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Sul trono!

Quelli citati, e altri ancora, sono tutti dei testi biblici che affermano questa grande verità: Dio è sovrano! Quando la Scrittura ci parla della sua grandezza, usa alcune volte la parola “maestà” per descrivere il suo regno. Due salmisti “anonimi” (i Salmi di cui non si conosce l’autore) affermano che “Il Signore regna; egli s’è rivestito di maestà… Il tuo trono è saldo dai tempi antichi, tu esisti dall’eternità” e “… il Signore è un Dio grande, un gran Re…” (Sl 93:1-3; 95:3). Davide afferma: “Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà…” (Sl 145:5). Nei capitoli 4 e 5 dell’Apocalisse c’è un’idea di fondo che riguarda Dio: quella del trono, menzionato ben 17 volte. Trono, insieme al termine Agnello, è una delle due parole “chiave” dell’Apocalisse. Nell’esordio del cap. 4 due sono i concetti che appaiono molto chiari e forti: sul trono non c’è un essere impersonale, distante, il caos o il caso: c’è Qualcuno seduto! In secondo luogo Giovanni, il cui scopo era quello di incoraggiare una Chiesa che stava subendo la persecuzione vivendo in mezzo a prove molto dure, voleva insegnare una lezione molto importante: Dio è seduto sul trono ed è sovrano su tutto e su tutti incluse le vittorie, le prove e anche le tribolazioni. Non è infatti casuale che questi due capitoli preparino quanto è scritto in modo dettagliato e approfondito nei capitoli da 6 a 20 con la descrizione dell’«ira di Dio e dell’Agnello» per giudicare le forze del male e la malvagità umana. Questo “trono” è il chiaro simbolo del potere, dell’autorità perché Dio è sovrano. È il Re! Nonostante quanto appena descritto l’ultima parola è e sarà sempre la sua, perché Dio è e ha l’autorità assoluta su tutto e su tutti. La sua sovranità viene rivelata nella Scrittura fondamentalmente in diversi ambiti; ne esamineremo cinque e farò solo menzione a un sesto.

Dio è sovrano sulla CREAZIONE

Questa verità è proclamata con autorità fin dalle prime parole della Scrittura: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” (Ge 1:1). La Scrittura attribuisce a Dio la creazione di ogni cosa e dal nulla, quindi nulla è frutto del caos o del caso, questa è una verità che va accettata “per fede” (Eb 11:3) e che fa parte del piano sovrano specifico di Dio. Nel racconto di Genesi 1, è necessario operare una distinzione tra la creazione dell’universo, menzionata nei primi due versetti, e quella manifestata con gli atti creativi dei sei giorni descritti nei versetti da 3 a 31 (qui l’enfasi è soprattutto su questi atti piuttosto che sul fattore temporale, anche se esso ha il suo peso). Il distinguo è tra i vari pianeti (pensiamo oggi a quanto siamo in grado di vedere di Marte), che sono aridi e vuoti, mentre il pianeta terra è ricco della presenza della flora e della fauna, di acqua, indispensabile per la vita e ha la presenza dell’uomo, il capolavoro di Dio.

In questo straordinario atto della sovranità di Dio, è interessante notare la progressione nel creare, infatti egli preparò tutti gli elementi necessari perché gli animali e l’uomo potessero vivere. Isaia parlando delle stelle afferma la sovranità di Dio: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una” (40:26). L’uomo, arrivato sulla luna, non è in grado di fare la conta esatta di tutte le stelle men che meno di dare loro un nome! Un astronomo ha detto che “grosso modo, come ordine di grandezza, osserviamo circa 100 miliardi di galassie, ognuna con circa 100 miliardi di stelle”. Ecco, c’è quel “circa”. Mentre gli astronomi stanno ancora facendo la conta e classificandole, Dio, che le ha create, ne conosce la posizione, il numero esatto, le chiama tutte “per nome” e sono tutte sottoposte alla sua volontà!

