Tempo di lettura: 9 minuti

Il problema

 

Oggi, sembra che non si possa pi parlare di omosessualitˆ se non in termini di tolleranza e di totale apertura mentale. Chi contrasta lÕormai consolidato pensiero comune, che vede nella condizione omosessuale soltanto un modo ÒdiversoÓ e legittimo per vivere la propria sessualitˆ, viene accusato di essere un retrogrado, un integralista e un ÒomofoboÓ.

Vedremo tra poco il corretto significato di questo termine e scopriremo che viene usato quasi sempre in modo sbagliato e strumentale. Molta gente, infatti, cavalca lÕonda delle affermazioni ideologiche per avvalorare soltanto le sue opinioni e il suo punto di vista.

Cerchiamo, pertanto, di fare un minimo di chiarezza riguardo a questo argomento.

 

In genere, per omosessualitˆ si intende lÕattrazione verso lo stesso sesso.

Il concetto, tuttavia,  molto pi ampio, perchŽ esso ha a che fare anche con lo sviluppo della personalitˆ dellÕindividuo, con gli aspetti psico-affettivi, con lo stimolo erotico, con lo stile di vita e con la visione del mondo.

Questi aspetti hanno radici profonde nella mente e determinano il pensiero della persona, ma anche le sue azioni, i suoi obiettivi e le modalitˆ di realizzazione di tali obiettivi.

A causa di questa complessitˆ interiore, la condizione omosessuale non la si pu˜ certo considerare solo sul piano ideologico: sarebbe molto riduttivo.

Infatti, lÕomosessualitˆ  qualcosa che va a toccare lÕanima di una persona e, come tale, deve essere affrontata con gli strumenti dellÕanima e non con quelli della strumentalizzazione politica.

Invece di porsi di fronte al problema con tanti discorsi sui diritti civili, politici e sociali, bisognerebbe parlare un poÕ pi seriamente della ricostruzione e della reintegrazione dellÕidentitˆ sessuale.

Questo, a ben vedere,  un processo a pi ampio raggio, che riguarda non solo gli omosessuali, ma anche tutti gli eterosessuali che hanno bisogno di ÒripulireÓ la loro mente corrotta dal peccato.

 

Vediamo di chiarire alcuni punti fondamentali della questione.

 

 

LÕimmagine di Dio

 

Dio cre˜ lÕuomo a sua immagine e conforme alla sua somiglianza (cfr. Ge 1:26). Gli esseri umani, perci˜, sono un riflesso dellÕimmagine di Dio.

La conformitˆ alla somiglianza di Dio implica anche una conformitˆ allÕordine della creazione, visto che Dio non  un Dio di confusione, ma di pace e di ordine (cfr. 1Co 14:33,40).

Pertanto, qualunque forma di ambiguitˆ esula dal progetto di Dio e ci˜ viene anche testimoniato dal divieto mosaico per un uomo di vestirsi da donna e per una donna di vestirsi da uomo (cfr. De 22:5).

Satana, invece, nella sua opposizione allÕopera di Dio, ha sempre cercato di introdurre nella creazione dei Òfattori di disturboÓ, di confusione e di disordine. Un aspetto fondamentale del portare lÕimmagine di Dio, infatti,  il suo riflesso eterosessuale: Òli cre˜ maschio e femminaÓ (Ge 1:27). Perci˜, dalla Sacra Scrittura si evince in modo inequivocabile che lÕordine creazionale comporta necessariamente la complementarietˆ sessuale.

Dio approva lÕeterosessualitˆ in quanto essa  la sua volontˆ per noi.

Tuttavia, dopo il peccato, lÕumanitˆ ha sperimentato sempre pi intensamente sia la perdita dellÕinnocenza, sia la piena armonia con il Creatore.

LÕentrata del peccato nella razza umana ha gettato la sessualitˆ nel disordine. Si pu˜ dire che ognuno di noi , in qualche misura, sessualmente vulnerabile; le persone con orientamento eterosessuale non sono meno decadute di coloro che hanno tendenze omosessuali.

 

Dunque, che lo si voglia ammettere oppure no, lÕomosessualitˆ  uno dei molti disordini sessuali che hanno colpito lÕumanitˆ peccatrice.

 

 

Identitˆ di genere e sesso biologico

 

é risaputo che, in una certa fase dello sviluppo sessuale di un individuo, cio intorno alla pubertˆ, si attraversa un periodo in cui si pu˜ sperimentare una certa attrazione per persone dello stesso sesso. Questo  un normale aggiustamento della propria identitˆ che si costruisce gradualmente durante il processo di crescita.

Non si deve, perci˜, scambiare per tendenza omosessuale ci˜ che, nel periodo della prima adolescenza, potrebbe essere invece un atteggiamento di emulazione, nato dalla stima e dal desiderio di somigliare a quella persona, o anche una forma di cameratismo. Questi atteggiamenti scompaiono da soli nel giro di poco tempo.

