Nel vocabolario della lingua italiana il significato di PREGARE è: “Rivolgersi a Dio o ad altre figure sacre con la mente o con parole, al fine di implorarne l’aiuto”, mentre quello di PREGHIERA è: “Parole spontanee o codificate, usate da chi prega… La preghiera è una pratica comune a tutte le religioni di ogni luogo e di ogni tempo con cui ci si rivolge alla dimensione del sacro con la parola o con il pensiero. Con la preghiera si invoca, si chiede aiuto, si loda, si ringrazia, si esprime devozione, si intercede”.
Questo per la lingua italiana, ma vediamo cosa dice la Bibbia, la Parola di Dio, sulla preghiera.
Cos’è la preghiera
“Quel che abbiamo visto e udito noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi e la nostra comunione è con il Padre e il Figlio suo Gesù Cristo”
(1Gv 1:3).
Il fondamento della preghiera è la comunione divina con il nostro Creatore.
La preghiera è in realtà l’atto più semplice che la creatura di Dio possa fare. Non è necessaria una istruzione elevata ed è spontanea.
La preghiera è il contatto di un’anima vivente con Dio. È un dialogo fra Dio e l’uomo.
È una conversazione a due, tra noi e Dio, è un privilegio, una gioia. Non è un grido di disperazione che l’uomo esprime solo nel momento del pericolo. Sembra esistere nell’essere umano un istinto che spinge anche colui che si definisce ateo a pregare nei momenti di grande pericolo. Qualcuno ha detto che “nelle trincee non ci sono atei”, ma il cristianesimo che non tocca la vita di tutti i giorni non cambierà mai il mondo.
Dove si prega
Per alcune religioni è fondamentale dove e quando si deve pregare. Ma, nell’insegnamento che riceviamo dalla Bibbia, la preghiera non si limita a posizioni convenzionali né è racchiusa in luoghi prestabiliti o durante cerimonie religiose.
I musulmani pregano ad ore precise del giorno ed i cattolici praticanti commettono un grave peccato se la domenica non vanno a messa in un luogo di culto appositamente costruito.
Ma Gesù ha chiaramente insegnato:
“Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto te ne darà la ricompensa”.
(Mt 6:6)
Quando preghiamo quello che importa è l’atteggiamento del cuore. Il Signore è attento alle nostre preghiere ventiquattr’ore al giorno.
La preghiera reale non è una vana ripetizione di parole pronunciate in pubblico per sembrare religiosi. Gesù ha detto “Quando pregate, non fate come gli ipocriti che amano fare orazioni stando in piedi nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per essere visti dagli uomini, io vi dico che quello è il premio che ne hanno” (Mt 6:5).
Come si prega
Pregare il Signore è come parlare al più caro amico aprendo a lui il nostro cuore con fiducia, sapendo che non ci giudica ma che simpatizza con noi. Esprimiamo con le nostre parole i nostri sentimenti, i nostri bisogni, la nostra lode, il nostro dispiacere se abbiamo peccato. Quando parliamo con un amico non abbiamo difficoltà a trovare le parole con le quali vogliamo esprimere gioia, preoccupazione, fiducia, sconforto, speranza e così deve essere col Signore.
La preghiera era molto più che una parte della vita di Cristo: essa era la sua vita. A volte trascorse notti intere in preghiera. E nessuno più di lui ha incoraggiato i suoi discepoli a pregare e ha insegnato loro come farlo. Essi vedevano costantemente l’esempio in questo e osservavano il rapporto diretto tra lo straordinario ministero di Gesù e la sua profonda vita di preghiera.
Quegli uomini, sulle cui spalle poggiava la responsabilità iniziale di cristianizzare il mondo, gli fecero una precisa richiesta; non gli chiesero “Signore insegnaci a predicare, a fare miracoli o ad essere saggi”; gli chiesero: “Signore insegnaci a pregare”.
Gesù considerava la preghiera più importante del cibo. La Bibbia dice che si alzava ore prima del levarsi del sole e si recava in luoghi solitari e pregava. Per il Figlio di Dio la preghiera era più importante del radunarsi di grandi folle: “Molte turbe si radunavano per udirlo ed essere guarite dalle loro infermità. Ma egli si recava nei luoghi deserti e pregava” (Lu 5:15-16).
Le preziose ore di comunione con il Padre celeste avevano per lui un valore molto superiore al sonno e lo preparavano alla sua ultima ora: “Or avvenne in quei giorni che egli se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione a Dio” (Lu 6:12).
