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La famiglia nel progetto di Dio

 

“(Nella vostra famiglia) l’amore sia senza ipocrisia, (non fate finta di amarvi), ma amatevi veramente (Ro 12:9).

 

La famiglia, dice Bonhoffer, è l’invenzione di Dio.

Dovrebbe essere il luogo in cui ci sentiamo protetti, aiutati, sostenuti e amati, ma la famiglia come entità sembra sfaldarsi sotto i nostri occhi e subire una sorta di mutazione.

Addirittura può diventare il luogo in cui si è più esposti, violentati, uccisi, in cui vi sono lotte intestine, cattiverie, contese e maldicenze.

Al suo interno si può arrivare a provare odio e rancore o ad essere completamente indifferenti ai bisogni e ai sentimenti dell’altro. La famiglia non più il luogo dove si offre e si riceve sostegno, ma dove ci si muove con lo scopo di usufruire di servizi, eppure, etimologicamente, la parola famiglia ha un collegamento con il latino famulus che significa “servitore”.

 

Nel progetto di Dio è il posto in cui dovremmo provare a vivere la reciprocità del servirci gli uni gli altri, onorarci, sostenerci, amarci.

Famiglie che si impegnano a vivere tutto ciò, hanno un impatto forte nella società, la trasformano e la interrogano: lì non si cerca solo il proprio interesse e neppure un profitto personale a discapito dell’altro, non si sta insieme solo finché ci piace e tutto sembra filare liscio, ma ci si muove spinti da un amore vero, senza ipocrisia e si cerca di realizzare una profonda solidarietà.

 

Non dobbiamo mai illuderci di essere al riparo dalle influenze esterne e ritenerci in qualche modo ”arrivati”, ma è necessario accettare di vivere una sorta di tensione, mentre ci muoviamo all’interno del nostro nucleo familiare, avendo, però, sempre la certezza che Dio vuole ciò che è bene per noi e il suo progetto è, in assoluto, il migliore.

Alla luce della sua Parola dobbiamo essere pronti a rivedere atteggiamenti e modi di fare con la volontà di avvicinarci all’altro, di capirlo e non certo di creare barriere di incomprensione invalicabili.

 

 

L’importanza di prevenire

 

Oggi, in ambito medico, si parla tanto di prevenzione e sappiamo quanto sia importante sottoporci ad esami periodici per evitare di scoprire un tumore quando è in fase terminale, ma che cosa può significare, a livello familiare, fare prevenzione?

Moltissime cose…

 

Limitiamoci a tre consigli pratici:

 

• Non sottovalutare:

“Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina” (Ge 1:27).

 

• Non riesumare:

“Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt 6:34).

 

 Non accumulare:

“Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira…” (Ef 4:26).

 

 

Non sottovalutare

 

Non sottovalutare che uomini e donne sono differenti.

Dio creando Eva non ha fatto una fotocopia di Adamo, ma le ha dato un fisico diverso e differenze strutturali.

 Oggi siamo in grado di osservare un cervello umano in tempo reale, mentre risolve un cruciverba o recupera ricordi e gli scienziati sanno che c’è una grande varietà di differenze strutturali, chimiche e genetiche fra un cervello femminile e uno maschile.

L’ippocampo, centro di controllo delle emozioni, è più sviluppato nelle donne, ecco perché sono più pronte a condividere emozioni e, quando si rompe un rapporto o si incrina un’amicizia la donna soffre più visceralmente tanto che ciò può avere conseguenze pesanti sia a livello fisico che psicologico.

Negli uomini lo spazio cerebrale preposto all’impulso sessuale è più grande, come pure quello destinato all’azione e alla competitività.

Gli uomini possono arrivare ad uno scontro fisico più velocemente rispetto alle donne.

Le donne hanno una capacità non indifferente di decifrare le emozioni dalle espressioni facciali e una maggiore agilità verbale.

Anche gli scienziati evoluzionisti affermano che siamo diversi e vanno a cercare le motivazioni di tutto ciò nella notte dei tempi. Dio, invece, nella sua Parola ci rivela che siamo stati creati diversi fin dall’inizio perché l’uno potesse completare e aiutare l’altro.