Il problema  quando non si supera questa fase a causa di squilibri relazionali e affettivi. In quel caso, la persona non sarebbe in grado di elaborare i sentimenti orientandoli verso lÕeterosessualitˆ, ma potrebbe consolidare un orientamento omosessuale. Ci potrebbero essere numerosi fattori che nei bambini o nelle bambine concorrono a deviarli dalla propria identitˆ di genere. Il bambino o la bambina che vivono in modo conflittuale il fatto di essere maschio o femmina, sono soggetti a una crisi dÕidentitˆ sempre pi profonda, che si esprimerˆ con desideri di tipo omosessuale a partire dalla preadolescenza o durante la prima adolescenza.

 

 

Quali cause per lÕomosessualitˆ?

 

Innanzitutto, dobbiamo ricordare che non  facile tracciare una linea netta di demarcazione tra quello che  il risultato di una scelta e ci˜ che, invece,  divenuto parte dellÕidentitˆ sessuale dellÕindividuo a causa di cause molteplici. Si pu˜, infatti, parlare di un vizio ma anche di un problema di identitˆ.

Alcuni eterosessuali, ad un certo punto della loro vita, potrebbero maturare un morboso interesse di tipo omosessuale, perchŽ questo rappresenta – nel loro immaginario erotico – una trasgressione, intesa come una sorta di ÒnovitˆÓ nella loro vita sessuale.

Non a caso ci sono sempre pi uomini sposati e padri di famiglia che ricercano il sesso a pagamento con i travestiti. In questo caso, si tratta di una evidente e riprovevole degenerazione degli istinti, di una perversione del cuore e di unadevianza consapevole.

Un credente, perci˜, non deve trascurare lÕaspetto legato al peccato, rappresentato dal vizio e dalla perversione. Tuttavia, si possono riscontrare anche alcune altre possibili cause che potrebbero determinare un orientamento omosessuale fin dallÕinfanzia e dallÕadolescenza. Si tratta soprattutto di cause di ordine psicologico e relazionale, tra le quali:

 

¥ la difficoltˆ di relazionarsi con il genitore dello stesso sesso;

¥ una carenza dÕaffetto dal genitore dello stesso sesso;

¥ abusi subiti nellÕinfanzia;

¥ ruoli genitoriali ambigui: padre debole e madre forte;

¥ la percezione del rifiuto da parte del genitore dello stesso sesso.

 

A causa di alcune di queste problematiche di tipo affettivo, la mente dellÕindividuo potrebbe elaborare un meccanismo secondo il quale egli pensa che certi bisogni emotivi (guida, sicurezza, apprezzamento) possano essere soddisfatti da un punto di vista sessuale.

In questi casi, il bisogno di avere una persona che lo guidi, che lo nutra, che gli sia compagna, si potrebbe trasformare nel desiderio di avere un rapporto fisico (erotizzato) con lei.

 

Oggi si cerca anche una causa genetica al problema (che annullerebbe la responsabilitˆ morale dellÕindividuo); tuttavia, nonostante tutti i tentativi, finora non  mai stata dimostrata lÕorigine genetica dellÕorientamento omosessuale.

 

In ogni caso, qualunque sia la possibile causa, sia essa un vizio, una perversione cosciente o il risultato di un disordine psico-affettivo, la soluzione della Scrittura  quella di rinnovare la propria mente, per ricostruire la propria interioritˆ:

ÒSiate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinchŽ conosciate per esperienza quale sia la volontˆ di Dio, la buona, gradita e perfetta volontˆÓ (Ro 12:2).

Questo comando  rivolto a tutti, non soltanto a coloro che sono attratti dalle persone del loro stesso sesso. Si tratta di lasciarci trasformare tutti quanti dalla potenza dellÕEvangelo.

 

 

ÒOrientamento omosessualeÓ

e Òpratica omosessualeÓ

 

Di solito, da un punto di vista morale, si tende ad affermare che lÕorientamento omosessuale non  da considerarsi peccato, fino a quando non ci sia un coinvolgimento fisico con il rapporto sessuale.

Personalmente, ritengo che questo ragionamento sia vero solo fino a un certo punto.

In senso generale, lÕorientamento omosessuale  la tendenza interiore a preferire le persone dello stesso sesso, per stabilire rapporti che non necessariamente siano di tipo sessuale.

La pratica omosessuale , invece, lÕattivitˆ sessuale propriamente detta, con persone dello stesso sesso, al fine di ottenere una gratificazione erotica.

 

Da un punto di vista morale, questa differenza pu˜ suggerire un diverso carico di responsabilitˆ, ma la Bibbia non sembra fare una tale distinzione.

