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Nel giro di pochissimo tempo, la situazione economica di questi stati, in generale, è cambiata grazie alla scoperta dell’oro nero: il petrolio. Luoghi dove c’era solo il deserto e si coltivavano soltanto datteri ora, pur essendoci sempre la loro coltivazione e produzione (sono eccellenti!), c’è molta prosperità. Ma in queste nazioni non c’è solo l’oro nero perché il Signore sta portando avanti la Sua opera. Ad esempio, negli ultimi tre decenni, la nave Logos di Operazione Mobilitazione (OM) ha attraccato in diversi porti: Kuwait, Dubai, Manama nel Bahrein, nell’Oman e nel Qatar. Inoltre alcuni dei nostri fratelli hanno posti di lavoro di grande responsabilità, il che costituisce qualcosa di molto importante per la testimonianza cristiana.

 

 

 

Piccoli Stati

 

A

ttorno alle coste della penisola arabica ci sono alcuni piccoli stati chiamati anche Stati del Golfo. Quando i Portoghesi scoprirono la rotta marittima per l’India fondarono dei centri commerciali nel Golfo Persico al fine di impedire che i Turchi Ottomani li allontanassero dalla rotta commerciale. In seguito i Portoghesi furono sostituiti dagli Olandesi e poi dai Britannici che si resero conto che il loro commercio con la Mesopotamia e l’Iran attraverso la via del Golfo Persico era minacciato dai pirati, principalmente ma non totalmente Arabi, che avevano le loro basi sulle spiagge meridionali del Golfo. Causa questo, essa è nota come la Costa dei Pirati. Un’altra attività qui era la tratta degli schiavi. Dal 1800 in poi i Britannici iniziarono ad intraprendere delle azioni contro i pirati e tra il 1820 e il 1853 i governatori locali stipularono tregue e trattati di Pace allo scopo di porre fine alla pirateria e alla tratta degli schiavi. Quest’area, perciò, divenne nota come la Costa della Tregua e i territori governati da diversi sceicchi divennero noti come gli Stati della Tregua.

Un tempo sotto la protezione britannica, hanno acquistato tutti l’indipendenza in tempi diversi nel secondo dopoguerra. In molti casi la costituzione e la forma di governo sono diverse, ma sono accomunati da alcune somiglianze nel campo amministrativo e in quelli economico e religioso. La scoperta del petrolio ha trasformato, nel corso di una generazione, tutti questi territori facendoli passare da Stati poveri, con gravi carenze d’acqua a Stati ultra ricchi, rigogliosi, con grattacieli tra i più alti al mondo (il più alto si trova a Dubai), intrattenimenti, eccetera.

Negli ultimi anni anche grazie ad alcuni eventi sportivi (vedi le gare di Formula 1 e ciclistiche) si sono fatti conoscere a livello internazionale. Un tempo non lontano gli edifici erano molto modesti, ora ci sono palazzi altissimi, modernissimi e dotati di tutti i comforts. Qui di seguito riporto alcune notizie su tre Stati (Kuwait, Qatar e Barhein), mentre nel prossimo numero parlerò degli Emirati Arabi Uniti (EAU).

 

 

L’opera evangelica

e le Assemblee nel KUWAIT

 

 

Il Kuwait un emirato sovrano, situato in una zona particolarmente ricca di petrolio, il settimo produttore al mondo (si parla di riserve di 104 miliardi di barili!). È stato il teatro della Guerra del Golfo nel 1990-’91. Prima di allora era uno Stato quasi sconosciuto; dopo, le immagini dell’invasione irachena e di quel cormorano imbevuto di petrolio e impossibilitato nei movimenti (una bufala ma che rese perfettamente l’idea della tragedia di quella guerra), hanno fatto il giro del mondo. Quasi totalmente desertico, è l’unico Stato al mondo senza riserve naturali di acqua. Nonostante le scarse precipitazioni è notevole la coltivazione dei datteri. La quasi totalità dell’intera popolazione abita nella capitale, Città di Kuwait, che conta circa 4 milioni di abitanti. Le modestissime costruzioni di fango di un tempo, che sono state man mano demolite a iniziare dal 1957, oggigiorno sono state sostituite da palazzi altissimi; la torre di Al Hamra, alta circa 413 m è la torre scolpita più alta al mondo.

È un porto naturale con tutti i comfort occidentali: strade moderne, centri finanziari sofisticati, appartamenti lussuosi, parchi molto belli, scuole, ospedali, cliniche, teatri, biblioteche e università, ecc. Anche se la lingua ufficiale è l’arabo, moltissimi parlano l’inglese.

Qui nei primi secoli c’era una presenza cristiana che venne osteggiata già nel V sec. e poi islamizzata in seguito.

Nel 1885 arrivò un missionario della chiesa riformata americana appartenente all’«American Arabian Mission» che svolse un duro lavoro di testimonianza che portò del frutto duraturo per diversi anni.

