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Ammazzare il tempo per non esserne divorati: è possibile?

Cronos nella mitologia greca era uno dei titani figlio di Urano (il cielo) e di Gea (la terra): titano1 della fertilità, del Tempo e dell’agricoltura e padre di Zeus. Un oracolo gli aveva predetto che uno dei figli lo avrebbe ucciso così egli uccideva i figli appena nati e li ingoiava. Sua moglie Rea, incinta di Zeus, alla nascita del bimbo diede a suo marito una pietra che lui ingoiò pensando che fosse il bimbo appena nato. È così che Zeus, una volta cresciuto riuscì a spodestare il padre e divenne il re dell’Olimpo. Lo so, non è una storia molto edificante ma è altamente significativa: Cronos, il tempo, con il suo inesorabile trascorrere è paradigma di tutti gli eventi della storia generale e della nostra personale.

Il tempo che divora i suoi figli è un’immagine cruda che rappresenta una realtà che viviamo giornalmente: quante volte ci siamo sentiti divorati dal lento ma inesorabile cammino del tempo? Il nostro secondogenito ha da poco compiuto 50 anni e durante il pranzo nel quale abbiamo festeggiato l’evento si è chiesto: “Ma come ho fatto ad arrivare a questa età? E nemmeno me ne sono accorto!”

Se Cronos divora i suoi figli questi fanno di tutto per ammazzarlo. “Ammazzare il tempo” è un’espressione che usiamo per indicare quei momenti di relax nei quali riempiamo con qualche passatempo i “buchi” lasciati dalle nostre attività. Niente di male perché abbiamo bisogno anche di questi momenti. Un’estate di qualche tempo fa ero sotto un ombrellone e meditavo sul mio stato di relax che ho definito, in una poesia scritta al momento, come “ozio terapeutico”. Sì, abbiamo bisogno anche di questo, almeno ogni tanto.

Uno dei miei passatempi preferiti è senz’altro la lettura; oltre a letture impegnative mi piace spaziare in tanti settori: romanzi, monografie ecc. Una delle mie ultime letture riguarda proprio il tempo. Il titolo del libro è “Tempo, il sogno di uccidere Chrònos”2. Lo scritto, la cui lettura è piuttosto impegnativa, offre numerosi spunti di riflessione. 

All’inizio del suo scritto l’autore si chiede: “Che cos’è il tempo? Riusciremo mai a sconfiggere il suo avanzare inesorabile? Si può rovesciare la freccia del tempo?” Questo è un sogno antico ma sempre attuale: la filmografia ce ne offre numerosi spunti; il film Ritorno al futuro ne è un esempio. Per rispondere a queste domande l’autore entra nei meandri dell’immensità e tra galassie e buchi neri scopre che “Quei mondi lontani sono una sfida al nostro concetto di tempo come scorrere fluido, continuo, regolare”. Mi fermo qui perché ciò che si scopre lascia basiti e che ha portato Einstein ad elaborare la famosa formula E = mc2, che ci porta alla relatività del tempo. Che il tempo non fosse sempre uguale per tutti lo diceva già la Parola di Dio: per il Creatore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno (2Pi 3:8; da prendere nota: Pietro si raccomanda di non dimenticarci di questa verità, questa raccomandazione mette in luce la sua importanza).

Rimaniamo nel nostro tempo, quello scandito dal giro della terra intorno al sole e alle fasi lunari. Anche il Creatore e Signore del tempo nella sua Parola ha qualcosa da dirci sulla gestione del tempo.

Giorni preziosi

Quando si parla di tempo c’è un passo che è frequentemente citato; si trova nel salmo 90, composto da Mosè: “Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio”. Un “cuore saggio” è il desiderio di ogni uomo, del credente in particolare; per ottenerlo ci viene raccomandato di “contare i nostri giorni”, non solo contarli ma “contarli BENE”. Qual è il motivo di questa esortazione? Cosa nasconde la metafora di “contare i giorni”?

All’interno del salmo (v. 3) è presente questa significativa espressione: “Tu fai ritornare i mortali in polvere”. In altre parole Mosè sta affermando che il tempo da trascorrere su questa terra ha un limite: l’uomo è mortale, non è eterno. Mediamente abbiamo 30 mila giorni da vivere: sono tanti, ma non infiniti. Ogni giorno deve essere considerato unico, irripetibile, prezioso. L’esortazione dell’autore del salmo è quella di non sprecare il nostro tempo, di non trattarlo come fosse cosa di poco conto. Serenamente vado incontro a quella che Mosè definisce l’età dei “più forti” (v. 10) e, nonostante la mia non più giovane età, voglio con tutto me stesso vivere i miei giorni considerandoli preziosi e cogliere tutte le opportunità che il Signore mi offre.