Egli pregava in occasione di funerali e i morti risuscitavano. Pregò sui cinque pani e i due pesci e una moltitudine fu saziata con la colazione di un ragazzetto. Egli pregò invocando “Non la mia ma la tua volontà sia fatta” e si aprì così la strada che permetteva all’uomo peccatore di avvicinarsi a un Dio santo.
Chi può pregare
Cosa ci dice la Bibbia riguardo a chi prega? Chi può pregare? Tutti gli uomini, abbiamo visto, pregano ma secondo la Parola di Dio chi ha il diritto di pregare?
La preghiera è per i figli di Dio.
Conosco due giovani donne che vivevano nella mia via e per le quali fino a pochi anni fa ho provveduto per loro l’abbigliamento, il cibo e a tutti i loro bisogni. Esse mi chiedevano liberamente ciò di cui avevano bisogno e le loro richieste erano abitualmente soddisfatte. Parlo delle mie due figlie. Per la loro particolare relazione con me io e mio marito avevamo nei loro confronti una particolare responsabilità. Così è per Dio: ha una precisa responsabilità nei confronti dei suoi figli e, se non siamo nati nella famiglia di Dio attraverso la nuova nascita, non abbiamo diritto di chiedergli favori. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” (Gv 1:12).
Egli con la sua morte ha pagato il debito che noi uomini avevamo annullando la distanza da Dio, una distanza che noi non avremmo mai potuto colmare. Lui, Giusto, si è fatto peccato per noi. Ora è sufficiente credere nel sacrificio espiatorio di Gesù per avere vita eterna.
La Parola di Dio non ci parla di figli di cristiani ma solo di cristiani, quelli cioè che credono nell’opera di Gesù sulla croce e sono salvati “per grazia mediante la fede” (Ef 2:8). La Parola ci dice chiaramente che “solo in Gesù e in nessun altro è la salvezza” (At 4:12).
Se ci riconosciamo peccatori davanti a Dio e accettiamo per fede il suo perdono attraverso il sacrificio che Gesù ha fatto sulla croce per noi, fidandoci della sufficienza di quel gesto, allora diventiamo figli, eredi della sua patria celeste, certi di essere salvati e di poter accedere al Paradiso. E allora abbiamo il diritto di pregare e di chiedere, proprio come fanno i nostri figli con noi genitori.
Caratteristiche della preghiera
La preghiera efficace è quella fatta con fede, “senza vacillare”, se vogliamo avere risposta.
Gesù disse: “Se avete fede quanto un granello di senape potrete dire a questo monte : passa da qui a là e niente vi sarà impossibile” (Mt 17:20).
La Scrittura parla simbolicamente delle montagne come forza di stabilità, ma rappresentano anche difficoltà insormontabili. Dio ha promesso ai credenti di facilitare loro il cammino spianando le montagne. Tuttavia egli lascia sulla loro strada degli ostacoli, delle montagne che tocca a loro rimuovere. Ci sono due tipi di montagne :
◆ Alcune montagne, cioè alcune difficoltà, sono volute e permesse da Dio per il nostro bene spirituale e quindi sono per noi fonte di benedizione, di crescita. Possono rallentare il nostro cammino ma rafforzano la nostra fede, ci incoraggiano a pregare e ci inducono a perseverare fino al momento in cui giungerà la risposta di Dio.
◆ A volte ci sono ostacoli che il nemico pone sulla nostra strada. Satana è un abile costruttore di impedimenti che possono essere alti come montagne. La Parola ci dice che “va in giro come un leo-
ne ruggente cercando chi possa divorare” (1P 5:8). Il nemico può rallentare la nostra crescita ma solo per un tempo, perché Gesù lo ha sconfitto con la sua morte e resurrezione.
Ma lui ci prova. A questo punto però la preghiera è determinante per sgretolare questo tipo di ostacoli. Satana trema quando vede il più debole dei credenti in ginocchio.
La preghiera è la voce della fede diretta verso Dio, è l’emanazione di un cuore ubbidiente.
“E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da Lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose che gli sono gradite”.
(1Gv 3:22)
Se i nostri figli dicono di credere in noi ma non ci ubbidiscono come genitori, qualche dubbio ci sorge; un figlio ubbidiente ci persuade che ha capito l’importanza di fidarsi dei nostri consigli per lui. Non si fanno doni a figli disubbidienti e ingrati. Non imparerebbero e non crescerebbero.
