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Introduzione

 “Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, ringraziando Dio Padre per mezzo di lui”

Colossesi 3:17

La seguente relazione si pone l’obiettivo di presentare in modo propositivo suggerimenti e proposte per la realizzazione di rapporti interecclesiali più intensi e lo sviluppo di eventuali progetti comuni nella sfera specifica della formazione biblica. Ciò dovrebbe, in modo quasi naturale, rimuovere gran parte degli ostacoli che frenano una vera comunione fraterna. Siamo consapevoli che non tutto quel che presenteremo sia entrato totalmente a far parte della nostra esperienza personale. Con umiltà e dipendenza dal Signore partecipiamo le seguenti riflessioni come una reale aspirazione del nostro cuore: anzitutto per noi e poi, se piace al Signore, per quanti presteranno attenzione a questo scritto.

In questo conciso documento osserveremo:

  1. Alcuni presupposti basilari utili a contestualizzare i suggerimenti proposti.
  2. L’attivazione di una formazione biblica all’interno dell’assemblea locale.
  3. La condivisione di iniziative comuni, pratiche e fattibili, che siano in grado di favorire la crescita delle Assemblee all’interno del Movimento di cui esse fanno parte.

Presupposti basilari

 “Tra voi si faccia ogni cosa con amore”

(1 Corinzi 16:14)

Ciò che dovrebbe motivare la nostra passione per Dio e il nostro servizio per Lui è l’assoluta dipendenza dalla Parola di Dio scritta (cfr. Cl 3:16). La Bibbia, in quanto Parola ispirata da Dio, è l’unica autorità in materia di fede e di condotta (2Ti 3:16-17). Essa deve necessariamente elevarsi al di sopra delle decisioni e del cammino di ciascuna chiesa locale. La Bibbia, unicamente la Bibbia, deve tracciare gli orientamenti e le convinzioni dei singoli credenti, dell’assemblea locale e dei diversi consessi in cui si amministrano gli oracoli santi di Dio. La dichiarazione di Davide dovrebbe essere il nostro riferimento prioritario: “… tu hai reso grande la tua parola oltre ogni fama” (Sl 138:2).

In secondo luogo, per intraprendere dei rapporti interecclesiali sani è opportuno chiarire bene il concetto di autonomia di una chiesa locale. La Scrittura insegna nitidamente l’autonomia di ciascuna chiesa locale. Nel Nuovo Testamento si osserva che ogni assemblea dislocata in una località precisa aveva il suo governo (delegato dal Signore stesso, At 20:28), i suoi doni, le sue responsabilità. Tali aspetti appartengono ad ogni singola realtà locale. Le chiese del Nuovo Testamento non erano soggette ad alcuna autorità superiore (sinodi, comitati o organizzazioni), al di fuori di quella di Cristo stesso.

Ma, cosa assai importante, il concetto di autonomia non dovrebbe essere enfatizzato, esasperato o distorto a tal punto da minare e annientare la comunione e l’interdipendenza fra le diverse realtà locali. La comunione fra le diverse Assemblee locali è voluta da Dio ed è per il bene dei credenti. La comunione fra le chiese è un bisogno primario ed è in perfetta armonia con l’autonomia insegnata nelle Scritture.

In terzo luogo, la comunione fra le diverse assemblee e le relazioni interecclesiali devono basarsi necessariamente su propositi sani, su un amore ed una comunione sinceri, ma anche su propositi pratici e fattibili. Spesso subentra nei nostri rapporti fraterni un pessimismo che, come figli di Dio redenti dalla grazia, non dovrebbe caratterizzarci.

“Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi”, è il monito che la Scrittura ci rivolge (Fl 4:4). Tale pessimismo, il più delle volte, è alimentato da tensioni vissute nel passato il cui strascico è ancora attuale e di cui, a volte, si fa finta di niente o – addirittura – non ci si rende conto. Gli irrigidimenti, le rivalità, la mancanza d’amore, il voler prevalere sugli altri o cose del genere finiscono con il creare degli steccati che inducono alcuni fratelli (e alcune assemblee) ad essere sospettosi, diffidenti o a chiudersi a riccio.

