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Premessa: testimoniare la Verità!

 

L’obiettivo di questo messaggio, basato sul testo di Giovanni 14:15-31; 15:26-16:15, è mostrare che l’opera dello Spirito Santo ha a che fare con la missione della Chiesa verso il mondo.

La promessa dello “Spirito-Consolatore” non riguarda tanto la benedizione personale, privata, dei credenti quanto principalmente il preparare e l’equipaggiare la Chiesa a continuare la missione di Gesù verso il mondo.

 

Ciò che il mondo deve sapere è che la morte di Gesù non è stata la giusta punizione per l’accusa rivoltagli di essere un simulatore messianico o un avversario politico che attentava alla regalità di Cesare (l’accusa in base alla quale Pilato l’ha condannato), ma per la sua sottomissione ed il suo amore verso il Padre (14:30-31).

 

Ma il mondo può venire a sapere questo solo attraverso l’opera dello Spirito nella Chiesa. Questo perché c’è una continuità naturale tra la missione di Gesù e quella della Chiesa.

La missione di Gesù è “testimoniare della verità” (Gv 18:37) e questa “verità” ci ricorda che egli è veramente colui che è stato mandato per rivelare la gloria del Padre al mondo – questa gloria è stata rivelata in modo supremo alla croce.

 

La missione della Chiesa quindi è di continuare a testimoniare questa verità.

Il Vangelo di Giovanni parla della missione di Dio verso il mondo (3:6); l’intero Vangelo è pervaso dalla missione divina di Gesù come colui che il Padre manda e che a sua volta manda i suoi seguaci (20:21).

Nel Vangelo di Giovanni la missione di Gesù si può riassumere come testimonianza della verità (3:11, 32; 5:30-47; 7:7; 8:14).

 

Nel corso di tutto il suo ministero, Gesù viene presentato continuamente come messo sotto accusa per aver dichiarato di essere lui la Verità (14:6).

È alla luce di questa missione, perciò, che va vista la presentazione da parte di Gesù dell’opera dello Spirito raccontataci nel Vangelo di Giovanni. Alla luce della sua imminente dipartita, Gesù annuncia che lo Spirito sarebbe stato mandato per continuare a testimoniare, proprio attraverso la Chiesa, la veridicità delle dichiarazioni di Gesù.

 

L’opera dello Spirito trova la sua descrizione nei quattro compiti specifici che hanno a che fare con la missione ininterrotta della Chiesa:

1. _Lo Spirito media la presenza di Cristo.

2. _Lo Spirito mette il mondo a confronto con le dichiarazioni di Cristo.

3. Lo Spirito testimonia la Persona di Cristo.

4. _Lo Spirito guida la Chiesa in tutta la verità. Infatti, dopo la sua imminente dipartita – questo è il nocciolo dell’annuncio di Gesù – sarebbe stato compito dello Spirito continuare laddove Gesù si sarebbe fermato, sostenendo la Chiesa nella sua testimonianza.

 

 

Introduzione

 

Dobbiamo riconoscere che la prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo alla missione della Chiesa raramente è l’opera dello Spirito Santo.

Immaginiamo per un istante ciò che avviene durante un incontro che abbiamo indetto per parlare della missione o per programmare una uscita evangelistica.

 

Quali sono le cose che annotiamo nella programmazione?

Penso che la lista includa i seguenti punti:

1.  Il progetto: cosa vogliamo fare?

2. Le persone: chi lo deve fare?

3. Le strategie: in che modo pensiamo di realizzare il progetto?

4. Le finanze: in che modo pensiamo di pagare le diverse spese necessarie?

5. I tempi: quanto tempo pensiamo che debba durare?

6. Gli obiettivi: cosa speriamo di realizzare?

7. I risultati: in che modo possiamo valutare la riuscita o meno del progetto?

 

C’è qualcosa di importante che abbiamo omesso in questa lista? Probabilmente no! Eppure io suggerisco che abbiamo omesso di parlare del ruolo dello Spirito Santo nell’opera della missione.

