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Cibarsi per poter cibare

Anni fa Samuele, subito dopo la dipartita della sua amata Vittoria, mi ha confidato il desiderio di non essere ricordato dopo la sua morte, avendo il timore che chi lo avesse fatto avrebbe in qualche modo potuto velare la gloria di Dio. Ma ricordare quanto ha fatto nella vita di molti, attraverso un servizio durato oltre sessant’anni, non è soltanto un segno di ubbidienza al Signore (“Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio e, considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede”, Eb 13:7); è anche un modo per glorificare Dio evidenziando, come nella sua grazia, egli si sia compiaciuto di usare per la sua gloria un peccatore salvato, quale Samuele era.


Ho conosciuto Samuele al cimitero di Anghiari il 27 aprile 1960 venuto da Firenze, dove aveva iniziato il suo servizio per il Signore, invitato da Gian Nunzio Artini a predicare al funerale di una sorella, alla quale ero particolarmente legato. L’ho conosciuto, quindi, mentre
“annunziava la parola di Dio”, un annuncio che poi, nel corso degli anni, gli avrei sentito ripetere decine di volte: come insegnante biblico in Campi e Convegni e nelle tante produzioni editoriali, come evangelista sotto le tende e alla radio, come pastore nelle conversazioni personali e almeno un cenno riconoscente lo merita anche il suo servizio come traduttore.

Lasciato il suo lavoro secolare alla Olivetti di Ivrea, aveva dedicato la sua vita a metà degli anni ’50 prima allo studio (presso l’Istituto Biblico Emmaus, allora diretto da René Pache) poi all’annuncio della Parola di Dio, un impegno che, finché le energie mentali e fisiche glielo hanno consentito, ha portato avanti in modo perseverante, convinto com’era che la conoscenza di questa Parola di grazia e di salvezza fosse il bisogno prioritario di ogni uomo. Bisogno che cercava di soddisfare prima di tutto per sé, con ore e ore giornaliere di lettura e di studio personale, perché – come mi confidò un giorno – non è possibile dare Cibo agli altri se prima non ci si è preoccupati di cibare se stessi.

Quest’impegno per la Parola, espresso sia nella “sua” assemblea di Rimini che altrove, non era limitato al suo annuncio, ma anche alla sua “conferma” ed alla sua “difesa”. Talvolta poteva apparire rigido, qualcuno ha detto anche “intollerante”, nel proporre le convinzioni che aveva desunto dallo studio delle Scritture, ma il suo amore per le Assemblee lo portava a desiderare con forza che al loro interno la Parola fosse vissuta con coerenza e soffriva profondamente quando si rendeva conto che questo non accadeva. Il suo desiderio era quello di poter dire sempre “il Signore ha detto” e non “io penso che…”.

Personalmente non potrò mai dimenticare il momento in cui nel settembre 1974 mi prese sottobraccio per dirmi: “Mi hanno chiesto di assumere la direzione de IL CRISTIANO, ma è un servizio che non posso portare avanti da solo; devi aiutarmi nell’impegno redazionale!” (per la parte amministrativa avrebbe poi coinvolto Giancarlo Zonta). Mi chiedo quanti fratelli oggi avrebbero il coraggio di coinvolgere un giovane ventiseienne, quale io ero allora, in un servizio così impegnativo! Incoraggiare, dare fiducia, essere di esempio nel servizio sono tracce che il Signore ha lasciato nella mia vita attraverso Samuele anche dopo che, nel 1989, in comunione con gli Anziani delle Assemblee, alla fine di quindici anni di direzione del nostro mensile, mi passò il testimone.