Talvolta, persino alcune buone proposte, ma eccessivamente ambiziose, poco pratiche o irrealizzabili, finiscono con il suscitare ulteriori tensioni e scoraggiamento. L’apostolo Paolo, proprio in un contesto di chiesa, in cui i credenti erano entrati tristemente in competizione, poté dire: “Ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza(1Co 12:31b). E subito dopo descrisse la via eccellente – l’amore – con parole che restano ancora oggi insuperabili:

 “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa”

(1Co 13:4-7)

 Il fratello Alexander Strauch ha detto qualcosa di importante a proposito del ruolo che i conduttori hanno nella propria chiesa locale e la condotta amorevole che devono assumere. Ciò si applica bene anche in un contesto interecclesiale:

 … sono i conduttori e gli insegnanti a stabilire l’andamento spirituale della loro chiesa. Essi hanno il potere di creare un’atmosfera più amorevole all’interno della chiesa locale. Se essi amano Dio e le persone, è molto probabile che anche i loro membri ameranno Dio e le persone. Se, invece, i loro conduttori sono egocentrici, critici, orgogliosi, irascibili e tiepidi, anche le persone assumeranno questi stessi atteggiamenti negativi.

Solo l’amore soprannaturale di Dio può costruire delle relazioni fraterne e interecclesiali sane.

Questi tre presupposti costituiscono una buona base per costruire delle relazioni fraterne e dei progetti comuni più intensi in relazione alla sfera specifica della formazione biblica. Prima, però, è necessario che ogni chiesa locale si attivi al proprio interno per lo sviluppo formativo dei doni spirituali.

In che modo?

Attivazione di una formazione biblica equilibrata all’interno della Chiesa locale

“… e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri”

(2Ti 2:2)

La Scrittura insegna che ogni assemblea locale è stata equipaggiata dal Signore con doni spirituali soprannaturali (Ro 12:6-8; 1Co 12-14; Ef 4:11-16; 1P 4:10-11).

“Nella chiesa che era ad Antiochia c’erano profeti e dottori…” (Atti 13:1). Fu in quel contesto che lo Spirito Santo chiamò al servizio missionario Barnaba e Saulo (At 13:2-3).

Ma i doni spirituali necessitano di una formazione biblica specifica. In Atti 19:8-12 l’apostolo Paolo osservò proprio questo principio quando – dopo aver esposto “… con discorsi persuasivi le cose relative al regno di Dio”, ricevendo in cambio rifiuto e opposizione – “… separò i discepoli e insegnava ogni giorno nella scuola di Tiranno. Questo durò due anni”.

Il fermo proposito di Paolo ci insegna i seguenti due aspetti prioritari:

Il primo aspetto è che, unitamente alle capacità spirituali ricevute da Dio (i doni spirituali soprannaturali), è necessario che ci sia una formazione biblica specifica.

Il secondo aspetto è che tale formazione dovrebbe essere organizzata in un arco di tempo ragionevole. Questo perché ogni obiettivo dovrebbe seguire un percorso ben definito. Se i tempi di formazione sono troppo lunghi e non seguono dei programmi logici e spirituali ben definiti non si raggiungerà nessun obiettivo. Qualunque programma scolastico o corso di formazione è vincolato da un tempo stabilito entro il quale si dovranno raggiungere degli obiettivi. Inoltre, è utile aggiungere che nella Scrittura la dottrina e la pratica dovrebbero essere viste sempre come facce della stessa medaglia. La formazione deve essere conseguita in un contesto di servizio.

Ma in che modo è possibile attivare una formazione biblica equilibrata all’interno della Chiesa locale?

Una testimonianza per cominciare

Ci ha colpito l’esempio di tre assemblee della nostra Italia (Bacoli, Chieti Scalo e Piacenza, vicolo Molineria S. Nicolò). Esse hanno avuto il coraggio e la saggezza di sviluppare un percorso formativo che presentasse aspetti locali e comuni, dando vita così a quello che hanno chiamato: “Progetto Timoteo”.

Tale esempio è stato così coinvolgente per noi che ci ha incoraggiati a pensare a qualcosa di simile per la nostra realtà locale (anche perché ci sono dei bisogni specifici interni in cui nel giro di pochi anni vorremmo giungere al riconoscimento di nuovi anziani e nuovi diaconi). Tale coinvolgimento forse potrebbe incoraggiare altre Assemblee a seguire il medesimo esempio. Nello stesso tempo, in modo del tutto naturale, si attiverebbe un servizio spirituale atto a proteggere i nostri giovani dalle tante influenze che vengono dall’esterno.