Dio in tutta la sua creazione dimostra di amare la diversità(pensate alle impronte digitali!) e non è affascinato, come noi, dai cloni.

 

Riconoscere che siamo diversi può essere un buon punto di partenza per non ferirci all’interno del nucleo familiare, per non pretendere che l’altro abbia le nostre stesse reazioni o gli stessi tempi di reazione, imparando, invece, a sostenerci e incoraggiarci per affrontare le difficoltà esprimendo solidarietà con le parole e con le azioni.

 

 

Non riesumare

 

Non riesumare significa impegnarci all’interno del nostro nucleo familiare a non ritirare fuori fatti del passato già perdonati.

Spesso capita, invece, che siamo così impegnati a dimostrare le nostre ragioni da usare proprio tutto, anche ciò che era stato perdonato e risolto.

Così facendo oltre a non sbrogliare la “matassa” andiamo “fuori tema” e rischiamo di ferire profondamente chi diciamo di amare.

Anche con i figli è facilissimo cadere nei luoghi comuni e usare espressioni che non sembrano lasciare loro via di scampo:“Fai sempre così… Non cambi mai… Ci risiamo, l’hai rifatto, tanto lo sapevo!”

Facciamo una scelta coraggiosa rifiutando di riesumare il passato, lasciamoci stupire anche dai micro-cambiamenti che avvengono all’interno della famiglia, non sottovalutiamoli e impariamo a gioirne giorno per giorno ricordando quello che ci insegna la Parola di Dio quando realisticamente ci avverte che gli affanni di oggi non devono essere sommati a quelli di ieri.

 

 

Non accumulare

 

Non accumulare. Per prevenire un conflitto grave è buona cosa non accumulare, ma tentare di risolvere il problema con una certa tempestività.

Quando si parla di coppia il consiglio racchiuso in questo passo degli Efesini (4:26) è forse uno dei primi che ci viene in mente, ma poi all’atto pratico, siamo mancanti entrambi: lei pensa che debba essere lui a parlare, lui pensa che se il problema non lo tira fuori lei… figuriamoci se lo farà lui!

Così facendo si accumula, uno si gira di là, l’altro di qua e le difficoltà aumentano.

Se, come coppia, abbiamo un tempo in cui pregare insieme, sarà molto difficile farlo senza trovarci quasi “costretti” a risolvere quel problema seguendo le indicazioni temporali che troviamo nella Parola di Dio.

 

 

Qualche domanda per riflettere

 

A questo punto, dato che abbiamo parlato di prevenzione, potremmo chiederci se abbiamo dei sintomi.

 

1. Troviamo piacere nello stare insieme come famiglia?

Ci piace fare una passeggiata, un pic-nic, una gita?

 

2. Dimostriamo un minimo di volontà nel risolvere i problemi, o lasciamo correre sperando che le cose si risolvano sempre da sole?

3. Ci parliamo?

Abbiamo ancora tempo per ascoltarci?

Ci piace condividere o stiamo diventando estranei alla vita dell’altro?

 

Qualcuno ha paragonato la famiglia ad un ensemble musicale in cui ogni strumento ha caratteristiche proprie, ma la suonata è perfetta solo quando tutti gli strumenti suonano insieme.

Ogni membro della famiglia ha una sua personalità, con risorse e doti proprie, ma tutte queste capacità devono essere usate per il bene comune e non per sopraffare l’altro.

Tutto questo potrà realizzarsi nella misura in cui saremo pronti, prima come coppia, poi come nucleo familiare a lasciarci trasformare dall’ascolto dei consigli di colui che ha ideato la famiglia e proprio per questo sa, meglio di chiunque altro, come si possa trovare sicurezza, protezione, solidarietà e amore vero al suo interno. E con l’obiettivo di non tenere tutto ciò solo per noi, ma di offrirlo con gioia a quelli che ogni giorno verranno in contatto con il nostro nucleo familiare.

 

“Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché,radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” (Ef 3:14-21).