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Un lungo viaggio dalla Puglia al Trentino, interrotto da tre fermate… tre diverse aree di servizio ma tutte con un denominatore comune all’ingresso: un’esagerata esposizione di gadgets (foto, libri, DVD e quant’altro) con le immagini dei due nuovi “santi” del sempre più popolato “firmamento” della chiesa cattolica. Quando vedo il signore, che è davanti a me alla cassa e che nel suo accento rivela inequivocabilmente la sua origine tedesca, pagare ben 56€, tutti spesi in gadgets “papali”, mi rendo conto di persona che la proclamazione dei due nuovi “santi” ha anche un notevole ritorno economico per i tanti che lucrano sull’ingenuità e sull’ignoranza di tanta gente, disposta a credere a tutto. La parola che abbiamo sentito di più usare da chi ha raccontato quest’evento è: “successo”. Indubbiamente è stato un gran successo mediatico: i canali televisivi sono stati intasati per ore e ore, a cominciare da quelli della RAI che, purtroppo da sempre, invece di svolgere come dovrebbe un servizio “pubblico” ne svolge uno di parte (di una sola parte!). È stato anche un successo politico: presidenti e re della terra ossequiosamente presenti alla cerimonia, a cominciare dal nostro presidente della Repubblica, che non sempre si ricorda che dovrebbe rappresentare equamente tutti i cittadini italiani, per finire al famigerato dittatore zimbabwese Mugabe che, per i suoi crimini, non può entrare in Europa ma in Vaticano sì. Si è parlato di successo turistico per la città di Roma, invasa da decine di migliaia di pellegrini, che si sono riversati per le sue strade e che hanno invaso i suoi hotels e i suoi centri di accoglienza (guarda caso: quasi di tutti di proprietà della chiesa cattolica!). Al successo turistico è strettamente legato il successo economico. Da sempre del resto la religione degli uomini costituisce uno straordinario strumento di reddito. Basti ricordare le parole rivolte ai colleghi artigiani da Demetrio, l’orefice di Efeso spaventato dal diffondersi della Verità per la testimonianza dell’apostolo Paolo: “Uomini, voi sapete che da questo lavoro proviene la nostra prosperità e voi vedete che questo Paolo ha persuaso e sviato molta gente… vi è pericolo che questo ramo della nostra arte cada in discredito…” (At 19:25-27), cioè: “Vi è pericolo che la fonte del nostro reddito e, quindi, il nostro successo si esauriscano, se le persone saranno convinte che non è la dea Diana che bisogno adorare ma il Dio vivente e vero!”. Ancora oggi, se la Verità si diffondesse, come stava succedendo in un primo momento ad Efeso, le varie forme di successo, mediatico, politico, turistico, economico del cattolicesimo svanirebbero.

Se le persone si lasciassero convincere dallo Spirito Santo, attraverso i chiari insegnamenti della Parola, che l’unico mediatore fra Dio e gli uomini è – come afferma Paolo – “Cristo Gesù uomo” (1Ti 2:5), che quindi non c’è nessun altro, al di fuori di Gesù, nel nome del quale possiamo rivolgerci a Dio Padre… Se si lasciassero convincere che “i santi” non sono una particolare categoria di cristiani, che per di più devono essere individuati da un’istituzione umana attraverso astrusi procedimenti processuali, ma sono tutti coloro che, credendo in Cristo, sono stati separati dal mondo e dal peccato (1P 1.14-16) e che quindi non esistono dei santi nella Chiesa, ma piuttosto esiste una Chiesa i cui membri sono tutti, indistintamente, chiamati ad essere santi… Se rinunciassero alla loro ignoranza lasciandosi illuminare dalla Verità dell’Evangelo. Se mettessero da parte l’ingenuità che le porta a credere tutto e se si mettessero invece ad esaminare criticamente se nella Parola ciò che Dio insegna corrisponde davvero a quanto la religione insegna loro… Se davvero vi fosse la rinuncia a queste forme di successo non basate sulla Verità, allora emergerebbe la vera preoccupazione che dovrebbe provocare ogni nostra scelta: costruire in vista di Dio e non “per essere visti dagli uomini”!