Tempo di lettura: 12 minuti

 L’anno 2009 come tutti ormai sappiamo è un anno particolare. I mass-media ci stanno travolgendo con notizie sui giornali e trasmissioni televisive sul grande evento commemorativo: il bicentenario della nascita dello scienziato inglese Charles Darwin e il 150°anniversario della pubblicazione del suo famosissimo libro “Origine delle specie tramite la selezione naturale”.

Numerosi sono gli eventi nazionali e internazionali, convegni, mostre e conferenze organizzati per questa commemorazione. Contestualmente la stampa nazionale e internazionale, specialmente quella scientifica, ha dedicato articoli pertinenti all’evoluzionismo e alle sue teorie. Come pure sono stati organizzati diversi meetings  culturali (Darwin day) in numerose Università nel mondo (Londra, New York…) e in Italia, soprattutto all’Accademia dei Lincei di Roma e al Museo di Storia Naturale di Milano. Numerosi circoli dell’UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) hanno preparato per tempo nutriti programmi per festeggiare il compleanno di questo illustre personaggio; ad Ancona con tanto di brindisi. Tutto si è concentrato soprattutto nel dodicesimo giorno di febbraio, quello della sua nascita. L’evento tanto atteso ha avuto un impatto pubblicitario straordinario. D’altronde è il capo indiscutibile della fede evoluzionista e il profeta che ha dato le basi a quella serie di teorie racchiuse nel nome diDarwinismo.

Sul sito www.pikaia.eu il portale dell’evoluzione, ho scaricato il seguente scritto presentato da Mauro Mandrioli che descrive come venne ricordato Darwin nel suo primo centenario. Lascio al lettore le sue considerazioni e conclusioni sul pensiero allora vigente e che oggi con più forza tuttora sussiste. Ho volutamente segnato in grassetto le frasi più significative.

 

 

Un ricordo… cento anni fa

 

Ho letto come introduzione sul sito:

“Come il conto alla rovescia di Pikaia ci mostra, manca ormai poco al bicentenario della nascita di Darwin. Ma come venne ricordato Darwin nel suo primo centenario? Ecco come Romeo Manzoni celebra il lavoro di Darwin nella biografia intitolata“Darwin” pubblicata dalla casa editrice “La rinascenza del libro” (Firenze, 1910).

“Se si può dire che anche la scienza ha i suoi «santi padri» uno dei maggiori è certamente quello di cui il mondo che pensa e che studia ha celebrato in questi giorni il primo centenario: (…) Carlo Darwin”.

“Darwin potrebbe in certo qual modo essere considerato come il Leonardo da Vinci della scienza. (…) Possiamo anche paragonare il Darwinismo a una grande arteria, a una specie di aorta che reca e distribuisce il sangue vivificatore in tutto l’organismo delle scienze naturali e sociali… Se mai vi fu qualcuno che riuscì a sollevare un lembo del velo di Iside e a farvi penetrare un raggio sacrilego, ma benedetto, questi fu senza dubbio Carlo Darwin”.

“L’esistenza stessa delle religioni prova questo ineluttabile bisogno di un migliore adattamento della nostra specie: ciò che l’uomo non trova nel reale relativo, lo cerca nella fantasmagoria dell’assoluto: ma questo bisogno c’è. Esso ha tutta la potenza irreduttibile d’un istinto ed questo istinto che lo guiderà attraverso i secoli, in tal modo che alla fine il più forte sarà il più razionale, il più giusto, il migliore nel senso morale e ideale della parola. Allora le religioni non avranno più nessuna ragione di essere, e la collettività umana avrà saputo così bene adattarsi all’ambiente, ne avrà così chiaramente penetrate le leggi e saprà così utilmente piegarle ai suoi voleri, che potrà, senz’altra faticosa cura materiale, consacrare l’opera sua principale alla evoluzione indefinita e sempre più bella della sua psiche”.

