Tempo di lettura: 7 minuti

Premessa

 

Il motivo che mi ha spinto a scrivere su un argomento così importante e particolare è duplice:

1.  Innanzitutto essere consapevoli di quelle che sono le promesse di Dio in relazione alla Chiesa. Come sappiamo il Signore Gesù ci ha rivolto delle promesse particolari che concernono la sua venuta e che per ogni figlio di Dio devono essere motivo di incoraggiamento e consolazione.

2.  Nello stesso tempo, vi è da molti anni una grande disquisizione sulla tempistica del Rapimento. Diversi figli di Dio credono che il Rapimento avverrà alla fine della grande Tribolazione, quindi la Chiesa, sebbene verrà preservata dall’ira di Dio, dovrà comunque subire le persecuzioni perpetrate dall’Anticristo per sette anni. Altri figli di Dio, invece sono convinti che il Rapimento avverrà prima della Tribolazione, quindi la Chiesa non solo scamperà dall’ira di Dio, ma scamperà anche dalle persecuzioni di questo periodo.

Conoscere la tempistica o comunque individuarla nella Scrittura non vuole essere solo un esercizio fine a se stesso, dal momento che ci porta a comprendere quello che è il piano di Dio per la sua Chiesa.

 

Atteggiamenti

da evitare

 

Purtroppo quando si affrontano questi argomenti, si assumono talvolta degli atteggiamenti che non glorificano il Signore. Infatti sulla scia delle proprie convinzioni, si corre il rischio molte volte di assumere atteggiamenti di supponenza ed arroganza, come se noi personalmente fossimo i depositari della verità. Dobbiamo ricordarci che ci troviamo nel campo dell’escatologia, un terreno per molti aspetti difficile e minato. Nello stesso tempo però siamo incoraggiati dal Signore stesso ad investigare le Scritture per comprendere ciò che egli ci ha voluto rivelare.

Per questo primo articolo vogliamo vedere da vicino le motivazioni della tesi post-tribolazionista, cioè che colloca il Rapimento della Chiesa alla fine della Tribolazione. In questa prima parte non farò ancora un’analisi apologetica, ma elencherò di seguito le motivazioni principali portate avanti da quei sinceri fratelli che credono nel Rapimento post-Tribolazione.

Gli eventi di Matteo 24-25 e

1 Tessalonicesi 4:13-17 coinciderebbero

 

Chi è a favore della tesi post-tribolazionista afferma che l’evento principale di cui parla il Signore Gesù in Matteo 24-25, ovvero il suo ritorno in gloria per giudicare coincide con quanto insegna Paolo in 1 Tessalonicesi.

Vediamo qualche testo per metterli in parallelo:

 

Matteo 24:15-27

“Quando dunque vedrete l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti; chi sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua; e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che la vostra fuga non avvenga d’inverno né di sabato; perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non v’andate; “Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile”.

 

 

In questo brano il Signore Gesù parla dell’abominazione della desolazione, un’espressione che viene sottolineata anche nel libro del profeta Daniele, indicante un periodo di estrema difficoltà che il popolo di Israele dovrà sperimentare. Sarà talmente duro quel periodo, che tutti coloro che saranno in Giudea dovranno fuggire ai monti, così come sarà estremamente difficile quel periodo per quelle donne che saranno incinte. Vi sarà una grande tribolazione e se quei giorni non fossero abbreviati per gli eletti non vi sarebbe speranza. Di seguito viene poi spiegato che il ritorno in gloria del Signore Gesù, sarà come il lampo che esce dal Levante per giungere fino a Ponente, un’espressione che fa pensare ad un evento fulmineo.

Gli eletti di cui si parla in questo testo, sono rappresentati da tutti i figli di Dio nati di nuovo, i quali dovranno passare per il periodo della grande tribolazione.

 

•   L’evento di cui si parla in Matteo 24, coincide con quanto afferma Paolo in

 

1Tessalonicesi 4:13-17

“Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore”.

 

 

Questo evento narrerebbe nel dettaglio, sempre secondo la tesi post-tribolazionista ciò che avverrebbe alla fine della grande tribolazione. Il Signore Gesù scenderà dal cielo, dopo i tre suoni che sono menzionati: “ordine, voce d’arcangelo e tromba di Dio”, e dopo quegli ordini, gli eletti saranno raccolti per poi ritornare fulmineamente con lui per regnare in gloria.

L’ultima tromba di 1Corinzi 15:52 coinciderebbe con la settima tromba

di Apocalisse 11:15

 

Anche in questo caso mettiamo i dei brani in parallelo.

• Leggiamo in 1Corinzi 15

 

Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità”.

 

 

Con queste parole, Paolo parla certamente del momento in cui i corpi dei giusti verranno tramutati in incorruttibili, immortali, resi adatti al regno celeste. Ma in questo testo si parla di “ultima tromba” che secondo la tesi post-tribolazionista coincide con quanto è scritto nel passo seguente di Apocalisse 11:15

 

Poi il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli»”.

