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Evangelizzazione pionieristica

 

Mi trovavo qualche tempo fa a rivedere tra le tante dispense di studi biblici, nella mia libreria, quando ho ritrovato questo scritto datomi dal fratello Stan Davie in una delle frequenti visite che facevamo come famiglia durante la loro permanenza a Bari. La cara sorella Evis, moglie di Stan, a quei tempi era ancora tra di noi. Questo scritto, è il diario giornaliero di un viaggio missionario, redatto dai tre partecipanti: Stan Davie, Mario Benda e Carlo Spriano. Il viaggio, che si è svolto nel 1954, aveva come obiettivo un’evangelizzazione pionieristica in Sardegna.

 

Rileggendolo, ho pensato che sarebbe stato bello condividerlo con la fratellanza. In esso, leggerete di situazioni difficili, consolanti, comiche, esaltanti. Ma ciò che più di tutto mi ha spinto a condividere questo diario, sono state le parole che troviamo nella lettera agli Ebrei: “Ricordatevi dei vostri conduttori, che vi hanno annunziato la Parola di Dio, e considerando il risultato della loro condotta, imitate la loro fede” (Eb 13:7).

 

 

SARDEGNA: 1°-29 ottobre 1954

 

Ebbero il privilegio di essere adoperati dal Signore i fratelli:

Stan Davie, Mario Benda, Carlo Spriano.

Di questo siano rese grazie a Dio per Gesù Cristo. Amen.

 

 

Serra Secca: lì 4 ottobre 1954

 

Partenza da Perugia di giorno 1° ottobre alle ore 10.30. Viaggio buono, molte salite. Passiamo per Orvieto e Viterbo. Lasciamo a parte Todi con la sua bella strada asfaltata e proseguendo per una strada secondaria arriviamo a Civitavecchia alle ore 14.30 dello stesso giorno.

Parliamo con un guardabagagli il quale c’informa dell’esistenza di una radunanza battista. Dopo aver cenato nei giardini del lungomare, andiamo a cercare il “Tempio” così chiamato.

Sala molto bella, spaziosa, fiori sul tavolo, pulpito. Il pastore che ci ha ricevuto ci intrattiene in conversazione, è un ex-prete cattolico e capo di una congregazione di cappuccini forse, dalla quale è uscito in seguito alla conoscenza dell’Evangelo. È presente anche la sua signora. Egli ha idee un poco strane a nostro parere sulla testimonianza, non vede la necessità di una sala per il culto e neppure dell’assemblea. È anche convinto che pure tra i fratelli vi sia una gerarchia “ecclesiastica”. La sua signora è molto attratta dalla nostra conversazione ed è di mente aperta.

Imbarchiamo alle ore 19.30, passiamo per la Dogana, e ritiriamo l’apposito scontrino.

La motonave porta il nome “Lazio”, è di forse 5.000 tonnellate. Prendiamo posto in seconda classe nella cabina n. 4; i nostri letti portano le lettere A/B/C/. Questo è avvolto a causa di un errore di prenotazione, poiché il nostro intento era di viaggiare in terza classe.

Appena a bordo nasce una conversazione sulle cose di Dio, ma da parte di un sardo essa viene voltata sul tono politico, ed assume il carattere di un comizio. Dobbiamo interrompere, ma la salvezza è stata presentata e qualche trattato viene distribuito ai marinai.

Salpiamo le ancore alle ore 22 precise.

La campana di bordo suona cinque volte, vale a dire una lunghezza per ogni tocco. Un rimorchiatore ci aiuta nella manovra, il mare è calmissimo, si sente solo la vibrazione del motore. Andiamo a letto alle ore 23.30; compagno di cabina alla cuccetta D troviamo un sardo di Cagliari.

 

La mattina del giorno 2 ottobre alcuni colpi secchi alla porta ci danno la sveglia. È ancora molto buio, ma siamo vicini a terra.

Alle ore 6 la nave ha attraccato, alla banchina, mezz’ora dopo la nostra giardinetta è a terra.

La città è Olbia. Andiamo in comune all’Ufficio di Polizia Urbana; il comandante ci rilascia un permesso provvisorio per la sosta sulla piazza Regina Margherita. È abbastanza bella.

Apriamo il nostro banco ed appendiamo il quadro “Le due vie e i due destini” sull’apposito sostegno e lo stendiamo fra due alberi.

Molta gente si avvicina, un’eccellente occasione per predicare. Ottima la vendita, 2 Bibbie, 3 N.T., 90 porzioni, 3 libri; grande interesse tra il pubblico.

Alle ore 11.30 si avvicina un sacerdote cattolico, anziano con qualche guarnizione di porpora sul vestito, non sappiamo quale grado abbia, ed è accompagnato da un giovane prete. Invita immediatamente il pubblico ad andarsene, vuole impedire che esso comperi e dice loro apertamente di “non comperare perché è roba protestante”, e accompagna il suo discorso con molte menzogne. Il suo intervento attira gran quantità di persone, ed i due sacerdoti tumultuano e discutono in modo tale che interviene la polizia. Benda deve andare in questura. Il nostro fratello ci lascia e segue il poliziotto. Quando ritorna dobbiamo chiudere il banco: questo è l’ordine. L’Evangelo però è stato annunziato e l’errore cattolico messo in evidenza. Ci spostiamo e cerchiamo un luogo in qui fermarci per il mangiare. Sono le 13. Partiamo per Telti circa tre ore dopo.

Alle ore 17 circa arriviamo desideriamo pernottare qui. Piantiamo la tenda in un luogo del paese poco discosto dal cimitero, ma senza saperlo. Piccoli bambini si avvicinano alla macchina ed alla tenda, cerchiamo di accoglierli, vicino a noi, ma uno tra i più piccini, temeva che lo “facessimo cuocere” perché così gli avevano detto. Andiamo in cerca di acqua presso una casa. Lì riceviamo un invito per un’adunanza. Dopo cena alle ore 9 possiamo incominciare presentando il Salvatore che salva per Grazia ed egli ci sostiene fino alle ore 23.30 per annunciare pienamente tutto il piano di Dio e la sua grazia verso il peccatore. Trenta persone presenti, molta attenzione, e molto desiderio di conoscere profondamente la verità contenuta nella Sacra Bibbia.

L’accoglienza è stata molto cordiale ed i nomi di coloro che si sono maggiormente interessati sono i seguenti: Elia Scanu, Giuseppe Casu, ed uno studente universitario che fu molto cortese e ci fece delle domande assai interessanti.

La domenica 3 ottobre ci svegliamo assai presto. Subito di prima mattina i bimbi circondano la tenda. Un signore ci invita nella sua vigna perché ci serviamo di uva: non potendo andarvi, perché il nostro servizio ci richiede altrove ci scusiamo.

