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Archivi Annuali: 2011

Spesso ci chiediamo come raggiungere oggi le persone con l’Evangelo. Perdiamo del tempo a discutere sulla maggiore o minore efficacia di questo o di quel metodo. In realtà il primo “metodo” che il Signore ci chiede di realizzare è la nostra disponibilità ad “andare”, cioè a spendere del tempo per incontrare le persone nei paesi, nelle città, nelle strade, nelle piazze. È questa la lezione che raccogliamo da queste pagine!
La conoscenza della verità, rivelata da Dio nella sua Parola, deve influenzare in modo determinante la vita di ogni discepolo di Cristo: nelle sue motivazioni ideali, nei suoi contenuti etici, nella sua speranza e visione per il futuro. Una conoscenza che non influenzasse la vita avrebbe davvero ben poco senso. È questa la preoccupazione che emerge nell’ultima parte della seconda lettera scritta da Pietro.
Due diverse esperienze, vissute dalle sorelle che si sono ritrovate in un incontro a Pesaro e dalle sorelle dell’assemblea di Livorno, ci testimoniano l’importanza di imparare a trascorrere del tempo ai piedi di Gesù, per ricevere dall’ascolto della sua Parola e dalla sua dolce presenza nella propria vita la forza necessaria per affrontare gli impegni che il cammino della vita riserva ogni giorno.
La relativizzazione dei valori ha sfumato oggi le differenze, una volta forti ed evidenti, fra il bene e il male, portando tanti cristiani a non avvertire più un peso ed un senso di vergogna per la gravità del loro peccato e, di conseguenza, ad abbassare la guardia nella lotta contro di esso. Per vincere le tentazioni ed uscire dalla schiavitù del peccato, dobbiamo realizzare non solo di essere stati salvati ma anche liberati!
Stavo ricordando in questi giorni, con un forte senso di nostalgia, gli incontri fraterni che fino a pochi decenni fa si svolgevano nella zona dove vivo fin dalla nascita. Erano date che scandivano il tempo della mia famiglia e della mia piccola chiesa e che, al loro avvicinarsi, provocavano una gioiosa ed intensa aspettativa: nei giorni di “pasqua” a Firenze, il 25 aprile ad Arezzo, il 1° maggio a Perugia, il 2 giugno ad Anghiari, il 29 giugno al valico di Bocca Trabaria, la seconda domenica di luglio a Carpegna e poi Gabicce e poi il 4 novembre nella (per me) più lontana Bologna...
La storia biblica è costellata di personaggi che, per il limitato spazio che viene loro concesso, vengono comunemente chiamati “minori”. Epafra è indubbiamente uno di questi. Ma bastano i pochi riferimenti che il Nuovo Testamento ci offre, relativamente alla sua vita, per farci capire che ci troviamo davanti ad un uomo di grande spessore spirituale il cui impegno nel servizio e nella preghiera possono esserci di esempio!
La breve storia narrata nel libro di Rut è di straordinario valore per aiutarci a comprendere in quale modo il Signore stia ACCAnto a noi, anche nelle situazioni difficili di prova, quando lo percepiamo più assente che presente, e come egli, amandoci in modo concreto, ponga ACCAnto a noi le persone giuste. Intorno a noi ci sono tante “Naomi” diventate “Mara”, che hanno bisogno di avere una “Rut” accanto.
La relativizzazione dei valori ha sfumato oggi le differenze, una volta forti ed evidenti, fra il bene e il male, portando tanti cristiani a non avvertire più un peso ed un senso di vergogna per la gravità del loro peccato e, di conseguenza, ad abbassare la guardia nella lotta contro di esso. Per vincere le tentazioni ed uscire dalla schiavitù del peccato, dobbiamo realizzare non solo di essere stati salvati ma anche liberati!
Nella Legge di Mosè erano contenute norme morali e sociali che regolavano il rapporto fra gli uomini e gli animali. Inoltre la Scrittura non trascura di riferirci esempi positivi di uomini che hanno avuto rispetto pr gli animali ed esempi negativi di uomini che li hanno trattati con crudeltà ed indifferenza. È comunque da notare come spesso il possesso di animali sia visto come un segno della benedizione di Dio.

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