al Signore

 

Gli appelli del Signore sono infiniti nella Sacra Scrittura:

• “…anche adesso, dice il Signore, tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti! Stracciatevi il cuore, non le vesti; tornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira e pieno di bontà” (Gl 2:12-13).

• “«Perché – così dice il Signore… – cercatemi e vivrete»” (Am 5:4).

• “Cercate il bene, non il male, affinché viviate e il Signore, Dio degli eserciti, sia con voi” (Am 5:14).

 

Lo Spirito di Dio parla ed indica all’uomo come si fa a scegliere il bene e non il male:

“O uomo, Egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?” (Mi 6:8).

Ecco cosa richiede all’uomo il Signore: giustizia, misericordia, umiltà.

Cosa regnano invece nel nostro mondo?

Ingiustizia, prepotenza, prevaricazione e orgoglio.

Ci meravigliamo ancora che avvengano dei fatti come quello dell’11 settembre?

 

 

Le cose che Dio odia

 

Non siamo ancora convinti?

Desideriamo ancora una conferma?

Andiamo allora a leggere in Zaccaria 8:16-17: Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, nei vostri tribunali, secondo verità e per la pace; nessuno trami in cuor suo alcun male contro il suo prossimo; non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose Io le odio, dice il Signore.

 

Vogliamo riassumere questo discorso in due parole? Eccole: VERITÀ e GIUSTIZIA.

Cosa regnano invece nel nostro mondo?

La menzogna e l’ingiustizia.

“Queste cose Io le odio” – dice il Signore.

È inutile che incidiamo sulle monete o sui biglietti di banca la scritta: “In God we trust” (= noi crediamo in Dio) come fa un ben noto Paese cosiddetto “civile”, e poi vietiamo che si nomini o si parli di Dio nelle università o nei tribunali.

Non si pensi che Dio non veda, che non senta o che dimentichi tutto questo. Come abbiamo detto all’inizio, Dio prende nota di tutto e quando ritiene che sia giunto il momento presenta il conto. E allora sono dolori!

Questa Scrittura, composta più di duemilacinquecento anni fa sembra che sia stata scritta ieri, sembra redatta ai giorni nostri!

Sembra cronaca viva!

 

 

Non costringiamo Dio a giudicare

 

Concludo ricordando un testo del profeta Malachia:

“Io mi accosterò a voi per giudicare e sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che derubano l’operaio del suo salario, che opprimono la vedova e l’orfano, che fanno torto allo straniero e non hanno timore di Me, dice il Signore degli eserciti” (Ma 3:5).

 

Si noti come Dio sottolinei con frequenza la propria autorità, definendosi il Signore degli eserciti. “Mi accosterò a voi per giudicare” – dice il Signore.

È sempre così?

Non sempre.

Perché?

La ragione è la pazienza del Signore. Dio è paziente e dà tempo all’uomo di ravvedersi. Ma se l’uomo non si ravvede, Dio interviene e giudica, dando l’uomo in man di Satana. Ecco come si spiega l’11 settembre.

 

Terminiamo con Malachia 3:16:

“Allora quelli che hanno timore del Signore si sono parlati l’un l’altro; il Signore è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome”.

E ancora:

“Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle Sue ali…” (Malachia 4:2).

 

Questa Scrittura potrebbe essere riassunta in due espressioni: timore del Signore e rispetto del suo nome.

“Il timore del Signore – ci ricorda il libro dei Proverbi – è il principio della scienza e della sapienza”.

 

“Chi è saggio ponga mente a queste cose – dice il Signore.

Umiliamoci, ricercando il perdono divino e preghiamo il Signore che ci dia la sapienza per sapere discernere i segni dei tempi onde fare la sua volontà ed onorare il suo nome per il tempo che egli ci dà ancora da vivere su questa terra.