Il Signore ci dà di passare l’intera mattinata spiegando l’Evangelo della Grazia a tutti coloro che ci interrogavano. Molti furono i trattati distribuiti.

Satana però non dorme. Un buon numero di persone era raggruppato attorno a noi, il quadro “Le due Vie” era aperto e la spiegazione dell’avvenire dell’uomo era cominciata. Il parroco locale seguito da alcuni giovani dell’Azione Cattolica arriva, con fare spavaldo interrompe la predicazione, e rivolgendosi alla folla contraddice senza sapere ciò che era stato detto e letto nella Santa Scrittura. Anche qui la popolazione si divise come ad Olbia in due parti pro e contro il prete. Le proteste della popolazione e le nostre lo costringono a cedere ed a permettere che la predicazione continui. Appena finito ci ritiriamo senza concedergli il contraddittorio che lui desiderava, in quanto non avrebbe potuto essere fatto in modo ordinato e tale da permettere alla verità di emergere dalla polemica.

 

Ci prepariamo per la partenza, ne approfittiamo per dire un’ultima parola a coloro che ci sembrano i più interessati. Il proprietario della vigna di qui più sopra parlammo, venne a salutarci e ci regalò alcuni grappoli belli e scelti della sua uva, ci salutò poi con molta cortesia.

 

Partenza. Pernottiamo a poca distanza da Telti nel podere di un certo Pietro Pinducciu fu Gavino. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo ad Olbia nel corso della predicazione.

Il luogo era bellissimo posto in margine dalla strada, circondato dalla siepe all’intorno, e qua e là qualche ulivo; un piccolo rigagnolo che proveniva dalla sorgente della collina soprastante, ci dava anche modo godere più largamente di quest’acqua che in Sardegna è così preziosa. Ci diede in dono della frutta e del vino ed anche del latte per la colazione. Alle ore 21 iniziammo una conversazione. Comprendiamo che è un fervente cattolico, ascolta con interesse ma abbiamo l’impressione di non arrivare al centro del suo cuore. Dice che la sua fede è nella “Madonna del latte dolce”. Alle 23.30 ci corichiamo.

 

Questa mattina è il 4 ottobre, alle ore 6 ci svegliamo. Grazie al Signore abbiamo passato un’ottima notte. La nostra macchina presenta un difetto. L’abbiamo avvertito perché il rumore che si produceva era insolito. Dovremmo vederlo. Mettiamo la macchina in una cunetta in modo che le ruote rimangano sui bordi ed abbiamo così modo di lavorare con comodità. Il giunto cardanico è molto deteriorato. Provvediamo ad una riparazione sommaria, di fortuna e dopo la prima colazione partiamo per Sassari.

 

Calangianus-Tempio-Sassari: strada molto cattiva, a causa dei lavori in corso, quasi tutta in salita. La media chilometrica non supera i 35 all’ora. Forse anche qui il Signore ha disposto le cose in modo tale che il suo piano per la Sardegna venga compiuto come egli lo ha disposto. Incontriamo infatti molti operai per le strade in costruzione, abbiamo il piacere di fermarci presso il grosso delle squadre, per distribuire opuscoli e trattati, e porzioni dell’Evangelo.

 

Arriviamo a Sassari alle ore 16.30.

Alla Fiat acquistiamo il giunto e quanto altro occorre per la riparazione della macchina. Usciamo da Sassari per cercare un luogo in cui pernottare verso la parte dalla quale siamo venuti e risaliamo per circa 4 Km. È una frazione chiamata Serra Secca. Una famiglia ci lascia piantare la tenda nel recinto del suo campo. Alle ore 22,30 ci corichiamo.

 

 

5 ottobre

 

Dopo una buona notte, svegliati dalle campanelle delle pecore che pascolavano attorno alla nostra tenda, ci alziamo. Ci cibiamo dei due cibi che ci sono necessari, poi ci mettiamo al lavoro. Abbiamo già presentato alla Camera di Commercio la domanda per ottenere il permesso di vendita nella Provincia, e probabilmente ci verrà concesso domani.

 

Il caro fratello Stan Davie mentre cerca di aiutare, tenendo con le mani una puleggia sulla quale battendo con il martello era nostro intento smontare il pezzo avariato, viene colpito da una scheggia di ferro all’occhio destro. L’occhio sanguina, ci fa una grande impressione. Il caro Stan vede la nostra angoscia e ci dice delle parole che crediamo opportuno riportare:

“Non è nulla, non vi spaventate, pensate, cos’è perdere un occhio al servizio del Signore? Egli ha dato la vita per noi!”.

Questo caro operaio era guardato dal Signore. Viene fermata una macchina e d’urgenza viene trasportato all’ospedale. Il professore gli estrae la scheggia e rassicura: era solo superficiale! La mano di Dio aveva agito prima di quella dell’oculista. Un pianto di gioia e di ringraziamento scendeva dai nostri occhi. Un caro vecchietto, Pietro Melis, qui a Serra Secca ci porta della frutta e delle uova, sono i primi fichi che mangiamo qui in Sardegna.

La giornata di oggi è stata un poco triste, ma è solo perché non sappiamo godere sempre dell’allegrezza nell’afflizione e perché apprezziamo poco le liberazioni del nostro Padre Celeste. A letto presto.

6 ottobre

 

Sveglia alle ore 6.30.

Dopo colazione scendiamo in città per la riparazione alla branda del caro Mario. Questa notte ha dormito per terra, perché si è rotta assai presto. Cerchiamo un tappezziere, e rintracciamo un negozio che ci pare appunto per tale lavoro. Sulla soglia una donna ci informa che occorreva attendere solo pochi minuti perché il marito ritornasse. “È andato un momento a vedere il cardinale che passa” – ci dice.

All’udire la parola la parola “cardinale”, ci guardiamo e ne siamo incuriositi. Anche noi desideriamo vedere questo personaggio tanto riverito pur non essendo che un peccatore bisognoso di salvezza e di ravvedimento, arriviamo sulla piazzetta ed egli sta passando. È il cardinale Ottaviani di Roma, pro-segretario del Santo Uffizio. Le campane suonano a distesa, lui alto e grasso vestito di un grande mantello di seta rossa, sta passando fra le persone che si prostrano al suo passaggio. Ha in testa un cappello con una fascia rossa ricamata d’oro ed adorna di pietre preziose. Sulla pancia una fascia dello stesso colore gli scende con un nodo fino ai piedi. Sul petto porta una grande croce d’oro che gli scende dal collo per mezzo di una collana pure d’oro. Un anello grosso (di colore blu era la pietra che portava incastonata) era porto a baciare alla gente inginocchiata, tutti prendevano quella mano e posavano le labbra su quel gioiello che non gli fu dato certamente da Cristo il nostro amato Signore. Penso ai frati mendicanti e quale confronto con questo uomo che ha onori da principe, e non siedono essi nella stessa assemblea? Desideriamo fotografarlo ma ci ricordiamo che la macchina fotografica è rimasta alla tenda. Rifacciamo la strada e torniamo alla tenda ma il cardinale non c’è più. Ci dicono che si è recato a Porto Torres. Ci accodiamo al suo seguito tra vescovi e prelati romani ed arriviamo così in tempo. Mentre giungiamo egli scende dalla macchina. È diretto alla parrocchia. Il caro fratello Stan Davie con il suo occhio fasciato gli si presenta davanti, per fotografarlo, ed il cerimoniere gli indica la posizione più propizia! Se sapesse per quale motivo lo fotografiamo!!