“È questo l’immenso orizzonte che schiuse innanzi a noi l’uomo, di cui oggi il mondo saluta il giorno che l’ha veduto nascere. (…) La sua patria non gli fu ingrata. Il parlamento inglese decise che gli fosse data una sepoltura principesca nel Pantheon nazionale di Westminster, ed ora le sue ceneri riposano accanto a quelle di Newton, giusto omaggio tributato alla memoria di due genii egualmente grandi, i quali ebbero comune la gloria di aver saputo strappare alla natura una parte dei suoi più alti segreti”.

 

 

Spots atei sui bus: un’iniziativa emblematica

 

Purtroppo, le cose non sono cambiate, anzi il vero volto delle dottrine evoluzioniste è evidente in quello che noi stiamo vedendo in alcune città d’Europa e del mondo sulle scritte pubblicitarie poste sui bus a svelare il volto dell’ateismo. Così dopo gli Stati Uniti, l’Australia, l’Inghilterra e la Spagna, si è provato a collocare anche su autobus italiani (a Genova) lo slogan: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”. La frase bocciata dalla concessionaria degli spazi pubblicitari è stata sostituita con: “La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà d’espressione”.

A Londra uno spot simile sta “viaggiando” su 200 classici autobus rossi a due piani e 600 sparsi per il Paese con la scritta:“There’s probably no God. Now stop worryng and engjoy your life”“Probabilmente Dio non esiste. Perciò smettila di preoccuparti e goditi la vita”.

Lo stesso in Spagna. A Madrid, a cercare di testimoniare la fede cristiana ci ha pensato Paco Rubiales, pastore di una Chiesa Evangelica, che ha abbattuto sul tempo gli atei affittando lo spazio pubblicitario sull’autobus interurbano 493 che riporta la scritta: “Dio si esiste: goditi la vita in Cristo”.

In America, origine dell’iniziativa, dal mese di novembre 2008 su un bus di Washington, DC., la Humanist Associaton ha affisso con più prudenza e discrezione la scritta: “Perché credere in Dio? Sii buono per amore della bontà”.

Non dicono che Dio non esiste, probabilmente perché preoccupati dalle eventuali conseguenze morali negative, e così ci invitano gentilmente ad essere comunque buoni. Nonostante l’ardita presunzione, gli atei spagnoli ed inglesi non sembrano molto convinti della non esistenza di Dio,ma dicono con prudenza che “probabilmente” non esiste. In fondo questa parola, se è stata scritta, la dice lunga. Mi fa pensare alla scritta di Pilato posta sulla croce di Gesù: “Gesù il Nazareno il Re dei Giudei”“I capi sacerdoti dei Giudei dicevano a Pilato: «Non scrivere: ‘Il Re dei Giudei’; ma che egli ha detto: ‘Io sono il Re dei Giudei’»” (Gv 19:19-21). Una verità indiscutibile dettata da Dio nella mente di un pagano idolatra, a tal punto che Pilato rispose: “Quello che ho scritto, ho scritto”.

Dunque, questo “probabilmente”, sebbene intrinseco nella natura umana peccatrice, non potrà esimersi dalla responsabilità che l’uomo ha verso il suo Creatore, in quanto “…Egli ha perfino messo nei loro cuori (degli uomini) il pensiero dell’eternità…”(Ec 3:11). E soprattutto,la dichiarazione che Dio fa sull’uomo incredulo nella sua Parola: “Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c’è Dio” (Sl 14:1).

Questa curiosa e inaspettata campagna è stata ideata dalla giornalista inglese Ariane Sherine, in risposta ad una uguale e contraria iniziativa promossa da cristiani evangelici. Spiega la Sherine: “In origine volevo solo criticare le pubblicità religiose sui mezzi pubblici, una delle quali comprendeva un sito internet dove si condannavano i non-cristiani a «sofferenze eterne in un lago di fuoco dell’inferno»”. L’idea, però, ha raccolto un tale consenso tra il popolo dei blog che dalle parole si è passati ai fatti. Ed ecco nascere “La campagna dei bus atei”, ovvero una campagna di sensibilizzazione che, solo in Inghilterra, ha raccolto offerte record per circa 140.000 sterline, superando di molto gli obiettivi fissati. Secondo gli organizzatori lo scopo di questa trovata pubblicitaria è quello di “aumentare la consapevolezza tra i cittadini atei, non credenti e liberi, in generale, circa la necessità di rendersi visibili e fieri delle proprie convinzioni e per consentire loro di rivendicare gli stessi diritti e le libertà che sono riconosciuti agli altri cittadini per il semplice fatto di possedere o di esprimere una fede religiosa”.