La missione cristiana è prima di tutto e soprattutto un’estensione della missione di Cristo verso il mondo che si può compiere solo attraverso l’opera dello Spirito Santo. Per questa ragione l’opera dello Spirito dovrebbe diventare una parte strategica della nostra teologia biblica e della nostra pratica della missione.

 

Perciò è importante che, quando si parla della missione della Chiesa, si includa una presentazione dell’opera dello Spirito nella Chiesa.

Questo aspetto fa proprio parte dell’eredità che riceviamo dagli scritti neotestamentari, dove si evidenzia il bisogno della presenza e della guida dello Spirito Santo nella missione della Chiesa.

C’è chi vede, nelle parole di Gesù riportate da Giovanni, il ministero privato dello Spirito Santo verso i credenti. Ma, come cercherò di mostrare, i ruoli assegnati allo Spirito da Gesù nei testi biblici succitati hanno a che fare con la missione della Chiesa verso il mondo.

 

Nessuno può comprendere meglio del nostro Signore Gesù la massima importanza dell’opera dello Spirito nel compiere la missione della Chiesa. Questo perché la missione della Chiesa è la stessa identica missione di Gesù. Dalla prospettiva del Vangelo di Giovanni, la missione della Chiesa non è una missione separata da quella di Gesù ma la sua continuazione.

Come lo Spirito era presente e attivo nel corso del ministero di Gesù, così lo sarà nel corso del ministero ininterrotto della Chiesa.

 

Questo lo si può vedere chiaramente nel mandato finale che Gesù ha affidato ai discepoli la domenica in cui egli è risorto (Gv 20:21-23). È da notare che il dare e il ricevere lo Spirito (v. 22) si colloca tra il vero e proprio mandato ai discepoli: Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi (v. 21) e la spiegazione di ciò che avrebbe implicato il loro mandato: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati, a chi li riterrete, saranno ritenuti” (v. 23).

 

Il punto è questo: dare lo Spirito qui significa dare ai discepoli il potere di continuare la missione di Gesù. Come ha potuto notare James Dunn (un fratello inglese noto per i i suoi studi sul Nuovo Testamento e in particolare sulla figura dell’apostolo Paolo, n.d.r.):

“ll soffio vitale (dello Spirito) era anche l’affidare ai discepoli il mandato in vista della missione, il conferire loro il ministero”.

Proprio come Gesù era amato dal Padre, è stato unto dallo Spirito e mandato nel mondo, così egli ha amato i suoi discepoli, li ha unti di Spirito e li ha mandati nel mondo.

La missione di Gesù, perciò, fa da modello alla missione della Chiesa: come il Padre ha mandato nel mondo Gesù unto di Spirito, così Gesù ora manda nel mondo la Chiesa unta di Spirito. Il contesto della promessa dello Spirito, quindi, è chiaramente il contesto della missione e questo è ciò che descrive il ruolo dello Spirito nei testi biblici succitati. Allora, quali sono i compiti specifici dello Spirito nella Chiesa? I testi biblici succitati delineano quattro compiti dello Spirito.

 

 

I QUATTRO COMPITI SPECIFICI

DELLO SPIRITO SANTO

 

Lo Spirito media la presenza di Cristo

(Gv 14:16-18)

 

Alla fine del Grande Mandato, nel Vangelo di Matteo, Gesù promette la Sua presenza nella Chiesa “fino alla fine dell’età presente” (28:20). Dal Vangelo di Giovanni apprendiamo che la presenza di Gesù è mediata dallo Spirito. Anticipando il compimento della sua missione (Gv 17:4; 19: 30), Gesù annuncia il suo imminente ritorno al Padre (14:1-14).

 

In sua assenza, Gesù assicura i discepoli: “Non vi lascerò orfani; tornerò da voi” (14:18). Ma è lo Spirito che Gesù chiederà al Padre di mandare in sua assenza per trasmettere la sua presenza (14: 15-16). Allora Gesù incarica lo Spirito di rivestire un ruolo speciale: assicurare la sua presenza personale nei credenti e per estensione nella Chiesa.

