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Se, a conclusione di questo 2023, guardiamo ai mesi passati, troviamo solo motivi per essere fortemente preoccupati. Alla fine dello scorso anno molti speravano nella conclusione del conflitto fra Russia e Ucraina e, invece, non soltanto questa guerra continua il suo cammino di distruzione e di morte, ma ad essa se ne è aggiunta un’altra dopo il terribile attentato di Hamas ai kibbutz israeliani con le conseguenti reazioni del governo di Israele i cui devastanti effetti sono sotto gli occhi di tutti. E non dobbiamo dimenticare gli altri conflitti che stanno da anni insanguinando lo Yemen, la Siria, l’Iraq, l’Afghanistan, il Sudan, il Congo, la Libia… Le ripercussioni di questa drammatica situazione mondiale sono evidenti anche nella nostra Italia: inflazione in inarrestabile ascesa e flusso di migranti aumentato del 150%.

A questo desolante quadro dipinto dalla follia degli uomini, dobbiamo aggiungere gli eventi naturali: l’estate 2023 è stata la più calda di tutta la storia umana, diciotto milioni di ettari sono stati devastati dal fuoco in Canada con l’emissione nell’atmosfera di 160 milioni di tonnellate di anidride carbonica, altri incendi hanno sconvolto le isole di Rodi in Grecia e di Maui nelle Hawaii distruggendo interi villaggi e città, in Libia il crollo di due dighe provocato da un uragano ha sconvolto la città di Derna provocando oltre ventimila morti. Sono sotto i nostri occhi le terribili immagini dei danni provocati dai terremoti in Turchia, in Marocco e in Afghanistan davanti ai quali impallidiscono le pur inquietanti conseguenze delle alluvioni di casa nostra, in Emilia Romagna e in Toscana. La società italiana di medicina ambientale ha rilevato che, “nei primi sei mesi del 2023, vi sono stati nel mondo danni per 184 miliardi di euro e 62mila vittime, 342 al giorno. Le catastrofi sono quasi raddoppiate in venti anni per effetto del cambiamento climatico”. 

Questa situazione, oggettivamente preoccupante, sta provocando paure, insicurezze, stati di ansia, con un aumento esponenziale del consumo di psicofarmaci, soprattutto fra gli adolescenti.

In questo inquietante contesto, mi è personalmente di grande aiuto l’esperienza vissuta dal profeta Geremia che, davanti alle macerie di Gerusalemme distrutta e ai cadaveri che ricoprivano le strade della città, non nascose l’afflizione e l’intima prostrazione che non lo avevano abbandonato neppure per un istante: “Ricordati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell’assenzio e del veleno! Io me ne ricordo sempre e ne sono intimamente prostrato. Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! «Il SIGNORE è la mia parte», io dico, «perciò spererò in lui». Il SIGNORE è buono con quelli che sperano in lui, con chi lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza del SIGNORE” (La 3:21-26). Le parole con cui Geremia descrisse questa sua esperienza sono oggi usate dallo Spirito di Dio per incoraggiarmi a compiere una precisa scelta: richiamare alla mia mente ogni giorno la pazienza del Signore, le sue compassioni, la sua grazia, la sua fedeltà, la sua bontà. Tutto questo mi incoraggia ad aspettare la sua salvezza “in silenzio”, cioè senza lasciarmi coinvolgere dalle chiacchiere e dai dibattiti vani e fumosi degli uomini, che finirebbero solo con il distrarmi dal vero motivo della mia speranza. Infatti “ciò che mi fa sperare”, guardando al futuro, non sono certo gli illusori proclami di pace di politici e religiosi né gli ipocriti tentativi di fermare i cambiamenti climatici, ma la certezza che Dio, il “Dio vivente e vero”, di cui gli uomini non tengono più conto nei loro programmi, porterà a termine i suoi piani per la storia del mondo, ma anche per la storia personale di ciascuno di noi. Verrà il giorno nel quale egli “annienterà per sempre la morte… asciugherà le lacrime da ogni viso”, il giorno nel quale grideremo: “Ecco, questo è il nostro Dio, in lui abbiamo sperato ed egli ci ha salvati… esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!” (Is 25:8-9).