Dopo aver creato, Dio ha continuato la sua opera con la preservazione. Ad esempio, parlando (il Salmo 19, definito nella prima parte “il libro della natura”, ruota intorno a quattro verbi: raccontano, annuncia, rivolge e comunica, vv. 1-3) attraverso “i cieli e il firmamento”, manifestando la sua sovranità sullo spazio, mentre attraverso l’alternanza del giorno e della notte, la sua sovranità è sul tempo. Questa sovranità è ancora evidenziata con l’alternarsi delle stagioni (Ge 8:22; si veda anche “Egli alterna i tempi e le stagioni”, Da 2:21) e con il “far vivere” tutto (Ne 9:6).

Nel Nuovo Testamento l’opera di preservazione è ascritta al Figlio mediante il quale tutto “sussiste” o che “sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza” (Cl 1:17; Eb 1:3). Collegata alla creazione e alla preservazione c’è anche l’opera della provvidenza di Dio, un’ulteriore dimostrazione della sua signoria. Infatti Egli “manda la pioggia sopra la terra e sparge l’acqua sui campi” e provvede ai vari bisogni dell’uomo e degli animali (Gb 5:10; Sl 104) facendo “levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5:45). Ai pagani di Listra Paolo e Barnaba spiegarono come Dio avesse fatto del bene a tutti mandando dal cielo pioggia e stagioni fruttifere, dando cibo in abbondanza, e in occasione del suo discorso all’Areopago di Atene, Paolo disse ai filosofi Epicurei e Stoici che “Dio dà a tutti la vita, e il respiro e ogni cosa” (At 14:15-17; 17:25).

Dio è sovrano nella RIVELAZIONE

Nell’esordio dell’Epistola agli Ebrei Paolo afferma con grande autorità che “Dio ha parlato” e lo ha fatto “molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti”. Poi ha parlato in modo unico e straordinario per mezzo del Figlio che si è incarnato, che è morto in croce, che è risorto e che è asceso essendo ora “seduto alla destra della Maestà” e “coronato di gloria e d’onore” (Eb 1:1-3; Gv 1:14; Fl 2:8; 1 Co 15:3-4; At 2:36; Eb 1:3; 2:9). E, naturalmente, sia prima della venuta del Figlio sia negli anni immediatamente seguenti il suo sacrificio, all’incirca fino alla fine del I sec. (quando l’apostolo Giovanni ha scritto prima il Vangelo, poi le Epistole e infine l’Apocalisse), Dio ha parlato tramite i profeti (intesi qui in generale come annunciatori dell’oracolo di Dio), con la sua Parola scritta. Queste due rivelazioni, quella “unica nel suo genere”, del Figlio, e quella “speciale”, la Scrittura, hanno mostrato e dimostrano la sua sovranità perché tutto quanto è scritto è autorevole e utile (1Te 2:13; 2Ti 3:16-17). Ed è molto interessante notare che parlando di entrambe queste rivelazioni, l’apostolo Pietro dichiara la maestà del Signore Gesù, facendo riferimento all’episodio della trasfigurazione (2P 1:16) e subito dopo descrive la rivelazione scritta fatta da “uomini che hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2P 1:21).

Dio è sovrano sulle PERSONE

Dio è sovrano della vita sia delle persone cosiddette “comuni” sia dei “grandi” della terra. Nella pianura di Scinear l’uomo con tutto il suo orgoglio e le sue conoscenze voleva innalzarsi escludendo Dio. Il Signore è semplicemente “sceso” dal cielo per vedere che cosa stessero facendo gli uomini, ha “confuso” il loro linguaggio e “così il Signore li disperse”, dimostrando la sua signoria (Ge 11:1-9).

