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Archivi Mensili: Maggio 2015

L’evangelista Matteo ci racconta che, alla conclusione del discorso sulla montagna, “una gran folla” di persone seguì Gesù fino a Capernaum: alcune colpite dall’autorevolezza e dal contenuto dei suoi insegnamenti, altre incoraggiate dalla speranza di ricevere da lui miracoli di guarigione. Alla fine di una giornata sicuramente faticosa, Gesù, per trovare un momento di riposo, “comandò che si passasse all’altra riva”.
Le testimonianze delle sorelle e dei fratelli che si sono resi disponibili a rispondere alle domande proposte ci consentono di riflettere su come arrivare alla scelta del proprio lavoro, su quali sono le difficoltà (e, talvolta, le tentazioni) che un figlio di Dio può incontrare nell’ambiente in cui lavora e sul valore del sostegno che, in particolari circostanze, possiamo ricevere attraverso la comunione fraterna.
La recente tragedia, provocata dal pilota che ha trascinato nel suo folle progetto suicida le 149 persone che viaggiavano con lui sullo stesso aereo, oltre a provocare un’inevitabile commozione per il dolore di tante famiglie, ha suscitato riflessioni sul perché di certi eventi: sono state chiamate in causa la fatalità, la fortuna, la sfortuna. Ma per i figli di Dio quali sono le certezze su cui poggia il loro cammino?
Perché è importante, prima di svolgere qualsiasi incarico per il Signore (e a qualunque età!), ricercare la sua presenza? Con quale atteggiamento dobbiamo presentarci davanti a lui e poi camminare con lui? Cos’è che può renderci veramente forti nel nostro servizio per lui? La presunzione di sapere cosa fare e di saper fare? Oppure la confessione dei nostri limiti e delle nostre incapacità?
Abbiamo mai riflettuto sul fatto che l’orgoglio, che spinge tanti uomini a non umiliarsi, pur di non perdere la faccia, anche davanti a coinvolgimenti moralmente deprecabili della loro vita, condiziona anche la nostra vita come figli di Dio? Quali sono gli esempi ai quali ci ispiriamo nella nostra condotta? E come stiamo vivendo la nostra attesa di Cristo: onorandolo e vergognandoci di lui per non... perdere la faccia?

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