Introduzione
I Fratelli (in inglese anche Christian Brethren) hanno ricevuto questo nome perché preferiscono essere conosciuti con una designazione abbastanza comprensiva, in grado di abbracciare tutti coloro che sono cristiani come loro. Fra di essi ci sono due principali raggruppamenti di solito descritti come “fratelli aperti” e “fratelli stretti”. Gli aggettivi “aperti” e “stretti” hanno lo scopo di denotare i loro rispettivi principi di comunione.
Questo articolo ha a che fare unicamente con coloro che sono definiti “fratelli aperti”; chi scrive infatti non ha autorità di parlare in merito ai suoi amici “stretti”.
Tuttavia può essere utile a questo proposito segnalare un punto. Agli inizi degli anni ‘60 nella stampa inglese è stata dato notevole spazio al fatto che diverse personalità note come Fratelli si sono ritirate da varie attività o associazioni professionali e dalle università. Queste persone appartengono a una parte dei Fratelli stretti, e questo loro modo di fare non è stato condiviso dagli altri Fratelli stretti e meno che mai dai Fratelli aperti. Non si è fatto sempre molta attenzione a questa distinzione, con la conseguenza che si è avuta una notevole confusione tra il pubblico.
I Fratelli aperti non hanno un’organizzazione centrale. Essi appartengono a un vasto numero di chiese locali o assemblee diffuse nel mondo di lingua inglese, negli Stati Uniti, nel continente europeo e in molte altre regioni del mondo. Ognuna delle loro chiese locali è indipendente in merito alla propria conduzione. Tuttavia tra di loro c’è una evidente aria di famiglia, così come è forte il senso di un legame spirituale che li unisce.
Origini
Il movimento dei Fratelli è nato intorno all’anno 1825, sebbene i Fratelli di solito insistano nel dire che le loro radici affondano nell’età apostolica, perché hanno lo scopo, per quanto è in loro potere, di mantenere l’ordine semplice e flessibile della Chiesa dei tempi neotestamentari.
PRESENTAZIONE
Frederick Fyvie Bruce (1910-1990) è indicato in Wikipedia come uno dei padri della moderna comprensione evangelica della Bibbia. Nato in Scozia, studiò all’Università di Aberdeen, poi a Cambridge e a Vienna. Il suo insegnamento universitario cominciò anche in Scozia e finì a Manchester dove fu Rylands Professor di Critica ed esegesi biblica. È stato autore di moltissimi libri, alcuni dei quali sono considerati dei veri e propri classici, come il libretto di apologetica edito tantissime volte a partire dagli anni ’50, dal titolo “New Testament Documents: Are They Reliable?” ( in italiano “Possiamo fidarci del Nuovo Testamento?”). In tutto il suo peregrinare accademico Bruce cercò sempre la comunione con le Assemblee locali delle città in cui si trasferiva. La sua lealtà alle Assemblee dei Fratelli creava non poche perplessità nel mondo evangelico in generale e Bruce rispose con humor tipicamente scozzese a coloro che gli chiedevano il perché di questa sua lealtà ecclesiale in un gustoso capitolo di “In Retrospect”, il volume dal quale abbiamo tratto l’articolo che pubblichiamo. Un suo collega anziano dell’assemblea di Machester, frequentata da Bruce di cui divenne appunto anziano anche lui, diceva di Bruce che una frase dell’articolo che pubblichiamo lo descriveva molto bene: “Le diverse chiese locali [dei Fratelli] sono guidate da responsabili chiamati anziani o sorveglianti, ma questi non hanno giurisdizione al di fuori della loro chiesa locale, e all’interno cercano di guidare con l’esempio piuttosto che con delle regole”. |
Nella prima parte del diciannovesimo secolo le barriere che separavano le diverse denominazioni cristiane erano molto meno superabili o permeabili di quanto non lo siano oggi. I fondatori del movimento dei Fratelli formavano un gruppo di giovani (molti di loro legati al Trinity College di Dublino) che cercavano di trovare un modo con il quale potessero stare insieme per adorare ed avere comunione reciproca semplicemente come i cristiani, mettendo in secondo piano le barriere denominazioni. Non erano assolutamente consapevoli di star facendo nascere un movimento; meno che mai avevano l’idea di fondare una nuova denominazione, in quanto questo avrebbe rappresentato una contraddizione nei confronti dei motivi che li spingevano a ritrovarsi insieme.