 

 

Questa settima tromba coinciderebbe con l’ultima tromba di cui parla Paolo (1Co 15:52). Quindi qui ci verrebbe detto il momento esatto in cui il rapimento avverrebbe.

 

 

Il rapimento pre-tribolazione è il frutto di una visione di Margaret Macdonald

 

Un altro punto che viene preso da coloro che sostengono che il rapimento post-tribolazione è il seguente. La dottrina pre-tribolazionista, avrebbe preso origine solo nel 1830 da una certa donna di nome Margaret Macdonald. In internet vi è molto materiale soprattutto in inglese. Si afferma che questa donna avrebbe avuto una visione in un momento particolare della sua vita e si citano alcune sue seguenti frasi: “… ora fate attenzione al segno del Figliuol dell’Uomo. Qui fui fatta fermare e piangere. Non si sa che cosa è il segno del Figliuol dell’uomo: il popolo di Dio pensa che sta aspettando, ma non sa di che cosa si tratta. Io sentii che questo doveva essere rivelato, e che c’era grande buio ed errore attorno ad esso; ma improvvisamente quello che mi apparve con una luce gloriosa io vidi che era il Signore stesso che discendeva dal cielo con un grido, proprio l’uomo glorificato, cioè Gesù; ma tutti devono essere ripieni di Spirito Santo come lo era Stefano, per poter guardare su e vedere lo splendore della gloria del Padre. Io vidi quale era l’errore, e cioè che gli uomini pensano che sarà qualcosa visto dall’occhio naturale; ma questo è il discernimento spirituale di cui c’è bisogno: l’occhio di Dio nel suo popolo… siate ripieni di Spirito”. (Questa è solo una parte del resoconto scritto dalla stessa Margaret Macdonald a proposito della sua rivelazione, come appare in Robert Norton’s Memoirs of James & George Macdonald of Port-Glasgow, 1840, pagine 171-176).

 

Ripeto che non è mia intenzione in questo articolo confutare o discutere questi punti, ma semplicemente elencare quelle prove che vengono sostenute per suffragare la tesi post-tribolazionista. Pertanto prima del 1830 NESSUNO avrebbe mai predicato o insegnato la dottrina del rapimento pre-tribolazionista.

 

 

La particolare esegesi

di 2Tessalonicesi 2:1-3

 

Si può affermare senza tema di errore che il brano di 2Tessalonicesi 2:1-4, rappresenta uno dei “cavalli di battaglia” della tesi post-tribolazionista. Ecco come recita il brano:

 

“Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi pre-

ghiamo di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio -.

 

 

 

Da questo testo ecco quali sono gli insegnamenti principali che vengono sostenuti:

 

   Nel v. 1 si parla sia della venuta del Signore Gesù, del nostro adunamento con lui e del giorno del Signore, identificandoli in un unico evento. In altre parole in questo verso, Paolo starebbe dando una chiara indicazione che il Rapimento non avverrà prima che il “ figlio di perdizione” venga manifestato. Il credere al Rapimento pre-tribolazione, rappresenterebbe quindi un inganno, una falsa dottrina.

 

   Più avanti si parla di “ciò che lo trattiene” “colui che lo trattiene”, senza dare una chiara indicazione dei soggetti di cui parla Paolo, ma escludendo che si tratti della Chiesa e dello Spirito Santo.

 

 

I santi di cui si parla in Apocalisse sarebbero rappresentati dalla Chiesa nel periodo della grande tribolazione

 

Naturalmente questa è una deduzione logica della tesi post-tribolazionista. Se la Chiesa non sarà rapita prima della fine di questo periodo, ovviamente i santi, ad esempio la folla della grande tribolazione, i due testimoni, i 144000 (categorie di personaggi che si trovano in Apocalisse 7 e 11) sono rappresentati dalla Chiesa del Signore Gesù Cristo.

 

Scampare dall’ira di Dio non significa scampare dalla persecuzione

 

I sostenitori della tesi post-tribolazionista affermano che scampare dall’ira di Dio significa solamente scampare dai giudizi di Dio. In altre parole non si verrà colpiti dai giudizi del Signore, ma non dalle persecuzioni perpetrate dall’Anticristo. Ecco i brani che si prendono per sostenere questo:

 “Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio». Il primo andò e versò la sua coppa sulla terra; e un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine” (Ap 16:1-2).

 “Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello»” (Ap 14:9-10).

 

 

Insegnare la dottrina pre-tribolazionista
illuderebbe i cristiani

 

Purtroppo molto spesso ho sentito anche questo pensiero. Insegnare che il Rapimento ci sarà prima della grande Tribolazione, illuderebbe i cristiani circa il fatto che si scamperà da quel terribile periodo. Come detto solo nei prossimi articoli passerò alla confutazione di questi punti, tuttavia ora mi preme solo affermare che l’insegnamento della dottrina pre-tribolazionista non ha assolutamente lo scopo di illudere i figli di Dio. Semmai, come insegna Paolo in 1Tessalonicesi 4:18, lo scopo è quello di essere consolati da quelle che sono le promesse di Dio per ciascuno di noi.