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Ci sono episodi nella storia biblica che contengono avvenimenti non facili da comprendere, soprattutto quando manca nel testo un esplicito commento. Fra questi vi è indubbiamente l’episodio della morte di Mosè, caratterizzato da due avvenimenti che non hanno apparentemente un motivo che li giustifichi e che suscitano due domande: come mai il corpo di Mosè fu seppellito direttamente dal Signore? E perché nessuno ha mai saputo dove fosse la sua tomba? Il racconto biblico si limita a raccontare i fatti: “E il Signore seppellì Mosè nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor e nessuno fino ad oggi ha mai saputo dove è la sua tomba” (De 34:6). Il corpo di Mosè fu deliberatamente nascosto da Dio alla vista del popolo, al quale fu anche impedito di avere una tomba dove recarsi in pellegrinaggio per onorarne la memoria. Perché? Le “nostre” domande rimarrebbero senza una risposta se non ci fosse nella breve lettera di Giuda un riferimento che ci consente almeno di formulare un’ipotesi plausibile. Giuda infatti, legittimando in questo modo la storicità di un’antica tradizione giudaica, parla di una contesa avvenuta fra l’arcangelo Michele e il diavolo. L’oggetto di questa contesa fu proprio il corpo di Mosè (“…l’arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè…”, Gd v. 9). L’arcangelo Michele era stato evidentemente inviato da Dio per seppellire il corpo di Mosè e il diavolo cercò di sottrargli questo corpo per dargli lui sepoltura. La contesa fu chiaramente vinta da Michele, perché il corpo di Mosè fu seppellito dal Signore e non dal diavolo. Il risultato fu: corpo nascosto per sempre e tomba introvabile. Chiediamoci ora: quale obiettivo aveva in mente il diavolo nel promuovere la contesa e cosa sarebbe successo se a vincere la contesa fosse stato lui e non Michele? Il popolo d’Israele era ancora condizionato dalla cultura e dalla religione d’Egitto, come ci rivela l’episodio del vitello d’oro (Es 32). Se Satana fosse riuscito ad entrare in possesso del corpo di Mosè, lo avrebbe sicuramente trasformato in uno strumento di idolatria: una accurata imbalsamazione, un bel tempio per accogliere la mummia, un popolo emotivamente incoraggiato alla sua venerazione ed il suo obiettivo sarebbe stato raggiunto. Ma Satana in quell’occasione fu sconfitto ed il popolo fu protetto da una deriva idolatrica. Ma non sempre Dio è intervenuto per proteggere il suo popolo da idolatria, immoralità, ribellione. E, questo, perché egli aveva dato al popolo lo strumento di protezione per eccellenza: la sua Parola; uno strumento al quale il popolo avrebbe dovuto responsabilmente e consapevolmente ricorrere! Ma per essere efficace strumento e, quindi, per “non peccare” contro Dio, questa Parola doveva essere conosciuta e “conservata nel cuore” (Sl 119:11). È questa Parola che Gesù stesso utilizzò come strumento di protezione e di vittoria, respingendo per ben tre volte con l’autorevole “Sta scritto!” le tentazioni di Satana (Mt 4:1-10). Quando si dimentica la Parola, l’idolatria può esprimersi nella sue forme più estreme e Satana ha la vittoria. Il corpo di Mosè fu nascosto: per lui nessuna tomba e, soprattutto, nessun tempio dove venerare la sua mummia. Ma quanti corpi, nel corso della storia, sono stati mummificati ed esposti incoraggiando il popolo a pellegrinaggi e venerazioni? Credo di non sbagliarmi nell’affermare che non c’è paese, soprattutto nella nostra Italia, dove non ci sia almeno un tempio o una cripta che raccoglie le reliquie o la mummia di qualche cosiddetto “santo”, offrendo uno spettacolo non solo spiritualmente e moralmente, ma anche esteticamente orrendo. Nell’antico Egitto tutte le porte delle tombe venivano bloccate, perché “il defunto non venisse mai più disturbato” e perché nessuno potesse più vedere la sua mummia. Purtroppo nelle vittorie concesse a Satana dalla religiosità degli uomini e dalle loro scelte insensate (non nel Medioevo ma OGGI!) si è andati addirittura oltre, così da far assistere al penoso spettacolo di mummie trasportate per chilometri e chilometri ed esposte alla venerazione popolare! Dio ci ricorda nella sua Parola che, quando un popolo lascia vincere Satana, “non vi sarà per lui nessuna aurora” (Is 8:20). A noi il compito di far vedere la “gran luce” di Cristo “al popolo che cammina nelle tenebre” e di proclamare ciò che “sta scritto”!