Per qualche tempo alcuni di loro continuarono a essere membri delle loro chiese di appartenenza, nelle quali infatti alcuni erano anche dei ministri ordinati; ma in generale questo stato di cose non poté durare a lungo.
Uno dei primi leader fu un reverendo della Chiesa d’Irlanda di nome John Nelson Darby (1800-1882), un uomo di insolite capacità intellettuali e con una grande personalità, che si poneva l’obiettivo di costruire una testimonianza universale visibile dell’unità della Chiesa di Cristo in un’epoca di frammentazione ecclesiastica. Le sue idee furono portate avanti dai Fratelli stretti piuttosto che dal gruppo degli aperti; quando nel 1848 venne fuori la divisione tra i due gruppi, il nome di Fratelli stretti fu attribuito a coloro che si schierarono con Darby.
A partire da Dublino il movimento si diffuse in Inghilterra. Qui la prima assemblea dei Fratelli nacque aPlymouth nel 1831; da qui nacque la designazione popolare di “Plymouth Brethren”. I due conduttori degli incontri che si tenevano a Plymout, Samuel Prideaux Tregelles (1813-1875) e in seconda battuta il suo parente Bnjamin Wills Newton (1807-1889) furono autori di una delle migliori edizioni critiche del Nuovo Testamento in greco prodotte in Inghilterra nel diciannovesimo secolo.
Un’altra importante assemblea dei Fratelli fu Bethesda Chapel a Bristol, che aveva come conduttori lo scozzese studioso di ebraico Henry Crack (1805-1866) e George Müller (1805-898) che era di origini tedesche, quest’ultimo meglio conosciuto per l’orfanotrofio che fondò in quella città nel 1836 e che esiste ancora. (Anche T.J. Barnardo apparteneva ai Fratelli quando fondò a Londra nel 1870 il suo orfanotrofio altrettanto famoso).
Missione
Si è sostenuto che il cognato di George Müller, Anthony Norris Groves (1795-1853) debba essere considerato come il primo dei Fratelli “aperti”. Egli abbandonò la sua professione di dentista a ad Exeter per divenire missionario, prima a Bagdad e poi in India.
Fu un uomo che aveva un cuore molto aperto, che non mise mai in secondo piano mai il fatto che le cose che uniscono i cristiani sono incommensurabilmente più importanti delle cose che li dividono. “Vorrei piuttosto sopportare infinitamente i loro difetti”, diceva di alcune persone con le quali egli dissentiva seriamente, “che separarmi da ciò che hanno di buono”. Indipendentemente dal fatto se quegli aspetti che egli pensava fossero sbagliati lo erano davvero o meno, le sue parole esprimono l’atteggiamento che i Fratelli aperti riconoscono come il loro ideale.
Il movimento missionario dei Fratelli lanciato da Groves continua fino al presente in ogni continente e vi sono coinvolti più di un migliaio di missionari.
Alcuni sono stati pionieri in molti sensi.
Tra questi c’erano i due scozzesi Frederick Stanley Arnot (1858-1914) e Dan Crawford (1870-926) che esplorarono le aree sconosciute dell’Africa centrale; fu Arnot che per primo aprì alla conoscenza del mondo esterno, nel 1880, Katanga.
I missionari dei Fratelli si trovano principalmente nell’Africa centrale, in India e in America Latina; essi collaborano con altri corpi missionari e nell’ambito dei loro comitati. Il loro lavoro si svolge nell’ambito della “Christian Missions in many Lands” (CMML).