Sei fotografie sono così scattate. Esse diranno meglio di ogni racconto il fanatismo e la superstizione di questa gente semplice ed accecata.

Ritorniamo dal nostro caro Mario alle ore 12, ci affrettiamo a passare dall’ufficio per ritirare il permesso per la vendita. Grazie al Signore la licenza è pronta. “Con questo potrete vendere anche i libri senza l’Imprimatur”: così dice il funzionario che ce la consegna. Domani potremo riprendere il nostro lavoro che dal giorno 3 è sospeso.

Riceviamo anche una cartolina dal sig. Abele Biginelli. Il nostro fratello ci scrive parole di incoraggiamento, è molto caro. Pensiamo che domani forse potranno aggiungere i volantini ordinati che furono spediti il giorno 2 ottobre.

 

 

7 ottobre

 

Sveglia presto. Uno di noi scrive. Il tempo è tutto coperto. Queste nuvole pare che non promettano bene. Partiamo per tempo senza mangiare perché faremmo tardi e non arriveremmo forse ad avere un posto assegnato sulla piazza. Portiamo la macchina in garage per la riparazione dell’avaria alla frizione.

Due di noi vanno in Comune per farci assegnare il posto sulla piazza. Dobbiamo girare un poco da un ufficio all’altro prima di ottenerlo. Non è bello il luogo che ci viene assegnato. Infatti è presso di una piazza sulla quale molti caseggiati sono in demolizione. Tira vento: ci sono polvere e sabbia, ma nonostante tutto, qualche porzione è venduta, anche un Nuovo Testamento grande. Se pensiamo che tutti i passanti proprio in quel punto erano frettolosi… Non è mancato il prete, e fu lui che suscitò un poco d’interesse.

 

Ci trasferiamo in un altro luogo per la colazione di mezzo giorno. Ci pare adatto un angolo della piazza a porta Rossello. Tutti ci guardano e ci credono molto poveri, come l’addetto al plateatico, che non volle esigere la tassa.

Alle ore 17 ci interessiamo della macchina. È già in efficienza. Alla cassa paghiamo lire 4.555; ci viene quietanzata la fattura e usciamo.

Grazie al Signore abbiamo trovato un ottimo posto in cui alzare la tenda. Egli ha provveduto perché ci ha dato un riparo dal forte vento che sta soffiando. Desideriamo vivamente che domani cessi il brutto tempo per poter predicare e distribuire la Parola di Dio.

Alle ore 22 a letto.

 

 

8 ottobre

 

Sveglia ore 6.

Alle 8.30 siamo in piazza. Dobbiamo lasciare il posto che occupiamo in quanto era già assegnato ad un altro venditore. Un vigile ci accompagna in un’altra piazza. Ci lasciamo guidare dal Signore. Nella nostra meditazione di stamani abbiamo chiesto al Signore di guidare i nostri passi. Egli lo farà. Ci fermiamo al Vicolo S. Leonardo all’angolo di Via Carmelo. In questo punto la strada si allarga e forma una minuscola piazzuola. Possiamo definire ottimo questo angolino. La nostra vendita si riassume così: 2 Bibbie, 3 Nuovi Testamenti, 3 libri da L. 150 e 3 da L. 60, 276 porzioni. La mattina è serena.

 

Oggi pomeriggio non ci è possibile aprire il banco. Piove. Il Signore ci guida a portare la Parola di casa in casa. Un rilegatore di libri, un certo Francesco Niedda ci intrattiene in conversazione. Abita in Via Turritana, 29 qui a Sassari. Ci sembra molto interessante.

 

Neppure oggi è mancato il prete. Ci viene di pensare al trattato che gli è stato donato da noi. “Cosa ne farà? Voglia il Signore operare gli occhi di queste guide cieche!!!”.

Il trattato era intitolato: “La messa cattolica e la S. Cena”.

Alle ore 19,30 facciamo ritorno al nostro campo e appena cenato ci corichiamo.

9 ottobre

 

Sveglia alle 6, ed all’ora di ieri siamo in piazza, nulla di straordinario, ma la vendita è abbastanza buona. Vendiamo 3 Bibbie. Una quarta viene data ad un giovane che promette di inviare il denaro direttamente a Perugia.

Distribuiamo trattati ed anche una decina di bambine di un collegio si sono fermate poco distante da noi, diamo alcuni foglietti. Passa una suora e le diamo un trattato “Il dono”: ella dice che è roba da buttar nel fuoco, era l’assistente delle bambine. Vedendo i foglietti ed intuendo tutto si affretta a ritirarli. Alcune bambine si schermiscono, cercano di sottrarre a quelle mani il prezioso foglietto della verità, ma non è loro possibile. Volgiamo lo sguardo al Signore, la semenza è la sua.

Una seconda suora invece si congratula per il lavoro che svolgiamo, abbiamo il piacere di fotografarla. Ritorniamo nuovamente a fare una visita in piazza della Demolizione, ma non abbiamo nulla di importante da rilevare. Alle 17 rientriamo.

 

 

Domenica 10 ottobre

 

Sveglia alle 7. Giornata tranquilla. Non andiamo in piazza. Accompagniamo i nostri ospiti, due cari vecchietti, in un podere che desiderano acquistare ed il terreno è vicino al Santuario della Madonna del Latte dolce.

Al pomeriggio possiamo riunirci per la rammentazione del Signore.

Raccogliamo un poco di lavanda in spiga per le nostre compagne lontano.

 

 

11 ottobre

 

Partenza per Cagliari. L’itinerario è lungo. Non arriveremo in giornata. Tocchiamo diversi paesi. Ci fermiamo a Semestone credendolo Pozzomaggiore, che sulla carta è segnato di una certa importanza. Terreno arido. L’aratro non fa neppure un piccolo solco. Qualche trattato viene distribuito.

