Archivi Mensili: Gennaio 2010
Secondo alcuni scienziati il sole si starebbe lentamente raffreddando. Mentre adesso gli uomini sono preoccupati per il crescente calore provocato dal cosidetto “effetto serra”, fra qualche secolo dovranno preoccuparsi per un graduale raffreddamento che porterà i ghiacci del polo fino all’equatore.
Si è ormai concluso il cosidetto anno darwiniano. Nel corso di tutto l’anno, nei vari contesti in cui lo si è “celebrato”, l’esaltazione dell’evoluzionismo è andata di pari passo con il discredito gettato sulla Bibbia e, di conseguenza, sulla sua ispirazione e sulla sua autorità come Parola di Dio. Davanti a questi attacchi concentrici, che hanno in realtà come obiettivo il rifiuto di Dio, non possiamo restare indifferenti, ma dobbiamo, “con dolcezza e rispetto”, proporre una testimonianza chiara della nostra fede.
Probabilmente il verbo “credere” è uno dei più fraintesi nel suo significato, a tal punto che oggi, quando dichiariamo di essere “credenti”, siamo costretti a spiegare bene che cosa intendiamo dire e quale è la realtà che la nostra vita vive nella sua relazione personale con il Signore. Sgombrare il campo da ogni equivoco, e farlo guidati ed illuminati dalla Parola di Dio, è quanto mai necessario non solo per la nostra testimonianza, ma anche per il nostro cammino personale con il Signore.
In quale modo i cristiani della chiesa primitiva desideravano, ricercavano e vivevano le loro relazioni fraterne? Dobbiamo accontentarci di raccogliere soltanto gli echi di quel mondo, ricco di comunione reale e concreta, e dobbiamo considerarlo perduto per sempre? Oppure, dopo una serena e produttiva riflessione sul nostro comportamento e su quello della realtà ecclesiale di cui siamo parte, dobbiamo adoperarci perché il mondo “perduto” possa diventare un mondo “recuperato” e, soprattutto, “vissuto”?
“Vi era anche Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, la quale era molto avanzata in età, avendo vissuto dopo la sua verginità sette anni con il marito. Ella era vedova e, sebbene avesse ormai ottantaquattro anni, non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta ella pure in quel momento, lodava il Signore e parlava di quel bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione in Gerusalemme” (Luca 2:36-38).