Se piace al Signore, vorremmo seguire un programma di formazione biblica che vada avanti per circa tre anni, senza contrapporci ad opere già esistenti che certamente svolgono un servizio più che lodevole. La formazione prevede lo studio di alcune materie fondamentali per l’acquisizione di una conoscenza sana ed equilibrata. Ogni materia si avvale di testi di studio che serviranno da supporto. I libri menzionati in questa relazione sono un possibile modello da seguire. Non c’è nulla di normativo.

Ecco un breve prospetto del programma che si intende realizzare:[1]

Discepolato. Questa materia offre una panoramica degli aspetti fondamentali della vita cristiana: la conversione e la nascita di relazioni nuove, la preghiera, la Parola di Dio, essere testimoni di Cristo, l’Avversario, la fede, la Chiesa, conoscere la volontà di Dio per la propria vita, una vita santa, l’integrazione nella vita secolare, il combattimento.[2]

Ermeneutica. Questa materia dà la possibilità di avere l’approccio giusto con le Scritture: come tagliare rettamente la Parola di Dio; come evitare di tagliare stortamente la Parola; come mettere in pratica la Parola di Dio.[3]

Teologia Biblica. Questa materia consente di offrire una panoramica degli eventi biblici, seguendo lo sviluppo della rivelazione biblica avvenuta nella storia: dalla Genesi all’Apocalisse.[4]

Teologia Sistematica. Questa materia offre la possibilità di avere una conoscenza ordinata delle diverse dottrine bibliche: Dio, la Bibbia, l’uomo e il peccato, la persona e l’opera di Cristo, la persona e l’opera dello Spirito Santo, il cristiano nella Chiesa, gli ultimi tempi.[5]

Teologia pratica. Questa materia dà la possibilità di conoscere con accortezza la personalità e i meccanismi dell’animo umano. La Teologia pratica – a motivo dell’incremento esponenziale dei disturbi psicologici e spirituali presenti nella nostra società, che coinvolge sia i credenti che i non credenti – è di fondamentale importanza.[6]

Chiese e movimenti evangelici. Questa materia consente di dare uno sguardo generale al mondo evangelico (e non solo) in cui le nostre Assemblee si collocano come realtà spirituale. Lo scopo è quello di trasferire nella formazione la gioia ed il privilegio di appartenere al Movimento “dei Fratelli” senza disprezzare gli altri.[7]

Conduzione. Questa materia permette di mettere basi solide in una delle aree meno forti del nostro Movimento: la conduzione.[8]

Omiletica. Questa materia dà la possibilità di vivere e preparare delle predicazioni bibliche efficaci, attuali e spirituali. Lo scopo è quello di elevare il livello della predicazione, affinché ci sia una maggiore cura ed una forte passione per la comunicazione del messaggio biblico.[9]

Il programma di formazione proposto è impegnativo, ma non è irrealizzabile. Ralph Shallis racconta che stando con un gruppo di amici, mentre insisteva sulla necessità di studiare la Bibbia, dovette far fronte all’intervento di uno dei presenti, il quale pur essendo d’accordo con le verità esposte chiese: “Come posso riuscire a trovare il tempo per fare ciò?”. L’uomo gli espose il programma della sua giornata. Shallis dovette ammettere effettivamente che gli impegni del suo amico non gli permettevano di realizzare quell’ideale. Così, rispose in questi termini: “Lo so, è impossibile. D’altronde siamo di fronte ad un’esigenza eterna, una priorità assoluta… a noi non resta che la scelta tra la fede e l’incredulità”.

Formare la nuova generazione di conduttori è un compito primario per le guide che oggi sono in carica: è necessario individuare gli uomini giusti. Noi crediamo che la condivisione di tale visione possa essere di beneficio per migliorare anche i nostri rapporti interecclesiali e rimuovere gli eventuali ostacoli che sono sorti nel tempo.