Oggi la maggioranza della popolazione è musulmana (di tipo sunnita). La tolleranza religiosa è più alta qui che in tutte le altre zone del Golfo, anche se è proibito fare proseliti, ma è qui che la nave Logos di Operazione Mobilitazione, dopo la guerra del Golfo, ha attraccato ed è stata molto visitata. I dati di Operazione Mobilitazione (OM) mostrano che è in questa località che, in proporzione, sono state vendute più Bibbie che in qualsiasi altra parte del mondo.

Nonostante le restrizioni menzionate, è concessa ampia libertà di culto alle minoranze straniere o di immigrati. Questo ha permesso la nascita di sei Assemblee che sono dislocate la maggior parte nel centro della città e le altre in periferia. Esse sono formate per la stragrande maggioranza da lavoratori indiani e da alcuni che provengono dal mondo arabo e da quello Occidentale. Oltre alle consuete attività (i culti si tengono la domenica sera perché la domenica è un giorno lavorativo) se ne svolgono altre in diversi ambiti, pur tenendo presenti le restrizioni legali. Nella prima settimana del novembre 2011 è stato organizzato un Convegno sugli “Eventi del mondo alla luce della profezia biblica”. Questo Convegno è stato frequentato anche dai credenti degli altri Stati del Golfo e degli Emirati Arabi Uniti; gli argomenti trattati sono stati di grande stimolo e riflessione.

 

 

Le Assemblee del QATAR

 

 

Il Qatar è un piccolo Stato, che ha una popolazione di poco più di due milioni e mezzo di abitanti. Deve la sua grande ricchezza ai giacimenti petroliferi scoperti negli anni ’40 ma commercializzati dagli anni ’50. Vi si trovano anche i più grandi giacimenti di gas naturale al mondo. In questo Paese c’erano alcuni credenti provenienti dalle Assemblee indiane che si radunavano in una chiesa evangelica congregazionalista. Nel 1968, grazie all’opera di un evangelista indiano e con la collaborazione di altri, è iniziata la prima assemblea, nella capitale, a Doha, che era costi-
tuita da tredici credenti. Oggi quest’assemblea, la 
Doha Brethren Assembly è formata da 340 membri in comunione. Sempre nella capitale, oggigiorno ce ne sono altre due: Ebenezer Brethren Assembly, con più di cento membri e la Doha Christian Assembly con più di 125 credenti in comunione.

Ognuna delle assemblee vive una situazione spirituale molto positiva e non ha problemi di sorta. Ci sono molti giovani che hanno attività regolari di studio biblico ogni venerdì sera e tutte le altre attività le svolgono insieme ai membri della loro propria assemblea. I credenti sono spiritualmente in crescita e felici. Di solito, soprattutto i capi famiglia, rimangono qui per ragioni lavorative dai 15 ai 25 anni, dopodiché rientrano in India.

 
Le Assemblee, che hanno una buona comunione fra di loro, godono di una bella libertà per radunarsi. Tuttavia non possono portare avanti nessun progetto perché non è loro permesso. Il governo, che ha concesso un locale di culto all’assemblea più numerosa, concede il visto ai predicatori indiani che, di tanto in tanto, possono visitare le Assemblee per incoraggiarle e istruirle.

 

 

Le Assemblee del BAHREIN

 

La storia del Bahrein va indietro nel tempo agli albori della storia umana. Il porto di Dilmun dominava i commerci del Golfo al tempo dei Sumeri nel 3.000 a.C. In questa zona si trova il più ampio cimitero dell’antichità con migliaia di tombe.

La presenza evangelica esiste dai primi anni del 900. La prima assemblea del Golfo Arabo è nata nel novembre del 1948 proprio nel Bahrein grazie all’opera di quattro fratelli indiani provenienti dallo stato del Kerala, nel sud dell’India. Ognuno di loro era stato inizialmente spinto a lavorare lì per iniziare una testimonianza al di fuori dell’India. In quegli anni la moneta usata nel Bahrein era la Rupia indiana e la regione del Golfo era sotto l’amministrazione della Gran Bretagna. Era difficile immaginare in quei giorni quello che il Signore stava preparando in quella zona per la sua testimonianza.

I primi depositi sotterranei di petrolio furono trovati proprio nel Bahrein nel 1932-34. Lo stabilimento della BAPCO (Bahrain Petroleum Company), la prima raffineria di petrolio del Golfo, aprì le porte per ricevere sia stranieri sia occidentali sia asiatici. Inizialmente i quattro fratelli indiani, con le loro famiglie, si radunarono in una casa privata e poi in un’altra, più ampia, situata a Manama, la capitale. In seguito fondarono un’altra assemblea, sempre a Manama, nel 1971. Grazie alla continua crescita numerica, questa seconda assemblea dal 1975 in poi si raduna in parte nei locali dell’ospedale missionario americano. Un’altra parte di questi credenti prese il nome di “Assemblea dei Fratelli di Manama” e si trasferì nei locali della chiesa nazionale evangelica nel 1982, dove si raduna tuttora. Quest’assemblea, la più numerosa del Bahrein, ha oggi più di 300 membri in comunione. La quarta assemblea è stata fondata nel 2001 nella città di Salmabad dove c’era un’alta concentrazione di operai provenienti dal sud dell’India. Nel 2005 è stata fondata una quinta assemblea, “Assemblea dei Fratelli Eben Ezer”, nella città Um Al Hassam. Rendendosi conto della necessità e dell’importanza di avere un’assemblea per la comunità di lingua Hindu residente nel Bahrein (persone provenienti dal nord dell’India, dal Pakistan e dal Nepal), è stata fondata nel 2015 “l’Assemblea dei Fratelli Bethel” per i credenti di lingua Hindu. Attualmente questa assemblea è formata da quaranta credenti in comunione più i bambini, i ragazzi e i simpatizzanti. Il totale dei credenti battezzati delle Assemblee del Bahrein è di circa 700 persone. A queste bisogna aggiungere un bel numero di bambini, di ragazzi, di adolescenti e di giovani non ancora in comunione, oltre ai simpatizzanti.