Che un ateo convinto possa fare questo è più che giusto, diffondono così il loro credo e le loro convinzioni nella libertà più assoluta. Lo stesso lo fanno i Cristiani che proclamano l’Evangelo della grazia, essendo fedeli  al comandamento del loro Signore e Salvatore: “ Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli,… insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandate…” (Mt 28:19). Ma quello che ci interessa e che fra questi atei v’è un illustre scienziato evoluzionista, il più famoso ateo del mondo, e che è a capo dell’ateismo moderno: Richard Dawkins.

 

 

L’ateismo radicale del maggior scienziato evoluzionista

 

Il suo ultimo libro edito da Mondadori “L’ILLUSIONE DI DIO. Le ragioni per non credere”, è tutto un programma. Dawkins cerca di chiarire il motivo della scelta di questo titolo basandosi sul Penguin English Dictionary. Dawkins spiega abilmente che la parola “Illusione” e cioè “falsa credenza o impressione” vuole avere lo stesso significato di quella estrapolata da una frase del creazionista Phillip E.Johnson contro il credo evoluzionista: “Il darwinismo è la storia di come l’umanità si sia liberata dall’illusione che il suo destino sia controllato da un potere superiore”. Invita così magistralmente il lettore, e a parer mio con un’arma a doppio taglio, a non preoccuparsi così tanto dello stupore che il titolo possa dare al primo impatto, proprio perché questo stesso termine è stato usato da P.E.Johnson. Per una mente colta come la sua si è molto bravi a trovare attenuanti alle realtà che risultano di tutt’altro pensiero. Il vero obiettivo da raggiungere è quello da lui stesso affermato a pag. 19: “Se questo libro avrà l’effetto da me auspicato, i lettori religiosi che lo apriranno saranno atei quando lo chiuderanno”Personalmente,questo effetto su me non l’ha avuto, anzi ha rafforzato molto di più la mia fede in Cristo Signore e Creatore. Ma da avveduto lungimirante, egli ha pronta un’osservazione per le persone come me: “Si sa che i fede centrici sono immuni da qualsiasi argomentazione, perché la loro resistenza si fonda su anni di indottrinamento dell’infanzia condotto con metodi messi a punto nel corso dei secoli” e ironicamente conclude: “non so se per evoluzione o progetto”. Intende il progetto creativo di Dio (Intelligent Design). Già, e per quelli che dall’ateismo si convertono all’Iddio vivente e vero? Quelli cioè che nelle loro testimonianze affermano: “Un tempo ero ateo, ma…”? Dawkins commenta: “È uno dei più vecchi trucchi cari a tutti gli apologeti della religione, da C.S. Lewis ai contemporanei. Serve a creare una sorte di «credibilità popolare», e non si ha l’idea di quanto sia efficace. Diffidatene”. Qualunque cosa affermino il semplice credente cristiano o, peggio, scienziati e insegnanti cristiani, ha sempre ragione lui: essi vengono bollati come “ignoranti e stupidi”.

Lo affermò a proposito di una dichiarazione fatta l’11 Settembre 2008, da Michael Reiss, professore di educazione scientifica all’Università di Londra e direttore dell’istruzione presso la Royal Society, la più antica società scientifica del mondo. Egli dichiarava pubblicamente che il creazionismo andrebbe insegnato non come un’idea sbagliata, ma come una diversa visione del mondo. Per questa “eresia”, alcuni membri della società tra cui i premi Nobel Sir Harry Kroto e Sir R. Roberts hanno chiesto le sue dimissioni da direttore ed è quello che Reiss fece il 16 Settembre 2008. (Il fatto viene riportato dal quotidiano“The Guardian”) Si possono citare a decine di queste più significative affermazioni, ma che hanno tutte un comune denominatore, quello che arrogantemente cerca di spiegare nel suo IV capitolo: “Perché è quasi certo che Dio non esiste”. Non esiste un Dio Creatore, non esiste un progetto creativo divino degli esseri viventi, perché secondo lui: “L’illusione che gli esseri viventi siano «progettati» non è spiegata da un artefice, ma da un fattore molto più economico e spietatamente più elegante: la selezione naturale darwiniana (…) La selezione naturale induce la coscienza a ipotizzare adeguate «gru» esplicative che ci aiutino a capire l’intero universo” (pag.14).