Paolo Moretti

Servire partendo dalla chiesa locale

“Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa…entra nella gioia del tuo Signore”

 (Mt 25:23)


Quando penso al caro fratello Samuele, queste sono le parole che riempiono il mio cuore di riconoscenza verso il nostro amato Signore! Ho avuto il privilegio di nascere e crescere spiritualmente con il meraviglioso esempio che il caro Samuele ha sempre donato a tutti coloro che gli stavano accanto. Un esempio concreto, tangibile che parlava del suo amore per il Signore Gesù e lo spingeva a servirlo con tutto se stesso e a rendersi sempre disponibile nei confronti di coloro che avevano bisogno di una parola di conforto, di incoraggiamento o semplicemente di un consiglio. È dolce ed emozionante per me ripensare a lui, seduto alla scrivania, con la Bibbia aperta davanti. Tutto ciò derivava dal suo profondo rispetto ed amore per la Parola di Dio, che il caro Samuele amava studiare e meditare e di cui era un profondo conoscitore e “facitore”, riconoscendone l’assoluta autorità ed importanza prima di tutto nella propria vita. Per anni, il Signore nella sua grazia, ci ha permesso di essere nutriti dagli studi biblici che il caro Samuele teneva con regolarità e pazienza a casa sua e delle predicazioni domenicali che hanno visto diverse generazioni di credenti crescere ed essere esortati dalla Parola di Dio, non soltanto a Rimini, ma in diverse zone d’Italia. Ciò che ho sempre apprezzato in modo speciale di lui è stata la sua semplicità ed umiltà. Ogni volta che entravo nel suo studio, la mia attenzione era catturata da una preghiera scritta su un foglio appeso alla libreria, che riportava le seguenti parole:

Signore, quando tu vedi che il mio compito è terminato, non lasciarmi continuare con forze languenti, lungo ore inoperose di stanchezza, operaio senza lavoro, in un mondo al lavoro, ma richiamami semplicemente a Casa ed io verrò gioiosamente. Sì, gioiosamente, io verrò!

La sua preoccupazione più grande negli ultimi anni, quando esponeva la Parola, era quella di dire sciocchezze e non rimanere fedele alla Scrittura, quindi ogni volta che saliva sul pulpito, rivolgendosi a noi fratelli anziani, diceva con premura “Se dovessi sfarfallare fermatemi! Mi raccomando!”. Ringraziamo il Signore perché non c’è mai stato bisogno di questo intervento, anzi fino all’ultimo abbiamo ricevuto benedizioni ed incoraggiamento!

Pur essendo a prima vista uno che, a dire di alcuni, metteva soggezione per il suo ruolo e la sua cultura, una volta conosciuto meglio rivelava il suo carattere dolce ed anche il suo senso dell’umorismo. Non era insolito sentirgli dire che ti voleva bene e non si è mai vergognato di manifestare tenerezza, stima ed affetto, non solo a parole, ma anche con semplici gesti, come un abbraccio. Stare con i figli di Dio era ciò che lo faceva stare bene, anche durante l’ultimo periodo della malattia, pur essendo costretto a letto ogni volta che abbiamo avuto l’occasione di fargli visita, venivamo accolti da un sorriso smagliante che faceva trapelare la sua gioia e l’affetto genuino che dovrebbe sempre caratterizzare i membri della famiglia di Dio.

Oltre all’amore profondo per la Scrittura, un altro punto fermo nella sua vita era la certezza che il Signore è sempre buono e non sbaglia mai. Inoltre posso dire che da sempre, “viveva nella paziente attesa del ritorno di Cristo” (2Te 3:5) e questo caratterizzava la sua vita e le sue giornate. Mai perdeva l’occasione di ricordare che il ritorno del Signore era vicino e quanto fosse dolce e vivido il suo desiderio di vedere il Salvatore faccia a faccia e spesso tutto questo era accompagnato da commozione e lacrime. Questo suo desiderio si era intensificato durante gli ultimi anni, tanto che quasi provava una “santa invidia” nei confronti di coloro che il Signore aveva chiamato alla sua presenza. Negli ultimi mesi, nonostante a volte perdesse la lucidità e si lamentasse di avere molta confusione in testa, era assolutamente chiaro nella sua mente l’amore profondo per il suo amato Dio e Salvatore Gesù Cristo e quanto egli desiderasse incontrarlo e vederlo coi propri occhi. Pur avendo difficoltà nel parlare e nell’esprimersi durante il giorno, di notte durante il sonno, non era insolito sentirlo predicare energicamente o pregare, a volte anche in francese… in questo modo ha proclamato il Vangelo di Cristo anche durante il suo ricovero in ospedale! In conclusione permettetemi di sottolineare che tutto quello che ho scritto, non ha lo scopo di esaltare un uomo (Samuele non avrebbe mai voluto, né tantomeno condiviso) bensì glorificare e ringraziare il nostro grande Dio e Salvatore per averci donato un esempio così prezioso!