Tutti i membri delle Assemblee (come anche quelli degli altri Stati) sono stranieri, la maggior parte dei quali indiani e una minoranza di altre nazioni: alcuni del Nepal, del Pakistan e di alcune nazioni Occidentali. Non esistono però altre Assemblee etniche. Alcuni credenti arabi, provenienti dalla Giordania e dalla Siria, sono membri o della chiesa Battista o della Chiesa Riformata Americana. Come in tutti gli altri Stati del Golfo, l’evangelizzazione è illegale, essendo la comunità islamica l’ambito in cui si muovono. Tuttavia è possibile evangelizzare i molti stranieri, e si contano una settantina di nazionalità presenti che costituiscono la metà della popolazione del Bahrein. La maggior parte di costoro costituisce la forza lavorativa e, quindi, le Assemblee sono interamente costituite da giovani e da persone di mezza età, da poche persone anziane. Alcuni di questi hanno ruoli di grossa responsabilità nel campo lavorativo e godono di una eccellente testimonianza. Tutto questo porta ad avere parecchi giovani maturi con responsabilità di guida nelle Assemblee che sono spiritualmente attive e stanno crescendo sia a livello numerico sia a livello spirituale.

Sono gli anziani delle Assemblee che le guidano e svolgono le importanti attività di insegnamento e di cura pastorale. I giovani in generale, invece, si occupano delle attività evangelistiche (vedi sotto quando menziono i problemi che le Assemblee devono affrontare). Non ci sono servitori a pieno tempo e nemmeno missionari stranieri, causa le ovvie restrizioni. In generale tutte le assemblee del Bahrein svolgono le seguenti attività.

In primo luogo hanno il Culto di adorazione la domenica sera. Gli incontri di studio biblico e/o di preghiera avvengono regolarmente di solito il giovedì sera. Il venerdì, che è giorno festivo, c’è l’incontro dei giovani, la scuola domenicale e le attività evangelistiche dei giovani. Ci sono poi incontri di sorelle una o due volte al mese mentre altre attività, quali picnic, incontri speciali per giovani, per bambini, convegni, riunioni di preghiera, eccetera, vengono organizzate di tanto in tanto.

Tra i problemi che le Assemblee si trovano ad affrontare segnalo le restrizioni del Governo; questo non concede la possibilità di evangelizzare le persone del posto. In secondo luogo, seppure in generale, visto che il prezzo del petrolio è crollato, le nazioni del Golfo stanno sperimentando un rallentamento economico che sta portando alla perdita di lavoro. A causa di questo, molti stranieri, che vivono lì, sono costretti a rientrare nella loro terra d’origine, ma il Signore ha il controllo della situazione. Infatti, diversi di loro ritornano a casa ricchi di esperienza e pieni di zelo nel portare il Vangelo. Alcuni laureati, che hanno dei buoni posti di lavoro, non si portano dietro le proprie famiglie che visitano soltanto periodicamente. Questo causa delle problematiche, come le tensioni nelle famiglie, l’impossibilità di favorire e seguire la crescita generale e soprattutto spirituale dei propri figli, per via della loro presenza discontinua, eccetera. Menzionando invece gli aspetti positivi, molti credenti (nella quasi totalità indiani) hanno iniziato dei ministeri di predicazione del Vangelo e di insegnamento sia negli Stati del Golfo sia in India e questo anche in forma elettronica. Nelle Assemblee viene incoraggiata la liberalità unicamente per il finanziamento dei diversi ministeri: da quello elettronico a quello manuale, eccetera, e per dare un cospicuo (e indispensabile) aiuto ai servitori indiani. Vengono incoraggiati diversi ministeri in India tramite delle offerte generose; così come anche le visite personali a questi missionari che lavorano in un contesto particolarmente duro e difficile.

 

Preghiamo affinché i nostri fratelli in questi Stati del Golfo possano continuare a radunarsi liberamente e a vivere in modo coerente la vita cristiana. Preghiamo anche affinché il loro ministero evangelistico possa continuare a portare del frutto in mezzo alle varie popolazioni straniere. Ringraziamo il Signore per il loro slancio nell’essere dei donatori allegri per tanti servitori e ministeri delle Assemblee in India.