È in questo senso che Gesù può riferirsi allo Spirito come a “un altro” Consolatore o Avvocato (14:16). Questo implica che Gesù stesso è un Consolatore o Avvocato (cfr. 1 Gv 2:1) e che vi è continuità tra il ministero di Gesù e quello dello Spirito.

Lo Spirito è uno con Gesù e la sua presenza sarebbe stata per i discepoli ciò che la presenza di Gesù era stata per loro. La ragione per cui i discepoli non sarebbero stati lasciati “orfani” è che, come Gesù, lo Spirito sarebbe stato il loro avvocato. La sua presenza funge da avvocato difensore per i discepoli mentre questi perorano la causa di Cristo davanti al mondo.

 

Questo è di fondamentale importanza per la missione della Chiesa perché il compito dello Spirito, quello di mediare la presenza di Cristo, garantisce la centralità nella proclamazione del vangelo della causa di Cristo davanti al mondo. Come ha detto Antony Billington (studioso e docente di Sacre Scritture a Londra, n.d.r.): “I discepoli sono gli agenti attraverso i quali la ricezione dello Spirito si focalizza in maniera rilevante sulla missione verso il mondo”.

La presenza dello Spirito dà allora conforto ai discepoli. Con la dipartenza di Gesù, essi non sarebbero stati lasciati soli, mentre avrebbero messo a confronto il mondo con le dichiarazioni di Cristo.

 

 

Lo Spirito mette il mondo a confronto

con le dichiarazioni di Cristo

(Gv 16:7-11)

 

Il secondo compito dello Spirito è quello di mettere il mondo a confronto con ciò che esso pensa con convinzione a proposito di Gesù.

“Quando sarà venuto – dice Gesù – convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (16:8). Il termine “convincere” in questo contesto può essere inteso al meglio nel senso di “portare convinzione” a proposito di qualcosa.

 

Lo Spirito, dunque, agirà da “pubblico accusatore” che denuncerà attivamente il mondo. Perché lo Spirito deve fare questo? Prima che Gesù pronunciasse queste parole, il mondo aveva già deciso che le dichiarazioni che Gesù faceva di sé stesso erano false (vd. 12:36b-43), e che di lì a poco egli se ne sarebbe convinto e sarebbe stato ucciso.

 

È proprio riguardo a questa convinzione sbagliata a proposito di Gesù che lo Spirito denuncerà il mondo. Giovanni presenta tutto il ministero di Gesù come un processo in cui Gesù è stato giudicato e condannato come un simulatore messianico e un avversario politico che attentava alla regalità di Cesare.

 

Tutto ruota intorno al dilemma: Gesù è il Figlio di Dio e il Messia o no? Il mondo ha giudicato false le dichiarazioni di Gesù e il compito dello Spirito Santo sarà quello di capovolgere la situazione dichiarando errato questo suo giudizio in base a tre capi d’accusa: lo Spirito convincerà il mondo che esso (e non Gesù) vive nel peccato, convincerà il mondo che Gesù è giusto e convincerà il mondo che esso è davvero sotto giudizio (16:9-10). Questo compito particolare dello Spirito è chiaramente al centro dell’incontro missionario della Chiesa con il mondo.

 

 

Lo Spirito testimonia di Cristo

(Gv 15:26-27)

 

Il terzo compito dello Spirito è quello di testimoniare di Cristo. Come latore della presenza di Cristo fra il suo popolo, lo Spirito è la Persona più qualificata per testimoniare di Cristo. Nel versetto 26 del capitolo 15, Gesù fa riferimento allo Spirito come“lo Spirito della verità” che “testimonierà di me”.

È interessante notare che questo versetto segue immediatamente la denuncia di Gesù dell’odio del mondo verso i suoi discepoli e verso lui stesso (15: 18-25). Se il mondo ci odia, dobbiamo ricordarci che lo fa perché prima ha odiato il nostro Signore (15:18).