 

Proseguiamo per Bonorva. Arriviamo alle ore 12.30. Appena mangiato apriamo il banco in piazza. Sono le 13.30. Nessun interesse alle cose di Dio. La popolazione è diffidente, crede che noi rappresentiamo un partito politico. Il Signore ci guida a predicare ad alta voce; qualcuno si avvicina, rispondiamo a qualche domanda, sembra che il pubblico cominci ad interessarsi. Arriva un Brigadiere dei Carabinieri che chiama in disparte uno di noi. Ci dice di avere avuto ordine dal prete, il quale a mezzo di una lettera invitava il Comando a verificare la regolarità dei nostri documenti. È grande il potere dei preti qui in quest’isola. Questo Brigadiere è molto gentile, ci dice che lui pure appartiene al Signore, fa parte di una chiesa metodista di Bologna. Ci augura un buon lavoro e poi sorridente ci lascia.

Riprendiamo il nostro lavoro ed ecco arriva il prete. Subito invita gli astanti a fare bene attenzione perché siamo“protestanti”. Ottiene suo malgrado l’effetto contrario. La gente si avvicina con fiducia ed acquista altre porzioni. Abbiamo il modo di predicare ancora e di parlare più intimamente con coloro che stavano attorno a noi, e di rispondere alle molte domande. La Luce viene accolta con gioia e stupore. Continuiamo così per cionque ore; alle ore 18.30 ci ritiriamo per cercare un luogo adatto alla sosta della notte. Lo troviamo in un piccolo terreno vicino ad una casa abitata, proprio in paese. I padroni di essa sono molto gentili con noi.

 

 

12 ottobre

 

Sveglia ore 6. Due ore dopo partiamo.

La signora della casa presso la quale abbiamo pernottato acquista una Bibbia. Voglia il Signore benedire quel Libro. Ci dirigiamo verso Cagliari. La semina continua, in ogni paese una manciata di semenza è gettata: possa essere accolta da un buon terreno!

Sanluri finisce la benzina. Malvolentieri ci avviciniamo ad un distributore AGIP: questa qualità di benzina non è di nostro gradimento. Ma il Signore sa ciò che è buono, assai più di noi. Lì al distributore consegniamo qualche foglietto. Quando l’addetto vide che si trattava della Sacra Bibbia, ci disse che era proprio il Libro che egli cercava. Grazie al Signore che guida i nostri passi al suo servizio e che ogni anima è visitata da questo divino Medico.

In cinque minuti di sosta vendiamo: un “Segreto della radura”, 2 Bibbie, una “Kitty”. È meraviglioso il modo in cui il Signore guida le cose, è una dimostrazione di come Egli vada avanti a noi.

 

Arriviamo a Cagliari alle ore 12.30.

Subito alla Camera di Commercio per la domanda di vendita.

Ci verrà accordato il permesso domani. Mangiamo in riva al mare e subito cerchiamo il posto per pernottare. Lo troviamo su un’altura che è dirimpetto al golfo, giù in basso passa la ferrovia. Siamo vicini ad un gruppo di case operaie della Italcementi.

 

Ricordiamo che nella relazione di ieri non abbiamo parlato dei “nuraghi” che strada facendo abbiamo visitato.

Queste costruzioni sono in pietra, forse risalgono ad un’età molto antica.

Abbiamo fotografato il nuraghe “Losa” ad Abbasanta, ed altri li abbiamo visitati. Li troviamo interessanti soprattutto come costruzioni. Non è usata calce od altro ma le pietre sono sovrapposte le une alle altre, fino a formare un tronco di cono alto circa 6 ed anche 8 metri. Questo di cui abbiamo parlato è tenuto come monumento nazionale.

 

 

13 ottobre

 

Non abbiamo potuto ottenere il permesso. Approfittiamo del fatto per prendere un bagno e scrivere delle lettere.

14 ottobre

 

Sveglia ore 6.30.

Alle 8.30 siamo in Piazza del Carmine. Una statua di Maria, alzata al centro di questa bella e spaziosa piazza tiene un posto che ella non ha mai voluto. Mattinata e pomeriggio attorno al nostro banco si svolge una buona vendita. Abbiamo anche il piacere di qualche conversazione con qualche passante interessato, ma notiamo con dispiacere che vi è un’indifferenza grande. Due Bibbie sono vendute, tre Nuovi Testamenti ed altre porzioni e libri.

Comprendiamo che il luogo non è adatto e pensiamo che in paesotti più piccoli dove il chiasso ed il traffico è minore sia più facile attrarre l’attenzione del pubblico sul nostro Libro.

 

 

15 ottobre

 

Sveglia ore 7. Preparativi per la partenza.

Anche oggi il Signore ci guiderà. Rifacciamo la strada per Oristano. Ci fermiamo a Nuraminis ed a Saluri.

 

A Nuraminis troviamo delle persone raggruppate come al solito nella piazza principale. Fra di esse ci sono delle anime veramente interessate. Il paese conta 3000 abitanti. Ci pare molto ciò che abbiamo potuto vendere: 3 Bibbie, e molte porzioni.

Conversando con alcuni giovani abbiamo la gioia di sapere che due fra questi posseggono una Sacra Bibbia. Sono così in totale 5 Bibbie fra le mani di questi uomini che non apprezzano ancora il valore delle Sacre Scritture. Abbiamo consigliato loro di ritrovarsi insieme per la lettura e per lo studio. Il Signore li illuminerà, e li guiderà in ogni verità.

 

A Saluri abbiamo ancora l’opportunità di presentare l’Evangelo e tutta la verità. La Parola di Dio ha sconvolto un poco le acque calme da tanti anni. Abbiamo venduto diverse porzioni. Voglia il Signore che il buon Seme porti il suo frutto.

Proseguiamo per S. Giusta. Dista tre chilometri da Oristano. Siamo lieti della giornata che il Signore ci ha dato. Siamo pieni di gioia di poterlo servire. Ci accampiamo per la notte.

 

 

16 ottobre

 

Sveglia alle 6.

Sono le ore 10 ed abbiamo il banco aperto. Siamo ad Oristano. La piazza in cui stiamo è la principale della città. Tutto è tranquillo, e annunziamo il Libro di Dio ma l’interessamento è scarso. Arriva finalmente il nostro“agente di pubblicità”, cioè un sacerdote romano. Gli offriamo un trattato ed egli guardandoci un po’ male ci chiama “sfacciati”. Le sue parole sono queste: “Si può essere così sfacciati, dare un opuscolo protestante ad un prete!!”.

 Non dice altro e se ne va via.

 

Ne arriva un secondo assai diverso da quello che lo ha preceduto. È piccolino, con gli occhiali, un poco arrogante. Vuole che restituiamo il denaro a coloro che hanno acquistato i nostri libri.

Comincia con il dire che la nostra è una frode, e presenta un popolano che aveva, poco prima, acquistato un Evangelo di Matteo.

