Gesù Cristo è l’argomento centrale delle Scritture
Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento questo è l’argomento centrale per eccellenza. Gesù stesso, ai suoi contemporanei che stavano contestando la sua testimonianza nella quale affermava che il Padre lo aveva mandato, disse:
“Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me” (Gv 5:39).
Luca afferma che ai due discepoli ai quali Gesù si affiancò durante il tragitto che li stava portando da Gerusalemme a Emmaus, egli parlò con grande chiarezza di questo argomento:
“E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano” (Lu 24:27).
Chissà quanti e quali meravigliosi passi egli citò a questi due uomini!
Quale sublime studio per la nostra edificazione e crescita personale potrebbe essere quello di annotare, durante la nostra meditazione quotidiana, i passi dell’Antico Testamento che si riferiscono a lui, che lo concernono.
E in Giovanni si legge ancora che Gesù affermò ai suoi accusatori: “Infatti se credeste a Mosè, credereste anche a me; poiché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?” (Gv 8:56).
E ad altri suoi denigratori disse: “Abraamo ha gioito nella speranza di vedere il mio giorno; e l’ha visto e se n’è rallegrato” (Gv 5:46).
È naturale pensare che, prima di tutto, con queste affermazioni egli confermava la verità della Scrittura, la sua autenticità. In secondo luogo, alla luce del Nuovo Testamento, possiamo vedere chiaramente Cristo in molti passi dell’Antico Testamento senza bisogno di andare oltre il “chiaramente” facendo lavorare la nostra “fantasia”.
Nel libro Ewigkeit zu Ewigkeit (“Dall’eternità all’eternità”), Erich Sauer afferma giustamente che “il centro della Bibbia è Gesù Cristo. Noi crediamo nella Bibbia mediante lui. Partendo dalla nostra fede in Cristo, arriviamo a una fede completa nella sua Parola”.
E Gesù sapeva di essere il punto culminante e il cuore di tutta la Scrittura. Egli credeva che tutto l’Antico Testamento fosse preparatorio per Israele in vista della sua vita e ministero. La maggior parte dei Giudei, alla sua venuta, non si era resa conto di questo. Non così Giovanni Battista che, grazie all’azione dello Spirito Santo Lo indicò come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Gv 1:29)!
Giovanni Battista aveva compreso che tutto il sistema dei sacrifici dell’Antico Testamento evidenziava tre importantissime verità:
- Dio è Santo.
- il peccato è qualcosa di serio.
- il popolo necessitava di un Salvatore.
Giovanni aveva capito tutto questo e aveva considerato come tutti i sacrifici dell’Antico Testamento puntassero verso Gesù: L’Agnello, a differenza di tutti gli altri agnelli (si era nel periodo pasquale) portati per essere sacrificati.
Mentre guardava questa scena Giovanni indicando in Lui, “L’Agnello”, proclamò la salvezza. Cosa che, solo dopo la risurrezione di Cristo, e dopo la sua esauriente spiegazione, compresero i due discepoli sulla strada verso Emmaus. Egli insegnò loro come leggere l’Antico Testamento in tutte le cose che lo concernevano.
Poi Luca prosegue il suo racconto affermando che ai discepoli, che Lo avevano visto apparire in mezzo a loro, Egli “aprì la mente per capire le Scritture e disse loro «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno» “(Lu 24:45-46).
Quindi abbiamo questa divina progressione: Gesù “spiegò” (letteralmente interpretò, aprendo il senso di tutto) per far comprendere loro come quelle cose scritte di lui portassero ai due elementi cardine del vangelo: la sua morte e la sua risurrezione (1Co 15:3-4).
Gesù Cristo è venuto per adempiere le Scritture
Gli evangelisti dimostrano ampiamente questo aspetto di cui qui cito solo qualche esempio: la nascita e il luogo di nascita, la fuga in Egitto, il massacro degli innocenti, l’infanzia, il precursore (Mt 1:22-23; 2:5-6; 2:15; 2:17-18; 3:3).
Fin dall’inizio del suo ministero, in occasione della lettura del passo di Isaia 61:1-3, egli disse a coloro che lo avevano ascoltato: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udito” (Lu 5:20-21). Poco dopo, all’interno del cosiddetto Sermone sul Monte affermò: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti: io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento” (Mt 5:17). Pertanto, parlò dell’ipocrisia dei farisei, della venuta di Elia, della sua venuta come il Figlio dell’uomo (Mt 15:7-9; 17:11; 26:69).
