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Archivi Mensili: Ottobre 2010

Inescusabili

L’estate non è solo tempo di vacanza, ma spesso anche tempo di riflessione, soprattutto quando si ha l’opportunità di osservare in modo diretto, il rapporto fra l’opera di Dio ed il comportamento dell’uomo. L’estate ci offre talvolta l’occasione per passeggiare su silenziosi sentieri di montagna che offrono la visione di panorami mozzafiato o per muoversi lungo affascinanti scogliere, dove lo splendore del mare si fonde mirabilmente con incantevoli insenature e inquietanti ammassi di roccia.
Una riflessione sull’insegnamento di Gesù ci aiuta ad avere una visione del matrimonio, e di conseguenza anche del divorzio, che non sia condizionata dal comune modo di pensare né dalle leggi in vigore in tanti Paesi, compreso il nostro. Il nostro desiderio dev’essere infatti sempre quello di comprendere bene, attraverso la Scrittura, la volontà del Signore per sottometterci ad essa.
La conoscenza della sofferenze affrontate da Cristo per compiere l’opera di salvezza per l’umanità e, soprattutto, la conoscenza del suo trionfo sulla morte dovevano costituire un forte motivo di incoraggiamento per i cristiani del primo secolo, nel loro tormentato pellegrinaggio terreno, quotidianamente esposto a persecuzione e prove. Ma incoraggiano anche noi, “pellegrini” del ventunesimo secolo
Le parole di Asaf, riportate nel Salmo 73, testimoniano la crisi profonda di un figlio di Dio che vede intorno a sé “ricompensata” la malvagità degli uomini e non ricompensato il cammino degli uomini giusti. Sono la presenza del Signore e le indicazioni della sua Parola che impediscono alla sua fede, per un tratto vacillante, di cadere. La conclusione alla quale arriva è che Dio è il suo “tutto”, la sua “parte migliore”.
La diffusione della Parola di Dio, incoraggiata dalla Riforma, trovò uno strumento decisivo nell’invenzione della stampa. La Controriforma vi si oppose con ripetuti roghi soprattutto in Italia dove, diversamente dagli altri Paesi europei, le copie di edizioni della Bibbia salvate dal fuoco sono davvero pochissime. Quanto accadde fra Cinquecento e Ottocento testimonia che la Parola non può essere incatenata.