Possiamo dire come assemblea di Rimini: “Grazie, nostro meraviglioso Dio!” ed impegnarci a raccogliere con zelo e amore quel testimone che l’amato fratello Samuele ci ha lasciato, perché il nome del Signore Gesù sia sempre più esaltato e glorificato!

“Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; e camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave”

Ef 5:1-2

 

Simone Pagliarani

(Assemblea di Rimini)

 

Conoscere la Parola per viverla


La Casa Editrice “
Movimento Biblico Giovanile” (MBG) ebbe inizio nel 1971, con la pubblicazione della serie per l’insegnamento dei ragazzi, “Passi di Fede”. Vittoria Megazzini Negri, moglie di Samuele, ci aiutò nella traduzione e nella correzione dei testi, mentre entrambi ci incoraggiarono nella pubblicazione. Rimasero colpiti da questo modo di presentare l’insegnamento biblico per i ragazzi e dalla fedeltà alle Scritture che guidava l’iniziativa editoriale.

Qualche anno dopo, nel 1979, anche il “Centro Maranatha” venne aperto con l’incoraggiamento e l’aiuto di Samuele, sempre desideroso che i ragazzi e i giovani venissero a conoscere Cristo come Salvatore e Signore presto nella vita. Collaborò in molti modi al Centro, sia con l’insegnamento, sia con lavori pratici.

Nel corso degli anni ’70-’80 e ’90 l’impegno di Samuele nella preparazione e pubblicazione di libri e testi, che incoraggiassero i credenti, crebbe in maniera esponenziale. Nel 1994 Samuele, a un Campo per famiglie al Centro Maranatha, presentò una serie di studi su ciò che succede dopo la morte. Jim e Franca videro, in questo, un aiuto di grande valore per la Chiesa in Italia; gli fu perciò proposto di pubblicare questi studi con MBG. Così iniziarono i lunghi anni di collaborazione con la nostra piccola casa editrice. Questo libriccino fu il più venduto di Samuele, con migliaia di copie distribuite, passando per tre edizioni, ampliate e riviste.

Il desiderio principale di Samuele, in quest’opera, è sempre stato quello di essere di aiuto per i fratelli nelle chiese, soprattutto per coloro che predicavano, provvedendo per loro dei testi di studio, facilmente accessibili; ma grande fu l’interesse anche da parte di altri credenti, che usando questi testi potevano approfondire lo studio della Parola di Dio e lui desiderava solamente che le pubblicazioni fossero a basso costo, per poter essere fruibili a tutti; per questo non ha mai richiesto alcun compenso.

Molte persone hanno commentato positivamente l’impatto nella loro vita di questi libri di studio e meditazione, facili da comprendere e molto pratici. Samuele aveva il dono di saper applicare i suoi studi alla vita giornaliera del credente, spingendo e stimolando il lettore a vivere la Parola nella propria quotidianità, proprio come vuole il Signore (Gm 1:22). Samuele continuò a collaborare con MBG, anche dopo il rientro negli USA dei coniugi Lines, assieme allo scrivente e a un gruppetto di collaboratori in quest’opera: Giancarlo Zonta (chiesa di Rimini), Marida Montedori (chiesa di Città di Castello, PG) e Danilo Faudella (chiesa di Imperia).

Samuele ha lasciato un grande eredità alla chiesa italiana. Non possiamo che ricordarlo con affetto, è stato un caro e dolce fratello che godrà ora la gloria del Signore.

