Una “storia” che fa riflettere
Ricordo con piacere quella volta che ero all’università, stavo ascoltando una lezione di letteratura che con mia enorme sorpresa era incentrata sul tema dell’eternità e della felicità umana. A fine lezione ho colto l’occasione per parlare dell’argomento con alcune delle mie amiche, e ancora con mia grande sorpresa notavo che ognuna di loro era felice di condividere il proprio pensiero ed erano tutte interessate a parlare di argomenti così profondi. Mi ero sempre trattenuta dal far partire queste conversazioni perché credevo fossero tutte ragazze superficiali, ma mi sbagliavo. Man mano che parlavamo, alcune di loro andavano via, una però decise di rimanere ancora con me a discutere. Era molto cattolica, ed ero felice di ritrovarmi con lei su diversi discorsi riguardo Dio e la fede, ma vedevo nel suo modo di ragionare anche molta incertezza e confusione. Decisi allora di invitarla un pomeriggio a casa da me per leggere insieme la Bibbia e approfondire il tema della salvezza su cui avevamo un po’ dibattuto. Accettò il mio invito e qualche giorno dopo ci trovammo a casa mia a leggere insieme alcuni capitoli dei Vangeli e riflettere sulle parole di Gesù; mi disse che non aveva mai aperto la Bibbia con tanta semplicità e che aveva sempre pensato fosse qualcosa di molto più complicato, era scioccata dal mio modo di parlare di Gesù, diceva che sembrava come se stessi parlando di un amico che incontravo ogni giorno. Era interessata a saperne di più e ci incontrammo più volte fino a quando non le esposi il messaggio del Vangelo e lei capì della necessità di credere in Dio personalmente. Da quel momento invitò anche alcuni suoi amici cattolici a leggere la Bibbia con il nostro gruppo giovani della chiesa e altri hanno potuto ascoltare del messaggio del Vangelo.
Quella ragazza si chiama Carmen ed è davvero stata una mia compagna di università, peccato che questa “storia” sia solo una bella invenzione della mia mente.
Sono convinta che a molti di noi credenti capiti di immaginare come potrebbero andare le nostre conversazioni quotidiane, come potremmo condividere il Vangelo, cosa succederebbe e quanto sarebbe bello per noi riuscire davvero ad ottenere la conversione anche solo di una delle persone con cui entriamo in contatto ogni giorno. Questo è qualcosa di estremamente buono! Ci sarebbe da preoccuparsi se come credenti non avessimo entusiasmo di condividere quotidianamente il messaggio che ha cambiato le nostre vite, ma spesso rimaniamo intrappolati in desideri e sogni e pensiamo: “Se solo avessi il coraggio di chiedere a quel mio collega di venire al concerto evangelistico… se solo riuscissi a parlare con le mie amiche di discorsi un po’ più profondi per poter presentare il mio pensiero… se solo spendessi più tempo con quella persona ascoltandola e cercando di curare il suo dolore con le parole di Gesù… se solo nel treno non mi vergognassi a rivolgere la parola alla persona affianco a me per chiederle se ha mai letto la Bibbia”.
Dobbiamo ammettere che la nostra vita da cristiani è piena di risentimento, pentimento, frustrazione per occasioni perse, cose che avremmo potuto e voluto fare, che sarebbero potute succedere ma non sono accadute a causa forse della nostra pigrizia o della nostra vergogna. Che brutto! Che brutto arrivare alla fine della propria vita ripensando a tutte le evangelizzazioni perse che avrebbero potuto essere occasioni di salvezza per molti. Una volta consapevoli di quanto questa situazione sia davvero triste agli occhi nostri e sicuramente di Dio, vogliamo però cercare alcuni aspetti propositivi per uscire da queste catene che ci tengono legati alla sedia e ci fanno pensare ad evangelizzazioni sognate ma mai concretizzate.
Ecco alcuni incoraggiamenti che possono aiutarci ad uscire da una situazione di blocco evangelistico.
Continua a sognare di evangelizzare!