“Questo uomo desiderava un Evangelo cattolico, ed invece gli avete dato un Evangelo protestante!!”.Incominciò così la nostra testimonianza alla sola Verità a quell’esponente di Roma ed a tutto l’uditorio. Ci invita in una sala. Vuole ad ogni costo un contraddittorio, ma preferiamo lasciar cadere l’invito. Ad alta voce predichiamo LA VERITÀ, mettiamo in risalto l’errore di Roma, invitiamo ogni anima presente a rendersi personalmente conto di quanto diciamo.

 

Una grande folla era attorno a noi per ascoltare e come al solito molti si avvicinano e comprano. L’ira del prete aumenta, ci investe con parole e dice che noi stiamo facendo un comizio. Vorrebbe anche che mettessimo sulla nostra “bancarella”, come la chiama lui, questo cartello: “Bancarella protestante”. Si rende conto che le sue parole anziché allontanare il pubblico, hanno l’effetto contrario, perché tutti hanno sete di sapere la verità intorno alle cose di Dio: chi è salvato? Come poter avere questa salvezza?

 

Il prete ci lascia e corre in Questura. Il Signore ci dà di continuare la predicazione, ci aggiunge forza e franchezza di parola, e molti sono quelli che acquistano la preziosa Parola di Dio. Le porzioni vanno in vendita 5 alla volta.

 

Arriva la polizia. Due devono seguire l’Agente in Questura. Il commissario di P.S. ci dice che la Licenza di vendita dovrebbe essere vistata dalla Questura. Noi ci difendiamo come il Signore ci guida. Infine, non avendo argomenti per impedire il nostro lavoro, ci proibisce di parlare “nel nome del Signore”. Questo ci pone di fronte ad un’alternativa netta. Obbedire Dio od agli uomini? Il Signore è glorificato.

Rispondiamo che non ci è possibile sottostare a quell’ordine e che quindi può fare ciò che meglio crede, ma che noi ritorneremo a predicare sulla piazza. Vedendo che non aveva da fare altro che accettare, convenne con queste parole: “Va bene andate pure! Telefonerò al questore di Cagliari”.

Con il nostro cuore invochiamo colui che può ogni cosa: la gioia e la pace sono nel nostro cuore, in abbondanza. Ritorna il sacerdote romano e mentre una donna sta acquistando i “Proverbi di Salomone” questi la sconsiglia dicendo: “È roba protestante” e continua: “È proibita dalla Chiesa Cattolica Romana”.

Ma la popolana è pronta a rispondere che tutti hanno il diritto di vivere. “Leggendo faccio peccato?” domanda al sacerdote. Alla risposta affermativa del prete ella ribatte meravigliosamente: “Se vado all’inferno mi tiri fuori lei!!!”. Si tiene il libriccino, come per salvarlo, mentre il prete fugge via.

Un signore si fa avanti ed acquista una Bibbia. Anche una semplice testimonianza può convincere un cuore sincero. Vediamo arrivare l’agente di P.S. che sorridendo ci invita a seguirlo.

Questa volta si tratta di un nuovo reclamo del prete. Non potendosi valere di altro, cerca di avere un appiglio sui trattati che abbiamo distribuito. Il commissario si sente in dovere di stendere un verbale. Noi non abbiamo nulla in contrario, faccia pure il suo dovere se questo rientra ed è inquadrabile in un reato. Ci pare un poco impacciato in quanto non sa come cominciare. Dobbiamo essere noi a dettarlo ed a correggere alcune affermazioni che non rispondono al vero. Il caro fratello Benda come titolare della Licenza lo deve firmare. Anche qui il Signore è glorificato.

 

Finalmente ritorniamo al banco. Alcuni giovani ci attendevano, ci chiedono com’è andata la cosa, si informano se possiamo ancora restare o meno, e sono lieti quando sanno che tutto è in regola. Per tutto il pomeriggio non abbiamo avuto altre noie. Ci ritiriamo alle ore 17 per recarci in Procura dove è stato inviato il verbale insieme con alcuni manifestini confiscati (per miracolo solo un centinaio o poco più) ed attendiamo il Procuratore che però non viene. Alle ore 20 ritorniamo a S. Giusta per la notte.

 

 

Domenica 17 ottobre

 

Oggi è il primo giorno della settimana, siamo qui fermi a S. Giusta. Facciamo un passo in città in Procura. Desideriamo poter conferire con il Procuratore. Bastano pochi minuti per dire che la pratica è stata passata al Pretore in quanto non è di sua competenza. Solo domattina potremo avvicinare il magistrato. Pensiamo che il Signore voglia fermarci qui ancora qualche giorno. Abbiamo avuto il piacere di non essere stati disturbati durante la rammemorazione del Signore. È anche una bella giornata.

 

 

18 ottobre

 

Sveglia alle 6; alle 9 siamo in Pretura.

Un’ora e mezza dopo siamo in piazza.

Trascorre calma questa mezz’ora. S’avvicina l’uomo in gonnella, il suo nome è Pietro Uras, così ci hanno informato alcuni della città. Anche la gente si avvicina. Forse 200 persone ci circondavano. Il prete diede spettacolo di sé. Ai lati della bocca si formava la schiuma, era adirato terribilmente. Sentiva la sua impotenza contro la ROCCA DELLA VERITÀ. Si trovava di FRONTE AD UNA ROCCA: CRISTO GESÙ. Non poteva fare altro che rivelare il suo vero essere che il nero del suo abito copriva al mondo.

Fuori di sé alla fine grida: “Ve ne andrete da Oristano disperati!”.

Volendo schernire cerca di farlo in qualche modo, ma il pubblico giudicò il suo contegno. Più tardi un signore che si trovava al momento di quel vivace attacco del prete fra la folla, ci avvicina e si congratula con queste parole: “Avete i nervi di ferro!”. Gli spieghiamo che non sono i nostri nervi che hanno questa potenza, ma è il Signore che ci ha insegnato ad amare ed a rimettere tutte le cose in mano di colui che giudica giustamente.

Alcune signorine ci raggiungono, sono 5 forse, guardano e poi una di loro sfoglia la sua Bibbia. Apre il libro di Daniele al capitolo 4; confronta con la Diodati e dice che manca un versetto. Questo fatto ci stupisce, ma non si tratta di una mancanza di un versetto, bensì di una posposizione dei numeri e mentre nella Bibbia del Ricciotti sono compresi nel capitolo 3 i primi tre versetti della seguente narrazione, la Diodati inizia la stessa narrazione separando il capitolo 3 versetti prima. È sufficiente prendere i due testi per sincerarsene. Lì per lì un poco eccitati non abbiamo saputo renderci ragione di questo e non siamo stati in grado di chiarire questo inconveniente e questo è dovuto alla precipitazione di Carlo.

