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Sono da oltre quarant’anni “cliente” di uno dei quattro istituti di credito oggetto del cosiddetto “decreto salva-banche” emanato dal governo per consentirne la sopravvivenza e per salvaguardare migliaia di posti di lavoro. Obiettivi indubbiamente nobili, ma la cui nobiltà potrà essere davvero confermata soltanto quando sarà smascherata e punita la responsabilità di chi ha truffato e di chi ha protetto i truffatori e quando, soprattutto, saranno risarcite in qualche modo le migliaia di risparmiatori che hanno visto volatilizzarsi i loro risparmi e la cui s_ola colpa è stata quella di essersi fidati di persone che avevano loro garantito sicurezza ed interessi. I media ci hanno ampiamente raccontato che uno di questi risparmiatori truffati, considerando i suoi risparmi come l’unico “tesoro” e non trovandone evidentemente altri alternativi, ha deciso che non era il caso di continuare a vivere su questa terra. Non sono fra le vittime di quanto accaduto, ma la vicenda mi ha incoraggiato a riflettere attraverso le parole di Gesù: “Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano, ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Mt 6:19-21). Il linguaggio di Gesù è semplice e chiaro: ci sono tesori che sono esposti all’usura del tempo attraverso agenti viventi (“la tignola”=le tarme) e agenti chimici (“la ruggine”) e tesori che ci possono essere improvvisamente sottratti (“i ladri”). Ma, in contrapposizione a questi, ci sono tesori che non è possibile vedere usurati e dei quali nessuno può privarci. Ci sono, dunque, tesori che durano solo un tempo e tesori che durano per sempre. Gli uomini saggi sanno discernere il maggior valore dei secondi e il minor valore dei primi, ma il richiamo di Gesù nasce evidentemente dalla constatazione che gli uomini danno invece generalmente più valore ai primi. Qual è la causa di questa scelta davvero sciocca?

La causa è nel cuore, nelle scelte compiute dal cuore in base a quello che più gli interessa. Il possesso di “un tesoro” invece che di un altro è determinato dalla scelta del cuore. Ho letto qualche tempo fa una frase molto bella ed efficace nel suo messaggio: “Beato l’uomo che ha il suo cuore soltanto per Dio e che ha soltanto Dio nel suo cuore!”. Il motto “Va’ dove ti porta il cuore”, oltre a non essere “cristiano”, è anche pericoloso. Non è infatti “il cuore” a guidare le nostre scelte, ma “il tesoro” al quale abbiamo scelto di attribuire maggior valore. Questo nostro sbilanciamento verso “i tesori sulla terra” è sicuramente provocato anche dal fatto che, mentre conosciamo benissimo i tesori terreni, forse non sappiamo bene in cosa consistano i tesori celesti che siamo esortati a ricercare. In cosa consistono allora “i tesori in cielo”? Il più importante di questi tesori è sicuramente il Signore Gesù, che è sceso dal cielo per aprire per noi la via che porta al cielo. Da questo Tesoro ne derivano altri: l’essere riconciliati con Dio, l’essere membri della famiglia di Dio, vivendo già da ora relazioni che durano per l’eternità; l’essere eredi di una eredità incorruttibile di gloria che è conservata per noi nel cielo (1P 1:4) e l’essere portatori sulla terra di valori che non sono della terra, ma del regno dei cieli (Cl 3:1-3). Purtroppo oggi si agisce e si vive come se la nostra esistenza dovesse svolgersi soltanto qui sulla terra, ci si preoccupa per un futuro limitato nel tempo che si ferma alla tomba. Al futuro più lontano che si chiama “eternità” si pensa di meno. Di conseguenza “i tesori” che assorbono il nostro cuore sono le realtà che ci garantiscono sicurezza (una buona pensione, una bella casa di proprietà, una buona assicurazione che ci metta al riparo dagli imprevisti della vita, una bella somma di risparmi per di più ben investita…). Le tarme, la ruggine, i ladri? Non ci pensiamo, ma… non sono solo questi i pericoli possibili per i nostri tesori. C’è una realtà incontestabile che faremo bene a ricordare: “…non abbiamo portato nulla nel mondo e neppure possiamo portarne via nulla” (1Ti 6:7). Cioè “i tesori sulla terra” li perderemo sicuramente, anche senza l’intervento di tarme, ruggine e ladri. E allora? Allora sarà bene che impariamo fin da ora a guardare oltre e a ricordare che solo “i tesori” del cielo potranno accompagnarci oltre, perché sono nostri per sempre!