Giorgione è un pittore italiano del XVI secolo; uno dei suoi dipinti più famosi è Le tre età dell’uomo. Nel dipinto è rappresentato lo stesso personaggio, da ragazzo, da uomo maturo e in età avanzata. È in questo modo che l’artista ha voluto rappresentare la precarietà della vita. Da ricordare a questo proposito la raccomandazione di Gesù: “Chi di voi può con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” (Mt 6:27).

Nel libro citato, Tonelli così si esprime: “Le cose più belle che l’umanità abbia mai prodotto nascono dal sogno di lasciare una traccia indelebile di questo fugace passaggio”. Considero una sciagura quella prospettata da Davide in uno dei suoi preziosi salmi: “I giorni dell’uomo son come l’erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento, esso non esiste più, e non si riconosce più il luogo dov’era” (Sl 103:15). Contare bene i nostri giorni ci aiuterà a lasciare una traccia positiva del nostro passaggio. 

Il grande scrittore J. Tolkien fa dire a Gandalf, uno dei suoi personaggi: “Tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare col tempo che ci viene concesso”

 Conta bene i tuoi giorni, ognuno d’essi è prezioso e irripetibile. È vero: “La consapevolezza della nostra precarietà e la fine ineluttabile che ci aspetta possono rendere drammatico il senso dello scorrere del tempo” (Tonelli), ma se al traguardo io avrò speso bene i miei giorni io sentirò la voce del mio Signore esclamare: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa … entra nella gioia del tuo Signore”. 

Eliminare i segni del tempo

Cronos non può essere ammazzato e nel suo inesorabile cammino continuerà a divorare i propri figli: questo l’uomo lo sa e cerca in tutti i modi di rallentare il suo percorso, soprattutto desiderando eliminare gli evidenti segni del suo passaggio. Quanto botulino sarà ancora iniettato per eliminare questi segni del tempo? Quanti miliardi l’umanità occidentale dovrà ancora spendere per sembrare più giovane e in questo modo avere l’illusione di aver sconfitto Cronos?

I media offrono il tristissimo spettacolo di personaggi piuttosto avanti nell’età che fanno di tutto per sembrare molto più giovani, ma il “trucco” per nascondere la propria età è più evidente dei segni lasciati da questa e il loro tentativo risulta davvero patetico. L’immagine che lo specchio mi rimanda ogni giorno è quella in cui i segni dello trascorrere del tempo sono evidenti, ma non mi rammarico. Ricordo una frase che la grande attrice Anna Magnani disse al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Le ho pagate tutte care. C’ho messo una vita a farmele!”. Triste illusione quella che porta a credere che eliminando i segni del tempo l’essere umano pensa di sconfiggerlo, illusione ancora più grande, è quella che può indurci a pensare di “aggiungere una sola ora alla durata della sua vita”. 

C’è un tempo per ogni cosa

L’antico Predicatore ci ricorda che “Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo” (Ec 3:1). È utile pensare che i giorni che dobbiamo contare ci offrono diverse opportunità che vanno colte al momento opportuno. Sarà bello vivere pensando che il nostro “Datore di lavoro” è soddisfatto della nostra alacrità, della nostra personale capacità di sapere di vedere nelle pieghe della vita quotidiana delle opportunità per migliorare noi stessi e seminare del bene intorno a noi. Se c’è qualcosa di cui mi rammarico è quella di non essere stato capace di vedere e sfruttare al meglio le buone occasioni che mi venivano offerte. 

La lingua greca offre due termini traducibili con tempo: cronos e kairos. Il secondo termine indica il tempo opportuno o convenevole. Ci sono dei momenti irripetibile nella nostra storia personale che vanno opportunamente vissuti: è il famoso treno che passa una sola volta. Facciamo nostra questa preghiera: “Signore dammi la capacità di vedere questo tempo ed essere in grado di spenderlo al meglio”.

NOTE:

  1. I Titani erano gli dèi più antichi, nati prima degli dèi dell’Olimpo.
  2. di Guido Tonelli, pubblicato da Feltrinelli nel 2021.