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Comunicazioni più rapide

con le nuove tecnologie

 

Internet è uno strumento straordinario della tecnologia moderna, che contribuisce a rendere il mondo un “villaggio globale”, un fenomeno di massa, ma richiede qualche riflessione.

Con le sue innumerevoli informazioni, Internet accorcia le distanze, fa incontrare popoli, culture, fedi, persone.

L’utilizzo buono di Internet va incoraggiato: è un mezzo per rendere prossimi anche i lontani e aiuta a vivere incontri autentici positivi fra le persone.

 

Il mondo virtuale della rete è in grado quindi di costruire un mondo reale più unito e di favorire la circolazione di informazioni.

È il trionfo della tecnologia della conoscenza che in poco più di cinquant’anni ha cambiato il mondo più che nei duemila anni precedenti. Usare il computer e navigare in Internet non sarà indispensabile come saper leggere e scrivere, ma è come possedere un diploma rispetto a chi ha fatto solo le scuole dell’obbligo.

 

Io non so usare il computer. Non sono riuscito a superare le mie abitudini e timori e per la stampa dei miei scritti devo dipendere dalla disponibilità di amici.

Per uno che ha passato una vita comunicando a mezzo della carta e del telefono, abituarsi al computer non è facile.

 

 

Cambiamenti anche nel linguaggio!!

 

Un mio coetaneo diceva:

Io sono nato prima della televisione, prima della penicillina, dei surgelati, delle fotocopie, della plastica, delle lenti a contatto e della televisione, prima che l’uomo muovesse qualche passo sulla luna.

Per me un calcolatore è un matematico efficiente e il mouse un cibo prima o poi destinato ai gatti.

E, ai miei tempi, i virus non infettavano attraverso i computer ma attraverso i sonori starnuti dei compagni di banco raffreddati.

Le parabole me le raccontavano i fratelli Gandini e Barbanotti alla Scuola Domenicale ed erano nel Vangelo, non sui tetti.

Un sito era un luogo geografico.

Un CD-ROM suscitava l’idea di una bevanda giamaicana.

Una cartella serviva a metter via i quaderni e i libri di scuola.

L’erba era il cibo delle mucche.

La station-wagon faceva pensare a un vagone del mitico Orient Express.

Un telefono cellulare non poteva essere che un telefono installato in una cella penitenziaria.

Il rock era un materiale geologico.

Navigare voleva dire percorrere uno specchio d’acqua su di una imbarcazione.”

 

 

La dipendenza da Internet:

una nuova forma di droga moderna!

 

Col passare degli anni e il venir meno di alcune forze si diventa facilmente nostalgici del passato e sempre più scettici verso il nuovo.

Diversi anziani comunque, passato l’iniziale sgomento, sono riusciti ad imparare a servirsi del computer, ma purtroppo io no, pur ritenendolo utile. In parte questa incapacità è dovuta alla mia pigrizia, ma in parte anche al timore di una possibile nuova patologia della psiche: la dipendenza da Internet, come da qualsiasi altra droga.

Cinque, sei ore al giorno trascorse navigando in Internet sono la norma per molte persone, ma subdolamente, alla lunga, ne forgiano e modificano il comportamento.

 

È un fatto che senza Internet oggi avremmo serie difficoltà di relazione; ma sarebbe certo bene sottrarre un po’ del tempo che passiamo navigando in Internet e dedicarlo ad amici, ad incontri quotidiani, a relazioni concrete e positive. Ancora oggi “dov’è il nostro tesoro lì sarà anche il nostro cuore” (Mt 6:21)

 

Per E-Mail non si può ricevere un abbraccio e non si può nemmeno andare a prendere un caffè con un amico; non ci si può guardare negli occhi e accorgersi se chi ci sta davanti ha bisogno di aiuto.

Solo la fede dà l’esperienza di un incontro reale – e non virtuale – con Dio e con gli uomini, “poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1Gv 5:4).

 

Quindi Internet è uno strumento utile alla vita di fede?

La risposta è “Sì”, se viene usato in modo giusto; altrimenti diventa un pericolo.

Conosco persone, anche credenti, che, per qualche motivo che non conosco (tristezza, dispiaceri…), sono entrati in tal modo in una specie di spirale senza fine.