Che dire poi del suo grido lacerante in croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27:46) citato dal Salmo 22:1? E gli evangelisti riportano gli adempimenti di quanto accadde:
- poco prima della crocifissione (i trenta sicli d’argento offerti dai capi religiosi a Giuda, il tradimento di quest’ultimo, l’arresto di Gesù, gli insulti, gli sputi e le percosse da lui subiti, Mt 26:15; 26:24; 26:54-56; 27:28-31),
- dopo la crocifissione (il vino misto a fiele, i piedi e le mani forati, gli abiti tirati a sorte, gli insulti, Mt 27:34; 27:35a; 27:35b; 27:40;),
- alla sua sepoltura (nella tomba del ricco, Mt 25:57-60) e alla risurrezione (Mt 28:7).
Gesù Cristo ha fatto uso delle Scritture
Intanto è evidente la conoscenza che egli avesse delle Scritture. Quando il diavolo citò le Scritture, egli gli rispose dicendo: “È altresì scritto…” (Mt 4:7). In seguito affermò: “Non errate voi proprio perché che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?” (Mr 12:24).
In tutto il Nuovo Testamento ci sono centinaia di citazioni dirette dell’Antico Testamento e circa una settantina di passi con spiccata somiglianza con quelli dell’Antico Testamento o sue parafrasi (laddove lo Spirito Santo ha guidato gli scrittori in tal senso), per cui diciamo che, all’incirca, ci sono quasi 300 citazioni dell’Antico nel Nuovo Testamento. Molte di queste citazioni sono state fatte da Gesù. E molte delle parole che Gesù ha pronunciato sono state prese dall’Antico Testamento. Egli si riferì molto spesso a queste Scritture perché, in primo luogo, esse erano la rivelazione scritta di Dio all’uomo; poi, parlando di lui, predicevano la sua vita e la sua attività, ed egli le usò per mostrare il compimento delle profezie.
Tenendo conto delle citazioni esplicite o dirette fatte da lui, si può notare come esse venissero variamente introdotte con parole o formule quali, ad esempio:
- “la Scrittura” (Giovanni 13:18, dal Salmo 41:9);
- “le Scritture” (Matteo 22:42 dal Salmo 118:22);
- “la Legge” (Giovanni 15:25 dal Salmo 69:4);
- “Mosè” (Marco 7:10 da Esodo 20:12; 21:17);
- “Sta scritto” (Matteo 4:4 da Deuteronomio 8:3);
- “Come è scritto” (Marco 7:6-7 da Isaia 29:13).
Ci sono poi altre espressioni come “fu detto”, con le quali Cristo introduceva le Scritture genuine vere e proprie e, talvolta insieme all’interpretazione rabbinica, i precetti della tradizione che si supponeva fossero fondati sulla Scrittura ma che a volte modificavano perfino l’insegnamento scritturale. L’esempio molto forte è: “Voi avete udito che fu detto: «Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico»” (Mt 5:43), di cui solo la parte in corsivo era scritta in Levitico 19:18 mentre la seconda era un’aggiunta.
Spesso le sue erano citazioni libere (come Giovanni 8:17 preso da Deuteronomio 17:6); altre volte egli interpretava queste citazioni (come Matteo 11:10 tratto da Malachia 3:1). Molto spesso però, egli citava semplicemente le Scritture in modo diretto (come Matteo 22:32a, da Esodo 3:6).
Gesù testimone dell’autorità delle Scritture
Gesù ha accettato la totalità delle Scritture dell’Antico Testamento come divinamente ispirate, quindi inerranti, senza errore.
Egli credeva che esse fossero tali, senza eccezioni, perché erano la Parola di Dio. Quando ha dovuto affrontare la tentazione del diavolo, ha affermato: “Sta scritto: «Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio»” (Mt 4:4). Gesù credeva nella totale autorità delle Scritture, anche le minime parti, erano da lui considerate importanti; infatti ebbe a dire: “Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota (una piccola lettera greca; corrisponde alla “i”; deriva da una parola ebraica yohd; iota è un tratto appena accennato, come un accento o un apostrofo) o un apice (una minuscola estensione di una lettera ebraica, un segno grafico) passerà dalla legge senza che tutto sia adempiuto” (Mt 5:18).
Egli ha affermato che “la Scrittura non può essere annullata” (Gv 10:35). Ha fatto riferimento ad essa come al “comandamento di Dio” (Mt 15:3) e come alla “Parola di Dio” (Mr 7:13).
Gesù credeva che l’Antico Testamento fosse storicamente accurato.