Che bello! È meraviglioso! L’uomo possederebbe attraverso la selezione naturale la chiave per conoscere tutto l’universo: e così tutti gli “ismi”, dal lontano razionalismo di Democrito, a quello della fede assoluta nella ragione e nel dubbio più radicale dell’illuminismo di Diderot, fino al materialismo ateo di Von Holbach sono racchiusi in questa nuova “bibbia”di R. Dawkinks, perché stando al suo dire, “…questo libro (il suo) è per voi. Intende risvegliare le coscienze, facendo luce sul fatto che l’ateismo è un’aspirazione non soltanto realistica, ma anche nobile e coraggiosa. Si può essere atei felici, equilibrati, morali e intellettualmente appagati”. Privilegia il suo libro screditando la Bibbia dei cristiani come un semplice romanzo moderno alla pari del “Codice da Vinci” di Dan Brown. Ecco quanto afferma in proposito: “L’unica differenza tra il romanzo di Dan Brown e i Vangeli è che questi sono narrativa antica, mentre quello è narrativa moderna” (pag. 100).

Attingendo fonti da vari scrittori atei e filosofi (G. A. Wells dell’Università di Londra), riguardo al nostro Signore Gesù dichiara: “Anche se non condivisa dai più, si può di fatto formulare la seria ipotesi che Gesù non sia un personaggio storico, vissuto realmente. Anche se forse Gesù è esistito davvero, biblisti di fama non considerano il Nuovo Testamento (e ovviamente l’Antico) un documento storico che racconta in maniera attendibile i fatti realmente avvenuti, e da qui in avanti non considero la Bibbia una prova dell’esistenza di qualsivoglia divinità”. La coperta del libro che illustra una breve presentazione del pensiero esposto dall’autore afferma: “L’attenzione di Dawkins non è rivolta in particolare al Dio del Cristianesimo, né a quello dell’Islam: si tratta di una critica radicale, condotta con grande intelligenza e humor, a ogni essere divino concepito, da quello che nel Vecchio Testamento è descritto come un crudele tiranno, assetato di sangue e ossessionato dal sesso, a quello, molto più benigno e apparentemente più sofisticato, di Orologiaio celeste, proposto da alcuni illuministi” (…) “Dawkins è convinto che credere nell’esistenza di Dio sia non solo un errore logico, insostenibile sul piano scientifico, ma anche una pericolosa falsa premessa, perché può farci giustificare ogni sorta di atrocità, ingiustizie e crimini contro il genere umano”.

 

 

Un “dio” frutto d’evoluzione

 

Che l’uomo in nome di Dio abbia commesso atrocità nel corso della storia, è molto vero, ma è assolutamente assurdo che egli ne sia l’autore, e non si può negare la fede in Dio solo perché l’uomo disubbidendo ai suoi comandamenti ne ha usato il suo nome come alibi alle sue cause prettamente egoistiche. E questo lo vediamo sin dall’inizio, dal giardino dell’Eden,e lo sarà fino agli ultimi eventi che caratterizzeranno la fine dei tempi descritti in Apocalisse.