Innanzitutto, si deve ammettere che lÕorientamento  lÕanticamera della pratica omosessuale, perchŽ esso non  disgiunto dallÕattrazione erotica verso una persona dello stesso sesso. La pulsione sessuale negli esseri umani  molto forte ed  sostenuta anche dalla concupiscenza e, prima o poi, un forte desiderio lo si realizzerˆ nelle azioni.

Inoltre – esattamente come per una persona eterosessuale – anche il solo desiderare qualcosa di illecito determina un giudizio di Dio:

ÒVoi avete udito che fu detto: ÇNon commettere adulterioÈ. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giˆ commesso adulterio con lei nel suo cuoreÓ (Mt 5:27-28).

Il peccato si annida anche nei pensieri e non soltanto negli atti espliciti.

E ancora:

ÒLa parola di Dio infatti  vivente ed efficace, pi affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dellÕanima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed  in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuoreÓ (Eb 4:12, versione Nuova Diodati).

 

Un cristiano non pu˜ prescindere da questi passi biblici.

Se un eterosessuale guarda una persona (che non sia il suo coniuge) con desiderio sessuale, commette peccato. PerchŽ, allora, se una persona con orientamento omosessuale guarda unÕaltra persona dello stesso sesso con desiderio sessuale, non dovrebbe commettere ugualmente peccato?

Ci sono due pesi e due misure?

Si vede molto chiaramente che, per un cristiano, il cuore del problema rimane la sua integritˆ davanti a Dio.

Come credenti, infatti, abbiamo a che fare con un problema di rinnovamento interiore che deve riguardare ogni ambito della vita umana, per diventare quegli uomini e quelle donne che Dio desidera che noi siamo, senza lasciarci fuorviare da pretese ideologiche o filosofiche.

 

 

Omosessualitˆ/omofobia:

una contrapposizione corretta?

 

Oggi si tende a opporre i due termini, ma una tale contrapposizione non  assolutamente corretta.

Il termine ÒomofobiaÓ significa letteralmente Òpaura del simileÓ; invece, oggi viene utilizzato in modo improprio e con intenzioni accusatorie. Infatti, il corretto significato di Òpaura del simileÓ, diventa: Òpaura degli omosessualiÓ.

Ritengo che sia unÕindebita strumentalizzazione ideologica, volta a colpire coloro che ritengono lÕomosessualitˆ una cosa sbagliata, bollandoli come intolleranti.

Vediamo due esempi, per comprendere meglio la questione.

 

ÒVenerd“ 4 aprile 2008 cristiani provenienti da diverse confessioni e cammini di fede (valdesi, cattolici, veterocattolici, metodisti, battisti, etcÉ) saranno in veglia a Firenze e in tante altre cittˆ italiane con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dellÕomofobia e per lanciare un segno di speranza. [É] Le veglie saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perchŽ non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono [É] nel mondo e anche in Italia solo perchŽ esistono, perchŽ vogliono vivere lÕaffettivitˆ che il Signore ha dato loro. [É] Sollecitando [É] le nostre comunitˆ cristiane a contrastare quegli atteggiamenti omofobici spesso presenti anche al loro internoÓ.

(Estratto di una e-mail inviata da un comitato a favore degli omosessuali, REFO, di Firenze).

 

Queste affermazioni presentano il problema solo in termini di tolleranza-intolleranza; di sofferenza degli omosessuali a causa degli eterosessuali che li discriminano; di legittimazione di unÕaffettivitˆ omosessuale Òdata dal SignoreÓ (??), in contrasto con gli Òatteggiamenti omofobiciÓ degli eterosessuali.

In altre parole, viene presentata solo la faccia politica del problema, non quella psicologica nŽ tanto meno quella spirituale.

 

Ora, leggiamo un estratto di una lettera inviata da due donne alla moderatora della Tavola valdese e pubblicata qualche tempo fa sul periodico Riforma.

 

ÒEssendo entrambe gay la nostra fede  messa a dura prova allÕinterno di comunitˆ che non solo non riconoscono le relazioni omoaffettive, ma addirittura le condannano in modo aperto come devianti per lo sviluppo armonico della societˆ. [É]Quelli che hanno sub“to nel corso della storia campi di concentramento, torture, stupri, violenza, incarcerazioni e decapitazioni in nome di una falsa morale. [É] Chiese contrarie agli omoaffettiviÉÓ.

 

Con tutto il rispetto per la situazione che queste due donne stanno vivendo, mi sembra tuttavia che esse impostino il problema in termini assolutamente dialettici, opponendo cio in modo drastico due posizioni contrastanti, creando cos“ due ÒblocchiÓ di pensiero, due visioni univoche e contrapposte, senza possibilitˆ di ulteriori sfumature o approfondimenti: una  positiva, lÕaltra  negativa.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a una tipica strategia politica e ideologica.