 

Questo indica due cose.

Primo, la testimonianza che lo Spirito dà di Gesù è diretta contro il mondo.

L’odio del mondo verso Gesù è immotivato, “mi hanno odiato senza motivo” (15:25). Il mondo si rifiuta di avallare la veridicità delle dichiarazioni che Gesù fa di sé stesso. Ha semplicemente rifiutato le dichiarazioni di Gesù causa la sua malvagità.

Ma lo Spirito non rimarrà in silenzio riguardo al mondo; continuerà a testimoniare a suo danno.

 

Secondo: la testimonianza dello Spirito, comunque, riguarda la veridicità delle dichiarazioni di Cristo. Questo perché il riferimento è allo “Spirito della verità”. Testimoniando Cristo, lo Spirito dà prova di accreditare la causa per Cristo. Ciò significa, contrariamente a ciò che pensa con convinzione il mondo, che il processo di Gesù non è terminato. La dichiarazione di Gesù di essere “la verità” (14:6), per cui lo scopo per il quale è venuto nel mondo era di “testimoniare della verità” (18:37), deve ricevere un giusto processo. Per questo caso si deve fare ricorso in appello.

 

Ma in che modo lo Spirito testimonia al mondo di Cristo?

La risposta si trova in Giovanni 15: 27: “e anche voi mi renderete testimonianza”.

In altre parole, il compito dello Spirito di testimoniare e quello dei discepoli si fondono in un’unica missione della Chiesa, lo Spirito in realtà “coinvolge il mondo attraverso la missione della Chiesa”. Allora, la missione della Chiesa è la missione dello Spirito.

 

 

Lo Spirito guida in tutta la verità

(Gv 16:13-15; 14:25-26)

 

Il quarto compito dello Spirito è quello di guidare i discepoli in tutta la verità (16:13).

Questa guida non consiste nel ricevere nuove rivelazioni ma riguarda la verità che Gesù ha già rivelato ai discepoli tramite le sue parole.

 

In Giovanni 17:7 sono riportate le parole che Gesù rivolge al Padre e secondo le quali i discepoli “hanno conosciuto che tutte le cose che mi hai date vengono da te” e nel versetto successivo egli spiega che quel “tutte” sta ad indicare “le parole che tu mi hai date” (17:8a).

Questo significa che Gesù ha rivelato ai discepoli tutto ciò che lo concerneva dando loro tutte le parole che Dio gli aveva dato.

Di conseguenza, i discepoli hanno accettato le sue parole e sono venuti a sapere con certezza che Gesù è proceduto da Dio come il Messia, colui che Dio ha mandato (17:8b). All’inizio Gesù aveva rivelato tutto e in modo completo.

 

Perciò quando Gesù dice: “Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata”, non intende dire che, quando sarebbe venuto lo Spirito, avrebbe rivelato qualcosa di nuovo e di indipendente da aggiungersi a ciò che già lui aveva detto ed insegnato.

Infatti Gesù precisa che lo Spirito “non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito” (16:13). Il compito supremo dello Spirito è quello di glorificare Gesù prendendo “del mio – sono parole di Gesù stesso – e ve lo annuncerà”.

 

Tutto questo significa che sarà lo Spirito a dischiudere e ad interpretare la rivelazione del Padre svelata nella Persona e nell’opera di Gesù. In altre parole “tutta la verità” è la verità già rivelata e questa verità altri non è che il Signore Gesù stesso (14:6).

Sebbene i discepoli non fossero in grado di comprendere tutte le cose che Gesù aveva detto loro, essi accettarono tutte le sue parole e compresero che egli era davvero colui che Dio aveva mandato.

Ma sarà compito dello Spirito guidare i discepoli in tutte le implicazioni di questa verità così come è rivelata nel nostro Signore Gesù Cristo. È proprio questo che Gesù intende dire quando afferma che lo Spirito “vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto” (14:26).