Si potrebbe andare avanti per molto, ma quello che m’ha più sconvolto leggendo questo libro è la descrizione del Dio dei cristiani anche se, meno male, come ricordato precedentemente “L’attenzione di Dawkins non è rivolta in particolare al Dio del cristianesimo…”. Ecco cosa afferma:

“Nel resto del volume parlerò solo ed unicamente degli dèi soprannaturali, il più noto dei quali presso la maggioranza dei lettori è Jahvè, il Dio dell’Antico Testamento… Dunque non rivolgerò le mie critiche alle specifiche qualità di Jahvè, Gesù o Allah o di altri dèi come Baal, Zeus o Wotan, ma definirò l’ipotesi di Dio in maniera più difendibile: Esiste un’intelligenza sovrumana e soprannaturale che ha deliberatamente progettato e creato l’universo con tutto quanto vi è compreso, inclusi noi. In questo libro io sosterrò un’altra ipotesi: qualsiasi intelligenza creativa abbastanza complessa da progettare qualcosa è solo il prodotto finale di un lungo processo di evoluzione graduale. Dio, nel senso sopra definito, è un’illusione; e, come dimostrerò negli ultimi capitoli, un’illusione perniciosa” (pag. 29). Questo perché, secondo lui Dio, qualora fosse un’intelligenza creativa, sarebbe un prodotto finale di un lungo processo di evoluzione graduale. E riporta il pensiero di Carl Sagan, ad una sola condizione: “Se per «Dio» si intende la serie di leggi fisiche che governano l’universo,senza dubbio Dio esiste”. La blasfemia e la leggerezza con cui poi descrive Dio mi fanno tremare per la gravità delle parole che usa, ma allo stesso tempo provo grande compassione e profondo amore cristiano per l’uomo R. Dawkins. in quanto creatura di Dio e mio prossimo. Ecco come descrive Dio:

“Il Dio dell’Antico Testamento è forse il personaggio più sgradevole di tutta la letteratura: geloso e fiero di esserlo, è un castiga matti, meschino, iniquo e spietato; sanguinario istigatore della pulizia etnica; un bullo misogino, omofobo, razzista, infanticida, genocida, figlicida, pestilenziale, megalomane, sadomasochista e maligno secondo il suo capriccio. Quelli di noi che si sono familiarizzati con i suoi metodi fin dall’infanzia hanno finito per non accorgersi più di quanto siano orrendi”.

Leggendo quest’affermazione ed altre analoghe scritte nel suo libro, il mio cuore, come Paolo ad Atene, “mi si inacerbiva dentro”, non per l’autore del libro in sé, ma per la sua completa dedizione al dio “Evoluzionismo ateo” a discapito del “Dio vivente e vero” (1Te 1:9), la cui “Parola è verità” (Gv 17:17) e “che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra” (At 17:24).

 

 

Un’offensiva sempre più forte

 

Andando avanti nella lettura, le affermazioni filosofiche assurde, irriverenti e atee che sanno più di propaganda giornalistica, materialistica e filosofica contro la religione, soprattutto verso il cristianesimo, sono sempre più che arroganti, impudenti e sfacciate. La vera scienza galileana, basata sul metodo sperimentale, per dimostrare ai cristiani che Dio non esiste, è usata in questo libro in un modo che lascia molto a desiderare. Infatti, pur riconoscendo “…che, sebbene non si possa tecnicamente dimostrare che non esista”, nel IV capitolo ha l’arroganza di concludere che comunque “Dio è molto improbabile” (pag.113). Questo perché, secondo quanto egli stesso afferma: “L’argomento si basa sulla nota domanda «Chi ha creato Dio?», che quasi tutte le persone pensanti si pongono spontaneamente. Un dio architetto non può spiegare la complessità organizzata, perché se è capace di progettare qualcosa di complesso, dovrebbe essere a sua volta complesso e avere quindi bisogno per sé dello stesso tipo di spiegazione che si dà per la complessità da lui creata. Dio ci mette davanti a un infinito processo a ritroso da cui non può aiutarci a fuggire” (pag. 112).

Per queste persone atee, solo il dio “Evoluzionismo” e la dea “Selezione naturale” sono in grado di farlo! Come può un uomo con una mente atea ed uno spirito materialista così radicato, un “uomo naturale”, intendere e ricevere le cose dello Spirito di Dio, dal momento che esse sono pazzia per lui e che non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente?

 

 

Proclamare la verità, con amore!

 

“…chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?”.