Dal punto di vista pratico, tuttavia, è necessario precisare tre ulteriori aspetti:

  • Il materiale da usare per lo studio deve essere un sussidio, non l’essenza. Lo scopo primario di ogni discepolo del Signore è quello di conoscere la Parola di Dio direttamente nel testo sacro. Ogni discepolo del Signore dovrebbe leggere tutta la Bibbia nell’arco di un anno, dovrebbe essere un appassionato del testo biblico, dovrebbe attenersi ad un’attenta esegesi in modo tale da poter afferrare le verità di Dio e interpretarle correttamente, versetto per versetto, in modo tale da comunicarle efficacemente. I libri sono un aiuto per raggiungere questo obiettivo.
  • Il percorso tracciato in questa breve relazione è esemplificativo, non esaustivo. Siamo convinti che ogni discepolo del Signore, soprattutto se chiamato a compiti di responsabilità, dovrebbe studiare e vivere la Parola di Dio per tutta la vita. Lo studio attento della Scrittura, in uno spirito di preghiera e dipendenza, lo impegnerà per sempre e questo per giungere alla comprensione di tutto il consiglio di Dio (cfr. At 20:27). L’apostolo Paolo, al termine dei suoi giorni rivolse a Timoteo queste parole: “… quando verrai porta… i libri, specialmente le pergamene” (2Ti 4:13). Ci piace ricordare – anzitutto a noi stessi – le parole del noto predicatore inglese Charles H. Spurgeon: “… l’apostolo Paolo è un rimprovero vivente per molti predicatori. Egli è ispirato, e ciononostante vuole i suoi libri! Ha predicato per almeno trent’anni, e vuole ancora dei libri! Ha visto il Signore e vuole ancora dei libri! Ha avuto l’esperienza più vasta che si possa immaginare, e ha ancora bisogno di libri! È stato rapito al terzo cielo, ha udito cose che non è neppure lecito ad un uomo di proferire, e vuole ancora dei libri! Ha scritto la maggior parte del Nuovo Testamento, e vuole ancora dei libri!”. Non dovremmo, forse, essere degli studiosi appassionati per poi divulgare con forza tutto “il consiglio di Dio”?
  • I tempi e i programmi di studio non dovrebbero essere rigidi, ma pratici e flessibili. Ci rendiamo conto che un tale percorso di formazione richieda un notevole dispendio di tempo ed energie. Occorre pensare ad un programma serio ma flessibile in cui tutti i partecipanti, sia chi forma sia chi dovrà essere formato, si dispongano nel modo migliore. Ogni partecipante studierà a casa i testi segnalati nella misura che verrà indicata (uno o più capitoli). In seguito, ogni 15/20 giorni (per esempio) si possono avere degli incontri di verifica e di confronto.

Condivisione di iniziative comuni

“Non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”

(Gv 17:20-21)

I conduttori hanno spesso discusso su come giungere ad una maggiore comunione fra le diverse chiese locali. Questa continua ricerca ha, a volte, scoraggiato alcuni, forse anche perché si mirava a proposte difficili da realizzare. Suggeriamo, pertanto, che si proceda per gradi, a piccoli passi, per poi giungere a idee e progetti più grandi ma ragionevoli.

Le seguenti indicazioni potrebbero contribuire per una maggiore crescita della comunione fraterna:

Dovremmo cominciare il nostro cammino comune rivalutando quegli strumenti di comunione che sono già attivi per il nostro bene. Ogni conduttore dovrebbe essere abbonato alle due riviste che caratterizzano il Movimento “dei Fratelli” in Italia: “Il Cristiano” e “Il Traguardo”. “Il Cristiano”, pur non essendo un giornale perfetto, in quanto non sempre riflette su taluni aspetti marginali le convinzioni di ciascun credente (e ciò sarebbe quasi impossibile), rimane pur sempre un eccellente strumento di edificazione, di comunione e di collegamento fra le diverse assemblee locali. Ricordiamo che “Il Cristiano” opera in Italia da ben 132 anni. “Il Cristiano” ci consente di conoscere ciò che succede nelle nostre Assemblee, incentivando la preghiera e la comunione tra i fratelli e le diverse realtà locali. “Il Traguardo”, oltre ad essere una rivista utile e stimolante per i giovani e gli adolescenti, ci permette di osservare ciò che succede fra i giovani e i ragazzi in una società che cambia di continuo: le tensioni, le tentazioni, le sfide che i nostri giovani si trovano ad affrontare. Tutto questo orienterà anche le nostre predicazioni e la condivisione delle nostre esperienze reciproche. Il noto studioso e predicatore John Stott, a tal riguardo, amava parlare del “duplice ascolto”: “… ascoltare sia la Parola sia il mondo. È scontato affermare che dobbiamo ascoltare la Parola di Dio … È un po’ meno usuale sentirsi dire che dobbiamo ascoltare anche il mondo. Non sto suggerendo che dovremmo ascoltare Dio e i nostri simili nello stesso modo o con lo stesso livello di deferenza. Noi ascoltiamo la Parola con umile rispetto, desiderosi di comprenderla e decisi a credere e a ubbidire ciò che impareremo da essa. Ascoltiamo il mondo con critica e vigilanza, anche questa volta desiderosi di capirlo e non necessariamente decisi a credergli e a obbedirgli, ma a mostrargli solidarietà e a cercare di capire in che modo l’evangelo si rapporta a esso”. Una della mancanze più gravi dei conduttori di oggi è quella di proporre soluzioni bibliche scollegate dalla cultura nella quale essi vivono. John Stott descrive tali conduttori come “persone che tirano frecce dall’isola del testo biblico, ma non riescono a colpire l’isola della cultura contemporanea. Le frecce salgono in alto e scendono di nuovo sulle loro teste”. Siamo convinti che i nostri due giornali – “Il Cristiano” e “Il Traguardo” possano incentivare una maggiore comunione e una maggiore efficacia nel proporre le soluzioni migliori per il mondo contemporaneo in cui siamo chiamati ad operare.

Le Assemblee più piccole, che per diverse ragioni non riescono ad attivare un percorso formativo interno, potrebbero avvalersi della collaborazione o dell’esperienza delle chiese locali più grandi, in un clima di condivisione, pace e rispetto reciproco. Questa è comunione!

Questo percorso locale e comune fra più Assemblee potrebbe, in seguito, prevedere dei momenti di condivisione in cui ci siano scambi di esperienze, idee e valutazioni, suggerimenti, critiche costruttive, miglioramenti e cambiamenti. In tal modo dovrebbero nascere delle vere e proprie amicizie tra fratelli appartenenti alle diverse chiese locali. Si potrebbero, inoltre, preparare dei documenti riassuntivi che servano per il beneficio di tutti, a condizione che si evitino centralizzazioni e sovrastrutture che minerebbero ancora una volta la comunione tanto auspicata. Così facendo, l’organizzazione – necessaria quando un’opera cresce – procederà in modo naturale, per gradi, in un clima d’amore e di fratellanza, sotto la guida dello Spirito Santo.

A seguito di queste iniziative si potrebbero organizzare dei Convegni mirati all’approfondimento di argomenti specifici (teologici, pratici, culturali, etici e bioetici) o libri biblici. Per essere propositivi e pratici si potrebbe organizzare una settimana di studi intensivi al Centro Bethel (o in altri simili Centri ricettivi, n.d.r.) e due weekend annui (i temi andrebbero programmati con largo anticipo e secondo una logica strategica che tenga conto dei tempi che stiamo vivendo). In tal caso, ciascuna assemblea dovrebbe assumersi l’impegno di incoraggiare i fratelli, che durante l’anno hanno intrapreso il cammino formativo, affinché partecipino con passione. Questo per evitare di organizzare degli eventi interessanti, ma in cui mancano le persone da formare.