Nel corso dei secoli molte cose sono cambiate, di nome, ma la sostanza, di fatto, è rimasta quella. Al tempo di Paolo ad Atene e a Corinto c’erano molte correnti filosofiche in contrasto l’una con l’altra che presentavano un modo particolare di vivere. Avevano però una cosa in comune: al centro c’era sempre l’uomo con la propria “filosofia” (l’amore della saggezza), l’adorazione della saggezza umana, cosa che è proseguita nel corso dei secoli. Ed è la stessa cosa anche oggi perché l’uomo si pone come il centro e al centro di tutto, è indipendente da Dio, rifiuta la sua rivelazione e mette sé stesso sul piedistallo e ritiene di mettere in questa posizione quello che ha pensato o fatto. Dio è il grande escluso.

Senza eccezioni, la saggezza umana eleva l’uomo, deificandolo, e abbassa Dio, umanizzandolo. In realtà, però, Dio è il sovrano “assiso sulla volta della terra” da dove i più di otto miliardi di abitanti, gli appaiono “come cavallette” (Is 40:22-23). Noi che ci vantiamo oltre che di essere andati sulla luna e di aver inviato decine di sonde su Marte, di aver inventato i collegamenti tecnologici più sofisticati, di aver fatto passi da gigante nel campo medico, scientifico, siamo considerati da Dio esseri minuscoli anche se egli si interessa personalmente di ognuno di noi e questo è anche un altro segno della sua grandezza. Nonostante la nostra presunta grandezza, siamo piccolissimi di fronte a colui che ha affermato: “Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi” (Is 66:1). E per quanto riguarda i “prìncipi”, ovvero i grandi uomini che governano le nazioni, che determinano il benessere o meno di centinaia di milioni di persone, che innescano guerre per la sete di dominio, che pensano di essere immortali, che sono talvolta idolatrati da folle oceaniche, di costoro Dio fa scrivere al profeta: “egli riduce i principi a nulla, e annienta i giudici della terra” (Is 40:23). In un tempo in cui il potere politico e legale aveva un’influenza enorme sulla vita delle persone, era cruciale per gli Israeliti che l’autorità finale spettasse solo a Dio. Nel descrivere i principi e i giudici come ridotti al nulla e annientati, il profeta ricordava al popolo che il loro potere era soggetto alla sovranità di Dio (si veda anche Da 2:21) e al loro rendere conto a lui. Questo era, ed è, un testo di solenne ammonimento a quanti sono in una posizione di autorità, di governare in modo giusto e retto ricordando loro che devono rendere conto a un potere superiore. Penso a tutti i dittatori che si sono susseguiti nella storia che si ritenevano intoccabili, invincibili, dei piccoli dèi, e sono stati spazzati via in un attimo.  Penso anche, in particolare, alla fine fatta da alcuni di quei “principi” che hanno voluto distruggere e annientare il popolo d’Israele: Haman, Erode, Hitler. Non sono gli uomini ad avere il controllo ma il Signore! In effetti è sufficiente il suo soffio per “appassirli” come fiori, in un attimo. 

Dio è sovrano sulle NAZIONI

Isaia, quando scrisse il suo libro, era a conoscenza degli imperi del passato e di quelli che dominavano il mondo di allora: l’Egitto, l’Assiria, Babilonia. Daniele, nelle sue profezie, interpretando il sogno di Nabucodonosor o nella sua visione dei regni da quel tempo fino alla fine, gettò il suo sguardo sulle potenze mondiali che si sarebbero succedute: i Medi, i Persiani, i Greci, i Romani (Da 2; 7). Tutte, anche quelle che erano al culmine della loro grandezza, sono scomparse (Da 5:30) e l’ultima, futura, verrà distrutta e annientata da quella “pietra” e da quel “regno che non sarà mai distrutto e che non cadrà nelle mani d’un altro popolo” (Da 2:44-45).