La vendita è ottima, sono circa due ore che abbiamo il banco aperto; possiamo contare vendute 6 Bibbie, 6 N.T. 44 porzioni e 2 libri. Abbiamo potuto per la gloria del Signore chiarire e ribadire ogni punto della verità, in contrasto con l’errore romano, e presentare la salvezza per Grazia, gratuita, senza riguardo alla qualità delle persone ed ai partiti politici. Il Cristiano è di Cristo.

 

Ritornata la calma un avvocato si diletta a chiedere spiegazioni, altri ci invitano al loro paese, ci sembra di avere attorno un poco di simpatia. Mangiamo e contiamo di proseguire fino a Narbolia, è un paese di cui un uditore ci fece il nome. Attraversando Nurachi, altro sobborgo dei dintorni di Oristano, un giovane storpio attratto dai manifestini si porta strisciando ed aiutandosi con le gambe inerti presso la macchina. Ci colpisce, ritorniamo da lui, gli regaliamo un Nuovo Testamento e non possiamo fare altro che chiedergli di dirci il suo nome: Fabiano Pinna Fabiano. Lo salutiamo con amore e voglia il Signore che quel libro gli dia di salire al cielo anche se le sue gamba non servono a nulla. Ci stringe la mano contento.

 

Narbolia. Sulla piazza alcuni uomini sono radunati. Consegnamo loro qualche foglietto ed iniziamo la conversazione, non possiamo giungere ai loro cuori, almeno in apparenza, perché uno del gruppo, come vero strumento del maligno ci contrasta, e rapisce ogni granello del seme gettato. Ci consoliamo pensando alle parole di Isaia:“La mia Parola non tornerà a me a vuoto!” (Is 55:11).

Ritorniamo in città e ci rechiamo in Pretura paghiamo la multa, è motivata così: “Per aver distribuito volantini senza la prescritta autorizzazione della questura”. L’importo che ci viene chiesto è di lire 2.555 più lire 49 di spese postali per l’invio della ricevuta al titolare della licenza che è il nostro caro fratello Mario Benda. Al Pretore Dott. Ettore Canu, offriamo un Nuovo Testamento in dono. Egli lo rifiuta dicendo: “Come cattolico, dovrei bruciarlo, grazie!”: è cieco anche lui!

 

 

19 ottobre

 

Sveglia alle 6 e 30. Alle 9 partiamo. Il primo paese che tocchiamo è Terralba.

È trascorsa solo mezz’ora ed abbiamo il nostro banco aperto sulla Piazza. Un giovane prete, forse il vice parroco, si avvicina, dà uno sguardo alle pubblicazioni esposte: “Bene! Vuol dire che avvertiremo la popolazione di stare in guardia”, dice e, dandoci un’ultima occhiata, si dirige verso la parrocchia.

Diamo uno sguardo da quella parte e vediamo che sul campanile due trombe altoparlanti sono sempre pronte, è facile intuire cosa farà! Senza perdere tempo diciamo ad alta voce alla popolazione che fra poco forse verrà loro detto che questi libri sono falsi, e pertanto non dovranno essere letti, protestiamo loro di non fidarsi dell’uomo, ma di credere alla sola Parola di Dio contenuta nel libro che presentiamo. Non sono ancora finite le ultime parole che una voce cavernosa si fa sentire: “Sono arrivati in piazza questa mattina dei rivenditori di libri. Avvertiamo tutti che si tratta di libri protestanti. Certo non possiamo impedirvi di comprare ma vi diciamo che è peccato grave leggerli e non solamente, ma anche di tenerli in casa”.

La popolazione sentendo l’altoparlante è incuriosita. Questo ha fatto l’effetto che produceva una volta il banditore del comune con il suo tamburo! Molta gente si riversa sulla piazza del piccolo paese. Gloria al Signore. Le nostre deboli voci non avrebbero potuto richiamare tante persone. Ma al Signore non mancano i mezzi. Iniziamo la predicazione presentando Cristo e mettiamo in rilievo la sua opera di grazia e la salvezza data in dono al peccatore per la fede in lui solo. Per un’ora abbiamo potuto esporre questa dottrina sconosciuta, indisturbati, a questa gente interessata sempre maggiormente. Il prete era presente. Non interruppe mai tranne che verso la fine con qualche parola solo per dimostrare la sua incompetenza nelle cose di Dio. Sembra che alcuni abbiano compreso il piano di Dio per la salvezza dell’uomo. In pochi minuti vendiamo 4 N.T.

Una giovane maestra cerca di contestare ciò che abbiamo detto, noi cerchiamo di chiarire ciò che non aveva capito, ma non era questione di coscienza, ella difendeva solo il principio romano. Un giovane si stancò di udirla e prese le nostre difese, mentre noi potevamo così parlare intimamente a coloro che ci parlavano.

Ci ritiriamo salutando la popolazione e ringraziando il prete per la pubblicità.

 

Proseguiamo per Villacidro. Lungo la strada ad ogni passante, ed a ciascun incrocio un foglio di questa semenza divina è gettato. Arriviamo. Dopo pranzo andiamo in piazza. Diversi sono coloro che acquistano porzioni, vendiamo anche un N.T. ed una Bibbia. Chi acquista quest’ultima è un giovane. È molto contento di“riaverla”. Ci dice che il prete gliene aveva già presa una. Sentiamo che il Signore ci ha guidati anche in questo.

 

Ripartiamo. Direttamente a Cagliari.

Arriviamo inaspettatamente presto. La nostra decisione unanime è stata improvvisa. Subito ci rechiamo alla posta e troviamo notizie per tutti e tre.

Fra la posta del caro fratello Stan Davie, c’è una lettera che interessa in modo particolare tutti. La sua compagna da Perugia gli ha molto avvedutamente rimessa una lettera proveniente da Nuraminis. Guardando la carta geografica ella vide che Cagliari non è molto distante da Nuraminis e grazie al Signore la inviò nuovamente in Sardegna. In essa leggiamo di una signorina che per caso ha trovato un volantino da noi seminato. Era rimasta colpita dal messaggio che questo le portò. Desidera un N.T. e desidera conoscere più profondamente ciò che nel foglietto è accennato. Il Signore ci incoraggia e ci fa comprendere che egli è con noi e che noi stiamo lavorando proprio con il suo consenso.

 

 

20 ottobre

 

Partiamo per Nuraminis. Alle 10.30 arriviamo. Cerchiamo la signora Serci Ernestina Olla. Ci accoglie e ci presenta alla sua figlia, la signorina che scrisse la lettera. È nel letto malata d’artrite. Sono forse tre mesi che è costretta a letto. Inizio del suo male fu il tifo.

Comprendiamo di avere davanti a noi un’anima devota, religiosa ed avida di sapere. Ha in casa un piccolo altare con una statua di Maria. Un altro quadro accanto raffigurava a modo dell’autore il Signore Gesù. Infine nella camera dove ella giaceva altre immagini e la conca per l’acqua benedetta. Dopo averle dato i ragguagli circa la nostra visita, approfittiamo per presentare immediatamente il messaggio dell’Evangelo.