Utilizzando termini come: ÒomofobiaÓ, ÒgiudizioÓ, ÒdiscriminazioneÓ, ÒincarcerazioneÓ, ÒtortureÓ, ÒpersecuzioneÓ, Òfalsa moraleÓ, ecc., le autrici della lettera creano due fronti contrapposti ma, nonostante si professino credenti, non tengono conto del vero messaggio del Vangelo che  la potenza che trasforma!

 

Poi proseguono:

 

ÒLa nostra  una battaglia di valori. é lotta per lÕamore, per il reciproco aiuto, per la cura dellÕaltro e per la condivisione. Esistono valori cristiani pi grandi di questi? In quale luogo, se non in una chiesa, dovrebbero trovare accoglienza? Sappiamo infatti quanto siano poche le chiese inclini a mostrare il volto di un Dio che difende i diritti degli omosentimentali. Quanto poche quelle decise a proporre lÕalternativa di una parola in grado: Ç… di dare (É) un diadema invece che cenere, (É) olio di letizia invece di un abito di luttoÉÈ. Tale atteggiamento  in aperta contraddizione con lÕannuncio dato da Ges [É] Ma Ges non ha forse lottato per dare loro dignitˆ?Ó

 

A parte le citazione biblica impropria e fuori contesto, ritengo che ci˜ che  scritto sia un travisamento del pensiero di Dio espresso nella Bibbia. Ges ha dato la sua vita per la salvezza dei peccatori, per lÕespiazione dei loro peccati, per reintegrarli come Ònuove creatureÓ secondo la volontˆ del Padre e non certo per la tutela dei loro diritti. Inoltre, nei confronti della donna adultera, il Signore  stato molto chiaro: ÒVaÕ e non peccare pi!Ó (Gv 8:11).

 

Leggiamo ancora:

 

ÒSi pretende di condannare il prossimo a una condizione di senza diritti stravolgendo il messaggio dei vangeli. [É]LÕalteritˆ nellÕevangelo  la capacitˆ di comprendere lÕaltro, il che include da parte di chiunque lo sforzo di calarsi nella pelle di chi soffre e di sperimentarne le ferite, appropriandosi di una condizione in cui lÕamare viene molto prima del giudicare. Cristo ci invita sempre ad avere occhi per vedere, orecchie per discernere, cuore per intendere sul serio chi ci sta intorno. [É] Per ricordare che Dio ci libera da ogni carcere, ma che questa libertˆ  per tutti coloro che credono, nessuno escluso.Ó

 

Potrei anche sbagliarmi, ma mi sembra che sia invece la loro interpretazione a stravolgere il messaggio del vangelo.

In un certo senso, le loro affermazioni paiono confondere le carte in tavola, citando il Vangelo in modo improprio e decontestualizzato. Inoltre, sembra che le autrici della lettera, come molte altre persone, intendano la libertˆ dellÕEvangelo comela libertˆ di vivere le proprie pulsioni, senza limitazioni e senza voler essere giudicate.

é la filosofia del ÒVaÕ dove ti porta il cuoreÓÉ

In definitiva, questa lettera sembra mescolare i valori, le istanze, i princ“pi e gli obiettivi del Vangelo, usando a sproposito aspetti dellÕoperato e della volontˆ di Ges.

Con rammarico si deve constatare che essa  una delle tante lettere e opinioni fuorvianti, che spostano il centro del problema su aspetti ideologici e non spirituali, anche se non si pu˜ negare che in essa troviamo problemi veri e vissuti con sofferenza sulla propria pelle. Tuttavia, propone la totale accettazione della condizione omosessuale come soluzione, senza pensare che Òcoloro che chiamano bene il maleÓ (cfr. Is 5:20) non servono la causa dellÕEvangelo, ma strumentalizzano la volontˆ di Dio e minimizzano la potenza vivificante e trasformatrice dello Spirito Santo!

 

In nome della libertˆ personale, dei propri diritti, della tolleranza totale, si sminuisce la potenza dellÕEvangelo, che invece libera, cambia, trasforma e vuole dare allÕindividuo nuovi pensieri, per costruire una nuova personarinnovata e reintegrata interiormente davanti a Dio.

 

Oltre a ci˜, affermazioni di questo tipo creano opposti schieramenti e dividono i cristiani tra liberali e fondamentalisti, tra illuminati e retrogradi, tra progressisti e integralisti, tra coloro che pretendono di avere un Òampio respiroÓ e coloro che, invece, sono accusati di continuare a promuovere un Ònefasto legalismoÓÉ

In questo modo, contrapponendo arbitrariamente due interpretazioni unilaterali del problema, si impedisce un reale e sereno dibattito, che sarebbe invece molto pi costruttivo se si indagasse a fondo nello spirito della Parola di Dio e se ne applicassero le straordinarie indicazioni pastorali.