Se, come me, ti capita di pensare a come poter parlare a qualcuno di Dio, o ripensi a come avresti potuto comportarti in una situazione per farti riconoscere come credente, sei sulla buona strada. Non si può immaginare un credente che non abbia in sé il profondo desiderio di condividere il Vangelo e che non voglia il bene del prossimo.
In Matteo 28:19 leggiamo: “Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”; quello di fare discepoli è un comandamento, una caratteristica di ogni credente, non un bonus per chi vuole raggiungere maggiore spiritualità. Il fatto che alcuni credenti siano evangelisti e abbiano un dono specifico nell’evangelizzazione non ci esonera affatto dalla nostra missione di vita di parlare agli altri di Gesù. Un credente dovrebbe necessariamente fare discepoli o quanto meno sognare e desiderare di farlo. Se sei un cristiano ma non sogni di evangelizzare prega intensamente Dio di darti questo desiderio, di donarti i suoi occhi per vedere il grande bisogno che c’è nel mondo.
È incredibile come Dio possa renderci capaci di sognare in grande e immaginare cosa lui potrebbe fare se iniziassimo a condividere il Vangelo. La “storia” della mia amica Carmen è bellissima, ma la cosa straordinaria è che può davvero diventare realtà perché ciò che pensiamo che Dio possa fare, Lui può sempre farlo realmente e oltre ciò che immaginiamo. I nostri sogni evangelistici sono belli, ma ciò che Dio potrebbe realmente fare se ci lasciassimo usare da lui sarebbe infinitamente più potente di ciò che riusciamo a pensare.
Chiedi dunque a Dio di continuare a potenziare i tuoi desideri di condividere il messaggio di salvezza, questo significherà per te iniziare ad avere una visione evangelistica.
Prega sui tuoi desideri e sogni evangelistici!
Iniziare a sognare in grande su ciò che Dio potrebbe fare attraverso di noi è sicuramente un primo passo, ma si fermerebbe qui se non fosse seguito dalla preghiera. Spesso l’ostacolo più grande a ciò che vorremmo fare per gli altri sta nell’assenza o pochezza della nostra preghiera. Paradossalmente potremmo più probabilmente riuscire a raggiungere qualcuno da casa nostra attraverso la preghiera che non incontrando persone e volendo evangelizzare senza prima esserci fermati a pregare seriamente. Parlando con Dio portiamo a lui i nostri desideri evangelistici, elenchiamo le persone a cui avremmo a cuore di parlare di lui, i nostri dubbi sul come farlo, le difficoltà che sentiamo. In questo modo la preghiera diventa anche un banco di programmazione con Dio, noi preghiamo e chiediamo aiuto, e lui nel frattempo inizia ad incoraggiarci, ci fa sentire responsabilizzati nel momento stesso in cui stiamo esprimendo a parole il desiderio che avremmo. Il Signore inizia a farci vedere cosa potremmo fare con il suo aiuto, ci ricorda che ad operare sarà lui, ci equipaggia con la sua potenza e inizierà a farci vedere i prossimi passi pratici da fare.
Non stiamo dicendo che sentiremo la voce di Dio scandire tutti i dettagli sul come evangelizzare, ma la preghiera è davvero un colloquio con Dio dove acquisiamo sempre di più la sua visione delle cose e non la nostra. Dio potrà rispondere alle nostre preghiere solo se avremo delle richieste da portare e non dobbiamo affatto sentirci in colpa di chiedere a Dio di agire in situazioni concrete, dopotutto è lui che dice: “Chiedete e vi sarà dato” (Mt 7:7).
Paolo chiedeva spesso alle chiese di pregare per le sue evangelizzazioni scrivendo:
“Pregate per tutti i santi, e anche per me, affinché mi sia dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo” (Ef 6:19).
Queste richieste non solo sono lecite, ma dovrebbero essere quotidianamente rivolte a Dio se davvero vogliamo evangelizzare. La preghiera dona fede, e ci fa comprendere che quelle cose che stiamo portando a Dio e che desideriamo fare, potranno davvero accadere.
Cogli l’attimo, pianifica e lascia fare a Dio!