“Va bene, servo buono e fedele…..entra nella gloria del Signore”

Mt 25:21

Enrico Pasquini (Assemblea di Lodi)

con Jim e Franca Lines (USA)

Ricordare per glorificare Dio

Un noto predicatore del passato disse qualcosa di estremamente significativo: “Racconta tutto quello che Dio ha fatto con te, ma non dire niente di quello che fai per Dio. Non promuovere applausi, promuovi la sua gloria!”.

È con tali sentimenti e con non poca commozione che amo ricordare in queste poche righe alcuni aspetti del ministero di un caro servitore che ha combattuto il buon combattimento, ha finito la corsa, ha serbato la fede (2Ti 4:7). Ora, come desiderava da tempo, è col Signore!

Il fratello Samuele Negri non amava che si parlasse troppo di lui e non cercava il plauso degli uomini. Il suo sentito desiderio era quello di onorare Dio con tutto se stesso, sebbene fosse consapevole dei suoi molti limiti, come spesso era pronto ad ammettere in talune conversazioni private. Il rischio, attraverso questo scritto, è quello di incensare la persona, cosa che non voglio fare e che, soprattutto, Samuele non avrebbe voluto si facesse. Ma esiste anche un altro rischio, ugualmente insidioso: il rischio di nascondere inopportunamente ciò che il Signore stesso ha fatto mediante la strumentalità di un suo servo fedele.

Ad equilibrare l’intera questione fra i suddetti due opposti pericoli ci pensa la Parola del Signore con inimitabile sapienza ed efficacia:

“Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora”

Ebrei 11:4

Per applicazione, l’autore della lettera agli Ebrei ci ricorda che, per mezzo della fede, l’esempio di Samuele Negri ha ancora qualcosa da comunicare per la gloria di Dio, nonostante si sia addormentato nel Signore in attesa della risurrezione di un corpo nuovo. Che speranza! Che certezza!

Mi piace ricordare, in particolare, la passione che il caro Samuele aveva per il Signore. Tale amore per l’Invisibile traspariva in modo visibile attraverso una forte passione per la Parola di Dio scritta.

L’impegno profuso nel voler annunciare, con fedeltà e integrità cristiane, “tutto il consiglio di Dio” (At 20:27), per mezzo di predicazioni espositive di buona parte del Nuovo Testamento (e non solo), ha prodotto negli anni la pubblicazione di numerosi commentari pratici e libri tematici che non mancheranno di fare del bene a coloro che avranno cura di leggerli alla luce della Bibbia.

Quando Samuele predicava, mi colpiva molto la perizia con cui leggeva il testo biblico e la sua forte incisività. Era una lettura autorevole: fatta da un uomo, seppur imperfetto, che mostrava rispetto per il Dio che aveva ispirato con pregevole cura le parole dei diversi autori biblici. La lettura della Bibbia, da sola, era sufficiente a far percepire negli ascoltatori il senso profondo della presenza di Dio. Tale modo di leggere il testo sacro resterà per me un’esperienza indimenticabile.

Ogni volta che preparava degli studi sapeva trasmettere ai giovani, e a tutti, l’amore intenso per la Scrittura. Quando andava via, dopo essere stato invitato per la predicazione, una “santa costrizione” mi induceva a riprendere i passi biblici esposti e gli appunti; nasceva subito in me un rinnovato desiderio di approfondire i tesori della rivelazione di Dio. Quei passi, spiegati con notevole arguzia, frutto evidentemente di ore e ore spese ai piedi del Maestro, sembravano dirmi molto più di quanto non avessi personalmente capito fino a quel momento.

Nel commosso ricordo del caro Samuele, credo di poter affermare, al pari di quel noto predicatore del passato: “Non promuovere applausi, promuovi la sua gloria!”. E noi, con gioiosa gratitudine per il dono di Samuele Negri, vogliamo promuovere unicamente la gloria di Dio!

Sergio Volpe

(Assemblea di Foggia, via Marinaccio)