Nel momento in cui Ezechia aveva mostrato tutti i tesori agli ambasciatori babilonesi che, secondo la parola di Isaia, sarebbero stati portati via, insieme ai posteri, quindi in un tempo di paura per il futuro nei confronti di un impero così potente come era allora quello babilonese, Dio fece scrivere al profeta il modo in cui considerava le nazioni: “Ecco, le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo che vola. Tutte le nazioni sono come nulla davanti a lui, egli le valuta meno che nulla, una vanità” (Is 40:15, 17). Gli Israeliti erano molto preoccupati perché avevano sentito che i Babilonesi li avrebbero portati in cattività, ma il Signore con queste parole del suo servo voleva incoraggiarli, facendo capire loro che lui aveva il controllo su di loro.

Questo è qualcosa di incoraggiante anche per noi oggi nella situazione che stiamo vivendo di grande precarietà e tensioni politiche; possiamo avere piena fiducia nel nostro Dio che ha il pieno controllo degli eventi e che ci incoraggia ad avere fiducia in lui.

Dio è sovrano nei GIUDIZI

Egli, mostrando la sua autorità mentre cammina nell’Eden, chiamò Adamo e lo condannò: maledisse la terra e sottopose l’uomo alla morte fisica cambiando in questo modo la condizione originaria e perfetta della sua creatura e del suolo che, da quel momento in poi, avrebbe prodotto “spine e triboli” (Ge 3:16-19; Ro 3:23; 5:12-15).

A causa del culmine raggiunto dalla malvagità umana, Dio fu costretto a intervenire con il suo giudizio sulla terra per mezzo del diluvio distruggendo ogni forma di vita, a eccezione delle persone  degli animali che trovarono rifugio dentro l’arca (Ge 6:5-8:14). “Il Signore sedeva sovrano sopra il diluvio, anzi, il Signore siede re per sempre” (Sl 29:10). 

Quando gli uomini costruirono una torre per evitare di essere dispersi e acquistarsi fama, per elevarsi al di sopra di Dio, egli, mostrando la sua signoria, compì semplicemente delle azioni inverse a quelle di quegli uomini “scendendo”, “confondendo” le loro lingue e poi disperdendo i costruttori di Babele (Ge 11:1-9).

Vedendo l’estrema corruzione morale di Sodoma e Gomorra in cui si praticava l’omosessualità, Dio intervenne con il suo giudizio e distrusse le due città attraverso una calamità naturale, probabilmente un violento terremoto (Ge 19).1 

Durante gli anni della tribolazione Dio eserciterà, insieme all’ira dell’Agnello, una serie di giudizi sull’umanità, e in particolare su Israele, attraverso calamità naturali, guerre, carestie, periodo che si concluderà con la seconda venuta del Signore Gesù. Egli verrà in terra per distruggere e poi per regnare (Ap 6-19; Za 14:3-4). Infine per mezzo del Figlio (Gv 5:22; At 17:30-31), Dio eserciterà il suo giusto giudizio sugli increduli al Gran Trono bianco (Ap 20:11-12).

Dio sarà sovrano nell’eternità. Oggi lo adoriamo per la sua opera di creazione e di redenzione mediante l’Agnello (Ap 4:11; 5:12) e lo faremo per l’eternità. Comparendo davanti al trono della sua gloria diremo: “A colui che siede sul trono, e all’Agnello, siano la lode, l’onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli” (Ap 5:13).

  1. Secondo alcuni geologi si sarebbe trattato di un’eruzione vulcanica, tipo Pompei. Se così fosse stato, avrebbe però lasciato altri tipi di strascichi. Secondo uno studioso credente di fine ‘800, uno dei primi a studiare a fondo l’argomento, si sarebbe invece trattato di un terremoto che avrebbe causato un improvviso cedimento della crosta terrestre creando delle notevoli fessure da cui sarebbero uscite grandi masse di bitume e zolfo che oggi si trovano in ampie quantità in quella zona. La combustione spontanea della fuoriuscita di gas, l’accensione delle masse di bitume, insieme alla fuoriuscita di vapore e di acqua calda avrebbero avviluppato tutta la zona in un fumo denso dando l’idea che sarebbe caduto zolfo e fuoco dal cielo.