Se rimanessimo a casa a pregare per i perduti sarebbe già un grande traguardo e sono sicura che Dio già inizierebbe a muovere le cose. Ma chi andrà a parlare ai tuoi amici, ai tuoi colleghi? È proprio vero che “sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie” (Ro 10:15). Ognuno di noi è la persona giusta per condividere il Vangelo nella semplicità, perché ogni credente ha conosciuto Dio e il piano di salvezza, e sa benissimo esprimere cosa è accaduto nella propria vita, già questo messaggio pronunciato con convinzione avrà un impatto enorme nelle vite delle persone. Forse penserai “Ma quando arriverò mai a parlare di ciò che Gesù ha fatto per me?”.
Cogli l’attimo! È importante non lasciarsi sfuggire nessuna delle piccole finestre che si aprono su discorsi un po’ più profondi. Certo non potrò parlare all’improvviso di Gesù mentre stiamo ragionando sul gusto di pizza che ci piace di più, ma dovrò essere abile e mentre il mio amico si sta aprendo su alcune problematiche della sua famiglia: coglierò l’attimo per ricordargli un versetto della Bibbia che mi incoraggia quando attraverso momenti simili ai suoi. Troppo spesso sorvoliamo su porte che si aprono durante i nostri discorsi e tornando a casa ripensiamo a cosa avremmo potuto dire in quei momenti per condurre la conversazione verso Gesù.
Ma vogliamo davvero continuare a collezionare così tanti rimpianti e occasioni perse?
Cosa dirà il Signore alla fine delle nostre vite?
Avremo davvero il coraggio di dirgli che non abbiamo avuto occasioni?
Non c’è un giorno in cui non si presenti una minima possibilità di condividere Gesù.
Paolo esortava Timoteo a predicare sempre, in ogni occasione favorevole e sfavorevole (2Ti 4:2). Riusciremo a farlo anche noi se saremo intenzionali e non agiremo guidati dal caso ma dallo Spirito Santo. Certamente sono anche per noi le parole di Pietro: “siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1 P 3:15), ma per lottare contro la nostra pigrizia e vergogna dobbiamo agire intenzionalmente. Dovrò quindi impegnarmi a pensare già da casa a come oggi potrò evangelizzare le mie amiche all’università o i miei vicini di casa, a quale aspetto della mia vita cristiana potrò condividere per accendere il loro interesse. Dovrò essere intenzionale per pianificare di donare una Bibbia da leggere al mio collega di lavoro e per pensare all’occasione migliore per poterlo fare senza rimandare sempre. L’evangelizzazione è sicuramente qualcosa di spontaneo, ma nelle nostre vite di oggi così pianificate e calendarizzate se non pianificheremo e penseremo in anticipo a come evangelizzare oggi, finiremo per non farlo affatto.
Ma se finora ti sei sentito responsabilizzato o un po’ appesantito da così tante cose “da fare” per evangelizzare davvero, ecco l’ultimo incoraggiamento: “Lascia fare a Dio”! Se fin qui abbiamo visto come fare del nostro per condividere Gesù agli altri, siamo però sollevati nel sapere che non tutto dipende da noi, anzi pochissimo dipende da noi e tutto da lui. Non a caso il grande mandato continua così: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Mt 28:20). Proprio mentre facciamo tutti i vari passi descritti prima, in ognuno di quei momenti Dio sarà con noi e nessuna delle azioni fin qui proposte avrebbe senso se non ci fosse la potenza di Dio ad operare. La conversione delle persone non dipende da noi ma da lui, questo ci incoraggia, ci fa sentire sollevati ma ci responsabilizza, perché significa che in realtà questo compito è più facile di quanto non pensiamo; noi siamo solo umili strumenti, ma lui farà tutto il resto!
E allora, immagina SE SOLO ogni credente in Italia iniziasse a sognare di più di evangelizzare concretamente, a pregare di più per condividere il Vangelo, se iniziasse a pianificare intenzionalmente sul come farlo e a cogliere tutte le occasioni che si presentano e se ogni credente fosse consapevole che l’evangelizzazione è in realtà in mano alla potenza di Dio, credo che non avremmo più credenti pieni di rimpianti e sogni repressi, ma vedremmo sicuramente un’Italia dal volto diverso.