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Importanza del lavoro per noi e per Dio

 

Con questo articolo vorrei non solo condividere le mie riflessioni su un tema, ma soprattutto incoraggiare tanti altri lettori a dare un contributo sulle pagine di questo mensile.

Infatti il nostro impegno a cercare sempre e soltanto nella Scrittura il pensiero di Dio per valutare le varie situazioni che ci riguardano e per compiere delle scelte, avviene mentre camminiamo non da soli ma con molti altri che, come noi, vogliono vivere come cristiani coerenti in ogni ambito della vita.

Per questo è importante e utile che ci istruiamo e ci esortiamo “gli uni gli altri con ogni sapienza” (Cl 3:16) e che“facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci all’amore e alle buone opere” (Eb 10:24).

 

È in quest’ottica che vorrei emergessero in questa nuova rubrica: lotte, vittorie, sconfitte, gioie, dolori, tentazioni, dubbi, convinzioni, problematiche, opportunità che tanti di noi incontrano nel mondo del lavoro.

 

In fondo il lavoro è, insieme alla famiglia, la sfera della nostra vita che occupa la parte più rilevante del nostro tempo, quella su cui riversiamo le nostre più grandi aspettative e che condiziona la nostra vita in modo determinante.

Non posso pensare di essere un cristiano approvato dal Signore se non cerco e non realizzo la sua volontà per me nella mia occupazione lavorativa.

Non posso credere, tutt’al più mi illudo, che Dio gradisca un suo figlio che la domenica si raduna con i suoi fratelli e le sue sorelle nella fede, dando impressione di onorare Dio, e poi vive come gli pare dal lunedì al sabato.

 

Dio ci insegna ad essere “irreprensibili e integri” (Fp 2:15), il che significa non lasciare alcuna parte della nostra vita esclusa dal suo controllo. Nessuno può credere che sia lecito intendere la nostra vita a settori, dove alcuni settori riguardano Dio e altri no… essere integri è un’altra cosa!

Significa essere “tutti d’un pezzo”, vivere per il Signore in tutto!

Del resto la nostra santificazione comprende l’intera nostra condotta: “ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta (1P 1:15).

 

Saremo dei figli ubbidienti e dei cristiani fedeli solo se tutto ciò che riguarda il nostro lavoro sarà vissuto in sottomissione al Dio che ci ha riscattati.

Diversamente ci presteremo al gioco dell’avversario, all’incoerenza e al discredito della testimonianza di Cristo.

Non è sempre tutto facile, tra il sapere ed il fare si presentano innumerevoli difficoltà… ma è proprio per questo che vogliamo parlare di queste cose: per aiutarci a vicenda.

 

 

Alla Scrittura, partendo dall’inizio

 

Vorrei guardare molto in breve al piano di Dio per noi rivelato sin dal principio.

Il nostro approccio all’argomento deve infatti fondarsi su sane convinzioni bibliche di cui nutrirci continuamente.

 

Scopriamo qualcosa sul lavoro sin dalla creazione. In Genesi 2:15 infatti leggiamo così:

“Dio il Signore prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse”.

Il capitolo 2 di Genesi è molto importante perché ci mostra quali propositi Dio aveva per Adamo ed Eva prima della caduta nel peccato. Quindi tutto quello che viene detto e fatto qui, ci fa conoscere gli scopi di Dio per noi creature, non il “meno peggio” in quanto ripiego a causa dell’umana disubbidienza, ma il proposito originale.

Questi scopi previsti dal Creatore dal principio non verranno mai contraddetti in seguito: certo si terrà conto delle conseguenze del peccato, ma i piani originali conserveranno la loro piena validità.

 

Dio aveva creato l’uomo per lavorare il giardino e custodirlo.

Dio ci ha creati per lavorare.

Questo è vero in senso generale: Dio ci vuole persone operative, non pigre, non oziose. E quindi non solo in relazione al nostro posto di lavoro, ma come stile di vita: dobbiamo darci da fare in qualsiasi occasione ci si presenti, che si tratti di mantenere efficiente casa nostra, aiutare qualcuno o spenderci per il servizio del Signore.