Il mondo virtuale è diventato il loro vero mondo, mentre quello tradizionale, quello della famiglia, della chiesa, del lavoro, è solo uno sfondo generico che serve a dormire, a mangiare e a poco altro.

 

A loro non si chiede di lasciare il mondo virtuale, ma di riprendere anche possesso della parte più bella del mondo reale e a non buttar via la loro vita; di riservare un po’ del loro tempo al mondo reale, a guardare il cielo azzurro, le stelle, il mare, i monti o qualsiasi cosa che sia concreta e bella, creata da un Dio che è Amore e non da un uomo.

 

“Tutto quello che Dio ha creato è buono e nulla è da respingere se usato con rendimento di grazie” (1Ti 4:4).

 

 

L’aspetto più devastante

della dipendenza da Internet

 

La dipendenza da Internet può diventare devastante per chi non sa rinunciare all’ansia di vivere collegati col resto del mondo.

Un aspetto molto comune di tale dipendenza è quella di tipo sessuale: navigare nei siti erotici, nelle chat-line spinte, ecc…

 

Soltanto il proprio “io” conta, quindi la scusa è sviluppare la personalità, emancipare sé stessi da tutti quegli ostacoli che impediscono di godersi la vita presente.

E questa esaltazione del proprio “io” sfocia in un universale e mostruoso precipitare di tutti gli “io” nella corruzione e nella violenza.

 

Molti si lasciano tentare dal materiale pornografico pensando che sia solo un gioco innocuo; ma non è affatto innocuo: in realtà promuove l’egoismo, l’isolamento e la segretezza. È questa una piaga che rende ricchi pochi uomini e ne distrugge molti altri, che ne diventano schiavi. Molti hanno trascurato il consiglio di Pietro e sono caduti nel cattivo uso di quel materiale.

 

“Basta con il tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle gozzoviglie e nelle illecite pratiche idolatre                (1 P 4:3).

 

Hanno poi scoperto che, come per molte altre dipendenze, l’abitudine alla pornografia è difficile da lasciare.

L’avversario non dorme, ma, come un leone feroce, va attorno ai cristiani cercando di divorarli ossia di trascinarli al peccato. Per questo dobbiamo ascoltare l’esortazione.

“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1P 5:8).

 

 

Liberàti dalla dipendenza

 

Però guarire si può.

Prima di tutto bisogna prendere coscienza del problema. Molti lo minimizzano per vergogna. Ma l’atteggiamento giusto è quello del salmista:

“Davanti a te ho ammesso il mio peccato, non ho taciuto la mia iniquità. Ho detto: «Confesserò le mie trasgressioni al Signore» e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato” (Sl 32:5).

 

Le persone invischiate nella pornografia devono trasformare la loro vergogna in fiducia nel Signore, ricordando che:

“Il corpo non fu creato da Dio per la fornicazione, ma per il Signore” (1Co 6:13).

 

Queste parole dell’apostolo Paolo sono quasi una sintesi di quel che è sempre opportuno ricordare, per far sì che il corpo umano sia sempre bellezza e relazione con gli altri e non si riduca a oggetto materiale di pulsioni egoistiche.

Mediante un diligente sforzo e l’aiuto del Signore, si può tornare sui propri passi e tirarsi fuori dalla pornografia.

 

Ad esempio una persona tentata da questo problema può far installare dei filtri sul suo computer o posizionare lo schermo in modo che possa esser visto da tutti.

È per lo più stando soli e isolati che si è più esposti a questo tipo di tentazione.

 

Il grande re di Israele Davide si rese colpevole di adulterio e di omicidio proprio perché, in tempi in cui i re andavano in guerra con i loro eserciti, rimase a Gerusalemme da solo (2Sa 11:1-4).

 

Coloro che lottano contro la pornografia fanno bene ad evitare qualsiasi situazione, anche solo potenzialmente compromettente.

Devono capire un aspetto che non viene spesso citato: il peccato e la lussuria danno un piacere temporaneo eccitante, ma che, presto o tardi, li distruggerà.

 

Il desiderio di abbandonare la pornografia è giusto ed il Signore li aiuterà se loro faranno la loro parte, ci metteranno impegno, forza e perseveranza, arrendendosi alla volontà di Dio.

 

“Insegnami, o Signore, a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio; il tuo spirito benevolo mi guidi in terra piana (Sl 143:10).