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“Innalzate il vessil della croce, libertà, deh, bandite agli schiavi!
Di salvezza elevate la voce dell’Italia fra il duplice mar!”
“Se noi vogliam disperdere le nebbie dell’errore,
Gesù indichiamo, l’unico perfetto Salvatore!”.
Sono le parole di due diversi canti scritti circa centocinquant’anni fa da Teodorico Pietrocola Rossetti. “Altri tempi! – dirà qualcuno – Dove sono oggi gli «schiavi» ai quali annunciare la libertà? Dove sono «le nebbie dell’errore» da disperdere? Oggi tutti gli uomini sono liberi: ognuno con la sua verità che gli altri devono rispettare e tollerare. Oggi non esiste più l’errore perché non esiste più LA verità”. A che serve allora “innalzare il vessil della croce”? Guai poi ad indicare Gesù come “l’unico perfetto Salvatore”! Sono tante le vie di salvezza…
      Forse non ce ne stiamo accorgendo, ma questo modo di ragionare sta penetrando lentamente nella nostra mente, sta narcotizzando la nostra missione di testimoni di Cristo e dell’Evangelo: ci sta portando piano piano ad ammainare il vessil della croce e a pensare che, se ognuno sta seguendo una sua “verità”, non c’è poi bisogno di affannarsi tanto ad indicare Gesù come Salvatore. Ma… i tempi sono davvero cambiati, rispetto a quelli in cui il Rossetti, con magistrale arte poetica e con una chiara vocazione e visione evangelistiche, cercava di scuotere le coscienze e l’impegno dei credenti di allora perché facessero sentire la loro voce, annunciando Cristo come unico strumento di salvezza? Siamo davvero convinti che non ci siano più “schiavi” nell’Italia dei nostri giorni? Pensiamo davvero che LA Verità non esista e che perciò non ci siano “le nebbie dell’errore”?
      Ho ancora nel cuore la tristezza che ho provato vedendo in TV folle enormi accorrere a vedere un cadavere riesumato e restaurato: folle eccitate da chi ha trasformato il cristianesimo, che è fede nella risurrezione e nella vita, in una religione di commercio e di morte. Ho ancora nella mente i risultati di un’inchiesta letta qualche tempo fa, secondo la quale, fra i personaggi “religiosi” più conosciuti ed invocati dagli italiani, Gesù occupa il settimo posto, distanziato dai vari “santi”, Pio, Gennaro, Rita, Antonio, Francesco… E che dire della notizia secondo la quale la chiesa cattolica polacca avrebbe chiesto l’espianto del cuore dal cadavere di papa Woytila per portarlo trionfalmente ad essere venerato nella sua patria natia?
      Certo, mi rallegra il pensare che la Parola di Dio ha oggi maggiore libertà di essere diffusa. Ma contestualmente continua a gravare sul nostro Paese una densa nebbia dell’errore resa impenetrabile dalla persistente presunzione con cui la chiesa cattolica continua ad ingabbiare quella Parola in uno sconcertante percorso di contraddizioni. Infatti: quando si legge la Parola, si annuncia la Verità, ma poi, quando si sostengono e si incoraggiano tradizioni popolari decisamente pagane, fra le quali spicca il culto dei morti e delle loro reliquie, si annuncia anche tutto il contrario della Verità. Ed il contrario della verità si chiama “errore”, si chiama falsità. Se davvero vogliamo essere testimoni (non certo depositari) della Verità che è Cristo, la cui opera salvifica non può essere nè sostituita nè surrogata, dobbiamo “disperdere” l’errore, senza equivoci e senza compromessi, proclamando e predicando la Parola di Dio perché la sua Voce si levi al di sopra di quella delle chiese e delle religioni degli uomini e perché indichi che al di fuori di Cristo non c’è altro nome che sia stato dato agli uomini per il quale essi possano essere salvati. Lo zelo e l’ardore espressi dalle parole del Rossetti sono gli stessi che Dio richiede a noi oggi, perché quanti vivono intorno a noi, schiavi delle falsità e dell’errore, possano vivere la libertà che viene dalla conoscenza della Verità che è Cristo!