 

Adamo doveva lavorare il giardino e custodirlo. È vero che in Eden “Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi” (Ge 2:9), ma era giusto che l’uomo operasse con l’intelligenza di cui il Creatore lo aveva dotato affinché il giardino fosse coltivato e preservato.

Le parole di Genesi 2:5: “non c’era alcun uomo per coltivare il suolo”, che precedono il racconto della creazione dell’uomo, ci fanno capire che sarebbe stato poi suo compito normale quello di coltivare il suolo così da vedere un ulteriore sviluppo di quella rigogliosa vegetazione creata da Dio.

 

Eden era un luogo meraviglioso per Adamo ed Eva, ma non era il luogo dell’ozio e dell’inoperosità.

In questo l’essere umano, in quanto creato ad immagine e somiglianza di Dio (Ge 1:26-27, 5:1), riflette i caratteri propri del Creatore, che in sei giorni fece “i cieli e la terra e tutto l’esercito loro” (Ge 2:1).

Dio è Colui che “non si affatica e non si stanca” (Is 40:28), che “non sonnecchierà né dormirà” (Sl 121:4).

Come ha affermato Gesù: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero” (Gv 5:17).

Nel piano di Dio per l’uomo la vita è il tempo del lavoro e dell’impegno:

“Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza” (Ec 9:10).

Guai a quei cristiani che “si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili”!

”Infatti quando eravamo con voi, vi comandavamo questo: che se qualcuno non vuole lavorare, neppure deve mangiare” (2Te 3:11,10).

Sempre ai Tessalonicesi erano rivolte queste parole:

“ma vi esortiamo, fratelli,… a cercare… di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno” (1Te 4:10-12).

Certo il lavoro prima del peccato era ben diverso da quello di oggi!

Con la caduta vennero cambiamenti nell’essere umano (fisici e psicologici) e cambiamenti al suolo terrestre tali da rendere il lavoro umano fonte di affanno e di fatica.

 

“Ad Adamo disse: «Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dell’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai”. (Ge 3:17-19).

Oggi il lavoro è condizionato da pericoli, fallimenti, interessi egoistici, incertezze, tensioni, sofferenza e molto altro.

Ma nonostante tutte queste cose, il piano originale di Dio che prevede il nostro impegno nel lavoro rimane assolutamente valido.

Si dice in gergo che bisognerebbe “lavorare per vivere” e non “vivere per lavorare”: questo è vero quando al lavoro dedichiamo tempo che dovremmo riservare ad altro… ma è pur vero che Dio ci ha creati proprio con lo scopo di “vivere per lavorare”!

Alcuni suggerimenti

per riflettere e condividere

 

Vorrei di seguito elencare una serie di situazioni che potrebbero essere oggetto di riflessione per tutti noi.

Ovviamente se ne potrebbero trovare tante altre.

 

• Come scegliere un lavoro

• Ambizioni e realizzazione personale

• Quando il lavoro è precario

• Quando il lavoro viene a mancare

• Lavoro e malattia

• Lavoro e stress

• Quando le responsabilità diventano pesanti

• Quando è meglio cambiare lavoro

• Quando si va in pensione

• Vantaggi e svantaggi di un lavoro

• Lavoro e opera del Signore

• Lavoro e opere pietose

• Il lavoro come scuola di vita

• Conciliare lavoro e chiesa locale

• Conciliare lavoro e famiglia

• Lavoro e figli piccoli

• Lavoro e opportunità di testimonianza

• Lavorare con onestà e integrità

• Colleghi difficili

• Titolari difficili

• Dipendenti difficili

• Lavorare in proprio

• Altro

 

Non si chiede di inviare necessariamente degli studi, anche delle brevi riflessioni e testimonianze saranno estremamente preziose per arricchirci.

 

Sarà bello leggere fratelli e sorelle, giovani e meno giovani, con esperienze lavorative diverse (dall’idraulico all’ingegnere, dal cuoco all’infermiere, dall’impiegato al commerciante ecc.) che daranno un contributo su questo importante tema!