Se vogliamo che le nostre preghiere giungano a Dio dobbiamo rinunciare alla nostra testarda volontà ed essere ubbidienti, ricordando che “val meglio l’ubbidienza del sacrificio” (1Sa 15:22).
I nostri desideri devono essere conformi alla volontà di Dio. Il Signore Gesù, nonostante l’angoscia per ciò che l’attendeva disse: “Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, sia fatta la tua volontà” (Mt 26:42). A volte si presentano situazioni difficili nella nostra vita da cui vorremmo fuggire. La sofferenza, il disagio non piacciono a nessuno, eppure, se il nostro Dio li permette, per fede sappiamo che questo ci serve e abbiamo la certezza che proprio in quei momenti l’Eterno ci è più vicino che mai.
La preghiera modello che Gesù ci ha lasciato si conclude così: “Perché tuo è il regno e la potenza e la gloria” (Mt 6:13 vers. Diodati). Se vogliamo ottenere risposta alle nostre preghiere, dobbiamo rendere gloria a Dio.
Preghiere inascoltate
A volte le preghiere non trovano risposta a causa dei nostri segreti peccati.
Davide diceva. “Se nel mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il Signore non mi avrebbe ascoltato” (Sl 66:18).
Il peccato crea un corto circuito nelle comunicazioni tra la terra e il cielo, e la preghiera fatta con cuore malvagio non giunge a Dio. Allora chiediamo prima al Signore di perdonarci le nostre colpe in modo da ripristinare la comunione con lui. Non siamo degni di accostarci a Dio che è santo se non per mezzo del nostro avvocato Gesù “e quel che chiederete nel nome mio, io lo farò: affinché il Padre sia glorificato nel Figliolo” (Gv 14:13).
Un’altra ragione per la quale le preghiere non trovano risposta è l’egoismo.
La Bibbia dice: “Domandate e non ricevete perché domandate male per spendere nei vostri piaceri” (Gm 4:3). La preghiera serve a un duplice scopo: alla benedizione dell’uomo e alla gloria di Dio. Se è fatta solo per il nostro utile ma non per la gloria di Dio non merita una risposta: “Non la mia ma la tua volontà sia fatta”.
Nella preghiera Dio comunica i suoi progetti ai suoi figli.
Noè pregò e il Signore gli fece conoscere il suo piano circa l’arca di liberazione.
Mosè pregò e Dio liberò gli Israeliti dalla schiavitù dell’Egitto.
Daniele pregò e le gole dei leoni si chiusero.
I discepoli pregarono e furono ripieni di Spirito Santo e circa tremila persone in un giorno si aggiunsero alla Chiesa.
Paolo pregava e centinaia di chiese nascevano in Asia minore e in Europa.
Anche noi oggi, quando preghiamo chiedendo al Signore chiarezza in qualche situazione nebulosa della nostra vita, egli ci risponde. Ogni credente, in ogni tempo, può testimoniare di avere sperimentato questo; la nebbia si dirada ed ecco il sole. Il Signore risponde sempre alle preghiere, a volte con un sì, altre con un no quando chiediamo cose che non sono il meglio per la nostra vita. Nella sua onniscienza egli sa quale è la cosa migliore per noi in quel preciso momento. A differenza nostra lui vede tutto il dipanarsi della nostra esistenza terrena.
Quale grande privilegio abbiamo nella preghiera! Riconsacriamoci a Dio senza riserve perché solo quelli che pregano con un cuore puro saranno ascoltati da Lui. “Molto può la supplicazione del giusto fatta con efficacia” (Gm 5:16).
E preghiamo sempre
Dobbiamo pregare in tempi di avversità per non diventare infedeli e increduli.
In tempi di prosperità per non diventare orgogliosi.
In momenti di pericolo per non diventare timorosi e dubbiosi.
Dobbiamo pregare in momenti di sicurezza per non diventare presuntuosi.
La preghiera cade in terra come la rugiada su un suolo assetato. Preghiamo ricordando questa promessa del Salvatore: “Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute e voi le otterrete” (Mr 11:24).
Preghiamo per tutti gli uomini perché il Signore vuole che tutti siano salvati.
Che la nostra preghiera possa diventare una lode e un ringraziamento verso il Signore, che possa sgorgare da un cuore traboccante di gratitudine e di gioia verso il nostro Creatore e Salvatore.