Credeva che i personaggi menzionati fossero realmente esistiti e che gli eventi descritti della loro vita fossero veramente accaduti. Questi personaggi ed eventi includono:
- la creazione dell’uomo, maschio e femmina (Mt 19:4-6),
- l’uccisione di Abele (Lu 11:51),
- Noè e il diluvio (Mt 24:37-39),
- la distruzione di Sodoma e la triste fine della moglie di Lot (Lu 17:28-32),
- l’importante figura di Abraamo (Gv 8:39-58),
- la chiamata di Mosè (Mr 12:26),
- Mosé e il serpente di rame (Nu 21:18; Gv 3:14),
- l’invio della manna (Gv 6:31-49),
- l’incontro fra Salomone e la regina di Seba (1Re 10:1; Mt 12:42),
- Elia, la vedova di Sarepta e la carestia (1Re 17:1, 9; Lu 4:25-26),
- Naaman il Siro e la sua lebbra (2Re 5; Lu 4:27),
- l’uccisione di Zaccaria (Cr 24:20-21; Lu 11:51), Daniele e l’abominazione della desolazione (Da 9:27; 11:31; 12:11; Mt 24:15),
- la disavventura di Giona nel ventre del pesce (Matteo 12:38-40),
- il pentimento dei Niniviti (Mt 12:41).
Gesù non dubitò nemmeno per un attimo della storicità di costoro e degli eventi di cui furono protagonisti.
Nel parlare ai Suoi contemporanei, fossero essi i Suoi discepoli o i capi religiosi, Gesù si riferiva costantemente alle Scritture dell’Antico Testamento.
“Non avete letto quanto vi è stato detto da Dio?” (Mt 22:31). E citando dal Salmo 8:2, Gesù disse: “Non avete voi letto: «Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode?»” (Mt 21:16). Ai farisei disse: “Non avete voi letto quello che fece Davide…?” (Mt 12:3).
Si potrebbero fare molti altri esempi per dimostrare che Gesù conosceva molto bene il contenuto dell’Antico Testamento e lo citava sovente e in modo appropriato avendone piena fiducia. Quando Gesù purificò il tempio, fece riferimento alle Scritture per spiegare la sua azione molto determinata: “Non è scritto: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutta la gente?»” (Mr 11:15-17).
Egli affermò che il suo arresto era un adempimento delle Scritture: “Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare e voi non mi avete preso; ma tutto questo è avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei profeti” (Mt 26:55-56).
Nella parabola del ricco e Lazzaro Gesù ha affermato che la verità della Scrittura è pienamente sufficiente per dare tutte le spiegazioni del modo in cui una persona può ottenere la salvezza. “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita” (Lu 16:31).
Egli ha messo sullo stesso piano le Scritture dell’Antico Testamento e le sue parole, come si può osservare nel sermone sul monte e anche in altre circostanze usando l’espressione “ma io vi dico” (Mt 5:22, 28, 32, 34, 39, 44; 19:8-9).
Le sue parole avevano un’origine divina. Luca scrive che “la folla si stringeva attorno a lui per udire la Parola di Dio” (5:1), e Gesù stesso affermò: “… colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udite da lui, le dico al mondo… ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato…” (Gv 8:26-28) e “Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre che mi ha mandato mi ha comandato lui quel che devo dire e di cui devo parlare… Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette” (Gv 12:49-50; Gv 14:10a; 17:8a, 14a, 17). I discepoli resero testimonianza che lui annunciava la Parola di Dio affermando: “Signore, da chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6:68). E, infine, Cristo ha fortemente autenticato il suo dire affermando: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24:34) e “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno” (Gv 12:48).
Quanto detto evidenzia la considerazione di Gesù per l’Antico Testamento: per lui ogni affermazione era Parola di Dio. Egli dichiarò l’ispirazione, l’inerranza, l’autorità, la rivelazione progressiva e nello stesso tempo la continuità e l’unità della rivelazione biblica.
Un auspicio
In mezzo alle devianti tendenze odierne, riaffermiamo queste incrollabili verità. Dobbiamo dunque dare grande importanza alla Scrittura per conoscerla e applicarla continuamente nella nostra vita e nel nostro servizio. Stiamo attenti a non privilegiare l’esperienza piuttosto che mettere l’accento sulla rivelazione biblica. Non lasciamoci trarre in inganno; una vita cristiana felice a livello individuale è basata sulla Scrittura, su ciò che essa presenta con tutte le esperienze derivano da questo.
Un risveglio spirituale della chiesa trova la sua radice unicamente nella Scrittura e nell’azione dello Spirito Santo che ci illumina nella sua interpretazione. La nostra vita cristiana avrà valore solo se si baserà su quanto essa afferma. L’era apostolica era contraddistinta dall’annuncio di Gesù basato sulle Scritture (At 8:35).
Così come l’edificazione della chiesa locale trovava la sua radice nell’insegnamento basato su “tutto il consiglio di Dio” (At 20:27).
Che sia così anche per noi!