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Quante lacrime ha versato l’uomo nel corso della sua storia e quante ne verserà ancora per la sua persistente attitudine a non rispettare le regole? Tutto è cominciato con Adamo e con Eva: il mancato rispetto di una regola posta da Dio per il loro bene fu l’inizio delle loro sofferenze. Dio non attenuò il quadro della loro nuova situazione di creature che avevano volontariamente scelto di non rispettare le sue regole, anzi parlò apertamente di “péne”, di “dolore” e di “dolori”, di conflittualità fra la donna e l’uomo, di “maledizione”, di “affanno”, di “spine”, di “rovi”, di “sudore”… di morte (“sei polvere e in polvere ritornerai”). Anche il suolo sarebbe stato maledetto a causa del disprezzo di quella regola… quello stesso suolo che Dio aveva affidato alla signoria dell’uomo, signoria alla quale l’uomo aveva abdicato a vantaggio dell’Avversario (del “serpente antico”), disprezzando la regola divina, È lo stesso “suolo maledetto” che ha tremato e ridotto in macerie decine di case a L’Aquila e dintorni, è lo stesso “suolo maledetto” che ogni anno semina devastazioni e morte in ogni angolo della terra, con i più svariati cataclismi. Eppure Dio, nella sua bontà e nella sua grazia, ha dato all’uomo i doni necessari per difendersi da quella maledizione, per arginarne i guasti. Come credenti in Cristo, il primo pensiero va sicuramente alla maledizione che è stata rimossa dal “suolo” della nostra vita grazie a colui che ha accettato di portare alla croce la maledizione che gravava su di noi, liberandoci così dalle conseguenze sulla nostra vita del disprezzo di quella regola antica, ma anche dalle conseguenze del nostro disprezzo delle tante “regole” della legge divina, dalla cui “maledizione” proprio Gesù ci ha “riscattati” (Ga 3:13). 
    Quindi il primo Dono al quale pensare, e con riconoscenza, è senza alcun dubbio il dono di Cristo. Ma ci sono altri doni che Dio ha fatto agli uomini, “doni naturali” di intelligenza e di sapienza, doni che dovrebbero essere rivolti (e spesso lo sono!) alla conoscenza del creato, all’uso delle sue risorse, alla lotta contro le sue degenerazioni. In virtù di questa intelligenza e di questa sapienza l’uomo ha non soltanto scoperto, inventato, costruito, ma ha anche formulato, nei vari ambiti del vivere sociale, delle regole per arginare le conseguenze del Male. E qui si riaffaccia ancora in modo evidente l’eredità di quel disprezzo antico, infatti l’uomo non soltanto si è fatto e si fa beffe delle “regole” di Dio, ma si è fatto e si fa beffe anche delle regole da lui stesso stabilite per prevenire gli effetti del “suolo maledetto”. Mi ha colpito in proposito la denuncia del Presidente della Repubblica che ha pubblicamente attribuito le drammatiche conseguenze del terremoto in Abruzzo, le macerie e i morti e le lacrime e le devastazioni dei cuori, al “disprezzo delle regole” e a “comportamenti dettati da avidità, dalla sete di ricchezza e di potere” e, ancora, al “disprezzo dell’interesse generale” e “all’ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarietà”. E che dire dello scempio dei monti, delle coste, degli argini dei fiumi e delle conseguenti frane, erosioni, inondazioni che con puntuale ricorrenza provocano distruzioni e lacrime? E ancora dell’inquinamento dei mari e dell’aria? 
    Non c’è solo il disprezzo delle regole a far sì che il suolo sia sempre più “maledetto”, c’è anche il desiderio dell’uomo di vivere senza regole. Siamo ormai agli “ultimi giorni” annunciati dall’apostolo Paolo. Davanti ai nostri occhi passano “gli uomini… egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio…” (2Ti 3:1-4). In questo contesto è ancora più urgente raccogliere l’esortazione divina: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Ro 12:21), con il Bene secondo “le regole” di Dio.