L’attivazione di tutte queste proposte – senza tralasciare i bisogni locali che restano pur sempre prioritari – dovrebbe favorire la crescita di ministeri veri, qualificati e con doni riconosciuti. Ciò potrebbe portare a realizzare un maggiore interscambio di ministeri fra le chiese in tre aree specifiche: (A) in quella dell’insegnamento (vale a dire l’esposizione accurata, incisiva, pratica e attuale di ciò che la Bibbia insegna); (B) in quella della cura pastorale (cioè quella sfera della consulenza – verbale e pratica – in cui si tiene conto dei bisogni profondi dell’anima; questo è un ministero particolarmente necessario in un mondo in cui aumentano i nevrotici e i tanti disagi interiori); (C) in quella dell’evangelizzazione (che prevede la trasmissione del Vangelo di Gesù Cristo e l’incoraggiamento rivolto ai credenti e alle chiese sulla necessità di essere testimoni della buona notizia). Lo scambio dei ministeri deve essere gestito con maturità spirituale. Se ciò non avviene potrebbe presentare numerose difficoltà: invidia e gelosie, rivalità, competizione, ingerenze nel cammino locale di una determinata chiesa locale e tanto altro ancora. Dobbiamo pregare e vigilare affinché il Signore ci liberi da tutti questi pericoli. Chi è stato equipaggiato dal Signore con doni spirituali particolari dovrebbe servire con umiltà sapendo che le sue capacità vengono dal Signore. D’altro canto, i fratelli che beneficiano di alcuni specifici ministeri dovrebbero molto gioire se intravedono nei fratelli delle capacità spirituali superiori, perché tutto viene da Dio e appartiene a lui: “… nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene. Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti, le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo; e Cristo è di Dio” (1Co 3:21-23).

Considerazioni finali

Le sfide che ci sono davanti sono difficili. Il noto filosofo e apologeta cristiano Francis Schaeffer affermava che viviamo “… in mezzo ad una cultura sradicata da Dio e dalla rivelazione”. Il concetto di verità è stato snaturato dal postmodernismo: niente oggi è realmente e definitivamente vero in senso assoluto.

Come ci poniamo davanti a queste sfide?

Noi crediamo che sia necessario mirare ad un gruppo di conduttori qualificati, con una visione chiara e fondata sulla Scrittura. È necessario sviluppare un sano discernimento spirituale che sia radicato nella sapienza e nell’amore del Signore. È necessario che il nostro essere testimoni tenga conto del contesto del nostro mondo contemporaneo senza esserne sopraffatti.

Il risveglio spirituale avviene solo se c’è un
reale ritorno al Signore e alle verità cardini del Vangelo, nel timore di Dio, in un clima di stima, perdono e condivisione fraterni. Com’è scritto:

“Allora quelli che hanno timore del Signore si sono parlati l’un l’altro. Il Signore è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome. «Essi saranno, nel giorno che io preparo, la mia proprietà particolare», dice il Signore degli eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. Voi vedrete di nuovo la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve»”

(Ma 3:16-18)

[1] I titoli indicati sono soltanto un suggerimento, ovviamente non normativo, come del resto tutto il percorso formativo qui illustrato. Nel più ampio panorama dell’editoria evangelica è possibilmente trovare altri testi altrettanto validi, sui quali ognuno potrà esercitare il proprio discernimento e la propria scelta.

[2] I testi base di studio sono due: “Scacco matto!” di John White e “Il servizio cristiano guidato da Gesù” di Ajith Fernando – Edizioni GBU.

[3] Il testo base di studio è “Studiare e capire la Bibbia per conto proprio” di Richard L. Mayhue – Edizioni Associazione Verità Evangelica.

[4] I testi di studio sono tre: “L’aurora e la Redenzione del mondo” e “Il trionfo del Cristo crocifisso” di Erich Sauer – Edizioni UCEB. “Elementi fondamentali della Teologia Biblica” di Rinaldo Diprose – Edizioni GBU.

[5] Il testo di studio è “Aggiungi alla fede la conoscenza” di T.C. Hammond – Edizioni GBU.

[6] Il testo base di studio è “L’equilibrio psicologico del cristiano” di Jacques Poujol – Edizioni Impronta Formazioni Italia.

[7] Il testo di studio è “Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo” di Giorgio Bouchard – Edizioni Claudiana. Riguardo al movimento “dei Fratelli” Bouchard scrive: “… i Fratelli … sono e restano … uno dei movimenti evangelici più significativi del nostro Paese” , pag. 87.

[8] I testi di studio sono due: “L’amore nella conduzione” e “La conduzione della Chiesa secondo le Scritture” di Alexander Strauch – Edizioni IBEI.

[9] I testi di studio sono due: “Predica la Parola” di Samuele Negri – Edizioni Movimento Biblico Giovanile e “Fame nel paese” di Steven J. Lawson – Associazione Verità Evangelica.