È una mente molto aperta alla verità. Aveva da tempo molti dubbi sui dogmi romani, ad alcuni aveva risposto da sola. Gliene rimanevano ancora tre: battesimo, matrimonio e la messa. Con la parola di Dio abbiamo cercato di rispondere mettendo in luce il significato di ciascun atto, e di conseguenza era reso palese l’errore. Le abbiamo lasciato il N.T. che ella desidera. Un altro libricino molto buono: “La guida di un viaggiatore da morte a vita”, le viene donato. Solo il Signore può visitarla con la sua grazia, ed a lui la raccomandiamo.

Ripartiamo per Inglesias.

Pernottiamo in un campo sotto un ulivo con rami folti e carichi, ci preserva un poco dall’umidità della notte.

 

 

21 ottobre

 

Sveglia presto ed andiamo in piazza.

L’inizio è buono, molta gente si raduna, ascolta. Un Nuovo Testamento è venduto. Satana è al lavoro. Arriva un venditore ambulante e si sistema al nostro fianco. Le sue frasi non sono certamente in accordo con quelle che il Signore adopera per parlare ai cuori. Getta il ridicolo velatamente su quello che noi diciamo, e la gente si accosta al suo tavolo. Siamo ridotti al silenzio. Non ci è possibile aumentare la voce per sopraffarlo, crediamo che questo anche se fosse fatto non avrebbe effetto.

Chiediamo ad un vigile di darci un posto diverso in quanto non vi è compatibilità fra un Libro Sacro e l’articolo trattato burlescamente dal nostro vicino. Anziché accontentarci nel modo da noi richiesto, esige che sia lui ad andarsene. Insistiamo perché questo non avvenga, ma è inutile. Egli deve andarsene. Questo banale incidente ha turbato il nostro cuore ed anche il pubblico non è più disposto verso di noi. Anche se cerchiamo di spiegare l’accaduto, come desideriamo fare, non siamo ascoltati.

 

Dobbiamo ripartire. Andiamo verso Carbonia. Passiamo per la zona mineraria, lo stabilimento della Monteponi è alla nostra sinistra, giganteschi impianti di teleferiche, per il trasporto dei residui dell’estrazione, sono in moto. Non ci fermiamo.

Proseguiamo fino ai primi pozzi delle miniere. Scendiamo dalla strada e ci portiamo proprio vicino agli ascensori. Il pozzo è profondo 300 metri. È il momento del cambio di turno. Numerosi operai sono in attesa di poter scendere all’interno della miniera. Cerchiamo di presentare loro l’Evangelo. Non sono disposti, esiste molto fermento fra di loro. Sono privi del loro stipendio intero dallo scorso anno. Alcuni anche da maggior tempo. Ricevono qualche acconto che non è però sufficiente. Questo è quanto ci dicono.

Cerchiamo di presentare la Verità biblica ed essi, credendoci cattolici, ci chiedono se è vero che, essendo in maggioranza di un partito di “sinistra”, non sono cristiani. Comprendiamo che essi si riferivano alla “Bolla del Papa” che scomunica tutti gli avversari politici. Quanta pena ci fanno questi uomini, che si vedono anche messi al bando, dopo che la loro coscienza sentendo il bisogno di qualche cosa che gli uomini non possono dare si sono rivolti al materialismo cercando di distruggere ciò che Iddio ha posto nel loro cuore al di sopra di ogni legge. Nessuno li comprende, ma il Signore che ci ha mandati si incaricherà di rivelarsi a loro per mezzo della sua Parola che abbiamo potuto distribuire.

Questa miniera dista pochi chilometri dal Carbonia. Arriviamo e ci accampiamo nel terreno di un’altra miniera. Alcuni alberi di sughero rendono più accogliente il luogo. Giriamo un poco per la città, è posta in modo originale. Pochissima gente per le vie. Non ci è possibile lavorare.

 

 

22 ottobre

 

Sveglia e partenza per S. Antioco.

Arriviamo, sono circa le ore 12. Desideriamo sederci alla spiaggia, cerchiamo e troviamo un luogo tranquillo per cucinare. Appena ci è possibile apriamo il banco. Pochissimo movimento. È una cittadina di pescatori, leggiamo ad alta voce alcuni versetti della Bibbia per attirare l’attenzione di qualche passante. Un N.T. è venduto. E poniamo fine alla nostra sosta.

Ripartiamo e ci dirigiamo a Cagliari direttamente. Sono molti i chilometri che ci separano da quella città, circa 150 per la via di Capo Teulada, e vi arriviamo che è già buio.

 

 

23 ottobre

 

Ci rechiamo nei dintorni di Cagliari, Pirri e Monserrato. Qui predichiamo un poco di tempo. Cerchiamo di offrire dei trattati, ma tutti ci ripetono: “Non so leggere”. Replichiamo che anche un piccolo bambino può venire in loro aiuto. Non importa loro nulla!

Proseguiamo sino a Dolianova, ma per errore. Seminiamo lungo la strada la buona semenza. Il Signore voglia dare a qualche cuore di raccoglierla affinché porti frutto.

 

 

24 ottobre

 

Domenica. Ci rechiamo a Selargius. È il giorno della festa patronale. Apriamo il banco ma troviamo molta indifferenza. Crediamo che questa provenga in gran parte dall’analfabetismo, che non erreremo se lo definissimo generale.

La vendita è scarsa, ma abbiamo modo di parlare a qualche persona a tu per tu della salvezza per fede. Il quadro è aperto ma dato il grande chiasso degli altoparlanti di baracche di tiro a segno ed altro, non possiamo spiegarlo pubblicamente. Preferiamo ritornare alla tenda per rammemorare la morte del nostro Signore, e gustare la sua comunione assai preziosa.

 

 

25 ottobre

 

Oggi è giorno di partenza.

Non sappiamo quando rivedremo questi posti, il nostro giro sta per finire. Siamo diretti ad Olbia. Costeggiamo il mare per risalire dalla parte opposta l’isola. Cagliari, Pirri, Muravera, Bari Sardo. Qui deviamo per Arzano. Dovremmo trovare in questo punto una sorella, la signorina Anna Fanny. Desideriamo portarle una parola da parte del Signore di incoraggiamento e di testimonianza. Non la troviamo perché si era trasferita a Genova.

 

Decidiamo di proseguire per Nuoro senza ridiscendere al mare, siamo ormai a circa mille metri d’altezza. Seguiamo la strada per Nuoro e saliamo ancora di trecento metri. Un forte vento ci segue, a Fonni decidiamo di fermarci.