Dottrine
Per quanto riguarda le loro dottrine, i Fratelli aperti non hanno peculiarità. Essi si attengono alla fede cristiana storica, perché la trovano insegnata chiaramente nella Bibbia: Bibbia che per loro,
NOTA REDAZIONALE
È opportuno ricordare, nel contesto di quest’articolo, che il movimento di risveglio, poi conosciuto come “dei Fratelli”, si sviluppò in Italia, verso la fine della prima metà del 1800, in modo del tutto indipendente da quello inglese. L’incontro fra le due realtà, prodotte in modo del tutto distinto dall’azione rinnovatrice dello Spirito Santo, avvenne successivamente, a seguito dell’esilio in Inghilterra del conte Piero Guicciardini di Firenze. |
come per tutti figli della Riforma, è “l’unica infallibile regola nella fede e nella condotta”. Sono nel pieno senso della parola evangelici per quanto attiene la comprensione e la presentazione del cristianesimo, proclamando Gesù Cristo, il figlio di Dio, come il solo Salvatore di coloro che credono in lui e come l’unica speranza per l’umanità.
Per questa ragione molti di loro trovano facile cooperare nella testimonianza cristiana con altri che condividono queste enfasi evangeliche, e in molte iniziative interdenominazionali la loro influenza è molto più grande di quello che il loro numero possa far pensare.
Gli inizi del movimento dei Fratelli fu segnato da un appassionato interesse per il compimento delle profezie bibliche, e molti di loro sono ancora caratterizzati da questa coscienza escatologica.
La loro innologia dà un posto abbastanza preminente al secondo ritorno di Cristo. Ma non c’è una linea di interpretazione profetica che è mantenuta ufficialmente o è imposta. Di fatto uno degli aspetti che molti trovano attraenti nella loro modo di vivere la comunione è quello dellalibertà spirituale e intellettuale che fra di loro è goduta in un’atmosfera di amore fraterno.
Prassi
Ciò che li caratterizza è la pratica piuttosto che la dottrina. Tra i Fratelli aperti il battesimo è amministrato unicamente a persone che fanno una professione di fede personale in Cristo, siano essi adulti o bambini; e la modalità del battesimo è quella dell’immersione.
Osservano la Cena del Signore ogni domenica mattina (e a volte anche in altre occasioni), e sostengono che la Tavola del Signore è per tutti coloro che fanno parte del popolo del Signore. Questo è infatti l’aspetto più caratteristico del loro radunamento. Quando s’incontrano per essere in comunione, insieme con ogni cristiano che desidera essere con loro in un’occasione del genere, i loro radunamenti sono condotti senza nessun ministro che presiede e non seguono una liturgia prestabilita anche se i loro incontri sono segnati da una reverente spontaneità e dall’ordine. Diversi membri contribuiscono all’adorazione suggerendo inni da cantare, guidando la comunità nella preghiera nel ringraziamento, oppure leggendo e spiegando un brano della Bibbia.
I Fratelli non hanno ministri ordinati, incaricati di funzioni che altri non possono svolgere.
Un numero notevole dedica il proprio tempo pieno all’evangelizzazione all’insegnamento biblico, ma questi non sono considerati come un clero.
Le diverse chiese locali sono guidate da responsabili chiamati “anziani” o “sorveglianti”, ma questi non hanno giurisdizione al di fuori della loro chiesa locale, e all’interno cercano di guidare con l’esempio piuttosto che con delle regole.
Numeri
I Fratelli hanno sempre mostrato un’assoluta mancanza di interesse per la loro forza numerica. I loro numeri sono difficili da valutare, in parte perché non ci sono statistiche precise disponibili e in parte perché non c’è una linea netta di demarcazione tra le Assemblee dei Fratelli e altre chiese evangeliche indipendenti. Una stima comune della loro forza in Gran Bretagna e in Irlanda è quella di 100.000 (siamo negli anni ’60-’70), ma si tratta di una cifra approssimativa. Essi si trovano in tutti i gradi della società e in tutte le aree della vita.