Dio dichiara che sono discorsi che bisogna fare “… non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito…, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio” (1Co 2:6-14). Queste profondità di Dio, inspiegabili per la mente materialista possono avere una spiegazione solamente attraverso “…una sapienza, però non di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma la sapienza di Dio misteriosa e nascosta”, cioè, “Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché com’è scritto: «Chi si vanta, si vanti nel Signore»” (1Co 1: 30).

Questi discorsi sono improponibili e inaccettabili da Dawkins in quanto non crede in Dio, nella storicità della Bibbia scritta da uomini ispirati da Dio, e come detto sopra, in Gesù Cristo. Non voglio citare altre affermazioni, ce ne sarebbero molte, anche perché non ho intenzione di recensire il suo volume. Ho voluto scrivere queste riflessioni per far comprendere il vero volto dell’evoluzionismo e le filosofie “scientifiche” che uno dei loro più importanti sostenitori a livello mondiale diffonde. Questi scienziati, sono così radicati nelle loro “dottrine evoluzioniste” da opporsi a un sondaggio fatto in Inghilterra nel dicembre del 2008, il quale rivelava che per il 29% degli insegnanti di scienze “il creazionismo dovrebbe essere insegnato nelle ore di scienze insieme all’evoluzione e al big bang”.

Ecco cosa risponde Dawkins:

“Se il 29% degli insegnanti di scienze pensano che il creazionismo dovrebbe essere insegnato come un’alternativa valida all’evoluzionismo, noi abbiamo una vergogna nazionale tra le mani, che richiede un intervento urgente per correggere l’educazione degli insegnanti di scienze. Noi mancheremo nel nostro dovere nei confronti ai ragazzi se impiegassimo nelle nostre scuole insegnanti così ignoranti o così stupidi”.

È molto chiaro, lo si legge anche in sovraccoperta del libro, che quello che conta per Dawkins è raggiungere con opportuni ragionamenti, che sanno più di filosofia che di scienza galileana, l’obiettivo fissato: risvegliare le coscienze dei lettori di tutto il mondo in quanto egli “…prende in esame tutti i più importanti argomenti a favore dell’esistenza di Dio, dimostrandone l’inefficacia e mette a frutto tutta la sua competenza e passione di scienziato per farci capire come nessuna religione potrà mai darci una comprensione più profonda e uno stupore più commosso per le meraviglie del mondo di quelli che ci consente di avere un atteggiamento scientifico fondato su un sano ateismo”.

Anche se sono scritte da un miscredente e in “buonafede ateistica”, con tutto il rispetto e l’amore che un cristiano deve avere verso il suo prossimo, alle arroganze e blasfemie contenute nelle sue affermazioni la reazione dovrebbe essere la stessa di Davide con Goliat: “Chi è questo filisteo, questo incirconciso, che osa insultare le schiere del Dio vivente?” (1Sa 17:26). Ancora meglio, le domande che il Signore fece a Giobbe in un particolare momento della sua vita: “Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?” e, dopo aver mostrato la potenza della sua forza con degli interrogativi sulla sua creazione: “Il censore dell’Onnipotente vuole ancora contendere con lui? Colui che censura Dio ha una risposta a tutto questo?.” Gb 38 a 41).

Dawkins, certamente non crede alle parole esposte in questi capitoli della Bibbia, ma se li meditasse semplicemente come “narrativa”. come lui li considera, avrebbe molta difficoltà e spirito di frustrazione nel dare una risposta, e chissà se arriverebbe a confessare umilmente con Giobbe:

“Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Si, ne ho parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e non le conosco. …Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere” (Gb 42:2-6). “Insegnaci tu…nelle nostre tenebre noi siamo senza parole” (Gb 37:19).

La preghiera quotidiana che dobbiamo rivolgere a Dio per tutti gli uomini atei e per Dawkins, è che nella sua infinita misericordia li faccia “cadere”, come Saulo, dal cavallo dell’Evoluzionismo ateo, faccia loro “recuperare la vista”, e li faccia diventare proclamatori, come l’apostolo Paolo, della fede in Cristo Gesù Creatore, Signore e Salvatore. Come risolvere questo problema? Come può il cristiano affrontare questa battaglia evoluzionista e atea?

Nel prossimo articolo cercheremo le risposte, alla luce della Parola di Dio.