 

Essere guidati in tutta la verità, allora, “non ha niente a che fare con l’informazione privilegiata che riguarda la scelta della propria chiamata o del proprio compagno, eccetera, ma ha che fare con la comprensione di Dio come colui che si è rivelato (in Gesù Cristo)” (D. Carson).

Ma in tutto questo non dobbiamo dimenticarci che il contesto riguarda la missione ininterrotta della Chiesa. Gesù ha detto tutte queste cose ai discepoli mentre era ancora con loro (14:25). Ma in sua assenza sarà loro compito continuare la sua missione.

Ecco perché essi hanno bisogno dello Spirito che ricordi loro ciò che Gesù ha insegnato e che li guidi nelle implicazioni della rivelazione di Dio in Gesù mentre affrontano il mondo.

 

Lo Spirito funge da loro insegnante e interprete della Persona e dell’opera di Cristo e da avvocato della Chiesa.

Gettando luce sul valore della Persona e dell’opera di Cristo, lo Spirito, attraverso la Chiesa, continuerà a lanciare accuse contro il mondo riguardo alle dichiarazioni di Cristo. Se siamo tenuti a testimoniare Cristo, allora, dobbiamo capire cosa stiamo testimoniando ed è lo Spirito che ci aiuterà a fare questo.

 

 

Quattro implicazioni

 

L’importanza di includere una dissertazione sull’opera dello Spirito nella missione è quadruplice.

 

• _Prima di tutto la consapevolezza dell’opera dello Spirito nella missione mantiene cristocentrica la nostra missione. Ogni compito assegnato allo Spirito nei testi biblici considerati è diretto alla promozione della Persona e dell’opera di Cristo.

    _La missione sensibile allo Spirito è una missione cristocentrica.

 

• _In secondo luogo questo significa che la missione cristiana è una proclamazione cristocentrica“Noi predichiamo Cristo crocifisso” (1Co 1:23). C’è una tendenza crescente ad aggiungere a questa proclamazione le opere pietose, la giustizia sociale, il vangelo sociale, eccetera.

Il risultato di questo è un Cristianesimo “senza Cristo”, che è purtroppo prevalente tra noi al giorno d’oggi.

Questo è tutto buono e bello ma niente di questo dovrebbe sostituirsi alla testimonianza dello Spirito secondo la quale la morte di Gesù è la rivelazione finale e più completa dell’amore di Dio per il mondo: questo è ciò che il mondo deve sapere!

 

• _In terzo luogo, se è attraverso la nostra testimonianza che lo Spirito convince il mondo, è importante che la nostra testimonianza sulle dichiarazioni di Cristo sia molto chiara: lo Spirito può solo testimoniare la verità su Cristo.

Né Cristo né il messaggio della croce possono essere manipolati. Se è attraverso la nostra testimonianza che lo Spirito attacca il mondo sulla veridicità delle affermazioni di Gesù, “allora è necessario che la nostra comprensione di questa verità sia il più possibile completa” (Lincoln). Altrimenti la nostra predicazione mancherà di convinzione perché lo Spirito non può confermare una testimonianza che discordi con la Persona e l’opera di Cristo.

 

•  _In ultimo è inevitabile che quando la nostra testimonianza a favore della veridicità delle affermazioni di Gesù si scontra con il mondo, c’è la persecuzione. Questo è qualcosa per cui non siamo preparati in occidente.

Le dichiarazioni di Gesù costituiranno una sfida all’autorità costituita. La tentazione sarà quella del compromesso o dello sviamento. Ecco perché Gesù dice:

–  _“Io vi ho detto queste cose affinché non siate sviati” (Gv 16:1).

–  _“Ma io vi ho detto queste cose affinché quando sia giunta l’ora vi ricordiate che ve le ho dette” (Gv 16:4).

Allora, la persecuzione dovrebbe ricordarci la veridicità delle parole di Gesù.