F.F. Bruce (1910-1990)
Originariamente pubblicato in “The Witness”, 1961; la nostra traduzione è tratta da, F.F. Bruce, “In retrospect. Rememberanche of Things Past”, ed. postuma, Baker, Grand Rapids, 1993
APPENDICE n. 1
Il ricordo personale di un suo allievo
Il mio primo contatto con il professor Bruce fu tramite i suoi scritti, quando ero studente al Moore College di Sydney, all’inizio degli anni ’60. Dopo un periodo di quattro anni di insegnamento missionario in un college evangelico in India, fui accettato dal professor Brce come uno dei suoi studenti di dottorato (dall’ottobre del 1968 fino al giugno del 1971).
Dopo questa esperienza io e la mia famiglia tornammo in India per un altro servizio missionario.
Quando ero all’università di Manchester ho fatto parte per due anni e mezzo di un gruppo seminariale e seguii molti dei suoi corsi biblici, ed ebbi poi la sua supervisione nelle mie ricerche sulle preghiere di ringraziamento in Paolo.
L’amore di Bruce per il Signore e per le Scritture era evidente. Il suo scrupoloso insegnamento della Bibbia nella sua comunità locale dei Fratelli a Stockport, nella parte meridionale di Manchester, e a diversi gruppi interdenominazionali sia in Inghilterra e sia in giro per il mondo,innalzava la figura del Signore Gesù Cristo ed egli è stato usato da Dio per benedire le vite di molti. Il suo amore per Cristo era particolarmente visibile nelle sue relazioni con gli altri. Era affabile con tutti coloro che incontrava, donne e uomini di qualunque provenienza, studenti, membri dell’università, e devo dire che la sua gentilezza e la sua integrità hanno avuto un forte impatto sulla mia vita.
Nel corso degli anni mi sono sempre ricordato del suo comportamento e delle sue reazioni assolutamente cristiani nelle diverse, anche difficili, situazioni. Egli è stato un modello che ha incarnato le parole dell’apostolo Paolo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo” (1Co 11:1).
Il professor Bruce era un uomo riservato, anche timido. Queste qualità ci apparvero come buttate fuori da una finestra allorquando, in una circostanza, era a pranzo in casa nostra. Io e mia moglie eravamo in cucina a preparare la seconda portata del pranzo che stavamo servendo. Bruce era nel soggiorno con i tre nostri figli che avevano 6, 4 e 2 anni. Quando uscimmo dalla cucina non lo trovammo più seduto a tavola ma sul pavimento circondato dai bambini che erano completamente rapiti dal canto per bambini, che mimava con i gesti: “Sono una piccola teiera piccina e resistente; questo è il manico e questo è il beccuccio pendente!”.
Per noi è stato un momento toccante che io non scorderò mai. I nostri figli non lo ricordano come un grande studioso ma come una simpatica persona anziana che mostrava loro sensibilità e amore in un modo che a loro era congeniale.
FFB, come era conosciuto, è stato uno straordinario modello di insegnante. La sua vasta conoscenza era stupefacente, come lo era la sua capacità di andare al cuore di un problema. Ma la sua cordialità e la sua cortesia nel rispondere a tutti i generi di domande ha lasciato su di noi una forte impressione.
Quando non sapeva qualcosa, non aveva timore di ammetterlo, ma si mostrava diligente nell’impegnarsi ad aiutare chi gli aveva fatto la domanda a trovare la risposta.
A distanza di quarant’anni dal periodo che abbiamo passato con lui, il ricordo del professor Bruce vive nei nostri cuori ancora oggi in una maniera personale e tangibile.
Sua figlia Sheila vive nelle Blue Mountains proprio fuori Sydney, e Alan, uno dei suoi nipoti, è il pastore della chiesa che frequentano mio genero Andrew e mia figlia Sarah, insieme ai loro figli (che ora servono tutti insieme il Signore a Firenze, in Italia), mentre i suoi pronipoti frequentano la stessa scuola dei nostri nipoti.
Gli scritti di F. F. Bruce sono stati una guida per generazioni di credenti del popolo di Dio intorno al pianeta, mentre gli effetti positivi della sua personale influenza sulle vite di coloro che hanno studiato la Parola di Dio ai suoi piedi non saranno conosciuti se non nell’ultimo giorno. In quel giorno, molti si leveranno e loderanno il Signore Dio Onnipotente e il suo Agnello per aver usato questo umile uomo di Dio per spingerli a una sua maggiore conoscenza.