La temperatura è un poco rigida, non è prudente alzare la tenda. Il paese è senza luce per un guasto causato forse dal vento impetuoso. Crediamo buono alloggiare all’albergo “Gennargentu”, mangiamo e ci corichiamo.

 

 

26 ottobre

 

Grazie al Signore abbiamo dormito magnificamente. Il letto era molto soffice.

Siamo senza benzina. Un signore venditore ambulante, ce ne vende due litri. Con questi possiamo arrivare aNuoro. Abbiamo per questa città un indirizzo, ed è quello di un ex carcerato che si diplomò nell’anno 1953, geometra. Il suo nome è Francesco Guiso. Troviamo la sua casa ma lui è in viaggio. E pare che dovrebbe arrivare fra alcuni istanti. Ci rechiamo alla corriera che proviene da Cagliari. Fra i passeggeri non c’è chi cerchiamo. Spiacenti di non averlo trovato proseguiamo per Olbia. Molti trattati vengono dati agli operai lungo la strada. Questa è in riparazione fino a pochi chilometri da Olbia.

Arriviamo e proseguiamo per Telti.

Appena vedono la nostra macchina, alcuni ci riconoscono e vengono a salutarci. Sono lieti di vederci. Un caro uomo ci conduce nel cortile di un suo parente, ci aiuta a pulire la piccola aia e ci invita a piantare la tenda lì. Siamo contenti di questo perché soffia un poco di vento, fuori all’aperto mentre qui un muretto ci ripara. In pochi minuti la tenda è alzata e la pentola sul fornello. Numerosi sono quelli che vengono a salutarci, circondando la tenda.

Non manca neppure il prete, anzi ne vengono due. Mentre ci prepariamo per mangiare, aspettando che il tutto sia cotto, giunge il parente, proprietario del luogo che ci ospitava. Non è contento di vederci lì e dobbiamo andarcene. Tutti coloro che erano venuti a trovarci ci aiutano ora a trasferirci nel cortile che un altro ha messo a disposizione. Ci rassicura dicendoci: “Di qui non vi manda via nessuno”. Passano pochi minuti e tutto è a posto come prima, anche la pentola.

 

Fuori la gente attende che noi finiamo di mangiare. È desiderosa di ascoltare la Parola di Dio. Non debbono attendere molto, ed iniziamo all’aperto un’adunanza. Due uomini in nero arrivano: sono proprio loro. Ascoltano con molta attenzione, senza interromperci. Quando finiamo ci chiedono la parola per un breve contraddittorio. Si continua così per circa 45 minuti ma senza apparente profitto. Questo scambio era voluto dalla popolazione in quanto uno dei due preti era del paese, e su questo era riposta molta stima.

Il nome del sacerdote di Telti è don Ciceri. È stato molto prudente ed educato. E non ha osato ribattere sul capitolo 16 di Matteo al versetto 18, quando altri passi hanno dimostrato che “la pietra” non era Pietro, ma il Signore Gesù la Rocca dei secoli. Sembra assai sincero. Ci corichiamo.

 

 

27 ottobre

 

Sveglia alle 6.

Alle ore 10 circa, la gente si raduna nuovamente. Ci vengono rivolte alcune domande. Mentre rispondiamo arrivano tre preti. È veramente la “forza nera”. La loro vista, siamo costretti a confessarlo, non ci rallegra. Subito nasce il naturale contraddittorio, dura per circa un’ora e mezza. Purtroppo non si mantengono sulla linea biblica. Il profitto è nullo, e quando vediamo che da una giusta polemica passano allo scherno non ci rimane altro che ritirarci, non ci è possibile continuare. Le giovani donne dell’Azione Cattolica cercano di aumentare la confusione che da soli hanno generato.

 

Verso la sera la gente si raduna ancora in attesa di udire qualche cosa. Di colpo si ripresenta il parroco con un altro prete che non avevamo visto prima ad ora. Per mezzo di un intermediario essi ci chiedono se possono avere una conversazione. Al nostro rifiuto se ne vanno. Sono poco lontani ed appena ricominciamo a spiegare (qualcuno tra gli ascoltanti era stato incaricato di avvertirli immediatamente) essi sono ancora davanti a noi. Comunichiamo alle persone che sono radunate il motivo del nostro rifiuto alla conversazione. Molti sono quelli che convengono. Comprendiamo che per quei tre preti è un smacco non potere avere modo di esibirsi, perché ritornano all’attacco o questa volta per mezzo di una lettera firmata dal Preside di una scuola media: Dott. Prof. Nicola Casciuli. A questa firma manca il “don”.

Il Signore ci fa comprendere questo e rifiutiamo nuovamente. Ci tratteniamo però la lettera. Non potendo più trattenersi interviene di persona, desidera conoscerci e si esprime così: “Sono sinceramente desideroso di avere una abboccamento con voi. Se vi presentate su una piazza dovreste avere certamente degli argomenti concreti, io desidererei ascoltarvi. Sono sempre stato un ricercatore della verità ed anche ora che dirigo una scuola non ho finito di ricercarla!”. Le sue parole sono dette con un buon modo. Ma celano l’inganno. Egli continua: “Se voi mi convincerete sono disposto a convertirmi e non solo io, ma anche questi miei colleghi. Non dico di avere una crisi di coscienza, ma potrei anche arrivare ad averla. Forse voi mi potrete illuminare”. Gli rispondiamo che siamo disposti ad avere una conversazione da soli, a tu per tu. Il colloquio dovrebbe avvenire tra noi e lui. Questa nostra proposta non viene accettata. È evidente che lo scopo è un altro. non è la coscienza che lo spinge ma qualche altra mira. Vediamo che la malafede è palese, preferiamo non parlarne più. Vista la nostra ferma decisione, con una stretta di mano ci saluta e se ne va via.

 

Pochi minuti passano ed ecco un secondo invito ci è fatto. Questa volta non si tratta di un prete. Sono dei giovani che desiderano ascoltarci. La riunione ha luogo nella casa di colui che ci ha come ospiti. Sono presenti circa 50 persone. Annunziamo il messaggio della salvezza, ed il giusto posto che hanno nella Sacra Scrittura i“sacramenti” così chiamati. La riunione dura circa due ore, la gioia è comune.

 

 

28 ottobre

 

Sveglia ore 7.30.

Ci prepariamo per la partenza. Ritorneremo nel continente. Vendiamo ancora due Bibbie. L’ultimo saluto ai nostri cari amici, il sig. Elia Scanu e il sig. Giuseppe Casu. Al primo hanno detto che sono considerati come“evangelisti” da tutto il paese.

Eccoci ora sulla nave “Calabria”, navighiamo sul mare calmo verso il continente.

Domattina saremo a Civitavecchia.

 

               Trascrizione a cura di

Simona e Sabino Gigante

(Assemblea di Fano, via Brigata Messina)