Peter T. O’Brien
APPENDICE n. 2
Una testimonianza
Chiunque abbia studiato la Bibbia seriamente durante la seconda metà del ventesimo secolo avrà letto, ed apprezzato, qualcosa scritto da Frederick Fyvie Bruce.
Per sapere quale sia stato il raggio della sua influenza basta consultare i nomi delle persone e delle associazioni che appaiono nella “Tabula Gratulatoria” all’inizio del volume preparato per onorare questo studioso evangelico in occasione del suo settantesimo compleanno. Dai suoi primi scritti concernenti gli inizi del cristianesimo e il suo “The New Testament Documents: Are they reliable?”, fino ai commentari prodotti durante gli ultimi anni della sua vita, gli scritti del Prof. Bruce sono stati per me una fonte essenziale e, apparentemente inesauribile, di informazioni e di valida riflessione.
Essendo di madre lingua inglese, ho potuto trarre beneficio dai molteplici aspetti del suo contributo, apprezzando questo studioso evangelico nelle sue vesti di storico, commentatore della Bibbia, redattore di riviste, conferenziere, responsabile fra le assemblee dei Fratelli e animatore di imprese letterarie quali quelle dei Gruppi Biblici Universitari e della Christian Brethren Research Fellowship.
Ritengo particolarmente importante il suo commentario al libro degli Atti, la cui prima edizione apparve nel 1951. Dalla metà del secolo scorso, la ricostruzione critica riguardante l’origine del cristianesimo elaborata da Ferdinand Christian Baur di Tubinga, secondo cui gli Atti sarebbero da datare verso il 150 d.C., aveva dominato buona parte della riflessione e della letteratura dotta su questo libro.
Bruce, attingendo alla sua vasta conoscenza del primo secolo cristiano, alle ricerche archeologiche svolte da uomini come William Ramsay e ai relativi documenti, restituì gli Atti degli Apostoli alla comunità accademica come un libro credibile. Per molti versi il commentario di I.H. Marshall pubblicato in Italia dai G.B.U. (1990), affonda le sue radici nell’opera di Bruce.
Ho apprezzato il Bruce studioso e commentatore del Nuovo Testamento per la sua obiettività. Questa qualità fa sì che egli non appaia mai prigioniero di una particolare posizione teologica quando discute del senso del testo. Dopo aver letto la sua esposizione, il lettore sente di conoscere meglio la Scrittura, non il pensiero di Bruce.
Alcune delle mie impressioni più vivaci su Bruce risalgono al 1966 a motivo di una sua visita in Nuova Zelanda che coincideva con i miei primi studi in campo teologico.
Mi ricordo come, di fronte ad un folto numero di pastori, nei confronti dei quali si dimostrava molto rispettoso, Bruce rifletteva sul carattere laico della chiesa identificandosi garbatamente come parte di un collegio di anziani in una assemblea dei Fratelli di Manchester.
Un’altra volta, in risposta a una domanda inerente alla relativa importanza di questo o quell’altro dono spirituale, dichiarò con grande convinzione che il contributo di suo padre, un evangelista conosciuto soltanto in una certa zona della Scozia, all’avanzamento del Regno di Dio era senz’altro più importante del suo, in quanto senza l’apporto dell’evangelista chi possiede un dono di insegnamento non avrebbe nulla da fare.
Infine il suo equilibrio si manifestò quando, dopo una sua conferenza, qualcuno gli chiese consigli su come impostare un programma di insegnamento nella chiesa locale. Bruce rimase in silenzio per un attimo e poi disse che la prima cosa da fare è di assicurarsi che i credenti stiano mettendo in pratica quanto hanno già compreso della volontà di Dio.
Il Prof. Bruce era, per natura, una persona riservata, eppure il Signore ha voluto che fosse conosciuto da molti. Ciò è dipeso dal suo spirito di servizio e dalla sua integrità. Credo che in questo ci lasci un grande esempio da seguire.